Idrope endolinfatica ?
Buongiorno e grazie in anticipo ai medici che vorranno rispondermi (con i limiti del consulto telematico).
Pregresso:
- trauma esplosivo durante servizio militare con un mese di sordita' e acufene all'orecchio sx
- diversi episodi di sinusite in eta' giovanile
- setto nasale deviato e ipertrofia turbinati
- Nel 2011 a seguito di un primo episodio di ipoacusia con ovattamento e senso pienezza all orecchio SX (no vertigini) autorisoltosi, mi rivolgo ad un otorino per visita
ed esame audiom e impedenz.
Tutto nella norma a parte la evidente perdita bilaterale (circa 50dB) sui 4000 Hz.
Consigliato prodotto per migliorare
microcircolazione.
- negli anni seguenti l'episodio si ripete saltuariamente e si autorisolve dopo qualche ora.
Quasi sempre nei mesi esitivi
- Ad agosto 2021, si ripresenta piu' forte e per piu' tempo.
Visita in ps.
Mi fanno esami solo qualche giorno dopo ad episodio rientrato e sostanzialmente il quadro e'
identico al 2011.
Consigliano terapia di insufflazioni endotimpaniche per probabile catarro tubarico (?).
Fatte
- Nel 2022, inizia a manifestarsi la stessa problematica anche all'orecchio destro.
Sempre autorisolta.
3 episodi.
Inoltre a sx compaiono episodi simili alla
vibrazione veloce del timpano (ammesso che possa vibrare a tale velocita').
- Visita a marzo 23 con ORL che evidenzia una probabile disfunzione ATM rimandandomi dal dentista e da aprile inizio a portare bite notturno.
- Ad agosto 2023, riparte il problema di ovattamento, ipoacusia e pienezza (no vertigini) a sinistra.
Rifaccio esame audiom e impedenz, ma a crisi ormai risolta e il
quadro e' quello degli esami precedenti.
Salvo il fatto che, da un esame fibrscopico, il medico evidenzia un quadro di insufficienza tubarica da probabile rinite
allergica e reflusso, impostando l'opportuna terapia.
- Ad inizio settembre 2023, nuovo episodio a sx.
Questa volta riesco a fare esame audiom e impedenzom DURANTE la crisi.
Questo e' il referto.
" A DX LIEVE IPOACUSIA CON MINIMA COMPONENNTE TRASMISSIVA SUI TONI MEDIOGRAVI CON DEEP NEUROSENSOLIALE SUI 4000HZ.
A SX LIEVE IPOACUSIA
PANTONALE NEUROSENSORIALE, APPENA PIU' ACCENTUATA SUI TONI MEDIOGRAVI NEL CONFRONTO CONTROLATERALE.
TIMPANOGRAMMA TIPO A.
SOSPETTO DI IDROPE ENDOLINFATICA.
- terapia cortisonica a scalare e Vertiserc- problema rientrato dopo 3 giorni.
Premesso quanto sopra (mi scuso se mi sono dilungato) , vorrei sapere se, dalla vostra esperienza, ci può essere il rischio che la problematica possa degenerare nella sindrome di Meniere, oppure se può fermarsi all'idrope.
Oppure se, secondo voi, il disturbo potrebbe invece essere causato da problemi di altra natura (tube?
disfunzione ATM non approcciata correttamente ?
)
Cosa posso fare per limitare la "pienezza" che e' la cosa che più' mi infastidisce negli attacchi?
Scusatemi ma solo l'idea che possano arrivare anche le vertigini mi crea non poche preoccupazioni e ansia.
Grazie mille
Cordialmente
Pregresso:
- trauma esplosivo durante servizio militare con un mese di sordita' e acufene all'orecchio sx
- diversi episodi di sinusite in eta' giovanile
- setto nasale deviato e ipertrofia turbinati
- Nel 2011 a seguito di un primo episodio di ipoacusia con ovattamento e senso pienezza all orecchio SX (no vertigini) autorisoltosi, mi rivolgo ad un otorino per visita
ed esame audiom e impedenz.
Tutto nella norma a parte la evidente perdita bilaterale (circa 50dB) sui 4000 Hz.
Consigliato prodotto per migliorare
microcircolazione.
- negli anni seguenti l'episodio si ripete saltuariamente e si autorisolve dopo qualche ora.
Quasi sempre nei mesi esitivi
- Ad agosto 2021, si ripresenta piu' forte e per piu' tempo.
Visita in ps.
Mi fanno esami solo qualche giorno dopo ad episodio rientrato e sostanzialmente il quadro e'
identico al 2011.
Consigliano terapia di insufflazioni endotimpaniche per probabile catarro tubarico (?).
Fatte
- Nel 2022, inizia a manifestarsi la stessa problematica anche all'orecchio destro.
Sempre autorisolta.
3 episodi.
Inoltre a sx compaiono episodi simili alla
vibrazione veloce del timpano (ammesso che possa vibrare a tale velocita').
- Visita a marzo 23 con ORL che evidenzia una probabile disfunzione ATM rimandandomi dal dentista e da aprile inizio a portare bite notturno.
- Ad agosto 2023, riparte il problema di ovattamento, ipoacusia e pienezza (no vertigini) a sinistra.
Rifaccio esame audiom e impedenz, ma a crisi ormai risolta e il
quadro e' quello degli esami precedenti.
Salvo il fatto che, da un esame fibrscopico, il medico evidenzia un quadro di insufficienza tubarica da probabile rinite
allergica e reflusso, impostando l'opportuna terapia.
- Ad inizio settembre 2023, nuovo episodio a sx.
Questa volta riesco a fare esame audiom e impedenzom DURANTE la crisi.
Questo e' il referto.
" A DX LIEVE IPOACUSIA CON MINIMA COMPONENNTE TRASMISSIVA SUI TONI MEDIOGRAVI CON DEEP NEUROSENSOLIALE SUI 4000HZ.
A SX LIEVE IPOACUSIA
PANTONALE NEUROSENSORIALE, APPENA PIU' ACCENTUATA SUI TONI MEDIOGRAVI NEL CONFRONTO CONTROLATERALE.
TIMPANOGRAMMA TIPO A.
SOSPETTO DI IDROPE ENDOLINFATICA.
- terapia cortisonica a scalare e Vertiserc- problema rientrato dopo 3 giorni.
Premesso quanto sopra (mi scuso se mi sono dilungato) , vorrei sapere se, dalla vostra esperienza, ci può essere il rischio che la problematica possa degenerare nella sindrome di Meniere, oppure se può fermarsi all'idrope.
Oppure se, secondo voi, il disturbo potrebbe invece essere causato da problemi di altra natura (tube?
disfunzione ATM non approcciata correttamente ?
)
Cosa posso fare per limitare la "pienezza" che e' la cosa che più' mi infastidisce negli attacchi?
Scusatemi ma solo l'idea che possano arrivare anche le vertigini mi crea non poche preoccupazioni e ansia.
Grazie mille
Cordialmente
[#1]
Gentile Paziente, Idrope e Meniere sono quasi sin on imi, nel senso che l'idrope può interessare solo l'udito, solo l'equilibrio o entrambi: in quest'ultimo caso si parla convenzionalmente di Meniere, ma per gli altri due cambia solo il tipo di disagi per il paziente.
La Sindrome di Meniere, è una patologia ancora in gran parte oscura, definita dalla presenza di 4 sintomi: ipoacusia inizialmente fluttuante, senso di pienezza auricolare, acufeni, crisi vertiginose. Se manca uno di questi sintomi, non si può parlare di Sindrome di Manière, e si possono avere diagnosi di altre sindromi vertiginose, come la neurite vestibolare o la cupololitiasi, emicrania vestibolare se compare anche cefalea, ma lo riterrei un problema secondario: al paziente non interessa molto conoscere il nome della propria malattia, ma uscire dallo stato di invalidità che anche un quadro incompleto può configurare. L' eziopatogenesi della SdM è incerta: l’idrope è la teoria più accreditata, ma rimane una teoria. Su questa teoria si basano le terapie proposte: betaistina (microser, vertiserc, diuretico ecc,) che però sono tutte state ridimensionate quanto a validità dalla revisione Cochrane (autorevolissimo istituto scientifico internazionale di revisione in campo medico) , in quanto mancano di certezza scientifica di efficacia, ad eccezione della gentamicina intratimpanica, intervento però di tipo demolitivo, per il quale si riscontra (non sempre) una certa efficacia nella remissione delle crisi vertiginose gravi, ma anche un rischio collaterale di perdita dell’udito. Da più di 20 anni mi sono interessato ad alcune esperienze scientifiche pubblicate su riviste internazionali, ma poco recepite dagli specialisti di settore, che prendono in considerazione un legame fra i sintomi caratteristici della Malattia di Meniere con i disturbi dell’Articolazione Temporo Mandibolare (ATM). Interazioni fisiopatologiche fra il l’organo della masticazione (e quindi in particolare con l’ATM) e l’orecchio sono state descritte da vari autori. L’esatto meccanismo fisiopatologico attraverso il quale una disfunzione dell’ATM può causare sintomi all’Orecchio fino a poter costituire importante elemento patogenetico della Meniere non sono chiari: sono stati chiamati in causa riflessi neurogeni, sinergie muscolari, comuni rapporti con altre patologie oscure, come l’Emicrania e l'Apnea nel Sonno. Poco considerata risulta invece la possibile componente meccanica. In una ATM normale, i condili di entrambi i lati sono in rapporto con la parete antero-superiore della cavità che li ospita (Cavità Glenoide). Per vari motivi, in parte legati all’ATM stessa, ma più spesso al non corretto allineamento dei denti e alla cattiva postura della mandibola , accade però che i condili possano dislocarsi in una zona più arretrata, entrando in rapporto con le superfici più distali delle cavità glenoidi. Tali superfici sono in intimo rapporto con l'orecchio. In questo caso, assai comune, ogni qualvolta l'individuo deglutisce (e ciò avviene circa duemila volte al giorno a prescindere dalla volontà e dallo stato di sonno e veglia) i condili percuotono l'orecchio con più o meno violenza, come può essere facilmente riscontrato con la palpazione endo auricolare (infilando i mignoli nell’orecchio con i polpastrelli rivolti in avanti e muovendo la mandibola). L’interessamento dell’orecchio potrebbe in questi casi essere mediato anche dalla Tuba di Eustachio , sommando la disfunzione tubarica ai meccanismi muscolari e ai riflessi nervosi da vari autori ipotizzati. Appare evidente come, se da un lato il movimento di apertura della bocca viene comunemente sfruttato per il ripristino, dell'equilibrio pressorio sule due superfici del timpano alterato ad esempio per sbalzi di quota, dall'altro un cronico dislocamento posteriore di uno o entrambi i condili e lo squilibrio dei muscoli della masticazione e della deglutizione, possono dar luogo ad una ipofunzionalità tubarica e, al limite, ad una stenosi, sostenendo così, oltre a varie patologie dell’Orecchio che alle disfunzioni tubariche sono legate, anche la sintomatologia menierica. Il rapporto fra condilo mandibolare e orecchio potrebbe spiegare anche la monolateralità e/o la bilateralità della sintomatologia: una mandibola laterodeviata favorisce una sintomatologia otologica omolaterale alla deviazione , una mandibola biretrusa favorisce una sintomatologia bilaterale (anche se solitamente un lato prevale. Aggiungo che ho pubblicato i risultati di un lavoro scientifico su una delle più importanti riviste scientifiche internazionali: Edoardo Bernkopf Vincenzo Capriotti Giulia Bernkopf Emilia Cancellieri Andrea D’Alessandro Alberto Vito Marcuzzo Ca Impact factor 3.236 (2021)terina Gentili Giovanni Carlo De Vincentiis Giancarlo Tirelli: Oral splint therapy in patients with Menière’s disease and temporomandibular disorder: a long-term, controlled study.Eur Arch Otorhinolaryngol. 2022 Aug 26. doi: 10.1007/s00405-022-07604-3. Online ahead of print.PMID: 36018357 Impact factor 3.236 (2021): eventualmente lo segnali al Collega che le ha diagnosticato la Sindrome di Meniere i l’Idrope.
Trova altre notizie su questo argomento visitando il mio sito internet alla pagina "Patologie trattate-patologie dell'Orecchio" (Trova il link qui sotto la mia firma), e leggendo gli articoli che si aprono con i link qui sotto: se si riconosce nelle problematiche trattate, eventualmente mi faccia sapere. Cordiali saluti ed auguri.
https://www.medicitalia.it/minforma/gnatologia-clinica/745-malattia-di-meniere-e-disfunzioni-dell-articolazione-temporo-mandibolare.html
https://www.medicitalia.it/minforma/gnatologia-clinica/1348-acufeni-disfunzioni-articolazione-temporo-mandibolare-atm.html
https://www.medicitalia.it/minforma/gnatologia-clinica/1408-vertigine-pertinenza-odontoiatrica.html
La Sindrome di Meniere, è una patologia ancora in gran parte oscura, definita dalla presenza di 4 sintomi: ipoacusia inizialmente fluttuante, senso di pienezza auricolare, acufeni, crisi vertiginose. Se manca uno di questi sintomi, non si può parlare di Sindrome di Manière, e si possono avere diagnosi di altre sindromi vertiginose, come la neurite vestibolare o la cupololitiasi, emicrania vestibolare se compare anche cefalea, ma lo riterrei un problema secondario: al paziente non interessa molto conoscere il nome della propria malattia, ma uscire dallo stato di invalidità che anche un quadro incompleto può configurare. L' eziopatogenesi della SdM è incerta: l’idrope è la teoria più accreditata, ma rimane una teoria. Su questa teoria si basano le terapie proposte: betaistina (microser, vertiserc, diuretico ecc,) che però sono tutte state ridimensionate quanto a validità dalla revisione Cochrane (autorevolissimo istituto scientifico internazionale di revisione in campo medico) , in quanto mancano di certezza scientifica di efficacia, ad eccezione della gentamicina intratimpanica, intervento però di tipo demolitivo, per il quale si riscontra (non sempre) una certa efficacia nella remissione delle crisi vertiginose gravi, ma anche un rischio collaterale di perdita dell’udito. Da più di 20 anni mi sono interessato ad alcune esperienze scientifiche pubblicate su riviste internazionali, ma poco recepite dagli specialisti di settore, che prendono in considerazione un legame fra i sintomi caratteristici della Malattia di Meniere con i disturbi dell’Articolazione Temporo Mandibolare (ATM). Interazioni fisiopatologiche fra il l’organo della masticazione (e quindi in particolare con l’ATM) e l’orecchio sono state descritte da vari autori. L’esatto meccanismo fisiopatologico attraverso il quale una disfunzione dell’ATM può causare sintomi all’Orecchio fino a poter costituire importante elemento patogenetico della Meniere non sono chiari: sono stati chiamati in causa riflessi neurogeni, sinergie muscolari, comuni rapporti con altre patologie oscure, come l’Emicrania e l'Apnea nel Sonno. Poco considerata risulta invece la possibile componente meccanica. In una ATM normale, i condili di entrambi i lati sono in rapporto con la parete antero-superiore della cavità che li ospita (Cavità Glenoide). Per vari motivi, in parte legati all’ATM stessa, ma più spesso al non corretto allineamento dei denti e alla cattiva postura della mandibola , accade però che i condili possano dislocarsi in una zona più arretrata, entrando in rapporto con le superfici più distali delle cavità glenoidi. Tali superfici sono in intimo rapporto con l'orecchio. In questo caso, assai comune, ogni qualvolta l'individuo deglutisce (e ciò avviene circa duemila volte al giorno a prescindere dalla volontà e dallo stato di sonno e veglia) i condili percuotono l'orecchio con più o meno violenza, come può essere facilmente riscontrato con la palpazione endo auricolare (infilando i mignoli nell’orecchio con i polpastrelli rivolti in avanti e muovendo la mandibola). L’interessamento dell’orecchio potrebbe in questi casi essere mediato anche dalla Tuba di Eustachio , sommando la disfunzione tubarica ai meccanismi muscolari e ai riflessi nervosi da vari autori ipotizzati. Appare evidente come, se da un lato il movimento di apertura della bocca viene comunemente sfruttato per il ripristino, dell'equilibrio pressorio sule due superfici del timpano alterato ad esempio per sbalzi di quota, dall'altro un cronico dislocamento posteriore di uno o entrambi i condili e lo squilibrio dei muscoli della masticazione e della deglutizione, possono dar luogo ad una ipofunzionalità tubarica e, al limite, ad una stenosi, sostenendo così, oltre a varie patologie dell’Orecchio che alle disfunzioni tubariche sono legate, anche la sintomatologia menierica. Il rapporto fra condilo mandibolare e orecchio potrebbe spiegare anche la monolateralità e/o la bilateralità della sintomatologia: una mandibola laterodeviata favorisce una sintomatologia otologica omolaterale alla deviazione , una mandibola biretrusa favorisce una sintomatologia bilaterale (anche se solitamente un lato prevale. Aggiungo che ho pubblicato i risultati di un lavoro scientifico su una delle più importanti riviste scientifiche internazionali: Edoardo Bernkopf Vincenzo Capriotti Giulia Bernkopf Emilia Cancellieri Andrea D’Alessandro Alberto Vito Marcuzzo Ca Impact factor 3.236 (2021)terina Gentili Giovanni Carlo De Vincentiis Giancarlo Tirelli: Oral splint therapy in patients with Menière’s disease and temporomandibular disorder: a long-term, controlled study.Eur Arch Otorhinolaryngol. 2022 Aug 26. doi: 10.1007/s00405-022-07604-3. Online ahead of print.PMID: 36018357 Impact factor 3.236 (2021): eventualmente lo segnali al Collega che le ha diagnosticato la Sindrome di Meniere i l’Idrope.
Trova altre notizie su questo argomento visitando il mio sito internet alla pagina "Patologie trattate-patologie dell'Orecchio" (Trova il link qui sotto la mia firma), e leggendo gli articoli che si aprono con i link qui sotto: se si riconosce nelle problematiche trattate, eventualmente mi faccia sapere. Cordiali saluti ed auguri.
https://www.medicitalia.it/minforma/gnatologia-clinica/745-malattia-di-meniere-e-disfunzioni-dell-articolazione-temporo-mandibolare.html
https://www.medicitalia.it/minforma/gnatologia-clinica/1348-acufeni-disfunzioni-articolazione-temporo-mandibolare-atm.html
https://www.medicitalia.it/minforma/gnatologia-clinica/1408-vertigine-pertinenza-odontoiatrica.html
Dr. Edoardo Bernkopf-Roma-Vicenza-Parma
Spec. in Odontoiatria, Gnatologo- Ortodontista
edber@studiober.com - www.studiober.com
[#2]
Utente
Gentile Dott. Bernkopf
Innanzitutto la ringrazio per la risposta chiara e dettagliata. Trovo molto interessanti le spiegazioni che mi ha fornito e in molte di esse mi ritrovo. Non escludo di procedere il tal senso.
Mi spiace pero' che nessun collega otorino si sia ancora espresso su quanto da me segnalato. Mi farebbe piacere avere anche un loro parere.
A questo punto le vorrei chiederle , visto che ho trovato in rete anche similitudini con l'insufficienza tubarica pura, cosa può far pendere la diagnosi verso l'idrope e non verso la sola "semplice" insufficienza.
Anche perché io, da SEMPRE, avverto degli scrocchi tipo bottiglia di plastica schiacciata ogni volta che deglutisco o sbadiglio, o quando porto la lingua in avanti. Pensavo fosse normale invece mi dicono che non dovrebbero avvertirsi.
Non so cosa pensare, perché l'idea di essere in una sorta di "anticamera" della sindrome di Meniere non e' che mi lasci indifferente. Anzi da quando l'ho saputo l'ansia ha iniziato a galoppare.
Ultima cosa se posso.
Io lavoro per una compagnia area ( non a bordo ma a terra), ma spesso devo viaggiare in aereo. Crede che la mia situazione me lo consenta oppure c'e' il rischio che la cosa si possa complicare ? ci sono degli accorgimenti ?
Rinnovo i ringraziamenti per quanto potrà dirmi.
Cordiali saluti
Innanzitutto la ringrazio per la risposta chiara e dettagliata. Trovo molto interessanti le spiegazioni che mi ha fornito e in molte di esse mi ritrovo. Non escludo di procedere il tal senso.
Mi spiace pero' che nessun collega otorino si sia ancora espresso su quanto da me segnalato. Mi farebbe piacere avere anche un loro parere.
A questo punto le vorrei chiederle , visto che ho trovato in rete anche similitudini con l'insufficienza tubarica pura, cosa può far pendere la diagnosi verso l'idrope e non verso la sola "semplice" insufficienza.
Anche perché io, da SEMPRE, avverto degli scrocchi tipo bottiglia di plastica schiacciata ogni volta che deglutisco o sbadiglio, o quando porto la lingua in avanti. Pensavo fosse normale invece mi dicono che non dovrebbero avvertirsi.
Non so cosa pensare, perché l'idea di essere in una sorta di "anticamera" della sindrome di Meniere non e' che mi lasci indifferente. Anzi da quando l'ho saputo l'ansia ha iniziato a galoppare.
Ultima cosa se posso.
Io lavoro per una compagnia area ( non a bordo ma a terra), ma spesso devo viaggiare in aereo. Crede che la mia situazione me lo consenta oppure c'e' il rischio che la cosa si possa complicare ? ci sono degli accorgimenti ?
Rinnovo i ringraziamenti per quanto potrà dirmi.
Cordiali saluti
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 4.5k visite dal 19/09/2023.
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Approfondimento su Acufeni
L'acufene (o tinnito) è un disturbo dell'orecchio che si manifesta sotto forma di ronzio o fischio costante o pulsante. Scopri i sintomi, le cause e i rimedi.