Astinenza prolungata benzodiazepine
Buongiorno sono qui a esporvi la mia storia riguardante la mia patologia ma soprattutto la mia prolungata assunzione di benzodiazepine.
Ho cominciato a 16 anni ad assumerle per stati di ansia ma anche per scopo ricreativo.
Da quell'età le ho prese a fasi alterne.
Ho sempre sviluppato tolleranza ed astinenza anche a dosi modeste.
Inizialmente non si riconoscevano i motivi delle crisi poiché io nascondevo l'utilizzo delle benzodiazepine né né parlavo con la mia neuropsichiatra infantile.
A 18 anni ho avuto accesso al csm.
e lo psichiatra era anche tossicologo.
In quel momento hio usavo alcol e Xanax insieme.
Ho fatto un percorso per ripulirmi e sono stata bene fin quando mio padre è morto e li ho ricominciato a farne uso fino ad arrivare a bere fin dalla mattina e assumere en direttamente bevendolo dalla boccetta.
Dopo quasi un anno in quelle condizioni decido di smettere del tutto andando incontro a una pericolosa astinenza.
a 25 anni mi diagnosticano bipolare in personalità borderline.
Per un po' tutto va bene fino a quando a 34 anni rivado nell'alcol e arrivo a livelli di valium impressionanti.
Mi disintossicano con flumazenil a infusione lenta.
Dopo la disintossicazione sto malissimo ma nessuno mi crede fino a che mi danno il pregabalin che mi attenua quella che viene definita da un tossicologo di padova come una sindrome da astinenza prolungata.
il CSM mi fa assumere il rivotril andando a prenderlo lì ma ricomincio a fare qualche casino.
Altra disintossicazione questa volte solo scalando.
Non so come dopo un anno, credo per la malattia di mio suocero lentamente aumento le dosi fino ad incasinarmi di nuovo.
Arrivo a prendere sedici pastiglie di rivotril al giorno e mi disintossico a verona con flumazenil.
Ora io continuo ad avere sintomi fastidiosissimi che mi recano un grave disagio e a volte prendo il frisium perché sono stanca di lottare.
Quello che mi chiedo è:è possibile che ormai il mio corpo non riesca a funzionare più senza benzodiazepine?
ho quarant'anni, ho avuto una vita difficile e non vorrei lottare contro i mulini al vento.
se una dose minima controllata può aiutarmi come vedo che fa perché demonizzare?
io credo che oramai tutto quello che dovrebbe indurre il normale stato di rilassamento del mio cervello sia praticamente alterato.
è possibile una cosa del genere?
non vorrei finire a fare peggio come bere per sopravvivere.
con la mia psichiatra faccio fatica a parlare di questo primo perché non è assolutamente ferrata sull'argomento e poi perché non sono per niente aperti a soluzioni Ma ragionano solo per le possibilità di cui si avvalgono loro.
Ho cominciato a 16 anni ad assumerle per stati di ansia ma anche per scopo ricreativo.
Da quell'età le ho prese a fasi alterne.
Ho sempre sviluppato tolleranza ed astinenza anche a dosi modeste.
Inizialmente non si riconoscevano i motivi delle crisi poiché io nascondevo l'utilizzo delle benzodiazepine né né parlavo con la mia neuropsichiatra infantile.
A 18 anni ho avuto accesso al csm.
e lo psichiatra era anche tossicologo.
In quel momento hio usavo alcol e Xanax insieme.
Ho fatto un percorso per ripulirmi e sono stata bene fin quando mio padre è morto e li ho ricominciato a farne uso fino ad arrivare a bere fin dalla mattina e assumere en direttamente bevendolo dalla boccetta.
Dopo quasi un anno in quelle condizioni decido di smettere del tutto andando incontro a una pericolosa astinenza.
a 25 anni mi diagnosticano bipolare in personalità borderline.
Per un po' tutto va bene fino a quando a 34 anni rivado nell'alcol e arrivo a livelli di valium impressionanti.
Mi disintossicano con flumazenil a infusione lenta.
Dopo la disintossicazione sto malissimo ma nessuno mi crede fino a che mi danno il pregabalin che mi attenua quella che viene definita da un tossicologo di padova come una sindrome da astinenza prolungata.
il CSM mi fa assumere il rivotril andando a prenderlo lì ma ricomincio a fare qualche casino.
Altra disintossicazione questa volte solo scalando.
Non so come dopo un anno, credo per la malattia di mio suocero lentamente aumento le dosi fino ad incasinarmi di nuovo.
Arrivo a prendere sedici pastiglie di rivotril al giorno e mi disintossico a verona con flumazenil.
Ora io continuo ad avere sintomi fastidiosissimi che mi recano un grave disagio e a volte prendo il frisium perché sono stanca di lottare.
Quello che mi chiedo è:è possibile che ormai il mio corpo non riesca a funzionare più senza benzodiazepine?
ho quarant'anni, ho avuto una vita difficile e non vorrei lottare contro i mulini al vento.
se una dose minima controllata può aiutarmi come vedo che fa perché demonizzare?
io credo che oramai tutto quello che dovrebbe indurre il normale stato di rilassamento del mio cervello sia praticamente alterato.
è possibile una cosa del genere?
non vorrei finire a fare peggio come bere per sopravvivere.
con la mia psichiatra faccio fatica a parlare di questo primo perché non è assolutamente ferrata sull'argomento e poi perché non sono per niente aperti a soluzioni Ma ragionano solo per le possibilità di cui si avvalgono loro.
[#1]
La dipendenza da benzodiazepine è una cosa complicata soprattutto se è iniziata quando era ancora minorenne.
Attualmente possono essere utilizzate terapie alternative che non ne prevedano l’uso.
Attualmente possono essere utilizzate terapie alternative che non ne prevedano l’uso.
https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 708 visite dal 04/05/2024.
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