Speranze?!
Salve, avevo già chiesto il vostro aiuto in precedenza e ora sto seguendo i vostri consigli infatti anche se con molta ansia e timore ho telefonato e preso appuntamento con uno psicologo che dovrei vedere fra un pò di giorni e che cercherà di capire la mia situazione e aiutarmi... sono una 20enne e stò seguendo una terapia farmacologica piuttosto pesante per ansia e depressione e attacchi di panico,tentato il suicidio di recente e ho un caso in famiglia di una persona schizofrenica.in questo momento sento forte la paura di andare a quel colloquio perchè al telefono mi è sembrato che descrivendo questa situazione ho come descritto un caso disperato.la paura per una come me in questo stato è: sarò anche io schizofrenica?(sarà un timore irrazionale ma forse appunto per ciò molto forte) ho la speranza di poter vivere una vita normale senza psicofarmaci? Avrò la forza di superare questa angoscia ansie e paure e vivere una vita normale?questo fa paura perchè sono giovanissima e ho tutta la vita davanti e non voglio finire rassegnata...mi hanno sempre fatto sentire come se la malattia schizofrenia di questo mio genitore sarebbe stata la mia stessa malattia e che avrei vissuto una vita da malata di mente(questo chiaramente non detto da dottori ma dalla famiglia mia stessa) però il tutto agita... agita il fatto che ho letto che i farmaci anti-depressivi e ansiolitici quali benzodiazepine modificano il sistema nervoso inrecuperabilmente l'ho letto su un libro in cui metteva gli psico farmaci al pari di droghe... insomma la sensazione che se soffro ora con i farmaci quando smetterò sarà impossibile stare senza o che non riuscirò mai a smettere o a superare l'ergofobia... o solo ho paura per quell'incontro con lo psicologo soffrendo di attacchi di panico e non avendo nessuno che mi aiuti devo prendere il treno e altri mezzi pubblici per raggiungerlo e il solo pensiero di mettere il naso fuori di casa mi fa venir voglia di piangere nemmeno son riuscita ad andare all'asl per farmi assegnare un medico di base che ora non ho non avendo nessuno che mi accompagni... non so come fare perchè se da una parte ho bisogno di cure dall'altra non avendo nessuno che mi aiuti ad andare e riceverle mi blocca... si può davvero guarire dai miei problemi? ho concrete speranze di vivere una vita normale o devo solo farmi dare medicine e vivere a metà come una diversa?e ancora una ragazza nella mi asituazione può e nel caso come può trovare una struttura per un eventuale ricovero per un breve periodo per ristabilizzarsi? la schizofrenia è genetica? ho qualche possibilità di non averla e non doverla avere mai nel corso della mia vita?
Grazie a chi avrà tempo e voglia di rispondermi apprezzo molto il vostro lavoro perchè "noi malati" ci sentiamo soli e senza speranza...devo trovar il coraggio di andare dallo psicologo anche se da sola...ho tanta paura di non riuscire...l'ultim psicologo che ho visto non ha smesso di accarezzarmi e abbracciarmi ciò mi ha causato un enorme disagio
Grazie a chi avrà tempo e voglia di rispondermi apprezzo molto il vostro lavoro perchè "noi malati" ci sentiamo soli e senza speranza...devo trovar il coraggio di andare dallo psicologo anche se da sola...ho tanta paura di non riuscire...l'ultim psicologo che ho visto non ha smesso di accarezzarmi e abbracciarmi ciò mi ha causato un enorme disagio
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Scusi
ma credo che parta con il piede sbagliato.
Pretende di fare una visita per togliere i farmaci a cui da' un significato negativo.
Faccia le cose per gradi.
ma credo che parta con il piede sbagliato.
Pretende di fare una visita per togliere i farmaci a cui da' un significato negativo.
Faccia le cose per gradi.
https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/
[#2]
Ex utente
no io non le voglio togliere ora ma vorrei sapere se ciò sarà possibile in futuro io ora sarei pronta anche ad un ricovero se necessario e poi appunto facendo per gradi son mesi che non esco di casa nemmeno sul balcone ora devo andare fuori città da sola per curarmi... questo per i miei problemi non è per gradi anzi..
[#3]
Gentile ragazza,
per prima cosa: uno psicologo o un medico non possono carezzare e abbracciare qualcuno nell'esercizio della professione, tantomeno un paziente, altrimenti commettono un abuso perseguibile per legge. Il suo disagio è stato ben giustificato!
In secondo luogo: sembra evidente che può aver bisogno di qualcuno (parente, amico) per uscire di casa, se è mesi che non può farlo. Il consiglio è comunque di andare all'appuntamento fissato, magari facendosi accompagnare: cerchi però non tanto di avere risposte alle sue domande (che nascono dalla paura e ansia in cui è caduta) quanto di avere un aiuto per cominciare a uscire dalla sua situazione. A Pavia non dovrebbe essere difficile.
Ci faccia sapere.
Cordialmente
per prima cosa: uno psicologo o un medico non possono carezzare e abbracciare qualcuno nell'esercizio della professione, tantomeno un paziente, altrimenti commettono un abuso perseguibile per legge. Il suo disagio è stato ben giustificato!
In secondo luogo: sembra evidente che può aver bisogno di qualcuno (parente, amico) per uscire di casa, se è mesi che non può farlo. Il consiglio è comunque di andare all'appuntamento fissato, magari facendosi accompagnare: cerchi però non tanto di avere risposte alle sue domande (che nascono dalla paura e ansia in cui è caduta) quanto di avere un aiuto per cominciare a uscire dalla sua situazione. A Pavia non dovrebbe essere difficile.
Ci faccia sapere.
Cordialmente
Dr. Gianmaria Benedetti
http://neuropsic.altervista.org/drupal/
[#4]
Vorrei rassicurarla sui farmaci: al contrario di quello che puo leggere su alcuni libri nel caso dei farmaci psichiatrici, detto con parole semplici si ha una rigenerazione di determinate aree cerebrali.
Vivere con i farmaci è meglio che stare male come lei adesso.
Si faccia forza e vada a quella visita.
Vivere con i farmaci è meglio che stare male come lei adesso.
Si faccia forza e vada a quella visita.
Massimo Lai, MD
[#5]
Ex utente
grazie mille a tutti delle risposte vedrò di andare alla visita e iniziare una terapia per risolvere il mio attuale disagio credo di aver compreso che solo con tempo , pazienza e cure riuscirò a superare ansie e a vivere serena e solo allora i dubbi che ora ho smetterano di tormentarmi e avrò una vita normale.grazie ancora cordiali saluti
[#6]
Gentile utente,
Le confermo che quando dice di cercare una cura per i suoi problemi, in realtà dovrebbe considerare che questi problemi costituiscono una malattia, quindi non qualcosa con cui "dialogare" ma un oggetto da trattare. Nessuna cura serve a toglierne un'altra, quindi non esistono cure concorrenziali o sostitutive di altre, esiste soltanto una cura o associazione di cure che migliora gradualmente i sintomi. Punti su una diagnosi corretta e chiara, perché un disturbo dell'umore va inquadrato in maniera da rendere prevedibile nel tempo il tipo di evoluzione e di risposta alle medicine.
Ma in che senso lo psicologo "non ha smesso di accarezzarmi e abbracciarmi ciò mi ha causato un enorme disagio" ? Non credo che al di là di un gesto consolatorio questo rientri in un comportamento normale all'interno di una seduta psicoterapica.
Le confermo che quando dice di cercare una cura per i suoi problemi, in realtà dovrebbe considerare che questi problemi costituiscono una malattia, quindi non qualcosa con cui "dialogare" ma un oggetto da trattare. Nessuna cura serve a toglierne un'altra, quindi non esistono cure concorrenziali o sostitutive di altre, esiste soltanto una cura o associazione di cure che migliora gradualmente i sintomi. Punti su una diagnosi corretta e chiara, perché un disturbo dell'umore va inquadrato in maniera da rendere prevedibile nel tempo il tipo di evoluzione e di risposta alle medicine.
Ma in che senso lo psicologo "non ha smesso di accarezzarmi e abbracciarmi ciò mi ha causato un enorme disagio" ? Non credo che al di là di un gesto consolatorio questo rientri in un comportamento normale all'interno di una seduta psicoterapica.
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
[#7]
Ex utente
lo psichiatra al primo incontro nel salutarmi mi ha abbracciata più volte accarezzandomi spesso e insistentemente il viso e dando più di un abbraccio non so il senso del suo gesto so che non mi è piaciuto per questo ho voluto interrompere il rapporto con lui.
La diagnosi che mi fecero l'ultima volta è che soffro di attacchi di panico e di depressione ma nulla più da ciò che mi hanno sempre scritto e detto anzi sinceramente avendo un famigliare malato di schizofrenia che durante il giorno ho dovuto gestirmi io per un bel pò mi è stato detto che per la situazione critica ho conservato molto autocontrollo responsabilità e so gestire bene o male le situazioni in quanto l'ansia che ho è più un disturbo che mi da problemi di costanza perchè altrimenti di solito riesco a reagire abbastanza bene alle difficoltà ho fatto almeno 1anno senza medicine e sono stata bene ora penso che sia un pò il fatto che ho cambiato città e casa una vita nuova ad arrecarmi questo stress e a riaprire una problematica ansiosa che si vede non avevo risolto del tutto e poi la cura farmacologica che l'ultima volta che mi ha visitato un medico ha detto che è da rivedere anzi da diminuire fino a toglierla in quanto mi dicon i dottori che non ne ho bisogno. L'unica cosa che ho chiara è quello che mi ha detto il mio ex medico della vecchia città ovvero che adesso con questa nuova vita senza la persona della famiglia affetta da schizofrenia pian piano andrà meglio e che poi non avrò più bisogno di medicine anzi mi ha detto di fare più sport e curare alimentazione ecc... adesso vedrò di trovare un medico di base qua nella nuova città e passso per passo vedrò con lui cosa fare e come farmi più aiutare.
La diagnosi che mi fecero l'ultima volta è che soffro di attacchi di panico e di depressione ma nulla più da ciò che mi hanno sempre scritto e detto anzi sinceramente avendo un famigliare malato di schizofrenia che durante il giorno ho dovuto gestirmi io per un bel pò mi è stato detto che per la situazione critica ho conservato molto autocontrollo responsabilità e so gestire bene o male le situazioni in quanto l'ansia che ho è più un disturbo che mi da problemi di costanza perchè altrimenti di solito riesco a reagire abbastanza bene alle difficoltà ho fatto almeno 1anno senza medicine e sono stata bene ora penso che sia un pò il fatto che ho cambiato città e casa una vita nuova ad arrecarmi questo stress e a riaprire una problematica ansiosa che si vede non avevo risolto del tutto e poi la cura farmacologica che l'ultima volta che mi ha visitato un medico ha detto che è da rivedere anzi da diminuire fino a toglierla in quanto mi dicon i dottori che non ne ho bisogno. L'unica cosa che ho chiara è quello che mi ha detto il mio ex medico della vecchia città ovvero che adesso con questa nuova vita senza la persona della famiglia affetta da schizofrenia pian piano andrà meglio e che poi non avrò più bisogno di medicine anzi mi ha detto di fare più sport e curare alimentazione ecc... adesso vedrò di trovare un medico di base qua nella nuova città e passso per passo vedrò con lui cosa fare e come farmi più aiutare.
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Gentile ragazza, è frequente (addirittura un classico in certe situazioni) che una persona possa ammalarsi come lei dopo aver accudito a lungo un parente gravemente ammalato. E' probabile che lei risenta ancora della fase della vita cui ha accennato, e di come forse si è risolta. Le consiglierei di affrontare l'argomento nella seduta che ha prenotato dallo psicologo. E' possibile che lei debba parlare con qualcuno di tutti i risvolti che questa situazione ha comportato.
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Gentile utente,
I disturbi rispondono ai fattori esterni non in maniera casuale, ed è quindi irrealistico aspettarsi che miglioramenti della situazione producano sicuramente miglioramento di qualsiasi sintomo. Direi che è più logico in base alla diagnosi fatta cercare una soluzione con strumenti noti, al momento farmaci o psicoterapia.
Il messaggio che lo scopo finale sia quello di non prender medicine mi sembra poco costruttivo, lo scopo al momento è quello di recuperare e mantenere una condizione di benessere, dopo di ché lo scopo va misurato in base al tipo di aspettative che si hanno dal disturbo. La diagnosi serve a stabilire prima questo. Altrimenti si inizia la solita lotta tra il curarsi e lo smettere le cure che impedisce il raggiungimento di risultati soddisfacenti o espone a inutili ricadute.
I disturbi rispondono ai fattori esterni non in maniera casuale, ed è quindi irrealistico aspettarsi che miglioramenti della situazione producano sicuramente miglioramento di qualsiasi sintomo. Direi che è più logico in base alla diagnosi fatta cercare una soluzione con strumenti noti, al momento farmaci o psicoterapia.
Il messaggio che lo scopo finale sia quello di non prender medicine mi sembra poco costruttivo, lo scopo al momento è quello di recuperare e mantenere una condizione di benessere, dopo di ché lo scopo va misurato in base al tipo di aspettative che si hanno dal disturbo. La diagnosi serve a stabilire prima questo. Altrimenti si inizia la solita lotta tra il curarsi e lo smettere le cure che impedisce il raggiungimento di risultati soddisfacenti o espone a inutili ricadute.
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Ex utente
ho avuto già modo di parlare di ciò che è stato ed il come si sia risolto so che quando si è malati a volte bisogna prendere farmaci che possono aiutare io però adesso come adesso e da come ho parlato col medico che mi ha visto al pronto soccorso per una situazione di ansia data da un forte momento di stress sarei "a posto" cioè non malata e anzi mi ha detto che dovrei iniziar a togliere questi farmaci naturalmente seguita infatti mi aveva consigliato di andare a parlare con uno psicologo perchè obiettivamente di base io so che alla fin della fiera è tutto a posto i dottori stessi quando mi vedono comunque sdrammatizzano e me lo dicono ho passato gi un momento di forte depressione data appunto da dei problemi di cui ho già affrontato e che appunto mi è stato detto che le reazioni e ciò che ne è conseguito fosse tutto nella norma. Ho parlato della visita con una persona che mi deve accompagnare però per ora appunto si sta affrontando il problema della possibilità prima di farmi dare intanto il medico di base e per le sedute di psicologia verrò aiutata nel trovare chi mi possa seguire perchè comunque io ora son disoccupata e non mi posso permettere uno psicologo ne ho già parlato con lo psicologo e che alla fine si è concluso parlando con il dottore, chi mi deve accompagnare e l'ex medico che prima devo farmi assegnare dottore e poi vedere se è il caso di farmi seguire diciamo da uno psicologo della mutua cosa che per ora è difficile in quanto dove mi trovo ora vi sono per la mutua i dottori che seguon il parente malato e si è concluso con ilo mio dottore e gli altri medici che sarebbe meglio evitare in quanto chi cura il parente sta cercando di dimetterlo dall'ospedale e lasciarmi col malato o comunque coinvolgendomi perchè non hanno parenti su ci far affidamento e vorrebbero aiutassi economicamente mentre come mi ha detto chi si occupa di me dovrebbe al massimo essere mio padre in ogni caso è stato concluso che qualsiasi minima vicinanza con la persona malata è lesiva quindi ora come ora non avendo soldi e dovendo tutelare la privacy devo prima farmi affidare il dottore a volte certe situazioni sono un paradosso purtroppo qua funziona così e non si può fare altrmenti.
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Gentile utente,
No. Innanzitutto un giudizio di questo genere su come gestire la terapia lo deve dare uno specialista, in secondo luogo lo psicologo non ha la competenza tecnica per operare in tal senso. La psicoterapia non serve per facilitare il distacco dalle medicine, questo tipo di idea è paradossale e peggiora anche l'esito delle psicoterapie. E poi, se necessita di una psicoterapia significa che ha un disturbo e che lo cura. Medicine e psicoterapie non sono "aiuti", ma interventi specifici, altrimenti gli aiuti generici li può dare chiunque di buona volontà.
No. Innanzitutto un giudizio di questo genere su come gestire la terapia lo deve dare uno specialista, in secondo luogo lo psicologo non ha la competenza tecnica per operare in tal senso. La psicoterapia non serve per facilitare il distacco dalle medicine, questo tipo di idea è paradossale e peggiora anche l'esito delle psicoterapie. E poi, se necessita di una psicoterapia significa che ha un disturbo e che lo cura. Medicine e psicoterapie non sono "aiuti", ma interventi specifici, altrimenti gli aiuti generici li può dare chiunque di buona volontà.
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Gentile utente,
sono concorde con le osservazioni del collega Dr. Pacini.
Se il suo problema non fosse inquadrabile in un problema di tipo medico, non ci sarebbe bisogno di farlo "curare" da qualcuno mentre potrebbe benissimo chiedere aiuto al parroco, e forse ne troverebbe uno disponibile a fare un trattamento purtroppo.
Invece, lei e' partita con l'idea di fare la psicoterapia per non prendere farmaci e questo rende il tutto molto complicato, sia perche' i due trattamenti non si escludono sia perche' prima di tutto va inquadrata la situazione dal punto di vista clinico.
In un pronto soccorso, la valutazione e' sommaria e generica, gli approfondimenti si hanno dopo e con calma.
Se continua a pensare di dover raggiungere il suo scopo di interrompere e non reiniziare trattamenti farmacologici, probabilmente rimarra' delusa a breve.
sono concorde con le osservazioni del collega Dr. Pacini.
Se il suo problema non fosse inquadrabile in un problema di tipo medico, non ci sarebbe bisogno di farlo "curare" da qualcuno mentre potrebbe benissimo chiedere aiuto al parroco, e forse ne troverebbe uno disponibile a fare un trattamento purtroppo.
Invece, lei e' partita con l'idea di fare la psicoterapia per non prendere farmaci e questo rende il tutto molto complicato, sia perche' i due trattamenti non si escludono sia perche' prima di tutto va inquadrata la situazione dal punto di vista clinico.
In un pronto soccorso, la valutazione e' sommaria e generica, gli approfondimenti si hanno dopo e con calma.
Se continua a pensare di dover raggiungere il suo scopo di interrompere e non reiniziare trattamenti farmacologici, probabilmente rimarra' delusa a breve.
[#13]
Ex utente
quello di cui ho bisogno alla fine mi è sempre stato detto ma in passato stando in un contesto famigliare malato on ho potuto mettere ben bene in atto.
Praticamente la diagnosi che mi è stata fatta evidenzia che essendo stata in un ambiente che mi ha isolata io ora come ora dovrei uscire più spesso e sbloccarmi così pian piano con attività sportive e frequentando persone...il disagio che mi ha portato a chiedere il vostro parere oggi è scaturito forse perlopiù da delle preoccupazioni comuni nel senso che "la malattia"anzi la possibile presenza di una malatti spaventa me come alcune persone simili a me ma un pò tutti in generale chi più chi meno, io sinceramente forse son stata spinta dalla necessità di un conforto o una maggiore chiarezza sull'aspetto "dei problemi della mente" detto ciò io mi rendo conto che penso che davvero è normale non essere sereni se non si esce ecc... quindi è chiaro che passo per passo devo uscire e sentire dottore il problema attuale è che sto seguendo una terapia che quando ero stata in pronto soccorso mi han detto è da rivedere appunto perchè io sto meglio, in definitiva chiedo scusa perchè credo di aver "scomodato" molti pareri pe runa questione che è più semplice di ciò che sembri per il caso...ho avuto un infanzia e adolescenza difficile ora è passato ho iniziato una vita nuova e son riuscita anche mio malgrado da sola ad affrontare il momento più duro della mia vita non escludo che mi farà poi bene parlarne con un esperto ma tutto sommato ora mi sembra che l'immediata necessità sia non drammatizzare e vivere in modo naturale un periodo transitorio che sta già passando già da quando ho deciso di andar dal dottore e comunque dire ne parliamo e vediamo se dopo la burrasca ch ci fu e un primo spaesamento or asi può riprendere una vita normale
Praticamente la diagnosi che mi è stata fatta evidenzia che essendo stata in un ambiente che mi ha isolata io ora come ora dovrei uscire più spesso e sbloccarmi così pian piano con attività sportive e frequentando persone...il disagio che mi ha portato a chiedere il vostro parere oggi è scaturito forse perlopiù da delle preoccupazioni comuni nel senso che "la malattia"anzi la possibile presenza di una malatti spaventa me come alcune persone simili a me ma un pò tutti in generale chi più chi meno, io sinceramente forse son stata spinta dalla necessità di un conforto o una maggiore chiarezza sull'aspetto "dei problemi della mente" detto ciò io mi rendo conto che penso che davvero è normale non essere sereni se non si esce ecc... quindi è chiaro che passo per passo devo uscire e sentire dottore il problema attuale è che sto seguendo una terapia che quando ero stata in pronto soccorso mi han detto è da rivedere appunto perchè io sto meglio, in definitiva chiedo scusa perchè credo di aver "scomodato" molti pareri pe runa questione che è più semplice di ciò che sembri per il caso...ho avuto un infanzia e adolescenza difficile ora è passato ho iniziato una vita nuova e son riuscita anche mio malgrado da sola ad affrontare il momento più duro della mia vita non escludo che mi farà poi bene parlarne con un esperto ma tutto sommato ora mi sembra che l'immediata necessità sia non drammatizzare e vivere in modo naturale un periodo transitorio che sta già passando già da quando ho deciso di andar dal dottore e comunque dire ne parliamo e vediamo se dopo la burrasca ch ci fu e un primo spaesamento or asi può riprendere una vita normale
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"Praticamente la diagnosi che mi è stata fatta evidenzia che essendo stata in un ambiente che mi ha isolata io ora come ora dovrei uscire più spesso e sbloccarmi così pian piano con attività sportive e frequentando persone..."
scusi e che diagnosi e'?
Questa cosa la puo' affermare pure il verduraio! con tutto il rispetto per i venditori di verdura!
scusi e che diagnosi e'?
Questa cosa la puo' affermare pure il verduraio! con tutto il rispetto per i venditori di verdura!
[#15]
Ex utente
scusate io son partita dall idea di chiedere aiuto per meglio dire uno psichiatra perchè di amici parroco ecc non ne ho!e avendo una terapia farmacologica che i in precedenza neurologo psichiatra ecc mi han detto che non era idonea e da iniziare a diluire fino a togliere io non parto con l'idea di...ma così mi è stato detto da chi mi ha aiutato in passato...sinceramente io non vedo perchè dovrei essere malata se ritengo di voler affrontare con uno psicologo una volta al mese le situazioni della mia vita per elaborarle al meglio in quanto farsi seguire per chiunque credo male non fa, ma aldilà del fatto che sto prendendo dei farmaci che tempo fa mi furon prescritti per l'ansia di allora non ho mai detto che ora sto male e sono assolutamente malata...solo volevo affrontare il passo del ridurre i farmaci con un psichiatra invece che col dottore approfittandone per aprirmi e sfogare eventuali situazioni di disagio nel caso ci fossero.
[#16]
Gentile ragazza.
Sembra che qualcosa delle risposte avute qui l'abbia spaventata, quasi. Io vorrei tranquillizzarla sul fatto che avere un familiare schizofrenico non la mette a rischio automaticamente di avere anche lei quella malattia. (Conosco illustri persone di successo con problemi familiari simili ai suoi).
Lei forse è spaventata anche di doer riprendere ad occuparsi di quel familiare, mi sembra di capire, una volta dimesso, e giustamente non si sente in grado di reggere la situazione. Penso che sia utile una 'riunione di famiglia' auspicando che lei possa essere un po' sgravata da un fardello così pesante. E attenzione ai sensi di colpa...
Sembra che qualcosa delle risposte avute qui l'abbia spaventata, quasi. Io vorrei tranquillizzarla sul fatto che avere un familiare schizofrenico non la mette a rischio automaticamente di avere anche lei quella malattia. (Conosco illustri persone di successo con problemi familiari simili ai suoi).
Lei forse è spaventata anche di doer riprendere ad occuparsi di quel familiare, mi sembra di capire, una volta dimesso, e giustamente non si sente in grado di reggere la situazione. Penso che sia utile una 'riunione di famiglia' auspicando che lei possa essere un po' sgravata da un fardello così pesante. E attenzione ai sensi di colpa...
[#17]
Ex utente
la diagnosi di come mi ha trovata il medico ovvero che non ho problemi patologici che mi spingano verso determinate cure come incontri con psicologo o farmaci piuttosto che invece di star chiusa in me stessa starei meglio se mi aprissi e uscissi un pò di più perchè si tratta di una cosa caratteriale non di una malattia
[#18]
Ex utente
Dr Benedetti ha ben capito la mia preoccupazione era rivolta proprio sul fatto di non essere come quel famigliare io ora ho al massimo la famiglia del mio convivente con la mi anon ho rapporti perchè ho parenti lontanissimi e oltre il genitore in clinica l'altro ha problemi con l'alcool quindi sto proprio iniziando una nuova vita lontano da quei problemi famigliari che quelli purtroppo non si risolvono nel mio caso ma se tutelo la mia privacy son già stata rassicurata anche dalla polizia che non posson far carico su di me ma su mio padre quindi il problema sarebbe anche risolto.
Grazie di esser riuscito a capire dove volevo arrivare
Grazie di esser riuscito a capire dove volevo arrivare
[#19]
E dove voleva arrivare?
Ha scritto gia' sapendo cosa voleva leggere nella risposta?
Per come la penso io, meglio escludere le patologie con tentativi di diagnosi seri piuttosto che ricevere rassicurazioni fantomatiche sul suo problema "caratteriale", altrimenti il dubbio le raffiorera' ogni qualvolta si trovera' in difficolta' personali che non riuscira' a gestire, per complessita' delle stesse ed anche per la sua paura ad affrontarle.
Ha scritto gia' sapendo cosa voleva leggere nella risposta?
Per come la penso io, meglio escludere le patologie con tentativi di diagnosi seri piuttosto che ricevere rassicurazioni fantomatiche sul suo problema "caratteriale", altrimenti il dubbio le raffiorera' ogni qualvolta si trovera' in difficolta' personali che non riuscira' a gestire, per complessita' delle stesse ed anche per la sua paura ad affrontarle.
[#20]
Gentile utente,
La visione del problema è la solita che abbraccia chi mira a evitare le cure. Lei ha ricevuto una diagnosi, ha un recente tentativo di suicidio alle spalle, e soltanto perché adesso sta meglio questo non neutralizza il senso della diagnosi ricevuta. Il suo non mi sembra un cercare una risposta, mi sembra un voltarsi dall'altra parte evitando di considerare il problema in senso medico, e poi, tolto questo, di cercare di capire di chi è la colpa e cosa nell'ambiente non va. Le sue preoccupazioni NON costituiscono una diagnosi, e non sono una buona guida per capire dove andare a parare.
Segua le indicazioni di uno psichiatra. L'impostazione di una psicoterapia tesa a evitare una cura farmacologica mi sembra come ho detto paradossale, cioè ha come risultato l'aumento del rischio di recidiva.
La visione del problema è la solita che abbraccia chi mira a evitare le cure. Lei ha ricevuto una diagnosi, ha un recente tentativo di suicidio alle spalle, e soltanto perché adesso sta meglio questo non neutralizza il senso della diagnosi ricevuta. Il suo non mi sembra un cercare una risposta, mi sembra un voltarsi dall'altra parte evitando di considerare il problema in senso medico, e poi, tolto questo, di cercare di capire di chi è la colpa e cosa nell'ambiente non va. Le sue preoccupazioni NON costituiscono una diagnosi, e non sono una buona guida per capire dove andare a parare.
Segua le indicazioni di uno psichiatra. L'impostazione di una psicoterapia tesa a evitare una cura farmacologica mi sembra come ho detto paradossale, cioè ha come risultato l'aumento del rischio di recidiva.
[#21]
Credo che forse dovrà arrivare - ma è difficile e faticoso e lei è molto giovane, 21 anni, se non sbaglio - a una via di mezzo di garantirsi una sua privacy, come dice, senza tagliare proprio completamente i ponti con la famiglia di origine. Se fosse possibile sarebbe forse la strada più sana psichicamente, anche se faticosa.
In bocca al lupo!
In bocca al lupo!
[#22]
Ex utente
no io volevo solo saper se avere un famigliare schizofrenico comporta diventarlo, se per un periodo della vita si son assunti come aiuto psicofarmaci è possibile non doverne aver bisogno per tutta la vita o significhi essere diversi e se soffrire per un breve periodo di problemi legati all'ansia significa essere malati e se ciò significasse se si può guarire o si è marcati a vita comunque? se ne parla un sacco ma appunto la disinformazione è tanta, diagnosi ne ho già avute e non hanno riscontrato patologie ma volevo capire qual'è la verità visto che ingiro non ho trovato risposte a queste domande chiare volevo solo capire il senso.
grazie
grazie
[#23]
Ex utente
non è possibile in quanto di fatto non esistono rapporti normali con la mia famiglia anzi proprio per avere una vita normale che mi è stato detto di lasciar perder quelle persone che han cercato di minare la mia vita per anni, io non ho tentato proprio il suicidio ho praticamente chiesto aiuto perchè mi son trovata e sentita sola non ho fatto nulla che mi ha compromesso o messo in condizioni di morire però ho trovato dei medici che mi hanno ascoltata capita e indicato una strada che io sto già percorrendo facendomi aiutare la debolezza di quel momento di dire a del personale medico ora non ce la faccio ha già trovato risposte e sicuramente per sistemare terapia dovrò parlare con uno psichiatra ma io non mi ucciderei mai non vi ho maoi davvero pensato perchè dal punto di vista personale per etiche mie morali religiose e di concetto sarebbe assurdo e peggiorativo ho detto che non ce la facevo più in un momento difficile e mi è stato fornito l'aiuto. io non potrei farmi mai del male altrimenti non avrei valutato mai la possibilità di dover chiedere aiuto e per me è una regola generale di vita di farsi aiutare quando non va però con le idee chiare.
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Gentile utente,
la preoccupazione ossessiva per questo familiare con la schizofrenia è oziosa. Non le serve a niente fare ragionamenti a vuoto sul rischio/non-rischio. Oltretutto se poi questi ragionamenti si risolvono nel ritenere che il rischio di ammalarsi della stessa malattia derivi da una vicinanza fisica, e non dall'omissione di cure tempestive e continuative.
Lei si preoccupa di essere grave e poi rifiuta a pié pari l'idea di avere una malattia. Semplicemente incoerente, e rischioso per Lei, se è della sua salute che stiamo discutendo. Altrimenti possiamo discutere di tanti aspetti della sua vita che non hanno incidenza nel decorso della sua malattia, ma ne vedo l'utilità su un piano medico.
la preoccupazione ossessiva per questo familiare con la schizofrenia è oziosa. Non le serve a niente fare ragionamenti a vuoto sul rischio/non-rischio. Oltretutto se poi questi ragionamenti si risolvono nel ritenere che il rischio di ammalarsi della stessa malattia derivi da una vicinanza fisica, e non dall'omissione di cure tempestive e continuative.
Lei si preoccupa di essere grave e poi rifiuta a pié pari l'idea di avere una malattia. Semplicemente incoerente, e rischioso per Lei, se è della sua salute che stiamo discutendo. Altrimenti possiamo discutere di tanti aspetti della sua vita che non hanno incidenza nel decorso della sua malattia, ma ne vedo l'utilità su un piano medico.
[#27]
gentile ragazza,
la vita può essere fatta di alti e bassi, periodi brutti e periodi migliori. Lei sembra aver attraversato un periodo molto brutto, al punto da trovarsi a pensare forse alla via d'uscita del suicidio, anche se solo come unico modo per trovare aiuto. Probabilmente è arrivata al limite delle sue forze ed ha bisogno di un periodo di 'convalescenza' e di 'vacanza' (cioè allontanamento dalla routine avuta finora). Poi potrebbe vedere le cose con occhio un po' diverso, e riposato, e forse iniziare un periodo migliore. Mantenga, se riesce, l'appuntamento preso, a garanzia di avere una valutazione diretta, che qui ovviamente non può avere.
la vita può essere fatta di alti e bassi, periodi brutti e periodi migliori. Lei sembra aver attraversato un periodo molto brutto, al punto da trovarsi a pensare forse alla via d'uscita del suicidio, anche se solo come unico modo per trovare aiuto. Probabilmente è arrivata al limite delle sue forze ed ha bisogno di un periodo di 'convalescenza' e di 'vacanza' (cioè allontanamento dalla routine avuta finora). Poi potrebbe vedere le cose con occhio un po' diverso, e riposato, e forse iniziare un periodo migliore. Mantenga, se riesce, l'appuntamento preso, a garanzia di avere una valutazione diretta, che qui ovviamente non può avere.
[#28]
Ex utente
me ne sono accorta come mi son accorta che ho probabilmente spiegato male la situazione in modo che non è stata compresa per come realmente è...daltronde immagino e vedo che essendo le domande che ho posto forse frequenti è più difficile recepir il mio singolo caso di cui non voglio star qui a farvi perdere tempo oltre io tengo moltissimo alla mia salute e di aiuto ne ho sempre chiesto e ne ricevo e ne riceverò anche in ambito medico perchè se ci fosse problemi non è scappare che li risolve anzi appunto che la vita in passato è stata dura con me ho imparato che bisogna sempre affrontare le difficoltà e accettarsi per come si è se fosse nel caso malata o meno l'importante è essere rispettati e far una vita normale seppur con farmaci e controlli medici l'importante è non nuocere a se e agli altri quindi grazie della vostra consulenza e vedrò di vivere sempre serena.
[#29]
Gentile utente,
Insiste con questo suo atteggiamento ignorando completamente parte dei consulti ricevuti. "Vedrò di vivere sempre felice" mi sembra un'affermazione veramente priva di senso. Se lei pensa che questi disturbi siano uno scherzo del destino è molto lontana da quello che in realtà sono. Il pensare che si è spiegata male perché le risposte non la assecondano nella sua direzione di non curarsi mi sembra un alibi. Inoltre, pensare che il proprio caso sia un caso a parte è il culmine dell'errore. I medici non curano le persone caso per caso come primo approccio. Per fortuna esistono degli standard di riferimento, altrimenti andiamo alla cieca e ripetiamo gli stessi errori senza accorgercene.
Non stiamo qui discutendo se la vita sia stata dura, ma del rischio attuale connesso alla sua diagnosi. Per il resto se vuole prenderla come un merito o un demerito, sbaglia, né c'entra il volere che vada bene o la forza di volontà o la buona sorte. Se vuole preoccuparsi per la sua salute lo faccia in maniera razionale, almeno non scambiando il contrario per una soluzione ragionevole.
Insiste con questo suo atteggiamento ignorando completamente parte dei consulti ricevuti. "Vedrò di vivere sempre felice" mi sembra un'affermazione veramente priva di senso. Se lei pensa che questi disturbi siano uno scherzo del destino è molto lontana da quello che in realtà sono. Il pensare che si è spiegata male perché le risposte non la assecondano nella sua direzione di non curarsi mi sembra un alibi. Inoltre, pensare che il proprio caso sia un caso a parte è il culmine dell'errore. I medici non curano le persone caso per caso come primo approccio. Per fortuna esistono degli standard di riferimento, altrimenti andiamo alla cieca e ripetiamo gli stessi errori senza accorgercene.
Non stiamo qui discutendo se la vita sia stata dura, ma del rischio attuale connesso alla sua diagnosi. Per il resto se vuole prenderla come un merito o un demerito, sbaglia, né c'entra il volere che vada bene o la forza di volontà o la buona sorte. Se vuole preoccuparsi per la sua salute lo faccia in maniera razionale, almeno non scambiando il contrario per una soluzione ragionevole.
[#30]
Ex utente
io sto cercando di far capire che è da anni che faccio controlli regolari e contiuerò sempre a farne e finora non ho nulla!io sto dicendo non vivere sempre felice perchè la felicità è un altra cosa ma serena che è diverso...serena nel senso che se ci sono problemi li affronto se non vi sono meglio!
se ho detto che parlo e parlerò con uno psichiatra non le pare abbastanza razionale come soluzione? ricordo che come non devo farmi fare diagnosi on-line nel caso la diagnosi è positiva mi sembra che bisogni far lo stesso anche se è negativa... ci sono molti giovani che cercano risposte nel web anche più giovani di me... e a me va bene che mi venga detto che son malata ecc... ma se un 13enne le chiede cos'è la psicosi cosa fa lo manda da uno psichiatra?c'è un limite a tutto... un consiglio si può chiedere senza ricevere giudizi ma consigliando non è certo dicendo a una persona che "è sbagliata" che si ottengono buoni risultati io da piccola son stata per 3anni con la stessa psichiatra perchè ho chieswto aiuto per la situazione famigliare e ho fatto un percorso che mi ha garantito di crescere in modo monitorato e sano come sana son stata trovata. poi nella vita può succedere di provare ansia o tristezza per dei periodi a chiunque e chiunque succede ma senza conoscere una persona non credo si abbiano mai abbastanza elementi e variabili per dire è malata credo che ci vorrebbe tempo per arrivar a tale conclusione.
se ho detto che parlo e parlerò con uno psichiatra non le pare abbastanza razionale come soluzione? ricordo che come non devo farmi fare diagnosi on-line nel caso la diagnosi è positiva mi sembra che bisogni far lo stesso anche se è negativa... ci sono molti giovani che cercano risposte nel web anche più giovani di me... e a me va bene che mi venga detto che son malata ecc... ma se un 13enne le chiede cos'è la psicosi cosa fa lo manda da uno psichiatra?c'è un limite a tutto... un consiglio si può chiedere senza ricevere giudizi ma consigliando non è certo dicendo a una persona che "è sbagliata" che si ottengono buoni risultati io da piccola son stata per 3anni con la stessa psichiatra perchè ho chieswto aiuto per la situazione famigliare e ho fatto un percorso che mi ha garantito di crescere in modo monitorato e sano come sana son stata trovata. poi nella vita può succedere di provare ansia o tristezza per dei periodi a chiunque e chiunque succede ma senza conoscere una persona non credo si abbiano mai abbastanza elementi e variabili per dire è malata credo che ci vorrebbe tempo per arrivar a tale conclusione.
[#31]
Ex utente
il significato di una persona psicologicamente sana vel'ho chiesto come tanta gente vedo che chiede ma le risposte arrivano subito sul personale dando giudizi.
Il fatto è poi che aldilà che non ho mai menzionato ne destino ne cose simili ne sto dicendo che temo una diagnosi vedendo che queste son solo supposizioni sulla base di delle parole scritte da un pc mi accorgo da dati logici che non vengo capita se faccio una domanda specifica e mi viene risposto con un giro di parole o dicendo giudizi personali o non spiegando il significato di delle problematiche di cui mi pare chiaro bisogna ci fosse più informazione!e sinceramente vedo che non è solo di mia opinione che il mio concetto basilare qui non venga recepito.
Il fatto è poi che aldilà che non ho mai menzionato ne destino ne cose simili ne sto dicendo che temo una diagnosi vedendo che queste son solo supposizioni sulla base di delle parole scritte da un pc mi accorgo da dati logici che non vengo capita se faccio una domanda specifica e mi viene risposto con un giro di parole o dicendo giudizi personali o non spiegando il significato di delle problematiche di cui mi pare chiaro bisogna ci fosse più informazione!e sinceramente vedo che non è solo di mia opinione che il mio concetto basilare qui non venga recepito.
[#32]
"sono una 20enne e stò seguendo una terapia farmacologica piuttosto pesante per ansia e depressione e attacchi di panico,tentato il suicidio di recente "
Lei non è una persona che chiede cos'è una psicosi, quindi non vedo che c'entri quel discorso. Questa non è una supposizione ma una cosa che ha scritto Lei e che altri medici hanno diagnosticato.
Si va sul personale ? Al contrario, si va sul generale, lei invece si sposta sul personale e sul particolare, infatti gliel'ho fatto notare.
Il suo percorso è, sintetizzando, che ha avuto un disturbo riferibile a eventi esterni, cambiando i quali si spera non ritorni, e comunque la psicologia può essere risolutiva per evitare di curarsi con le medicine.
Tutto ciò è errato.
Rispetto al fatto di essere compresa, lei capisce il contrario, il suo concetto basilare viene recepito e criticato. Se non è d'accordo pazienza, ma ricevere un parere orientato in maniera diversa da quel che si è portati a credere non significa non essere stati capiti o considerati.
Per quanto riguarda il rischio si suicidio, l'unico dato forte per prevederne la ripetizione è che uno l'abbia già fatto.
Lei non è una persona che chiede cos'è una psicosi, quindi non vedo che c'entri quel discorso. Questa non è una supposizione ma una cosa che ha scritto Lei e che altri medici hanno diagnosticato.
Si va sul personale ? Al contrario, si va sul generale, lei invece si sposta sul personale e sul particolare, infatti gliel'ho fatto notare.
Il suo percorso è, sintetizzando, che ha avuto un disturbo riferibile a eventi esterni, cambiando i quali si spera non ritorni, e comunque la psicologia può essere risolutiva per evitare di curarsi con le medicine.
Tutto ciò è errato.
Rispetto al fatto di essere compresa, lei capisce il contrario, il suo concetto basilare viene recepito e criticato. Se non è d'accordo pazienza, ma ricevere un parere orientato in maniera diversa da quel che si è portati a credere non significa non essere stati capiti o considerati.
Per quanto riguarda il rischio si suicidio, l'unico dato forte per prevederne la ripetizione è che uno l'abbia già fatto.
[#33]
Gentile ragazza. Come ha avuto modo di vedere e forse di provare anche direttamente, ci sono posizioni molto diverse anche fra i medici e gli psichiatri. C'è chi approfitta per toccare e carezzare, chi consiglia una cosa e chi l'altra, chi in un modo e in un tono, chi in un altro. Questo dipende dalle caratteristiche individuali delle persone (anche i medici e gli psichiatri sono persone umane, che a volte sbagliano o fanno cose indebite, come le è capitato), sia dal fatto che psichiatria e psicologia sono un campo ancora misterioso e poco conosciuto. Come saprà ci sono teorie e posizioni diverse, chi è convinto che tutto sia di natura organica ed ereditaria, chi pensa siano importanti le esperienze ambientali. Di conseguenza c'è chi prescrive farmaci e chi interventi psicoterapici. Le risposte avute qui possono servirle per pensare alla situazione, poi deciderà lei per il meglio. Si ricordi che ognuno porta la responsabilità di se stesso e della sua salute. Gli altri (anche se medici) possono solo consigliare.
Il titolo della sua richiesta è "speranze?!". Mi sembra importante, la risposta è sicuramente positiva. Il punto esclamativo esprime forse la sua volontà di non darsi per vinta. Ha ragione.
La saluto e le faccio i migliori auguri di trovare la sua strada.
Il titolo della sua richiesta è "speranze?!". Mi sembra importante, la risposta è sicuramente positiva. Il punto esclamativo esprime forse la sua volontà di non darsi per vinta. Ha ragione.
La saluto e le faccio i migliori auguri di trovare la sua strada.
[#34]
Gentile utente,
Le cose a mio modo di vedere stanno così. Non importano i modi di vedere e di pensare. Ci sono alcune cose misurate, il fatto che le malattie mentali siano ereditarie è misurato e queste misure vanno lette attentamente per capirne il significato, ma non c'è nessuna equazione che ci dia la certezza di questa ereditarietà. Anche i fattori di rischio per il suicidio sono stati misurati, e il primo è una storia di suicidio tentato.
Psicoterapie farmacoterapie, ect, e altro non corrispondono a orientamenti culturali o personali, sono indicazioni anch'esse misurate per poter prevedere in cosa e in che misura sono utili.
Il resto, ciò che non è misurato o misurabile, non riguarda la pratica medica ma gli orientamenti personali, che poco importano nel programmare un trattamento.
In tutta la medicina il tipo di situazione è questa, in psichiatria è più confusa perché qualcuno pensa che sia un settore separato, non vedo la ragione per prendere questa posizione operativamente, poi ognuno può sposare la visione del mondo che preferisce.
Le cose a mio modo di vedere stanno così. Non importano i modi di vedere e di pensare. Ci sono alcune cose misurate, il fatto che le malattie mentali siano ereditarie è misurato e queste misure vanno lette attentamente per capirne il significato, ma non c'è nessuna equazione che ci dia la certezza di questa ereditarietà. Anche i fattori di rischio per il suicidio sono stati misurati, e il primo è una storia di suicidio tentato.
Psicoterapie farmacoterapie, ect, e altro non corrispondono a orientamenti culturali o personali, sono indicazioni anch'esse misurate per poter prevedere in cosa e in che misura sono utili.
Il resto, ciò che non è misurato o misurabile, non riguarda la pratica medica ma gli orientamenti personali, che poco importano nel programmare un trattamento.
In tutta la medicina il tipo di situazione è questa, in psichiatria è più confusa perché qualcuno pensa che sia un settore separato, non vedo la ragione per prendere questa posizione operativamente, poi ognuno può sposare la visione del mondo che preferisce.
[#35]
Ex utente
buonasera,
dopo tanto tempo sono tornata per dare mie notizie.
Quando ho chiesto il vostro consulto ero abbastanza confusa e non ero in grado di parlare ne di me ne della mia situazione in modo chiaro e adeguato.
Ho passato un periodo difficile e purtroppo senza appoggi. Ho poi trovato la forza di consultare una psichiatra che mi ha fatto sospendere piano piano la terapie con benzodiazepine che durava da 2anni... mi ha prescritto del trimagnesio e con controlli regolari son stata monitorata nel mio percorso.
Ho avuto modo di valutare da sola e con la dottoressa la mia situazione e mi son confrontata con persone della mia città e della mia età che sono in cura da psicologi e/o psichiatri.
Ho scelto di farmi aiutare a 360 gradi con 1visita psicoterapeutica a settimana e una psichiatrica ogni 15giorni circa per stabilire se vi è la necessità di una terapia farmacologica in quanto la psichiatra mi ha diagnosticato problemi di angoscia mentre per ora i passati problemi di attacchi di panico e ansia ora non si presentano più.
Io ho molta fiducia e buoni propositi e tanta voglia sia di seguire psicoterapia che una monitorata terapia farmacologica questa volta monitorata e anzi mi son opposta a chi mi diceva che dovevo farcela senza aiuti.
Ora mi è chiaro l'utilità, l'importanza di seguire delle cure da specialisti che hanno studiato apposta in quanto vi son patologie che non si posson curare da soli ed è inutile soffrire.La psichiatra ha elogiato dopo una serie di incontri la mia voglia di farmi curare e di impegnarmi per migliorare la mia vita.Ho ripreso rapporti con la mia famiglia e pian piano sto accettando la malattia di mia madre prendendo coscienza che potrei ammalarmi come potrei anche rimanere "immune" dalla malattia ma l'importante in assoluto è farsi aiutare.
Chiedo venia della confusione e poca capacità di riflessione che ho mostrato ai tempi in un momento di crisi, ringrazio di tutti i consulti.
dopo tanto tempo sono tornata per dare mie notizie.
Quando ho chiesto il vostro consulto ero abbastanza confusa e non ero in grado di parlare ne di me ne della mia situazione in modo chiaro e adeguato.
Ho passato un periodo difficile e purtroppo senza appoggi. Ho poi trovato la forza di consultare una psichiatra che mi ha fatto sospendere piano piano la terapie con benzodiazepine che durava da 2anni... mi ha prescritto del trimagnesio e con controlli regolari son stata monitorata nel mio percorso.
Ho avuto modo di valutare da sola e con la dottoressa la mia situazione e mi son confrontata con persone della mia città e della mia età che sono in cura da psicologi e/o psichiatri.
Ho scelto di farmi aiutare a 360 gradi con 1visita psicoterapeutica a settimana e una psichiatrica ogni 15giorni circa per stabilire se vi è la necessità di una terapia farmacologica in quanto la psichiatra mi ha diagnosticato problemi di angoscia mentre per ora i passati problemi di attacchi di panico e ansia ora non si presentano più.
Io ho molta fiducia e buoni propositi e tanta voglia sia di seguire psicoterapia che una monitorata terapia farmacologica questa volta monitorata e anzi mi son opposta a chi mi diceva che dovevo farcela senza aiuti.
Ora mi è chiaro l'utilità, l'importanza di seguire delle cure da specialisti che hanno studiato apposta in quanto vi son patologie che non si posson curare da soli ed è inutile soffrire.La psichiatra ha elogiato dopo una serie di incontri la mia voglia di farmi curare e di impegnarmi per migliorare la mia vita.Ho ripreso rapporti con la mia famiglia e pian piano sto accettando la malattia di mia madre prendendo coscienza che potrei ammalarmi come potrei anche rimanere "immune" dalla malattia ma l'importante in assoluto è farsi aiutare.
Chiedo venia della confusione e poca capacità di riflessione che ho mostrato ai tempi in un momento di crisi, ringrazio di tutti i consulti.
[#36]
Gentile utente,
sono molto contenta di sentire queste belle notizie e la ringrazio di aver voluto condividere con noi i suoi progressi. Ha avuto il coraggio di fare delle scelte e sta costruendo la sua vita da giovane adulta. Tanti auguri.
sono molto contenta di sentire queste belle notizie e la ringrazio di aver voluto condividere con noi i suoi progressi. Ha avuto il coraggio di fare delle scelte e sta costruendo la sua vita da giovane adulta. Tanti auguri.
[#37]
Gentile utente,
certo, è importante che abbia preso questa decisione. Lei ha chiesto un aiuto, e lo riceve in forma tecnica, cioè non riceve un aiuto generico ma un giudizio e una prescrizione che mirano al controllo dell'andamento del suo disturbo, e alla fine alla maggiore libertà rispetto a ciò che il disturbo, rigidamente, le farebbe subire.
Saluti
certo, è importante che abbia preso questa decisione. Lei ha chiesto un aiuto, e lo riceve in forma tecnica, cioè non riceve un aiuto generico ma un giudizio e una prescrizione che mirano al controllo dell'andamento del suo disturbo, e alla fine alla maggiore libertà rispetto a ciò che il disturbo, rigidamente, le farebbe subire.
Saluti
Questo consulto ha ricevuto 37 risposte e 5.8k visite dal 01/09/2009.
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