Effetti collaterali psicofarmaci e quando capirne la gravità

Salve, scrivo riguardo una situazione che sta affrontando il mio compagno e da cui vorrei trarre conclusioni più chiare.
Faccio una premessa in modo che possiate avere un quadro completo della situazione.
il mio compagno ha 31 anni e ha iniziato ad andare in terapia da uno psicologo a gennaio 2024, i problemi in realtà erano iniziati molto prima ma lui si era sempre rifiutato di andarci fino a quando non ha capito che probabilmente era ora di affrontare i problemi piuttosto che schivarli.
Da tre anni a questa parte ha sofferto di attacchi di panico/ansia tanto da non riuscire più a muoversi in quel momento, ha mostrato comportamenti ossessivi compulsivi verso cose specifiche e che per me erano assurde (es.
Tapparelle chiuse tutte per intero senza lasciare i buchi in mezzo altrimenti dava di matto), sentire voci, scarsa se non assente gestione delle emozioni, soprattutto la rabbia, seguita poi da un periodo di totale apatia.
Questi sono alcuni dei comportamenti che aveva e che, piano piano, lo hanno convinto a fare un percorso con lo psicologo.
Ci va costantemente da sei mesi e devo dire che lo vedo molto cambiato e più consapevole ma dopo continui attacchi di ansia e INNUMEREVOLI sbalzi d'umore lo psicologo gli ha consigliato di vedere uno psichiatra e così glie ne ha consigliato uno a cui poi il mio compagno si è rivolto.
Dopo la prima visita ci da una sorta di referto dove in sostanza viene scritto che si sospetta un disturbo schizoaffettivo bipolare che però è da confermare e una evidente depressione.
Gli prescrive Aripiprazolo 5mg, mezza pastiglia 4 giorni, 1 pastiglia altri 4 giorni, 1, 5 altri 4 giorni fino ad arrivare a due.
Fino a qui tutto ok, gli prescrive anche gocce di diazepam all'occorrenza in caso di stati di ansia forte.
I problemi arrivano alla seconda visita di controllo, lo psichiatra lo ha quasi cacciato dopo 15 minuti scarsi di visita senza più riaccennare al bipolarismo ne altro e gli prescrive aripiprazolo 10mg (2 al mattino) e 1 compressa di lorazepam la sera, così per almeno 10 giorni e poi in aumento il lorazepam.
Il mio compagno oltre la sonnolenza che avevamo previsto si sente continuamente stanco, ha il fiatone e gli gira la testa, ha molte vertigini e ormai da due mesi che prende i farmaci onestamente non vedo miglioramenti.
Lo vedo stanco, spossato, assonnato e con un colorito poco salutare e in più continua ad avere sbalzi d'umore incontrollati e tendenze vittimistiche troppo esagerate.
Io non sono un medico, né psichiatra e non sono nemmeno uno psicologo ma da molti suoi comportamenti ho sempre pensato potesse essere un narcisista, non ho mai avuto il coraggio di dirlo allo psicologo ma oltre a questo ho paura che i farmaci che gli hanno prescritto quasi in modo sbrigativo o la loro posologia possano fargli male! Scusate la lunghezza del messaggio ma è una situazione piuttosto pesante anche per chi gli vive intorno (io e nostra figlia piccola) e voglio cercare di fare tutto il possibile per gestire e risolvere tutto.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.6k 1k 63
Con una sintomatologia di questo genere andava indirizzato dallo psichiatra molto prima.

Ciò che viene considerato un peggioramento clinico può essere dovuto alla azione dei farmaci.

I controlli periodici sono fondamentali per capire l’andamento della terapia.

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