Ssri, pssd e verginità

Gent.
mi Dottori, sarei felice di conoscere la vostra opinione circa una questione già molto dibattuta e con cui mi ritrovo a fare i conti personalmente.

Da circa 3 anni faccio sedute di psicoterapia settimanali con uno psicologo-psicoterapeuta di orientamento cognitivo-comportamentale, con il quale mi trovo molto bene.

Il mio psicoterapeuta vorrebbe inviarmi da uno psichiatra di sua fiducia per verificare la possibilità di un approccio combinato psicoterapia-farmaci.
Lui è molto preoccupato per il mio tono dell’umore altalenante e negli ultimi mesi persistentemente basso.
Ho molti pensieri cupi e a tratti anche disperati.
A questo si aggiungono disturbi ricorrenti del sonno (risvegli notturni) che mi stanno distruggendo.
Sono il tipo di persona che ha bisogno di almeno 7 ore di buon sonno per avere un minimo di efficienza psicofisica.
Sono già stato visitato in un centro di Medicina del sonno e mi è stato detto che il problema ha natura squisitamente psicogena.
Insomma non è per niente un bel momento e io per primo sono convinto che una consulenza psichiatrica sarebbe opportuna.
Temo però fortemente che lo psichiatra possa propormi una terapia con SSRI.
Ciò che mi frena e mi terrorizza di questo tipo di farmaci sono i possibili side effects a livello sessuale.
E questi possibili side effects mi frenano e mi terrorizzano per un motivo molto preciso: io non ho MAI avuto rapporti sessuali completi.
Ovviamente qui non ho lo spazio per soffermarmi su questo mio dramma personale, dovuto a tanti motivi (fobia sociale, scarsa autostima etc.
) che sto cercando di affrontare in psicoterapia.
Mi limito a scrivervi che è un problema per me molto doloroso e forse una delle cause della depressione.
Il punto è che ora ho 39 anni, è reale la possibilità che io non riesca a fare sesso mai più nella mia vita e questo scenario già molto probabile rischia di diventare certo se poi dovessi avere pure le disfunzioni sessuali da psicofarmaco riportate da così tanti pazienti o peggio ancora sviluppare la tanto discussa e temuta PSSD.
Quindi rimango bloccato e nel frattempo cerco di arrangiarmi con rimedi naturali prescrittimi dal mio medico curante che è omeopata-omotossicologo.
Rimedi che tamponano ma NON risolvono.
Nella mia esperienza l'omeopatia e la medicina naturale sono state risolutive per altre patologie ma quasi totalmente inefficaci per i disturbi dell'umore.
D'altra parte non mi capacito di come dei farmaci (gli SSRI) che sono stati studiati per curare la depressione vadano poi a peggiorare quello che è uno dei sintomi principali della malattia (il calo della libido), insomma mi sembra un paradosso e un controsenso.
A rigore di logica un antidepressivo dovrebbe aumentare la libido e le prestazioni sessuali, e non comprometterle.
Mi rammarico profondamente che la ricerca non abbia messo a punto psicofarmaci meno impattanti.
È veramente dura dover scegliere tra il tenermi la depressione e la castità a vita.
Vi ringrazio in anticipo per le risposte.
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 43.2k 1k
La pssd non è una patologia scientificamente riconosciuta. Se ovviamente cerca determinati termini chiave trova un unico articolo che viene ripetutamente replicato ma che non riporta dati seri sulla questione.

Se è necessario lo psichiatra prescrive una terapia che lei assumerà se vorrà, poiché da adulto può decidere liberamente.

La terapia potrà essere di qualunque tipologia.

Altro non c’è da discutere.

https://t.me/FSRuggiero_psichiatra
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 46k 1k
"Temo però fortemente che lo psichiatra possa propormi una terapia con SSRI."

Che c'è da temere ?

Semplicemente Lei sta scegliendo di evitare un parere medico rivolto alle opzioni disponibili. E' liberissimo di curarsi senza diagnosi definite, e sul mercato esistono prodotti consistenti in sostanzialmente niente che vanno bene per "nonsisacosa".
Il resto sono discorsi posticci, il motivo per cui non va a farsi visitare non risiede certamente in un ragionamento sulla pssd.

A rigor di logica le caratteristiche che dovrebbero avere gli antidepressivi non sono vere. Quella è la logica del sintomo: a rigor di logica chi non ha depressione non ha i sintomi della depressione. A rigor di logica gli anti-tumorali non dovrebbero avere proprietà di poter indurre mutazioni pro-tumorali, a rigor di logica i farmaci per curare la aritmie non dovrebbero produrre aritmie, e gli antibiotici favorire infezioni da ceppi resistenti.
Basterebbe dire che conoscere una materia non equivale a immaginarsela uguale a quello che già si sa. Ma nessuno pretende questo.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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