L'ansia può scivolare nella depressione?
Sono una donna di 34 anni.
Ho avuto i miei primi attacchi di panico a 18 anni, agli inizi della mia vita da universitaria fuorisede; erano diventati talmente invalidanti da impedirmi di frequentare lezioni o uscire di casa.
Il MMG mi prescrisse benzodiazepine e col tempo la sintomatologia sfumò.
Due anni fa in maniera del tutto inaspettata (ero dal parrucchiere) si sono ripresentati con tutta la loro violenza.
Memore di quanto accaduto ho subito "aggredito" il problema con la psicoterapia e un aiuto farmacologico prescritto dallo psichiatra (Gabapentin).
Ad oggi sono stata "congedata" da entrambi gli specialisti, ho dismesso il farmaco da un anno e la psicoterapeuta ha chiuso la terapia (ci vediamo solo per check trimestrali per ora).
Per tutti sto bene.
Non ho attacchi di panico o fenomeni di evitamento, conduco una vita normale e soddisfacentemente funzionale, ho appreso come gestire traumi infantili e trigger vari e come cavalcare la mia ansia.
Ma...
Ma io non sto bene.
Sono tormentata dal pensiero di non avere uno scopo nella vita, di vivere in un mondo in cui la cattiveria e le brutture rovinano qualsiasi cosa di buono si possa creare.
Mi sento un sacco di carne vuoto su un pezzo di roccia che gira in un universo altrettanto vuoto e mi sembra che sia la sola a percepire il problema.
Ne parlo con tutti, professionisti e rete di supporto (ho un compagno, amici, famiglia), ma nessuno sembra sentire quel che sento io.
Mi sento divorare un pezzo alla volta da una voragine nera che mi si è aperta in petto.
È come vivere in una casa con un buco gigantesco in una parete, che si allarga ogni giorno un po'.
Non so come chiuderlo e tutti mi dicono di accettare che ci sia e concentrarmi su altro.
E si, io posso mettere su un impianto elettrico da paura, arredare con gusto, ignorare il buco e fare finta che non ci sia.
Ma il buco c'è e nessuno vivrebbe in una casa cosi per quanto funzioni bene la rete elettrica.
Io credo che l'approccio utilizzato finora non vada più bene per me, è possibile che ci sia un bias da parte dei professionisti che ho consultato per cui io sono "etichettata" come GAD e quindi a posto cosi, oppure queste nuove sensazioni sono ascrivibili sempre all'ansia generalizzata?
Ho avuto i miei primi attacchi di panico a 18 anni, agli inizi della mia vita da universitaria fuorisede; erano diventati talmente invalidanti da impedirmi di frequentare lezioni o uscire di casa.
Il MMG mi prescrisse benzodiazepine e col tempo la sintomatologia sfumò.
Due anni fa in maniera del tutto inaspettata (ero dal parrucchiere) si sono ripresentati con tutta la loro violenza.
Memore di quanto accaduto ho subito "aggredito" il problema con la psicoterapia e un aiuto farmacologico prescritto dallo psichiatra (Gabapentin).
Ad oggi sono stata "congedata" da entrambi gli specialisti, ho dismesso il farmaco da un anno e la psicoterapeuta ha chiuso la terapia (ci vediamo solo per check trimestrali per ora).
Per tutti sto bene.
Non ho attacchi di panico o fenomeni di evitamento, conduco una vita normale e soddisfacentemente funzionale, ho appreso come gestire traumi infantili e trigger vari e come cavalcare la mia ansia.
Ma...
Ma io non sto bene.
Sono tormentata dal pensiero di non avere uno scopo nella vita, di vivere in un mondo in cui la cattiveria e le brutture rovinano qualsiasi cosa di buono si possa creare.
Mi sento un sacco di carne vuoto su un pezzo di roccia che gira in un universo altrettanto vuoto e mi sembra che sia la sola a percepire il problema.
Ne parlo con tutti, professionisti e rete di supporto (ho un compagno, amici, famiglia), ma nessuno sembra sentire quel che sento io.
Mi sento divorare un pezzo alla volta da una voragine nera che mi si è aperta in petto.
È come vivere in una casa con un buco gigantesco in una parete, che si allarga ogni giorno un po'.
Non so come chiuderlo e tutti mi dicono di accettare che ci sia e concentrarmi su altro.
E si, io posso mettere su un impianto elettrico da paura, arredare con gusto, ignorare il buco e fare finta che non ci sia.
Ma il buco c'è e nessuno vivrebbe in una casa cosi per quanto funzioni bene la rete elettrica.
Io credo che l'approccio utilizzato finora non vada più bene per me, è possibile che ci sia un bias da parte dei professionisti che ho consultato per cui io sono "etichettata" come GAD e quindi a posto cosi, oppure queste nuove sensazioni sono ascrivibili sempre all'ansia generalizzata?
[#1]
Quindi non una diagnosi di disturbo di panico ma di GAD ? Però quei fenomeni che descriveva sembravano un disturbo di panico.
Di fatto non c'è stato alcun trattamento antipanico.
Un disturbo non trattato, perché si meraviglia che nel tempo possa evolvere con una componente umorale ? Tra l'altro, i sintomi che riferisce sembrano proprio primari, non di quelli da semplice esaurimento, c'è un pensiero di tipo negativo che di solito non è solo associato ad un'apprensione costante.
Esiste un motivo per cui non ha ricontattato gli specialisti visto che non va bene ?
Di fatto non c'è stato alcun trattamento antipanico.
Un disturbo non trattato, perché si meraviglia che nel tempo possa evolvere con una componente umorale ? Tra l'altro, i sintomi che riferisce sembrano proprio primari, non di quelli da semplice esaurimento, c'è un pensiero di tipo negativo che di solito non è solo associato ad un'apprensione costante.
Esiste un motivo per cui non ha ricontattato gli specialisti visto che non va bene ?
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
[#2]
Utente
La ringrazio per la risposta intanto.
Mi sono stati diagnosticati: GAD, disturbo di panico e disturbo ossessivo.
Con l'EMDR e la psicoterapia cognitiva siamo riusciti ad affrontare il problema attacchi di panico.
Ho ricontattato la psicoterapeuta che però ritiene che questi nuovi sintomi siano dovuti al periodo particolarmente stressante che sto vivendo e al mio rimuginarci sopra: trasloco, intervento chirurgico da affrontare, nuovo lavoro e lutto in famiglia.
Forse è davvero tutto qui.
Mi sono stati diagnosticati: GAD, disturbo di panico e disturbo ossessivo.
Con l'EMDR e la psicoterapia cognitiva siamo riusciti ad affrontare il problema attacchi di panico.
Ho ricontattato la psicoterapeuta che però ritiene che questi nuovi sintomi siano dovuti al periodo particolarmente stressante che sto vivendo e al mio rimuginarci sopra: trasloco, intervento chirurgico da affrontare, nuovo lavoro e lutto in famiglia.
Forse è davvero tutto qui.
[#3]
Il disturbo di panico ha una cura farmacologica ben nota.
Mi stupisce un po' con questo trittico di diagnosi una terapia con gabapentin, ci deve essere un motivo.
Mi stupisce un po' con questo trittico di diagnosi una terapia con gabapentin, ci deve essere un motivo.
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 692 visite dal 01/01/2024.
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