Ansia e disfagia? psicoterapia e/o psichiatria?

Buonasera cari dottori,
vi ringrazio per leggere e rispondere a questo consulto.
Sono una ragazza di 25 anni, attualmente in psicoterapia. I motivi principali/ temi affrontati maggiormente sono: forte ansia anticipatoria, ipocondria, ansia sociale, pensieri intrusivi, autostima abbastanza bassa, pressioni lavorative, paura per il futuro e paura di non vivere la vita che vorrei.
Mi trovo molto bene con la mia psicoterapeuta e seguo questo percorso da un mese.
Tuttavia sempre con lei feci un'altro percorso, un paio di anni fa, dalla durata di un anno circa (interrotto per cause economiche) e prima di questo un'altro percorso, anni fa, per disturbi alimentari con invece un'altra dottoressa.
Soffro di ansia da quando ho finito il liceo, ma è sempre stata abbastanza leggera, negli ultimi 6 mesi invece è aumentata e ho avuto dei veri e propri attacchi d'ansia settimanali con vari sintomi: problemi intestinali, vertigini, mancanza di fiato, bolo isterico, fastidi muscolari, tosse secca etc
Vi scrivo per questo, sto valutando l'idea di appoggiarmi anche ad uno psichiatra (non ci sono mai stata) a causa dei sintomi forti che spesso l'ansia mi crea, il primo fra tutti, un bolo isterico molto pesante, lo chiamerei forse piu "disfagia psicogena" la quale mi crea molto disagio, fastido e tristezza, poiché non riesco più a mangiare quello che vorrei, faccio sempre estrema attenzione a come ingoio ciò che mangio, non mangio più fuori/in compagnia, vedere un piatto di cibo pieno mi crea panico, mangio pochissimo e solo a determinati orari/luoghi, ho problemi spesso anche con i liquidi e ciò mi sta creando anche una certa perdita di peso.
A volte ho veramente fame ma questo nodo mi rende difficoltoso deglutire normalmente.
Spesso mi sembra di soffocare e ho una paura terribile di rimanerci secca (collegato alla mia ipocondria).
Ho molta paura di non tornare a mangiare normalmente come prima.
In passato questa situazione mi era già capitata ma durava max qualche settimana in periodi di stress molto alto e poi tutto tornava come prima.

Con la mia psicoterapeuta siamo arrivate alla conclusione che sia molto collegato all'aspettative che gli altri hanno su di me/ io ho su di me e sul fatto che il cibo per me è sempre stato un argomento particolare.
Lei mi dice che devo esser grata che il mio corpo sta comunicando il mio malessere interiore per poterlo analizzarlo al meglio.
Ma io spesso sono sfinita da questo sintomo e in parte penso che se potessi attenuarlo potrei focalizzarmi meglio sulla terapia.
Vorrei sapere da voi se ci sono dei farmaci che possono aiutarmi a ridurre questo sintomo cosi forte.
Eventualmente sarei disposta a prenderli e a continuare la psicoterapia, penso possa esser la combo ideale.
Però prima di parlarne con la mia psicoterapeuta vorrei capire se effettivamente c'è qualche farmaco che può agire con certezza su un sintomo cosi particolare perché comunque sarebbe un'ulteriore spesa economica.
Grazie mille.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.5k 1k
Il sintomo è correlato alla patologia di base per la quale vi è indicazione ad un trattamento psichiatrico senza necessità di attendere ulteriormente.

Le opzioni terapeutiche sono svariate

https://wa.me/3908251881139
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