Puntare i piedi

Buonasera,
Mio figlio ha 5 mesi e 10 giorni,
da una settimana una mia amica viene tutti i giorni a trovarlo e puntualmente lo prende in braccio e gli fa puntare i piedi sul tavolo,io non so se si potrebbe fare.Se si fa a questa età cosa può comportare? Mi potete dire da che mese si può fare?
Poi ho un altro problema, mio figlio non ne vuole proprio sapere di bere,lo sputa.Lo abbiamo svezzato da una settimana e ha anche un pò di stipsi. Per caso esistono delle bevande alternative?
Un grazie infinito per la vostra bontà,cordialità e disponibilità.
Distinti saluti.
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Dr. Antonio Valassina Ortopedico, Chirurgo vascolare 2k 66
Gentile signora
mi limito a risponderle alla prima parte essendo un tema anche di competenza ortopedica.

Le segnalo che non è una riposta nello specifico perchè a distanza ogni valutazione è impossibile, inoltre lei non ci dice se, a parte le evoluzioni che la sua amica impone al bambino, questi, lasciato in pace (sollevato senza stress e stimoli "particolari") cerca di mettersi in piedi/deambulare ed eventualmente come...

Posso solo fornirle, in via molto generale, come informazione che l'andatura in punta di piedi nel periodo che va da uno a due anni compiuti è da considerarsi un normale meccanismo di potenziamento della muscolatura antigravitaria ed un'utile fase di passaggio nello sviluppo psicomotorio per raggiungere la corretta esecuzione della sequenza del passo e della corsa.

Dopo i due anni, qualora persista, si ritiene sia causata da un'eccessiva tensione (ipertono) dei muscoli del polpaccio (il tricipite della sura) tramite il tendine di Achille. Lo si può notare perché, se si tiene bloccato il ginocchio del bambino in estensione, il piede arriva soltanto ad angolo retto durante l'estensione del piede verso la gamba, non riuscendo a estendersi oltre i 90°, come dovrebbe, verso la tibia.
In questi casi si parla di "andatura sulle punte abituale" e tale forma va distinta, in genere con un semplice esame clinico, da tutte le altre rare condizioni in cui un bambino cammina sulla punta dei piedi, in particolare la paralisi cerebrale e la distrofia muscolare o patologie congenite.

In poche parole, mentre un bambino con un modesto ipertono, ma sostanzialmente sano, che cammina abitualmente sulle punte è in grado, quando vuole (o si distrae), di appoggiare quasi tutta la pianta del piede e quindi anche il calcagno cioè è in grado di variare la base d'appoggio che non è costante, per cui a volte cammina sulle punte, a volte meno, a volte no (=atteggiamento in equinismo) ), un bimbo con una patologia neuromuscolare o una deformità congenita non è sicuramente in grado di modificare il modo camminare e pertanto l'appoggio è costante sulle punte (= deformità in equinismo).

Se il problema è solo un lieve ipertono, per risolvere tale andatura e' utile e sufficiente eseguire esercizi di stretching (cioè di allungamento) del tricipite surale, del tendine d'achille e della capsula posteriore della tibiotarsica tramite la manipolazione ripetuta del piede in estensione a ginocchio esteso. Esercizi facilmente apprendibili e che verranno eseguiti a domicilio dai genitori.
In casi più resistenti è necessaria una riabilitazione specifica associata a volte a tutori di posizione femoro-podalici da indossare la notte per mantenere in buona posizione il piede (di notte il piede tende a cadere in flessione per la posizione del corpo nel letto e per la pressione delle coperte = il piede dorme in equinismo).

Raramente è necessaria la chirurgia che invece è quasi sempre indispensabile nelle forme di rigidità in equinismo vero e proprio. Ma qui si entra in un altro capitolo, quello delle forme strutturate, vere e proprie deformità del piede infantile, che non è quello degli atteggiamenti, oggetto della sua richiesta di chiarimenti.

Venendo alla stimolazione indotta dalla sua amica quando prende in braccio il suo bambino deve sapere che se il bambino tende a camminare, quando sostenuto, ciò è del tutto normale; fa parte della serie dei riflessi automatici presenti in questa età, che in sequenza compaiono e poi svaniscono, espressione della progressiva rapida maturazione neuromotoria di questa fase della crescita. Si chiama "riflesso della deambulazione", riflesso che viene ricercato dal pediatra o dall'ortopedico durante la visita...

• Test/ Riflesso della deambulazione.
Il bambino, sostenuto sotto le ascelle, fa qualche movimento come se stesse camminando. Viene tenuto dritto mentre l'esaminatore lo sposta in avanti e lo inclina da un lato.
Tra i quattro e gli otto mesi di vita, con la maturazione di alcune aree motorie della corteccia, è in grado di controllare volontariamente gli arti superiori, mentre tra gli otto ed i quattordici mesi il controllo si estende agli arti inferiori, finchè il bambino sarà in grado di camminare.

Lascio ai colleghi pediatri la parte relativa al rifiuto dei liquidi.

Cordialmente.
Dr. A.Valassina


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