Diagnosi disturbo bipolare nas

Salve, nel 2019 mi sono recato da uno psichiatra con l'intenzione di esprimere il mio disagio circa la mia disforia di genere.
Mentre parlavamo gli ho detto che avevo cambiato corso di laurea e mentre lo stavo introducendo al motivo per cui mi fossi recato da lui mi ha bloccato e mi ha invitato a fare un test psico-diagnostico.
Io avevo un po' d'umore basso perché mia madre non accettava la mia disforia di genere e c'era stata una lite con lei e perché all'università avevo subìto quel giorno delle discriminazioni per la mia effemminatezza così ho segnato come opzione del test una relativa all'umore basso.

Lo psichiatra mi ha diagnosticato un disturbo bipolare non altrimenti specificato, che ho appreso essere un disturbo dell'umore senza chiedermi il perché dell'umore basso, se fosse un episodio legato a degli eventi in particolare o se fosse permanente.

Sono incappata in un equivoco che per mia ignoranza ho creato perché non sapevo che le opzioni del test psico-diagnostico andassero segnate rispetto ad uno stato permanente della persona e non dovuto ad eventi particolari magari accaduti di lì a poco.
Io non sapevo nemmeno che attraverso questo test si diagnosticasse un disturbo mentale.


Avevo in mente di lasciare l'università perché non avevo più voglia di studiare, ma nemmeno di lavorare, così una volta saputo della diagnosi ho deciso di sfruttare l'equivoco per fare richiesta di pensione di invalidità ma non mi sono recato a visita consapevole del fatto che avrebbero potuto capire che non fossi affetto da nessun disturbo.

Mi sono pentito di quello che ho fatto, di aver sfruttato uno diagnosi per ottenimento di benefici esterni in seguito ad un equivoco.

Attraverso una procedura legale si può arrivare alla revoca della diagnosi?

Cosa rischio per aver sfruttato la diagnosi non essendo affetto da alcun disturbo (credo che questo sarà valutato da un CTU e da un esperto psichiatra)?

Lo psichiatra ha colpe per non avermi chiesto il perché del mio umore basso e aver individuato la causa immediatamente in un disturbo psichiatrico dal momento in cui mi ha invitato a fare molto proceduralmente una diagnosi senza ascoltare il disagio reale che mi portava da lui?


Grazie per l'attenzione.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Continua a insistere, noncurante delle risposte.
Le è stato detto che un test non diagnostica nulla.
Ma chi ha detto che lo psichiatra non abbia avuto gli elementi per giudicare, e le abbia semplicemente fatto fare anche un test, ma abbia diagnosticato sulla base della valutazione complessiva ? Lei semplicemente non si sa perché rifiuta questa diagnosi mentre un'altra le andrebbe bene. La rifiuta, salvo poi affermare che la sfrutta ai fini dell'invalidità.

" ho deciso di sfruttare l'equivoco per fare richiesta di pensione di invalidità ma non mi sono recato a visita consapevole del fatto che avrebbero potuto capire che non fossi affetto da nessun disturbo."

E' un discorso privo di senso logico. Cosa voleva sfruttare, se era consapevole del fatto che non le avrebbero riconosciuto la stessa diagnosi ? O voleva sfruttare quel che Lei riteneva fosse un equivoco, oppure contava sul fatto che l'equivoco fosse evidente e non le avrebbero riconosciuto alcuna diagnosi alla base dell'invalidità.

"Cosa rischio per aver sfruttato la diagnosi non essendo affetto da alcun disturbo"
Finché Lei non diventerà giudice o capo della commissione, e sottoporrà se stesso ad una revisione, direi nulla. Per adesso le istituzioni ritengono che sia affetto da quella diagnosi, idem lo psichiatra, Lei no.

Quindi, in conclusione: è qui a riproporre pari pari le stesse questioni. Non ha capito niente delle risposte date prima. Oppure non scrive per risposte, ma per espressione di contenuti offensivi contro i medici.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

[#2]
Attivo dal 2023 al 2024
Ex utente
Io non ho espresso nessun sintomo relativo al disturbo bipolare. Mi sono recato da uno psichiatra per un motivo ben preciso, la mia disforia di genere.
Ammetto di aver sfruttato il fatto che lo psichiatra non mi abbia chiesto a cosa fosse relativo il mio umore basso che si evinceva dal test per chiedere una pensione di invalidità e di non aver espresso subito il mio disagio relativo alla mia disforia di genere perchè avevo paura che lo psichiatra potesse parlarne con mia madre, che era la ragione del mio umore basso quel giorno (c'era stato un litigio per la nia diversità a livello identitario) ma un pubblico ufficiale, lei lo saprà, prima di produrre un atto pubblico deve utilizzare le sue competenze per accertarsi che l'atto sia fedele al vero nel rispetto del suo valore probatorio. Mi dispiace ma lo psichiatra, mi ricordo molto bene, ha dedotto il disturbo dalla visione del test, mentre lo stava leggendo alla prima visita. Ha esclamato "ah, forse ho capito cos'hai" mentre stava leggendo il test, guardando le opzioni. Non a caso il mio medico di base che mi conosce bene ha subito discusso questa diagnosi, conoscendo che il mio disagio è la mia disforia di genere. Un altro professionista, spiegatogli la vicenda, si è reso disponibile a una consulenza. Come mai un suo collega è disponibile a valutare il mio stato di salute mentale mentre lei nemmeno lo farebbe dando per scontato che chi sfrutta una diagnosi per una pensione di invalidità abbia direttamente un disturbo psichiatrico o che ogni suo collega agisca avvicinandosi alla realtà delle cose?
Anche un altro medico è stato d'accordo nell'intendere come down dei momenti dovuti alla non accettazione in famiglia della mia condizione di persona che non percepisce la sua identità di genere come maschile e alle discriminazioni subite dai colleghi universitari per la sua effemminatezza. Quindi io non ce l"ho assolutamente con i medici. Non sono mica stupido a pensare che ce ne sono alcuni che hanno una visione più aderente alla realtà. Chiaramente non sono una persona che non ha la percezione delle cose quindi mi posso dissociare da alcune cose.
È molto semplice la questione della pensione di invalidità, è relativa alla mancanza di volontà di lavorare e ad usufruire di un beneficio esterno, ragion per cui ho sfruttato la diagnosi., imprudentemente.
È veda che per legge lo psichiatra che produce un atto pubblico che ha valore probatorio deve approfondire le cause di ciò che ha raccolto come sintomo perchè ne ha le competenze (c'è anche una sentenza della Cassazione in merito alla questione delle competenze di un Pubblico Ufficiale che gli attribuiscono la responsabilità di un falso).

Sì terrà un processo in seguito ad un eventuale valutazione di assenza di disturbi mentali di un suo collega, che non ha nessun problema a fare una consulenza, al contrario suo. Come mai non si propone lei di farmi una consulenza? Ha paura di non riuscire a capire? Pensava che la persona fosse una creatura facile da interpretare? Difficoltà di interpretazione le fa venire in mente subito dei disturbi psichiatrici?
È troppo facile prendersi la specializzazione in psichiatria e credere di poter fare i facili con una persona, che è di per sé una cosa complessa.
Lei mi continua a dire che non si diagnostica con un test psico-diagnostico ma io le consiglio di discutere con alcuni suoi colleghi. A me è stato proposto anche un certificato di guarigione clinica tramite test quando ho chiesto di discutere del metodo di diagnosi dell'ex psichiatra del CIM, appunto lo psichiatra che mi ha fatto la diagnosi decontestualizzata.

PS.: le farò sapere dell'esito della procedura di accertamento tecnico-preventivo circa la mancata contestualizzazione dei dati del test psicodiagnostico e il mancato approfondimento delle cause del mio umore basso, oltre al fatto che ad una visita non si debba aver fretta di fare proceduralmente una diagnosi e non si invita una persona a fare un test senza farle esprimere il motivo per cui ha richiesto un consulto. Ma credo che un CTU possa facilmente rendersi conto che il dottore in questione non sapesse assolutamente nulla su di me, gli si può chiedere una relazione (vuole vedere quella per la richiesta della pensione di invalidità? Il nome del disturbo e la terapia farmacologica) visto che gli ho riferito solo che avevo cambiato corso di laurea (3 minuti di chiacchierata). Si è fatto un'impressione? Si fa una diagnosi di un disturbo psichiatrico con un'impressione?
Fa veramente paura pensare che diagnosticare un disturbo psichiatrico in questo modo possa essere realtà, in generale fa paura pensare che una persona possa avere quest'approccio. E semmai persone che hanno quest'approccio hanno qualche problemino. Pensare di classificare facilmente. Che ingenuità.
[#3]
Attivo dal 2023 al 2024
Ex utente
Comunque in realtà ho sbagliato a direzionare il consulto. Dovevo inviarlo alla sezione medicina legale.
Le ho risposto solo per disilluderla circa il fatto che per legge avrei un disturbo bipolare NAS. Ancora per poco.
Non desidero ricevere risposte. Chiedo gentilmente che il consulto venga chiuso.

Saluti.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
"Io non ho espresso nessun sintomo relativo al disturbo bipolare."

Ma che vuol dire ? Lei si presenta, si fa visitare e racconta la sua storia, e risponde a delle domande insieme. E il medico valuta. Lei va per cosa vuole, e la diagnosi viene fatta ugualmente.
Siccome Lei si presenta per una disforia di genere, l'esame clinico deve limitarsi a quello ? Ma ci mancherebbe !

Le è stato detto e ridetto che non si fa diagnosi con un test, ma se il medico ritiene di averla fatta e non torna, poiché essa non comporta sostanzialmente niente, rimane un parere su un foglio. Certo che se Lei la fa valere legalmente, assume anche valore legale per l'invalidità. Vuole annullare tale beneficio ? Non credo ci siano problemi: uno si presenta, fa valere una relazione di un consulente che afferma il contrario, e trattandosi di rinunciare ad un beneficio, non mi pare ci possano essere grandi questioni.

"Come mai non si propone lei di farmi una consulenza? "

Prima di tutto perché non si propone niente in questa sede. Ma ipotizzando che Lei me la venga a chiedere, non sembra interessato ad alcuna consulenza, e non sembra capirei concetti. Prima dice che sono cose evidenti, poi che "crede che" una perizia possa dimostrare, e la ipotizza Lei la domanda, cioè "assenza di ...", come se poi una cosa del genere avesse senso. Visto che parla di falsi etc presumo che chiederà anche di essere condannato per quello che afferma di avere commesso.
Ed infine, torno a dirle, con grande sforzo visto che sarà inutile e vista anche la sua grande maleducazione, che non si capisce il motivo della questione in generale. Ovvero una questione interessantissima, se si trattasse appunto di dimostrare una diagnosi non sussistente (basterebbe un parere contrario peraltro.

Quindi ha perfettamente ragione che non si diagnostica un disturbo psichiatrico con un'impressione a casaccio, ma invece non sa che si diagnostica secondo una modalità che garantisce uniformità diagnostiche, e che fa riferimento a dei criteri. Ci si prova, almeno. Non sono compresi test per il disturbo bipolare.
Però io invece ipotizzo che in tutto ciò la diagnosi sia stata magari spiegata male, magari fatta con passaggi un po' confusi, ma non per questo ha da essere sbagliata in sostanza.
Se le avessero fatto una diagnosi diversa non sarebbe qui a fare questa polemica, e non per una questione metodologica, ma magari perché quella diagnosi le piace, e questa no.

Dr.Matteo Pacini
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Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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Attivo dal 2023 al 2024
Ex utente
Se permette una persona che si reca da uno psichiatra sa perchè ci va e il perchè egli si rechi dalla psichiatra è fondamentale. Lo psichiatra deve ascoltare la persona che non è mica un oggetto di analisi. Bisogna comprendere cosa si aspetta la persona dall'esperienza della cura, bisogna approfondire le ragioni della scelta di recarsi da uno psichiatra proprio per evitare un approccio diagnostico procedurale che è assolutamente contestabile. La persona ha sempre più centralità, questo lei lo sa, in relazione alla sua capacità di autodeterminazione. Se una persona è andata da uno psichiatra per esprimere il suo disagio per la propria disforia di genere bisogna ascoltare il disagio che questa persona vuole esprimere altrimenti si compie un gravo errore nel tentare diagnosi che sono limitate da ciò che la persona vuole comunicare come disagio, che è la chiave per capire di più di quella persona ed è anche il senso di una richiesta di aiuto.

Io non ho commesso nulla. Sì informi sui reati perchè fare una richiesta di pensione di invalidità non è reato (non c'è induzione in errore falso ideologico in atto pubblico, falsità ideologica commessa da privati in atto pubblico, errore determinato dall'altrui inganno; risponde il medico che non ha contestualizzato il test psicodiagnostico; Io ho sbagliato, intendo che ho creato un equivoco, perchè pensavo che sul test andassero riportati anche eventi attraverso cui non si potesse diagnosticare un disturbo psichiatrico appunto perchè io non pensavo che un disturbo psichiatrico si diagnosticasse con un test, quindi ho messo che avevo l'umore basso per un litigio pet la mancata accettazione della mia disforia di genere da parte di mia madre e per le discriminazioni subite all'università per la mia effemminatezza quel giorno. Quindi non ho fatto un falso. Nè tantomeno ho riferito falsi sintomi, anzi a proposito di criteri si dovrà capire in sede legale quali siano questi sintomi in relazione ai criteri del DSM che lo psichiatra ha visto, considerando che l'unica relazione che ha steso non è affatto articolata, anzi, alquanto scarna, sembra proprio fatta col metodo di chi si avvale di un approccio diagnostico. Non è argomentata. Durante la visita l'unica cosa che io ho detto è che ho cambiato corso di laurea e poi sono stato accompagnato a fare un test psicodiagnostico, per questo il fatto che siano garantite l'uniformità diagnostiche di cui parla va accertata.
Qui la questione non è che "ci si prova", a fare una diagnosi ma che manca proprio il metodo.
Lei addirittura riesce a capire tramite dei messaggi che in sostanza la diagnosi è quella. Dov'è il metodo?

La verità circa me emergerà con la procedura di accertamento tecnico-preventivo. Io sono disponibile a 1000 visite. Sono sicuro di essere sano di mente.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
"Se permette una persona che si reca da uno psichiatra sa perchè ci va e il perchè egli si rechi dalla psichiatra è fondamentale. "

Come elemento compreso nell'insieme dei segni. Non come indicazione allo psichiatra di dove deve o non deve guardare e cosa deve o non deve indagare.

E' completamente fuori strada.

Non capisco, ammesso che dimostri quel che vuole, a cosa le serva. E' veramente oscuro il senso complessivo di tutto questo discorso. Avere in mano un parere contrario ad un altro. Così, per tenerselo in tasca come patente di "normalità", ma da far vedere a chi ? Preventivamente per qualsiasi evenienza ? No, non varrebbe in quel caso. Retroattivamente...forse neanche, dipende.
Per farsi togliere la pensione: ecco questo probabilmente funzionerebbe, ma credo basterebbe in tal senso una sua rinuncia ad un diritto.

Dr.Matteo Pacini
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[#7]
Attivo dal 2023 al 2024
Ex utente
Io non ho mai preso pensione. Non mi sono recato alla visita della pensione di invalidità.
Comunque sa, nel caso della scelta di una transizione di genere io potrei essere bloccato perchè mi è stato diagnosticato un disturbo bipolare NAS. Accertando che io non abbia disturbi mentali e portando la cosa agli atti potrei fare la transizione di genere.

"Come elemento compreso nell'insieme dei segni. Non come indicazione allo psichiatra di dove deve o non deve guardare e cosa deve o non deve indagare."
Domani ho la consulenza da un professionista che valuterà se sono presenti disturbi mentali o meno. Ma sono sicuro che il nuovo professionista non vedrà segni relativi a disturbi mentali. Io ho sempre sostenuto che quel disturbo è stato fatto con test psico-diagnostico e che è sorto quest'equivoco. Domani ne avrò la prova.

Saluti.
[#8]
Attivo dal 2023 al 2024
Ex utente
Poi, mi scusi, lei per il fatto che non varrebbe retroattivamente intende a livello burocratico o a livello di percezione del sé?
Io non mi sento bipolare nemmeno ora. Ho letto sul disturbo bipolare, mi sono informato e siccome ho abbastanza capacità critica e percezione della realtà so distinguere se il cattivo umore dipendesse da eventi singoli quali i litigi con mia madre per la mia disforia di genere, non accettata, o se esso si stesse protraendo nel tempo. Non ho mai avuto fasi ipomaniacali o maniacali, solo tristezza per la mancata accettazione da parte di mia madre per la mia condizione identitaria. Io ho frainteso la funzione del test psico-diagnostico che mi è stato somministrato che però è stato somministrato proceduralmente. Credevo mi fosse chiesto il perchè dell'umore basso, non che fosse diagnosticato un disturbo secondo una visione romantica che vuole le persone creative, sensibili ed emotive necessariamente aventi una diversità comportamentale. Quello che sto dicendo è a tutela della credibilità della scienza che lei ha studiato.
Non è che uno è un po' sensibile , emotivo e creativo e direttamente ha una comportamentalità diversa.
Dalla relazione di uno psichiatra che è esperto di disturbo bipolare è emerso che in realtà la mia sensibilità, creatività ed emotività non sono tratti che si possono relativizzare a una diversità comportamentale ma ben si coniugano alla mia incongruenza di genere. In sintesi io sono armonico e fondamentalmente stabile come persona. È quello che ho sempre sostenuto. Vuole contraddire una valutazione fatta dopo più di un'ora di colloquio? Non credo che il nuovo psichiatra si sia limitato nel guardare dove doveva guardare, credo anzi che abbia proprio capito la mia essenza con un'analisi molto più sofisticata e meno brutale di quella precedente.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
"Poi, mi scusi, lei per il fatto che non varrebbe retroattivamente intende a livello burocratico o a livello di percezione del sé?"

Non capisco.
"Io non mi sento bipolare nemmeno ora.". Ciò è di per sé irrilevante. Non c'entra nulla la capacità critica applicata all'esterno, parliamo di coscienza di sé. E' molto diverso. La visione che le persone hanno dei propri disturbi non è necessariamente corrispondente in toto, talvolta in niente, fino alla non possibilità di consapevolezza. Quindi avrà letto ma evidentemente non a proposito della visione di sé di chi ha questo disturbo, altrimenti è abbastanza ingenuo presentarsi dicendo che "se avessi il disturbo x, lo saprei"...eh no, tipicamente invece no.
Lei sta solo portando avanti un po' un equivoco sullo scambiare per malattia una cosa che è invece un tratto di cui andare orgogliosi etc. C'entra e non c'entra, non è questo il punto. Nessuno dice che uno sia bipolare perché ha nella sua biografia un elemento, ma è indicativo. Se poi uno se ne vuole offendere non ne ha motivo. Sembra piuttosto che uno voglia negare una diagnosi che poi è andato a chiedere, e che una volta fatta rimane lì come parere.

"Dalla relazione di uno psichiatra che è esperto di disturbo bipolare è emerso che in realtà la mia sensibilità, creatività ed emotività non sono tratti che si possono relativizzare a una diversità comportamentale ma ben si coniugano alla mia incongruenza di genere. "

Questo è quello che dà per scontato Lei perché le fa piacere sentire dire così, e invece nell'altro modo no. Potrebbero essere sinonimi, ma a Lei detta in un modo va bene, detta in un altro no. E' veramente un discorso che alla fine è privo di senso. Capire l'essenza in maniera brutale o non brutale è uguale, se poi alla fine si capisce quello che conta.

Continuo a non capire dove vuole andare a parare. Una polemica contro un parere.... Lei è libero di pensarla come vuole, e il medico sarà libero di fare la diagnosi che vuole. Non vedo perché a Lei debba importare così tanto di negare un parere altrui che non ha impatto sulla sua vita.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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