Pensiero sessuale dominante
Ho impulsi sessuali molto intensi ma non sono in grado di soddisfarli, e ciò mi procura enormi frustrazioni.
Dovunque io guardi vedo intorno a me donne attraenti e forse anche disponibili, ma essendo un carattere il mio molto inibito non so farmi avanti e me le lascio scappare.
Non so fare altro che constatare mentalmente quanto sarebbe delizioso possederle, ma non oso nemmeno avvicinarle: è come se avessi un blocco, la paura di espormi a figure meschine e ridicole è troppo forte.
Lo scarto di età pure pesa: sono affascinato dalle trentenni, che inevitabilmente preferiscono i loro coetanei; so che è la natura a prevedere questa cosa, ma io non lo accetto, no non posso.
Anche andare a escort non mi aiuta, anzi dopo mi pento, come dopo l'onanismo. Il massimo del mio disagio lo vivo in palestra: lì non faccio altro che scrutarle, col risultato che se qualcuno mi vede mi scambia per un maniaco, oltre a pregiudicare i miei allenamenti di tonificazione muscolare.
Provo anche rabbia verso me stesso per tutte le occasioni che mi sto lasciando sfuggire senza sfruttarle: il tempo avanza e fra poco sarà davvero tardi, perché la fisiologia genitale ha le sue leggi inflessibili.
E quando torno a casa da palestra, mi succede che mi debba masturbare oppure che scoppi a piangere, o ambo le cose. Avrei anche una compagna: una brava donnina, ma assolutamente non paragonabile a ciò che si vede in giro, per cui la lascerei se avessi di meglio sotto le mani, ma in mancanza d'altro mi accontento di lei, ma solo fino a un certo punto perché la differenza con quello che si vede in giro è abissale e quindi non posso ritenermi appagato.
La mia vita è diventata un incubo per questo problema e non so affatto come gestire i miei impulsi, né come ignorarli: mi pare che nella vita non ci sia altro che conti, all'infuori della sola cosa che non riesco a ottenere...
Dovunque io guardi vedo intorno a me donne attraenti e forse anche disponibili, ma essendo un carattere il mio molto inibito non so farmi avanti e me le lascio scappare.
Non so fare altro che constatare mentalmente quanto sarebbe delizioso possederle, ma non oso nemmeno avvicinarle: è come se avessi un blocco, la paura di espormi a figure meschine e ridicole è troppo forte.
Lo scarto di età pure pesa: sono affascinato dalle trentenni, che inevitabilmente preferiscono i loro coetanei; so che è la natura a prevedere questa cosa, ma io non lo accetto, no non posso.
Anche andare a escort non mi aiuta, anzi dopo mi pento, come dopo l'onanismo. Il massimo del mio disagio lo vivo in palestra: lì non faccio altro che scrutarle, col risultato che se qualcuno mi vede mi scambia per un maniaco, oltre a pregiudicare i miei allenamenti di tonificazione muscolare.
Provo anche rabbia verso me stesso per tutte le occasioni che mi sto lasciando sfuggire senza sfruttarle: il tempo avanza e fra poco sarà davvero tardi, perché la fisiologia genitale ha le sue leggi inflessibili.
E quando torno a casa da palestra, mi succede che mi debba masturbare oppure che scoppi a piangere, o ambo le cose. Avrei anche una compagna: una brava donnina, ma assolutamente non paragonabile a ciò che si vede in giro, per cui la lascerei se avessi di meglio sotto le mani, ma in mancanza d'altro mi accontento di lei, ma solo fino a un certo punto perché la differenza con quello che si vede in giro è abissale e quindi non posso ritenermi appagato.
La mia vita è diventata un incubo per questo problema e non so affatto come gestire i miei impulsi, né come ignorarli: mi pare che nella vita non ci sia altro che conti, all'infuori della sola cosa che non riesco a ottenere...
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Quello che cerca esattamente è un'esperienza sessuale, e poi eventualmente altro, così almeno si direbbe da come descrive la situazione.
Ha un blocco, dice. C'è sempre stato ? La relazione con la sua compagna è normale, sul piano sessuale ? Per quanto non soddisfacente a livello teorico, concretamente va bene, o no ?
Ha un blocco, dice. C'è sempre stato ? La relazione con la sua compagna è normale, sul piano sessuale ? Per quanto non soddisfacente a livello teorico, concretamente va bene, o no ?
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
[#2]
Utente
Ma la mia compagna è una asessuata, figuriamoci... Mi accontenta, ma per lei è solo un dovere a cui adempie per togliersi il fastidio delle mie insistenti richieste. Per lei contano solo il mangiare sano e l'evitare eccessi, verso i quali ha un paura quasi paranoica. Certo, un altro al mio posto la lascerebbe: ma se poi lei, che è mentalmente instabile, fa qualche sciocchezza? Sarebbe un rimorso troppo gravoso per me. E poi,anche se torno libero, rischio di non trovarne un'altra, quindi mi conviene tenermela, così almeno ho quel poco di sfogo che con lei mi è concesso. Ma si tratta di un ripiego, perché appena finisce il periodo refrattario io torno a sognare le floride natiche tondeggianti in tute attillate che vedo in palestra, e che per me sono inarrivabili... Come faccio a vivere senza quelle cose? Che resta, nella vita, se ci si toglie il piacere di affondare in quelle soffici e squisite rotondità? Solo al pensiero mi viene lo stimolo a masturbarmi, ma tale pratica mi lascia strascichi di tristezza ogni volta. Sì, sono sempre stato un povero frustrato: già da ragazzo guardavo senza farmi avanti, o ero molto goffo negli approcci. E ora, che sono quasi vecchio, dovrei rassegnarmi, ma una parte di me continua a vagheggiare selvagge libidini che la mia stessa inettitudine relazionale mi preclude.
Ma è vero che gli antidepressivi fanno passare le voglie? Se ne prendo riuscirò a guardare con fredda indifferenza tutto il ben di dio che vedo in giro?
Ma è vero che gli antidepressivi fanno passare le voglie? Se ne prendo riuscirò a guardare con fredda indifferenza tutto il ben di dio che vedo in giro?
[#3]
Quindi perché parla di impulsi "molto intensi" ? Lei ha una vita sessuale non gratificante quantitativamente e qualitativamente con la compagna, e pensa anche alle altre, come del resto accade anche in chi ce l'ha magari. Il "molto intenso" dovrebbe avere una misura di consumazione, che in questo caso è zero. Se mai ci pensa molto, si pone molti problemi in merito senza prendere una direzione, il che è tipico di personalità che potremmo genericamente definire "preoccupate", che si pongono problemi, che vorrebbero che tutto fosse a posto e gestibile senza effetti secondari.
La domanda è: perché usa un linguaggio auto-denigratorio nei riguardi della sua sessualità ?
La domanda è: perché usa un linguaggio auto-denigratorio nei riguardi della sua sessualità ?
Dr.Matteo Pacini
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Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
[#4]
Utente
Misuro 'intense' le mie voglie in rapporto all'intensità della sofferenza che mi costa non mettere le mani su quelle prelibatezze sessuali. Forse non me le merito, o meglio sento che non potrei offrire molto a una donna: non guido, non esco, non ho una vita sociale, quindi verrei scaricato prima ancora di incominciare una relazione nuova. Del resto traggo piacere nel dirmi che sono un fallito: è un modo di vendicarmi della mia incapacità di provarci con la sconosciuta al supermercato; denigrarmi mi aiuta a sfogare la delusione derivante dallo stesso sapere di essere un fallito. Come mai mi sento tale? Perché non mi so procurare la sola cosa che per me è importante, il piacere erotico, ma con una come dico io. E provo rimorso all'idea che con il tempo che passa anche le occasioni mi scivolino dalle mani, per non tornare più. E vedo davanti a me l'orrenda e lugubre vecchiaia che incombe, fatta di solitudine, di autoaccuse, di fantasie che non si saranno tradotte in condivisione con l'altra persona, rimanendo sterili, patetiche, autoriferite.
[#5]
Utente
Salve,
ansioso di ricevere 'de visu' un parere medico in merito alla mia situazione, mi sono sottoposto a visita psichiatrica, dalla quale risulta che soffro di un bipolarismo misto, data la compresenza di umore basso, con sfiducia verso il futuro, autovalutazione e senso di fallimento, e impulsività incontrollata, che tendo a convogliare nei pensieri di natura sessuale; nella diagnosi ha pesato anche la mia abitudine, in giovinezza, a frequentare escort, per alcuni anni, che mi provocava prolungata dipendenza e angoscia per l'incapacità di resistere alle mie voglie. Dovrò assumere un farmaco, Latuda 4,5 al giorno,al quale potrei abbinare uno stabilizzante se la terapia attuale non bastasse a coprire il sintomo che più mi crea disagio, ossia la frustrazione per il mancato appagamento delle mie fantasie.
Si tratta della linea terapeutica che in genere si segue per caso come il mio? Grazie
ansioso di ricevere 'de visu' un parere medico in merito alla mia situazione, mi sono sottoposto a visita psichiatrica, dalla quale risulta che soffro di un bipolarismo misto, data la compresenza di umore basso, con sfiducia verso il futuro, autovalutazione e senso di fallimento, e impulsività incontrollata, che tendo a convogliare nei pensieri di natura sessuale; nella diagnosi ha pesato anche la mia abitudine, in giovinezza, a frequentare escort, per alcuni anni, che mi provocava prolungata dipendenza e angoscia per l'incapacità di resistere alle mie voglie. Dovrò assumere un farmaco, Latuda 4,5 al giorno,al quale potrei abbinare uno stabilizzante se la terapia attuale non bastasse a coprire il sintomo che più mi crea disagio, ossia la frustrazione per il mancato appagamento delle mie fantasie.
Si tratta della linea terapeutica che in genere si segue per caso come il mio? Grazie
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La dipendenza non è l'incapacità di resistere alle voglie. Né il mancato appagamento di fantasie che non si è avuto modo di realizzaere.
La terapia è una terapia per il disturbo bipolare, non so perché la scelta sia caduta sul latuda.
La terapia è una terapia per il disturbo bipolare, non so perché la scelta sia caduta sul latuda.
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
[#7]
Utente
Infatti il risultato della diagnosi è proprio una forma bipolare, in quanto ho un sintomo eccitativo intrecciato a sintomi depressivi. Il farmaco è molto impegnativo e mi sta dando una serie di effetti avversi che non mi aspettavo, ma cercherò di resistere, perché secondo la dottoressa mi aiuterà a eradicare le pulsioni indesiderate e a stroncare ogni interesse verso il cosmo femminile: su questo punto, devo ammettere che è molto efficace, perché nello stato in cui sono non ho la forza nemmeno di svagarmi con certe fantasie. Sto però pagando questa forzata pace dei sensi con una per me insolita agitazione, che mi impedisce le normali attività e mi ha gettato in una sensazione di costante allarme, come se una calamità stesse per colpirmi da un momento all'altro. Ho riferito telefonicamente alla dottoressa, che ha provato a rassicurarmi dicendomi che nel giro di un mese la vista delle donne non mi farà più caldo né freddo, e ha attribuito il mio disagio attuale alla patologia preesistente; mi verrebbe da ribattere che prima della medicina che sto prendendo ero scoraggiato sì, ma non certo sconvolto come mi sento ora, solo che non ho avuto il coraggio di dirglielo, perché mi dà l'impressione di una donna molto autoritaria e potrebbe risentirsi o credersi messa in discussione se mi permettessi di sollevare una obiezione alla terapia
[#8]
"mi aiuterà a eradicare le pulsioni indesiderate e a stroncare ogni interesse verso il cosmo femminile"
Non credo né che questo sia l'obiettivo. Quello che è anomalo è il suo pensiero rispetto alla normalità. Lei percepisce come un pericolo l'attrazione per le donne, o forse per qualche motivo tratta come anomala l'attrazione, anziché la preoccupazione.
Non credo né che questo sia l'obiettivo. Quello che è anomalo è il suo pensiero rispetto alla normalità. Lei percepisce come un pericolo l'attrazione per le donne, o forse per qualche motivo tratta come anomala l'attrazione, anziché la preoccupazione.
Dr.Matteo Pacini
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[#9]
Utente
Ho sospeso il Latuda, ma senza chiedere il permesso alla dottoressa. Gli effetti avversi soggettivi erano troppo forti. Ora mi trovo in una profonda prostrazione: una condizione di sfiducia e di rifiuto di ogni iniziativa, che mai avevo provato fino ad ora. Ho tenuto duro col farmaco per alcune settimane, ma mi ha demolito moralmente, oltre che a livello fisico. Ora al sesso non penso più, ma proprio perché mi sento talmente stanco da non essere più capace di concepire alcuno stimolo vitale; provo però sintomi nuovi, che non so interpretare e che mi preoccupano, a cominciare da una sorta di rabbia verso me stesso, a causa del tempo che ho lasciato sfuggire e delle perdute occasioni di avere delle donne, che in giovinezza mi sono capitate ma che non ho sfruttato. Mi sento in colpa perché potevo godere ma, per inerzia o per paura, non l'ho fatto e ormai è tardi. Ora mi viene un dubbio: questa rabbia che provo verso me, che mi porta a vedere in me il colpevole della mia insoddisfazione, non sarà pericolosa? Sarò in grado di controllarla, o potrebbe spingermi a sfogare in gesti autolesionistici la mia incapacità di accettare di aver fallito? E se mi punissi per i miei errori? Sono angosciato da questo pensiero, perché ho un istinto di autoconservazione che mi impone di rifiutare questa ipotesi, ma la paura di farmi del male non va via malgrado mi sforzi di rassicurarmi che non metterò in atto quel gesto orribile. Non so come decifrare questa contraddizione interna tra la mia volontà e i miei pensieri...
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Mi sembra stia avendo dei pensieri ossessivi. Non capisco poi perché sia "troppo tardi" per avere relazioni in base solo all'età.
Dr.Matteo Pacini
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Questo consulto ha ricevuto 10 risposte e 1.2k visite dal 03/03/2024.
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