Ma può essere uan depressione psicotica?
Gentili Dott.sse/Egregi Dottori,
Ho già scritto una volta, presentandovi il problema del mio fidanzato che soffre di disturbi psicotici/persecutori chiedendovi se secondo voi la cura farmacologica prescrittagli (Haldol) fosse quella corretta.
Per fare un breve sunto: questo problema mentale gli è insorto a Maggio 2006 (all’età di 32 anni), sembra legato ai lavori di ristrutturazione della casa che purtroppo lo tediano da più di tre anni. Ha iniziato leggendo le parole del Geometra, principale protagonista delle sua persecuzione, come segnali di minaccia, si sente attanagliato dal fatto che secondo lui le persone che ruotano intorno alla casa (arredatore, lo stesso geometra, elettricista ecc.) fanno apposta a non far finire i lavori per spillargli più soldi possibili e che se non si procede come vogliono loro potrebbero arrivare a fargli/farci del male.
Questo è diventata la sua fissazione e ci pensa continuamente anche se adesso ci abitiamo e gli facciamo notare l’evidenza che da quando sta male (Maggio u.s.) non è successo niente di ciò che teme.
Dopo qualche mese in cui sembrava star bene ed essere lucido la settimana scorsa ha ricominciato (l’evento scatenante può essere il fatto che adesso il geometra gli ha detto che deve rimettere le mani sul tetto per poter arrivare alla fine dei lavori).
Così ha ripreso con lo stesso copione, anzi forse maggiormente acuito. Lo abbiamo portato nuovamente dallo Psichiatra che oltre a 20 gocce di Haldol, gli ha somministrato 1 pasticca di Sereupin e mezza di Zyprexa che ha iniziato a prendere da 5 giorni. Ieri sembra che la cura gli inizi a far effetto, dice che si sforza nel pensare a tutto quello che lo turba ma i pensieri non gli si fissano nella mente (li sente fluttuare).
Le mie domando sono queste:
1) può darsi che la sua malattia dipenda da un fattore biologico e no, come pensavamo, da un grande stress?
2) È giusto andare da un altro Psichiatra per richiedere un parere (dal momento che ancora non abbiamo capito la diagnosi) o si incorre nel rischio di peggiorare la situazione?
3) Può essere che lui trasferisca in questa sua paura, altre paure legate alla famiglia o/e legate alla nostra convivenza?
4) Ovviamente l’aspetto farmacologico è importante per calmare il sintomo ma la causa come può essere individuata e come potrà, in futuro, riuscire a staccarsi dai farmaci senza sentirsi nuovamente male?
Grazie.
Ho già scritto una volta, presentandovi il problema del mio fidanzato che soffre di disturbi psicotici/persecutori chiedendovi se secondo voi la cura farmacologica prescrittagli (Haldol) fosse quella corretta.
Per fare un breve sunto: questo problema mentale gli è insorto a Maggio 2006 (all’età di 32 anni), sembra legato ai lavori di ristrutturazione della casa che purtroppo lo tediano da più di tre anni. Ha iniziato leggendo le parole del Geometra, principale protagonista delle sua persecuzione, come segnali di minaccia, si sente attanagliato dal fatto che secondo lui le persone che ruotano intorno alla casa (arredatore, lo stesso geometra, elettricista ecc.) fanno apposta a non far finire i lavori per spillargli più soldi possibili e che se non si procede come vogliono loro potrebbero arrivare a fargli/farci del male.
Questo è diventata la sua fissazione e ci pensa continuamente anche se adesso ci abitiamo e gli facciamo notare l’evidenza che da quando sta male (Maggio u.s.) non è successo niente di ciò che teme.
Dopo qualche mese in cui sembrava star bene ed essere lucido la settimana scorsa ha ricominciato (l’evento scatenante può essere il fatto che adesso il geometra gli ha detto che deve rimettere le mani sul tetto per poter arrivare alla fine dei lavori).
Così ha ripreso con lo stesso copione, anzi forse maggiormente acuito. Lo abbiamo portato nuovamente dallo Psichiatra che oltre a 20 gocce di Haldol, gli ha somministrato 1 pasticca di Sereupin e mezza di Zyprexa che ha iniziato a prendere da 5 giorni. Ieri sembra che la cura gli inizi a far effetto, dice che si sforza nel pensare a tutto quello che lo turba ma i pensieri non gli si fissano nella mente (li sente fluttuare).
Le mie domando sono queste:
1) può darsi che la sua malattia dipenda da un fattore biologico e no, come pensavamo, da un grande stress?
2) È giusto andare da un altro Psichiatra per richiedere un parere (dal momento che ancora non abbiamo capito la diagnosi) o si incorre nel rischio di peggiorare la situazione?
3) Può essere che lui trasferisca in questa sua paura, altre paure legate alla famiglia o/e legate alla nostra convivenza?
4) Ovviamente l’aspetto farmacologico è importante per calmare il sintomo ma la causa come può essere individuata e come potrà, in futuro, riuscire a staccarsi dai farmaci senza sentirsi nuovamente male?
Grazie.
[#1]
Psichiatra
Gentile utente,
la presenza di sintomi psicotici può associarsi, oltre che a disturbi dello spettro schizofrenico, anche (e tutt’altro che infrequentemente) a disturbi dell’umore, sia depressivi (depressione psicotica) che di tipo espansivo (mania psicotica) oppure misto (stati misti psicotici).
In generale, esiste una predisposizione su base ereditaria per questi disturbi (da qui l’importanza di una accurata anamnesi psichiatrica non solo personale, ma anche familiare di 1°grado); eventuali stressors possono dar luogo a disturbi di questo genere solo se esiste una predisposizione a svilupparli; i fattori contingenti, dunque, seppur importanti, non sono comunque determinanti ai fini del manifestrasi della malattia.
Cordiali saluti
Giuseppe Ruffolo
www.psichiatria-online.it
la presenza di sintomi psicotici può associarsi, oltre che a disturbi dello spettro schizofrenico, anche (e tutt’altro che infrequentemente) a disturbi dell’umore, sia depressivi (depressione psicotica) che di tipo espansivo (mania psicotica) oppure misto (stati misti psicotici).
In generale, esiste una predisposizione su base ereditaria per questi disturbi (da qui l’importanza di una accurata anamnesi psichiatrica non solo personale, ma anche familiare di 1°grado); eventuali stressors possono dar luogo a disturbi di questo genere solo se esiste una predisposizione a svilupparli; i fattori contingenti, dunque, seppur importanti, non sono comunque determinanti ai fini del manifestrasi della malattia.
Cordiali saluti
Giuseppe Ruffolo
www.psichiatria-online.it
[#2]
Ex utente
Egregio Dottore,
grazie per la sua tempestiva risposta ma quando parla di anamnesi familiare a quali esami in particolare si rifersice? dal momento che nessuno fino ad ora ci aveva prospettato quanto detto da Lei anzi hanno sempre escluso il legame ereditario poichè il fenomeno è insorto solamente in età adulta e dice che se fosse stato bioligico si sarebbe manifestato durante l'adolescenza.
Grazie.
grazie per la sua tempestiva risposta ma quando parla di anamnesi familiare a quali esami in particolare si rifersice? dal momento che nessuno fino ad ora ci aveva prospettato quanto detto da Lei anzi hanno sempre escluso il legame ereditario poichè il fenomeno è insorto solamente in età adulta e dice che se fosse stato bioligico si sarebbe manifestato durante l'adolescenza.
Grazie.
[#3]
Psichiatra
L'anamnesi (personale o familiare che essa sia) non è altro che la ricostruzione, attraverso il semplice colloquio, della storia clinica del paziente e dei suoi familiari, in particolare quelli di 1° grado.
Il procedimento diagnostico, sempre parlando in termini generali e prescindendo dal caso particolare, talora può prevedere anche la prescrizione di esami strumentali quali ad esempio una TAC cranica o una Risonanza Magnetica cerebrale alfine di escludere eventuali cause "organiche" quali responsabili della sintomatologia manifestata dal paziente che di volta in volta ci troviamo a dover curare.
Giuseppe Ruffolo
Il procedimento diagnostico, sempre parlando in termini generali e prescindendo dal caso particolare, talora può prevedere anche la prescrizione di esami strumentali quali ad esempio una TAC cranica o una Risonanza Magnetica cerebrale alfine di escludere eventuali cause "organiche" quali responsabili della sintomatologia manifestata dal paziente che di volta in volta ci troviamo a dover curare.
Giuseppe Ruffolo
[#5]
Gentile Utente,
cercherò di rispondere nel dettaglio alle sue domande:
1)Quasi tutte le malattie psichiatriche hanno una base costituzionale, ereditaria, una sorta di vulnerabilità genetica allo sviluppo della patologia mentale. Essendo il cervello un organo di relazione con l'ambiente, quest'ultimo può a sua volta influire su un terreno predisposto scatenando il disturbo. L'ambiente non è di per se sufficiente da solo a determinare nella stragrande maggioranza dei casi una patologia mentale. Infine non è assolutamente vero che un disturbo ad incidenza ereditaria si debba sviluppare per forza nell'adolescenza: alcuni disturbi possono esordire anche più tardivamente in rapporto ad altri cofattori come per proprio quello ambientale.
Continua...
cercherò di rispondere nel dettaglio alle sue domande:
1)Quasi tutte le malattie psichiatriche hanno una base costituzionale, ereditaria, una sorta di vulnerabilità genetica allo sviluppo della patologia mentale. Essendo il cervello un organo di relazione con l'ambiente, quest'ultimo può a sua volta influire su un terreno predisposto scatenando il disturbo. L'ambiente non è di per se sufficiente da solo a determinare nella stragrande maggioranza dei casi una patologia mentale. Infine non è assolutamente vero che un disturbo ad incidenza ereditaria si debba sviluppare per forza nell'adolescenza: alcuni disturbi possono esordire anche più tardivamente in rapporto ad altri cofattori come per proprio quello ambientale.
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[#6]
2)Non è a mio avviso opportuno cambiare dopo poco tempo lo psichiatra se la sintomatologia non è perfettamente in remissione: lo specialista ha spesso bisogno di più visite per capire per bene il quadro clinico e non sempre il primo trattamento va a buon fine anche se teoricamente corretto; possono infatti entrare in gioco dei fattori interferenti quali la scarsa sensibilità di quel paziente a quel farmaco o una sua scarsa collaborazione di questi nell'assunzione. Affidatevi quindi con fiducia allo specialista che sta già seguendo il paziente, mi sembra che da un punto di vista farmacologico dalla descrizione che Lei ha fatto del quadro clinico, si stia muovendo bene.
Continua...
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[#7]
3)Quanto al fatto di trasferire le paure del paziente su quella espressa mi sembra francamente una ipotesi un po' dietrologica ed eccessivamente "psicodinamica": tutti noi abbiamo delle paure che ci trasciniamo talvolta dietro dall'infanzia, altre invece acquisite per insicurezze per esempio nel proprio rapporto di coppia, tuttavia la maggior parte delle persone non sviluppano delle alterazioni patologiche del contenuto del pensiero come per esempio l'esser convinti che una persona qualsiasi con la quale siamo entrati in contatto sia il nostro persecutore.
Continua...
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[#8]
4)Infine, il trattamento farmacologico delle varie forme di psicosi non è puramente sintomatico: in alcuni casi i moderni antipsicotici riescono a portare alla remissione completa e duratura dei sintomi anche una volta sospeso il trattamento; in altre forme è invece necessario un trattamento di mantenimento a vita per assicurare al paziente un buon equilibrio mentale. La necessità di un trattamento di mantenimento spetta solo allo psichiatra dopo che ha fatto una corretta diagnosi longitudinale (cioè nel lungo periodo di tempo) e valutato il rapporto rischio/beneficio di una terapia cronica. E' quello che succede anche in altre branche della medicina: ha mai visto un paziente diabetico o con una insufficiente funzionalità tiroidea sospendere un trattamento? Anche se sta perfettamente bene?
Cordiali saluti.
Dr. Claudio Lorenzetti
www.claudiolorenzetti.tk
Cordiali saluti.
Dr. Claudio Lorenzetti
www.claudiolorenzetti.tk
[#10]
Gentile utente,
credo che il collega abbia spiegato in modo esaustivo tutte le condizioni per le quali si effettauno determinate diagnosi.
La condizione attuale richiede comunque la perseveranza nella terapia prescritta, valutazioni cliniche periodiche e il dialogo diretto con lo psichiatra prescrittore.
Cordiali Saluti
Dr. F.S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
credo che il collega abbia spiegato in modo esaustivo tutte le condizioni per le quali si effettauno determinate diagnosi.
La condizione attuale richiede comunque la perseveranza nella terapia prescritta, valutazioni cliniche periodiche e il dialogo diretto con lo psichiatra prescrittore.
Cordiali Saluti
Dr. F.S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/
[#11]
Gentile utente,
concordo pienamente con le puntuali precisazioni dell'amico Claudio Lorenzetti ed insistiamo affinchè si diffonda finalmente una cultura corretta e scientifica in merito alla malattia mentale. Troppi pregiudizi e troppa disinformazione impediscono una diagnosi tempestiva ed un corretto utilizzo delle strategie terapeutiche ad oggi disponibili.
Cari saluti
Silvio Presta
www.silvio-presta-psichiatra.tk
concordo pienamente con le puntuali precisazioni dell'amico Claudio Lorenzetti ed insistiamo affinchè si diffonda finalmente una cultura corretta e scientifica in merito alla malattia mentale. Troppi pregiudizi e troppa disinformazione impediscono una diagnosi tempestiva ed un corretto utilizzo delle strategie terapeutiche ad oggi disponibili.
Cari saluti
Silvio Presta
www.silvio-presta-psichiatra.tk
Silvio Presta
[#12]
Ex utente
Egregio Dottor Presta/Egregi Dottori,
a distanza di 15 giorni dalla cura, il mio fidanzato sta meglio; non ha più la testa che gli scoppia di pensieri, non ha più il terrore che gli possa succedere qualcosa ecc. ecc. ma è tanto giù di morale, si sente come svuotato ed è sempre triste, non lo rende contento niente, ma i farmaci che sta prendendo non dovrebbero incidere anche sull'umore?
Inoltre l'Haldol gli fa venire dei dolori fortissimi alle gambe e secondo lui gli incide anche negativamente sull'umore, vi chiedo pertanto se è possibile tutto questo e se i dolori alla gambe sono normali prendendo questo farmaco.
Vi ringrazio.
a distanza di 15 giorni dalla cura, il mio fidanzato sta meglio; non ha più la testa che gli scoppia di pensieri, non ha più il terrore che gli possa succedere qualcosa ecc. ecc. ma è tanto giù di morale, si sente come svuotato ed è sempre triste, non lo rende contento niente, ma i farmaci che sta prendendo non dovrebbero incidere anche sull'umore?
Inoltre l'Haldol gli fa venire dei dolori fortissimi alle gambe e secondo lui gli incide anche negativamente sull'umore, vi chiedo pertanto se è possibile tutto questo e se i dolori alla gambe sono normali prendendo questo farmaco.
Vi ringrazio.
Questo consulto ha ricevuto 12 risposte e 11.2k visite dal 08/02/2007.
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