Pramipexolo per bulimia

Buongiorno,
Sono una donna di 34 anni, da 1 anno ho una diagnosi di disturbo ciclotimico e alterno da 17 anni fasi di bulimia (ultima durata 2 anni) a fasi remissive, durante le quali permangono comunque grandi difficoltà nel controllo sull'alimentazione (attualmente ho BMI 25, sono robusta e non riesco ad accettarmi così).

3 anni fa, senza fare diagnosi, uno psichiatra mi prescrisse 50mg lamictal + 0. 18 mg pramipexolo.
Dopo un paio di mesi di assunzione mi sembrava di stare leggermente meglio, ma stava arrivando la bella stagione e alcune situazioni della mia vita erano migliorate, così non diedi troppa importanza alla cura, che decisi di sospendere di mia sponte perché non mi trovavo bene dal punto di vista umano col medico.

L'anno scorso con un secondo medico, in piena fase bulimica, ho provato escitalopram fino a 20 mg e successivamente fluoxetina fino a 40 mg.
Dosaggi massimi mantenuti per almeno 6 settimane, senza esperire nessun effetto benefico, né sull'umore, né sulle abbuffate.
Poi con questo medico riscontrai difficoltà ad organizzare appuntamenti (io facevo 2 lavori e lui super impegnato), quindi anche qui smisi spontaneamente.

Ultima cura, terzo medico, invece con anafranil, percepito subito miglioramenti sull'umore, ma non sul discontrollo sul cibo.
Portato avanti per 3 mesi, poi sospeso autonomamente per difficoltà di risveglio al mattino.

Questi ultimi 2 medici sostenevano che la prima prescrizione contenente pramipexolo fosse pericolosa nel mio caso, per possibili aggravamenti del discontrollo degli impulsi.

Però un amico bipolare che lo sta assumendo (ad un dosaggio quasi 10 volte quello che assumevo io) dice di sentirsi molto meglio da quando lo ha inserito e mi ha fatto venire il dubbio che forse la prima cura potesse essere più azzeccata per me.

Vorrei avere la vostra opinione sull'effetto del pramipexolo in caso di dipendenze, come la mia dal cibo, per decidere se tornare dal primo medico che me lo prescrisse e magari arrivare gradualmente ad un dosaggio un po' più alto rispetto agli 0. 18 mg che assumevo.

So che dovrei portare avanti una cura per più tempo, ma faccio molta fatica a fidarmi, soprattutto perché tutti dicono il contrario di tutti e ho paura che a lungo termine questi farmaci possano peggiorare le mie condizioni, quindi vorrei avere più opinioni al riguardo.

Ps: ho fatto anche tanta psicoterapia, l'ultimo ciclo di 20 sedute con team di specialisti di DCA, concluso 1 anno fa, concordando con la psy che nonostante il mio impegno non ci fossero stati miglioramenti (e, solo successivamente, il secondo psichiatra mi fece diagnosi di ciclotimia).

Grazie mille per avermi letta e grazie a chi vorrà rispondermi,

S.
[#1]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
I dopaminergici diretti non hanno efficacia provata in generale nelle dipendenze, pur essendo stati a lungo un filone di ricerca. E' vero che l'eccesso può peggiorare i comportamenti impulsivi.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

[#2]
Utente
Utente
Lo scopo in teoria non era quello di migliorare la dipendenza, ma l'umore, facendomi ritrovare un po' di piacere nella vita (e cercarne meno nel cibo, dove sono io a definire il mio rapporto con esso "di dipendenza", ma è anche vero che quando mi succedono cose particolarmente belle o piacevoli, del cibo mi dimentico...).

Comunque, grazie mile per la sua risposta!
[#3]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Ho capito, ma Lei chiedeva a proposito dell'aspetto impulsivo. Le due cose, umore e impulsività, non sono inversamente proporzionali.

Dr.Matteo Pacini
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