Disturbi d'ansia in gravidanza

Sono una donna di 39 anni alla 31 settimana di gravidanza. Ho sempre avuto problemi d'ansia e di ipocondria ma fin dall'inizio della gravidanza, peraltro desiderata, ho iniziato ad avere un ansia generalizzata dovuta a paura di essere inadeguata come madre e paura della depressione post-partum. Ora le ansia sono cambiate e si sono trasformate in fobie e pensieri ossessivo-compulsivi sul cibo e sulla pulizia, paure di non aver lavato bene piatti, bagno, paura del botulino nel cibo e così via. Sto prendendo l'En dall'inizio della gravidanza(farmaco che prendevo già prima della gravidanza) ma adesso non pare fare grande effetto e soprattutto i pensieri si fermano raramente e sono molto invalidanti. Vorrei un consiglio su cosa fare visto che la psicoterapia transazionale che sto effettuando non sta provocando grandi effetti benefici. Vorrei avere il nominativo di qualche specialista della mia zona che possa aiutarmi e magari in breve tempo visto che tra due mesi nasce la mia bimba. Grazie Alessandra
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Dr. Silvio Presta Psichiatra, Farmacologo 464
Gentile Alessandra,
se l'uso continuativo di EN è scorretto in generale per gli oramai notissimi problemi in termini di dipendenza e per il fatto che si tratta di un composto non terapeutico ma meramente sintomatico (sono altri i farmaci realmente indicati nelle forme depressive ed ansiose), lo è ancora di più in gravidanza.
Nel primo trimestre in particolare l'uso è generalmente controindicato a causa di potenziali effetti sul normale accrescimento fetale. Iin seguito è consentito solo un uso sporadico, poichè un uso continuativo può causare nel neonato la cosiddetta 'floppy infant syndrome', ossia un quadro che può comprendere basso indice di Apgar, ipotonia muscolare, difficoltà di alimentazione, ipotermia, sintomi astinenziali nel neonato dovuti alla brusca venir meno della quota di benzodiazepine che veniva 'somministrata' dalla madre e caratterizzati da tremori diffusi, irritabilità, riflesso di suzione iperattivo. Quando ci si approssima al momento del parto, l'assunzione di BDZ deve essere ridotta e sospesa perchè può causare ridotta efficacia della spinta al momento del parto stesso.
E' perciò opportuno rivalutare la situazione con uno Specialista competente in psicofarmacologia. A Trento, se lo desidera, può rivolgersi al dr. Bova, presente anche tra i medici di questo sito.
Cari saluti e in bocca al lupo
Silvio Presta

www.silvio-presta-psichiatra.tk

Silvio Presta

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Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta 3.6k 187
gentile signora,
sarebbe opportuno rivolgersi, in primis, allo specialista che le ha prescritto il farmaco, ovvero ad altro specialista, es psichiatra, onde rivedere insieme la farmacoterapia, soprattutto in questa fase delicata. Ma sarebbe utile dire del nostro scambio di mail anche al ginecologo.

Per quanto riguarda lo psicoterapeuta, conosco personalmente il DR Paolo Zucconi, che lavora a Udine presso la Clinica di Neuropsicologia, Sessuologia e Psicoterapia, in Viale Venezia 291, tel 0432-233006

Non si scoraggi se una forma di psicoterapia non ha funzionato, è importante riprovare in questi casi con un altro terapeuta.

Tanti auguri per il nascituro

Daniel Bulla

dbulla@libero.it
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Psichiatra attivo dal 2007 al 2012
Psichiatra
Gentile signora,
concordo sostanzialmente con quanto riportato precedentemente dai colleghi, in particolare in merito alle problematiche relative all'impiego a medio-lungo termine delle benzodiazepine (assuefazione e dipendenza/astinenza. Penso sia consigliabile l'intervento di uno specialista che possa darle le giuste indicazioni per la loro graduale sospensione.

Cordiali saluti ed auguri
Giuseppe Ruffolo
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Dr.ssa Chiara Cimbro Psicologo, Psicoterapeuta 124 3
Gentile signora,
mi permetto di aggiungere al nominativo segnalato dal collega anche altri due, in modo tale che possa avere maggiori possibilità di avere informazioni e/o aiuto.

TIBURZIO MARCO Udine, email: marco.tiburzio@tin.it

BUTTOLO GABRIELLA Udine,
email: gabriella.buttolo@virgilio.it

Cordialmente,
Dr. Chiara Cimbro.

Dott.ssa Chiara Cimbro
Psicologa Psicoterapeuta

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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.5k 1k
Gentile utente,

come gia' indicato dai colleghi e' inopportuno l'utilizzo di farmaci durante la gravidanza.
Per poter affrontare meglio la situazione sarebbe opportuna una psicoterapia ad orientamento cognitivo

Cordiali Saluti
Dr. F.S. Ruggiero

http://www.francescoruggiero.it

https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/

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Dr. Ivanoe Santoro Ginecologo, Senologo 8.5k 284
Esprimo il mio parere come Ostetrico/Ginecologo.
L'uso di Benzodiazepine in gravidanza è, ormai, da tutti riconosciuto sicuro sul piano meramente teratogenetico. In altre parole, le Benzodiazepine (dopo le prime allarmistiche segnalazioni di malformazioni degli arti), non sembrano associarsi ad un aumentato rischio di alterazioni morfogenetiche anche se assunte nel primo trimestre di gravidanza, rispetto alla restante parte della popolazione generale.
Sono d'accordo sulla necessità di diminuire progressivamente le dosi del farmaco in vicinanza del parto, onde evitare sintomi come da "sindrome da astinenza neonatale" che ben si configurano nel quadro precedentemente descritto dal Collega Presta.
Concordo, altresì, sull'utilità della Psicoterapia, condotta ad indirizzo cognitivo, come Le è stato consigliato dal Collega Ruggiero.
Utile, a mio parere, anche perchè senza particolari controindicazioni in gravidanza, l'uso dell'AdenosinMetionina (Samyr), composto polivalente ad azione (fra l'altro) antidepressiva, alla dose di 200 - 400 mg/die, fino al parto ed anche nel post-partum/puerperio, fino a circa 60 giorni.
Mi permetto soltanto di darLe questo consiglio in merito ad due eventi particolarmente importanti quanto delicati: il tipo di parto e l'allattamento al seno.
Le esprimo (in merito a queste ultime due situazioni) , per correttezza, non il "dictat" dell'Ostetricia ufficiale, quanto il mio personale punto di vista, frutto dell'esperienza professionale e non di informazioni acquisite su testi o da Linee Guida.
Se lo psicoterapeuta che Lei interpellerà, in prossimità del parto Le riscontrerà una "regressione" sintomatologica verso quadri noti di disturbi ansioso-depressivi "semplici", allora Le consiglierei sia il parto vaginale (spontaneo od indotto che sia, in parto-analgesia epidurale continua) sia l'allattamento al seno.
In caso contrario (persistenza dei disturbi ossessivi/compulsivi), richiederei espressamente al Ginecologo curante sia l'esecuzione di un Taglio Cesareo sia l'inibizione farmacologica della montata lattea entro le prime 48-72 ore dal parto stesso.
Auguri vivissimi.
Mi farà piacere se mi terrà informato.
Dr. Ivanoe Santoro
ivanoe.santoro@alice.it

Prof.Dr.Ivanoe Santoro
Spec.Ostetrico/Ginecologo
già Direttore f.f. UO OST/GIN Ospedale di Solofra(AV) Prof. Anatomia Umana Univ. Napoli

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Psicoterapeuta, Medico di medicina generale attivo dal 2006 al 2008
Psicoterapeuta, Medico di medicina generale
Gent.mma Alessandra,il parere del dott Santoro ha completato in modo esauriente ,le risposte date al suo quesito,aggiungo solo un mio personale parere.Ho rilevato ,per esperienza professionale, che di grande aiuto ,in questi casi, è una preparazione al parto con ipnoterapia o training di rilassamento,che inizi almeno due mesi prima del parto e prosegua anche durante eventuale allattamento.
Va fatto con terapeuta, e se ben condotto ,permette di scalare tranquillamente l'uso delle benzodiazepine.
Con i migliori auguri
Dott.ssa I.Di Sipio
http://www.psicomedicina.mi.it
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Dr. Claudio Lorenzetti Psichiatra, Farmacologo 250 4
Concordo con quanto detto dai colleghi, in particolare con l'amico Dr. Presta. Sicuramente in questa fase è decisamente più opportuna una psicoterapia soprattutto a indirizzo cognitivo-comportamentale piuttosto che inserire ulteriormente dei farmaci (glielo dice uno psichiatra di indirizzo prevalentemente psicofarmacologico).
Cordaili saluti.

Dr. Claudio Lorenzetti
www.claudiolorenzetti.tk

Dr. Claudio Lorenzetti

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