Vecchia tubercolosi che conseguenze?

Mi scuso fin d'ora per la rappresentazione frammentaria del problema, ma sono molto preoccupata e necessito di alcune risposte ai miei (pur non supportati da prove concrete) quesiti:
- mio marito (adesso 45 anni) contrae sotto servizio militare (età circa 23 anni) la Tubercolosi; non mi chieda di che tipo, non ho mai avuto risposte chiare ed esaurienti; dai suoi racconti emerge solo che ai tempi avrebbe avuto diritto a dei punti di invalidità con la possibilità di ricevere gratuitamente medicine per tutta la vita (e i suoi si erano opposti per una presupposta "vergogna sociale");
- al medico di famiglia in mia presenza ha riferito che "le radiografie evidenziavano delle macchie, ma non sono significative perchè sono le macchie della tbc ormai passata e quindi non significano nulla"...di queste radiografie non vi è traccia perchè, dice, trattenute dal centro pneumologico che lo curò ai tempi.
Nel corso di un recente screening con rx toracica i medici preoccupati evidenziano queste macchie e chiedono di poter visionare una lastra precedente; mio marito va su tutte le furie, e si rifiuta di spiegarmi i motivi di questo evidente nervosismo, dicendo che comunque le macchie "non significano nulla", "sono vecchie"...
Io, ancor di più preoccupata, vi chiedo:
1) Sono possibili per lui "recidive", o la possibilità di andare incontro a forme "evolute" e ben peggiori della malattia, oppure averla avuta significa che sono stati formati anticorpi in grado resistere a qualunque contagio? In parole diverse, vorrei sapere se è più esposto di altri "sani" a pericoli di prendersi il virus, oppure ancora peggio il focolaio è dentro di lui e potrebbe "risvegliarsi" in qualunque momento?
2) Avendo una figlia piccola è possibile che lei (oppure anche io), possiamo essere contagiate da un "risveglio" di qualcosa di cui lui è portatore sano?
Mi scusi la confusione, la ringrazierei se potesse darmi dei chiarimenti...
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Dr. Claudio Pedicelli Radiologo 581 23
Gentile utente, mi pare di capire che " la vergogna sociale" cui fa riferimento gravi ancora nell'animo di suo marito, al punto da rifiutare, in tema, un'apertura anche nei confronti della sua partner e questo credo possa spiegare il suo nervosismo ; questo ha come conseguanza che, senza l'esplicito assenso di suo marito, secondo le norme della legge sulla priivacy, Lei non è autorizzata a chiedere notizie sulla salute di suo marito a medici che l'abbiano o l'abbiano avuto in cura.
A titolo generale, non inerente il caso specifico, posso informarla che che l'infezione tubercolare spessissimo lascia delle cicatrici al polmone che in sé sono assolutamente innocue, sia rispetto al portatore che a chi gli sta vicino, quindi non c'è nessun rischio di contagio e il rischio di nuova infezione tubercolare non è maggiore di altri individui, godendo anzi di un'immunità ( relativa).
Naturalmente le cicatrici possono assumere aspetti disparati, quindi è lecita la richiesta di radiografie vecchie per confrontare che queste cicatrici siano sempre uguali e, quindi, sicuramente solo cicatrici.
Mi permetto, infine, una nota sulla vergogna sociale: le sue origini storiche nascono dal fatto che la tubercolosi storica era caratteristica di ambienti poveri e malsani ( malnutrizione, ambienti umidi), non perché il bacillo ( non virus!)stesse solo lì, ché , anzi , stava e continua a stare dappertutto; la cattiva alimentazione favoriva la ridotta capacità immunitaria dell'individuo, che, più facilmente passava dalla semplice infezione ( diffusa dappertutto) a una codizione di malattia. La tubercolosi moderna, invece, essendo venute meno a tutti i livelli le cattive condizioni ambientali e di povertà, è notevolmente diminuita ( a parte problematiche nuove con la tubercolosi importata) e tende a colpire individui di livello sociale medio alto perchè , a causa delle continue attenzioni esercitate nell'infanzia iperprotetta( soprattutto uso indiscriminato di antibiotici), quesi individui tendono ad avere un sistema immunitario " pigro" e quindi sono più facile preda di queste infezioni.
Infine, e sempre con il fine di abbattere definitivamente questa vergognosa " vergogna sociale",scusi la cacofonia, se non lo ha già fatto, le consiglierei di leggere " La montagna incantata " di Thomas Mann: scoprirà che la tubercolosi colpiva anche ceti sociali alti e altissimi, che all'epoca venivano curati in sanatori Svizzeri di grandissimo lusso che,non a caso, con il drastico ridimensionamento della tubercolosi storica,all'inizio del '900 per sovravvivere, furono trasformati negli alberghi a 4 e 5 stelle che ancora oggi può trovare a Davos, piuttosto che a Saint Moritz o a Cortina.
Con i saluti più cordiali e scusandomi per le divagazioni.

Dott. Claudio pedicelli
Specialista in Radiologia
Ecografia

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Attivo dal 2007 al 2010
Ex utente
Grazie mille per l'esauriente risposta e anche per la preziosa e molto apprezzata "divagazione"!!!
Distinti Saluti!