Prendere un ansiolitico tramite puntura è più efficace e rapido rispetto a gocce o pasticche?

Salve a tutti, avrei una domanda da porre.
Sono un ragazzo di 28 anni, e da quando ne ho 22/23 che soffro di disturbo d'ansia e attacchi di panico.
Oltre a seguire una psicoterapia, seguo anche un percorso farmacologico, assumendo la sertralina (2 compresse da 50 mg al dì).
Sicuramente sto meglio, nel senso che non ho un'ansia forte e gli attacchi di panico sono molto più rari.
Però ci sono certe circostanze, situazioni o eventi che mi creano ancora disagio.
Ragion per cui, assumo anche il lexotan in gocce al bisogno.
Però, ho notato che quando l'ansia è molto forte, anche il massimo dosaggio indicato dal bugiardino (30 gocce) non mi fanno nulla, oppure (se agiscono) ci mettono veramente tanto tempo.
Ad esempio, qualche sera fa ho avuto un episodio di panico, e da quando ho preso il Lexotan ho dovuto aspettare circa un'ora e mezza prima di calmarmi.
Ora, finché non ho grandi cose da fare, la cosa può essere anche gestibile, ma di fronte a determinati impegni (esami universitari, o spettacoli teatrali dato che sono anche un cantante), la cosa può davvero diventare un handicap.
Rischiando di non riuscire ad andare a dare gli esami, oppure di avere una crisi di panico paralizzante poco prima se non durante uno spettacolo musicale.
E di certo non posso permettermelo.
Non so se in commercio esistono ansiolitici al bisogno più potenti del lexotan, però una volta sentii da un medico (con cui ci parlai casualmente), che nei disturbi di panico è preferibile assumere gli ansiolitici per endovena.
Mi parlò infatti dello Xanax che può essere iniettato e che farebbe effetto nel giro di pochissimi minuti.
È vera questa cosa?
La psichiatra dalla quale sono in cura è momentaneamente convalescente, per cui non posso consultarla, quindi ho pensato di chiedere un parere qui, così da poter rivolgermi, magari, al medico di base per farmi prescrivere queste punture da poter utilizzare in caso di bisogno estremo.
Grazie per l'attenzione.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Sta ragionando come chi in effetti ha il panico, cioè che rimedio in caso di attacco, fino a ipotizzare rimedi istantanei da applicare per via endovenosa etc.
La cura per il panico che ha evidentemente non funziona appieno, e quindi va riconsiderata come dose o come molecola.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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Utente
Utente
Buongiorno, dottore. Intanto la ringrazio per la risposta. Non ho ben capito cosa intende quando dice di "ragionare come chi ha il panico". Tuttavia, vorrei fare notare che da da quando non assumevo farmaci (quindi ansia quotidiana, attacchi di panico molto frequenti, anche più volte al giorno), con la sertralina la situazione è notevolmente migliorata. Le criticità emergono solo per circostanze particolari in cui il livello di stress emotivo è indubbiamente molto alto. Pensa che un farmaco più potente (intendo solo di farmaco al bisogno) o iniettato per endovena non possa giovare? La ringrazio ancora
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Chi ha il panico fa dei ragionamenti tipici, quindi pensieri "da panico", tra cui questo è uno di quelli relativi a come gestire le crisi e che tipo di cura chiedere.

Dr.Matteo Pacini
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