Interruzione (graduale) terapia farmacologica Aripiprazolo
Salve,
espongo il mio vissuto allo scopo di avere un parere da uno specialista terzo al fine di capire come muovermi nel futuro prossimo.
Sono entrata nel 2012 nel CSM a causa di un episodio psicotico: il motivo per cui sono entrata lo conosco, nel corso degli anni sono stata seguita da diverse figure professionali e attualmente mi ritengo una persona serena.
Ho scoperto la diagnosi che mi è stata apposta (schizoidismo paranoide) in seguito al fatto di essere incinta del mio compagno nel 2021: me l’ha detto il medico che mi aveva all’epoca in carico, cosa che non mi era stata mai riferita dallo psichiatra precedente, nonostante le mie domande in merito a cosa avessi di preciso.
Di fatto mi era stato detto (in gravidanza) che la diagnosi sarebbe andata rivista, ma in seguito alla nascita di mio figlio (ho assunto durante tutta la gravidanza Aripiprazolo 10 mg al dì).
La gravidanza è andata bene, ai 3 mesi del piccolo ho iniziato ad avere insonnia e conseguenti pensieri definiti pre-psicotici (di fatto le mie crisi sono sempre conseguite all’insonnia), cosa che si è risolta dandomi Abilify Maintena 300 mg ogni 28 giorni.
Attualmente è da più di un anno che non vedo un medico psichiatra, ciononostante ogni 28 giorni mi reco al CSM a fare la puntura.
È da circa 10 giorni che ho chiesto un appuntamento con lo specialista, mi è stato riferito che quello che mi seguiva si è trasferito: mi è stato detto che mi chiameranno per una visita con un altro medico.
La mia domanda è semplice: avendo lavorato a fondo dentro di me con l’aiuto di diverse figure professionali per capire e sciogliere i nuclei che mi portavano a star male, ha ancora senso assumere una terapia farmacologica?
Circa 10 anni fa, quando chiesi questa cosa al medico che mi aveva in carico, mi era stato detto che, una volta stabilizzata se ne poteva riparlare: sento che sia l’ora di farlo, ma non so con chi.
Sarò un po’ polemica, mi consigliate uno specialista privato?
Ringrazio anticipatamente per l’attenzione.
espongo il mio vissuto allo scopo di avere un parere da uno specialista terzo al fine di capire come muovermi nel futuro prossimo.
Sono entrata nel 2012 nel CSM a causa di un episodio psicotico: il motivo per cui sono entrata lo conosco, nel corso degli anni sono stata seguita da diverse figure professionali e attualmente mi ritengo una persona serena.
Ho scoperto la diagnosi che mi è stata apposta (schizoidismo paranoide) in seguito al fatto di essere incinta del mio compagno nel 2021: me l’ha detto il medico che mi aveva all’epoca in carico, cosa che non mi era stata mai riferita dallo psichiatra precedente, nonostante le mie domande in merito a cosa avessi di preciso.
Di fatto mi era stato detto (in gravidanza) che la diagnosi sarebbe andata rivista, ma in seguito alla nascita di mio figlio (ho assunto durante tutta la gravidanza Aripiprazolo 10 mg al dì).
La gravidanza è andata bene, ai 3 mesi del piccolo ho iniziato ad avere insonnia e conseguenti pensieri definiti pre-psicotici (di fatto le mie crisi sono sempre conseguite all’insonnia), cosa che si è risolta dandomi Abilify Maintena 300 mg ogni 28 giorni.
Attualmente è da più di un anno che non vedo un medico psichiatra, ciononostante ogni 28 giorni mi reco al CSM a fare la puntura.
È da circa 10 giorni che ho chiesto un appuntamento con lo specialista, mi è stato riferito che quello che mi seguiva si è trasferito: mi è stato detto che mi chiameranno per una visita con un altro medico.
La mia domanda è semplice: avendo lavorato a fondo dentro di me con l’aiuto di diverse figure professionali per capire e sciogliere i nuclei che mi portavano a star male, ha ancora senso assumere una terapia farmacologica?
Circa 10 anni fa, quando chiesi questa cosa al medico che mi aveva in carico, mi era stato detto che, una volta stabilizzata se ne poteva riparlare: sento che sia l’ora di farlo, ma non so con chi.
Sarò un po’ polemica, mi consigliate uno specialista privato?
Ringrazio anticipatamente per l’attenzione.
[#1]
"avendo lavorato a fondo dentro di me con l’aiuto di diverse figure professionali per capire e sciogliere i nuclei che mi portavano a star male, "
Ha avuto una psicosi con una diagnosi da definire (schizodismo paranoico non è per niente chiaro: schizofrenia ? o era schizodismo paranoide ?), ed è sotto terapia antipsicotica.
Non ci sono elementi per dire che la psicosi sia quiescente, tantomeno per dire che è stata curata con la psicoterapia.
Questo discorso di "sciogliere i nodi" e che sarebbe noto che questi nodi sono alla base della malattia...chi glielo ha fatto ?
Ha avuto una psicosi con una diagnosi da definire (schizodismo paranoico non è per niente chiaro: schizofrenia ? o era schizodismo paranoide ?), ed è sotto terapia antipsicotica.
Non ci sono elementi per dire che la psicosi sia quiescente, tantomeno per dire che è stata curata con la psicoterapia.
Questo discorso di "sciogliere i nodi" e che sarebbe noto che questi nodi sono alla base della malattia...chi glielo ha fatto ?
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
[#2]
Utente
La ringrazio per la risposta.
La diagnosi è di schizoidismo paranoide, che in momenti di stress mi ha portata ad episodi psicotici.
Il discorso dei nodi è una mia personale riflessione. Il discorso invece dell’interruzione dello psicofarmaco l’ha affrontato il mio psicologo, dal suo punto di vista non sussistono gli elementi per il suo proseguimento.
La diagnosi è di schizoidismo paranoide, che in momenti di stress mi ha portata ad episodi psicotici.
Il discorso dei nodi è una mia personale riflessione. Il discorso invece dell’interruzione dello psicofarmaco l’ha affrontato il mio psicologo, dal suo punto di vista non sussistono gli elementi per il suo proseguimento.
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 632 visite dal 30/04/2024.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.