Disturbo borderline o crisi d’identità?
Salve a tutti, mi rivolgo a voi perché sto attraversando gravi problemi di salute mentale e mi sento totalmente fuori controllo.
Vorrei iniziare dicendo che sin dall'adolescenza fino ad oggi (attualmente ho 18 anni), ho sempre sperimentato un persistente senso di vuoto interiore.
Non riesco a definire la mia identità, i miei obiettivi di vita e cosa desidero realmente raggiungere.
A volte, ho pensieri contrastanti riguardo alle scelte che ho fatto, come la scuola che frequento, che a volte sembra essere la scelta giusta e altre volte la causa principale della mia ansia e stress.
Allo stesso modo, il mio cerchio ristretto di amici può sembrarmi perfetto in un momento e odioso nell'altro.
Mi sento estraneo al mondo circostante e spesso tendo ad isolarmi, immerso in fantasie di successo, fama e ricchezza futura.
L'aspirazione alla fama è particolarmente importante per me e temo che senza di essa non potrò mai trovare soddisfazione, specialmente dato il basso livello attuale della mia qualità di vita.
Le mie interazioni sociali sono sempre molto complicate perché sono estremamente riservato sulla mia vita personale e temo fortemente il giudizio altrui.
Anche se ho stretto pochi legami, il pensiero di perderli mi spaventa enormemente, portandomi a volte ad assumere comportamenti eccessivi.
Il mio umore oscilla continuamente, passando da momenti di felicità e fiducia in me stesso a periodi di profonda tristezza e auto-commiserazione.
Il vuoto che sento è così intenso che cerco disperatamente di riempirlo con beni materiali e interazioni sessuali online, ma alla fine della giornata mi ritrovo sempre solo e infelice.
Recentemente, questa situazione mi ha preoccupato ancora di più, poiché ho iniziato a considerare il suicidio come una soluzione alla mia sofferenza.
Anche se sono consapevole che spesso questi pensieri non si tradurranno in azioni concrete, la loro presenza è comunque preoccupante.
Quasi sembra che il suicidio abbia un fascino particolare, come se fosse l'unica via per far capire agli altri la mia disperazione e lasciare loro il rimpianto e l'amarezza per non avermi compreso.
Vorrei iniziare dicendo che sin dall'adolescenza fino ad oggi (attualmente ho 18 anni), ho sempre sperimentato un persistente senso di vuoto interiore.
Non riesco a definire la mia identità, i miei obiettivi di vita e cosa desidero realmente raggiungere.
A volte, ho pensieri contrastanti riguardo alle scelte che ho fatto, come la scuola che frequento, che a volte sembra essere la scelta giusta e altre volte la causa principale della mia ansia e stress.
Allo stesso modo, il mio cerchio ristretto di amici può sembrarmi perfetto in un momento e odioso nell'altro.
Mi sento estraneo al mondo circostante e spesso tendo ad isolarmi, immerso in fantasie di successo, fama e ricchezza futura.
L'aspirazione alla fama è particolarmente importante per me e temo che senza di essa non potrò mai trovare soddisfazione, specialmente dato il basso livello attuale della mia qualità di vita.
Le mie interazioni sociali sono sempre molto complicate perché sono estremamente riservato sulla mia vita personale e temo fortemente il giudizio altrui.
Anche se ho stretto pochi legami, il pensiero di perderli mi spaventa enormemente, portandomi a volte ad assumere comportamenti eccessivi.
Il mio umore oscilla continuamente, passando da momenti di felicità e fiducia in me stesso a periodi di profonda tristezza e auto-commiserazione.
Il vuoto che sento è così intenso che cerco disperatamente di riempirlo con beni materiali e interazioni sessuali online, ma alla fine della giornata mi ritrovo sempre solo e infelice.
Recentemente, questa situazione mi ha preoccupato ancora di più, poiché ho iniziato a considerare il suicidio come una soluzione alla mia sofferenza.
Anche se sono consapevole che spesso questi pensieri non si tradurranno in azioni concrete, la loro presenza è comunque preoccupante.
Quasi sembra che il suicidio abbia un fascino particolare, come se fosse l'unica via per far capire agli altri la mia disperazione e lasciare loro il rimpianto e l'amarezza per non avermi compreso.
[#1]
Si è mai rivolto ad uno specialista?
https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/
[#2]
Utente
Salve, innanzitutto la ringrazio per il suo responso.
Non ho mai consultato uno specialista, anche se sono consapevole che sarebbe doveroso farlo, considerando le condizioni. Purtroppo, i sentimenti che provo sono riservati ai miei genitori, e dover andare dallo psicologo significa prima di tutto dover spiegare loro il motivo per cui ci vado. Sono consapevole che ricevere una diagnosi mi sarebbe di grande aiuto.
Non ho mai consultato uno specialista, anche se sono consapevole che sarebbe doveroso farlo, considerando le condizioni. Purtroppo, i sentimenti che provo sono riservati ai miei genitori, e dover andare dallo psicologo significa prima di tutto dover spiegare loro il motivo per cui ci vado. Sono consapevole che ricevere una diagnosi mi sarebbe di grande aiuto.
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 937 visite dal 20/03/2024.
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