Sospetto di depressione
Gentili Dottori e Dottoresse,
Ho il timore che il mio compagno stia attraversando una qualche forma di disturbo depressivo.
In poco più di due settimane ha subito un progressivo calo dell’umore e dell’appetito, mostrandosi sempre più apatico e distante.
È dimagrito, lamenta stanchezza cronica e mialgia, accusando difficoltà sia a deambulare (si muove con insolita lentezza) che a mantenere la posizione seduta (si contorce come gli dolesse la schiena).
Di primo acchito, ed in ragione dei soli sintomi somatici, lo avevo sollecitato a consultare il medico di base, al fine di programmare i dovuti accertamenti.
Tuttavia, lo scorso martedì, si è presentato a casa mia nel tardo pomeriggio, senza preavviso, in quel che sinora mi è parso il picco del suo stato malinconico.
Al culmine di una conversazione piuttosto stentata, ha ammesso di "sentirsi sempre triste" da circa due mesi, di non apprezzare "la vita che fa" (ha 39 anni e da poco cambiato lavoro), di non saper decidere del proprio futuro.
Ha infine, con mia sorpresa, correlato l’insorgere della sofferenza fisica con l’aggravarsi di quella mentale ("è un problema di testa").
L’ho immediatamente esortato a rivolgersi ad un professionista, senza però ottenere approvazione.
Sono trascorsi quattro giorni dall’episodio, durante i quali ho tentato inutilmente di contattarlo. Rifiuta di rispondere al telefono ed ignora i messaggi.
Mi preme allora domandare:
1) se, a vostro parare, esistono i presupposti per procedere ad una visita psichiatrica;
2) con che modalità la sottoscritta può intervenire, persuadendolo a fissare un appuntamento, senza "arrecare danno".
Ringraziandovi per l'attenzione, porgo i più cordiali saluti.
Ho il timore che il mio compagno stia attraversando una qualche forma di disturbo depressivo.
In poco più di due settimane ha subito un progressivo calo dell’umore e dell’appetito, mostrandosi sempre più apatico e distante.
È dimagrito, lamenta stanchezza cronica e mialgia, accusando difficoltà sia a deambulare (si muove con insolita lentezza) che a mantenere la posizione seduta (si contorce come gli dolesse la schiena).
Di primo acchito, ed in ragione dei soli sintomi somatici, lo avevo sollecitato a consultare il medico di base, al fine di programmare i dovuti accertamenti.
Tuttavia, lo scorso martedì, si è presentato a casa mia nel tardo pomeriggio, senza preavviso, in quel che sinora mi è parso il picco del suo stato malinconico.
Al culmine di una conversazione piuttosto stentata, ha ammesso di "sentirsi sempre triste" da circa due mesi, di non apprezzare "la vita che fa" (ha 39 anni e da poco cambiato lavoro), di non saper decidere del proprio futuro.
Ha infine, con mia sorpresa, correlato l’insorgere della sofferenza fisica con l’aggravarsi di quella mentale ("è un problema di testa").
L’ho immediatamente esortato a rivolgersi ad un professionista, senza però ottenere approvazione.
Sono trascorsi quattro giorni dall’episodio, durante i quali ho tentato inutilmente di contattarlo. Rifiuta di rispondere al telefono ed ignora i messaggi.
Mi preme allora domandare:
1) se, a vostro parare, esistono i presupposti per procedere ad una visita psichiatrica;
2) con che modalità la sottoscritta può intervenire, persuadendolo a fissare un appuntamento, senza "arrecare danno".
Ringraziandovi per l'attenzione, porgo i più cordiali saluti.
[#1]
Direi che una visita psichiatrica potrebbe essere utile. Provi a ripetere il suggerimento di "fare una chiacchierata" con il suo medico di base, in alternativa ad una visita specialistica diretta, che come ripeto, trovo indicata.
Dr Giovanni Portuesi
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 511 visite dal 08/03/2024.
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