Acufene, senso di sbandamento, orecchie tappate
Buongiorno, m, 45 anni, ricercando spunti x una soluzione ai miei sintomi, chiedo gentilmente Vs parere.
Da un anno e passa ho acufene soprattutto all'orecchio destro ma talvolta ad entrambi.
Non è pulsante, è fisso, talvolta varia se apro la bocca e sposto il collo.
Rare le giornate in cui è di volume sopportabile.
Su suggerimento di Osteopata son stato da dentista che mi ha dato un Acom (metodo montorsi).
Ora, non so se ne è la causa ma da u paio di mesi a questa parte nell'orecchio destro sento fastidio, come pressione e spesso rumori e scricchiolii se sbadiglio.
Una sensazione di tappamento dell'orecchio con necessità di liberarlo.
Inoltre avuto 3 episodi di vertigini di breve durata con emicrania successiva
Fatto visita otorino che dopo tutti i test non ha riscontrato nulla di vestibolare, tuba libera e test udito buono, audioimpedenzometria ecc tutto regolare.
Suggerisce RM encefalo e levobren.
Preso levobren x 20 giorni senza esito.
Rm encefalo negativa e sottoposta a neurologo.
In seguito a visita neurologica niente da segnalare se non che, acufene a parte, il resto è somatizzazione.
Ora, chiaro che non faccio i salti di gioia perché la situazione mi debilitato parecchio, ma se c'è uno stato "depressivo" è in conseguenza ai sintomi più che a causa.
A fronte di tutti gli esami e visite negative, l acufene rimane, la sensazione delle orecchie che mi si tappano anche con movimenti del capo persiste così come la sensazione di non essere mai particolarmente in equilibrio.
Chiedevo gentilmente se l'acom può avere avuto effetti diversi da quelli preventivati e se vi è qualche suggerimento sulla ricerca e risoluzione possibile della causa dei sintomi, diversa da levobren o altre terapie similari
Cordialmente
Da un anno e passa ho acufene soprattutto all'orecchio destro ma talvolta ad entrambi.
Non è pulsante, è fisso, talvolta varia se apro la bocca e sposto il collo.
Rare le giornate in cui è di volume sopportabile.
Su suggerimento di Osteopata son stato da dentista che mi ha dato un Acom (metodo montorsi).
Ora, non so se ne è la causa ma da u paio di mesi a questa parte nell'orecchio destro sento fastidio, come pressione e spesso rumori e scricchiolii se sbadiglio.
Una sensazione di tappamento dell'orecchio con necessità di liberarlo.
Inoltre avuto 3 episodi di vertigini di breve durata con emicrania successiva
Fatto visita otorino che dopo tutti i test non ha riscontrato nulla di vestibolare, tuba libera e test udito buono, audioimpedenzometria ecc tutto regolare.
Suggerisce RM encefalo e levobren.
Preso levobren x 20 giorni senza esito.
Rm encefalo negativa e sottoposta a neurologo.
In seguito a visita neurologica niente da segnalare se non che, acufene a parte, il resto è somatizzazione.
Ora, chiaro che non faccio i salti di gioia perché la situazione mi debilitato parecchio, ma se c'è uno stato "depressivo" è in conseguenza ai sintomi più che a causa.
A fronte di tutti gli esami e visite negative, l acufene rimane, la sensazione delle orecchie che mi si tappano anche con movimenti del capo persiste così come la sensazione di non essere mai particolarmente in equilibrio.
Chiedevo gentilmente se l'acom può avere avuto effetti diversi da quelli preventivati e se vi è qualche suggerimento sulla ricerca e risoluzione possibile della causa dei sintomi, diversa da levobren o altre terapie similari
Cordialmente
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Gentile Paziente, l’acufene è un problema che, quando insorge, viene sottovalutato: all’inizio spesso concede ampie remissioni spontanee, il paziente è portato a credere che passi da solo .
Purtroppo, una brutta volta, non passa più, e diventa un problema serio.
Credo che quello che dicono i Colleghi Otorinolaringoiatri, ai quali di certo si è già rivolto, cioé che "gli acufeni sono la loro tomba" rappresenti in qualche modo la realtà, nel senso che si tratta di una patologia molto ostica al trattamento. Tuttavia sul problema degli acufeni e sul loro possibile rapporto con le disfunzioni dell’Articolazione Temporo Mandibolare (ATM) ho spesso risposto a pazienti che hanno questo problema. Per non ripetermi, le suggerirei di leggere la mia risposta a questo quesito:
https://www.medicitalia.it/consulti/archivio/401408-otite_acufeni.html
"talvolta varia se apro la bocca e sposto il collo": questo rinforza il m io sospetto, come pure la sensazione di tappamento, interpretabile con una disfunzione tubarica. La Tuba (o Tromba di Eustachio) è quel tubicino che mette in comunicazione il retrobocca con l''orecchio medio (cassa timpanica), e serve ad aerarla e a mantenere l’equilibrio pressorio fra le due superfici del timpano. Quando per vari motivi (ad esempio sbalzi di quota) l’equilibrio si altera, si ha una sensazione di tappamento . Il funzionamento della tuba è stimolato dai movimenti del condilo mandibolare e dai muscoli coinvolti nella deglutizione: infatti, quando sentiamo questo "tappamento", solitamente cerchiamo di muovere la mandibola o deglutire, il che, in un orecchio normale, favorisce lo "stappamento" , che é in realtà un compenso delle diverse pressioni sulle due superfici del timpano.
Il funzionamento della tuba è influenzato anche dal catarro che vi transita: una delle funzioni della tuba è proprio quello di trasportarlo nel retrobocca, in modo da poterlo eliminare con la deglutizione. In presenza di muco , deglutendo o muovendo la mandibola, si percepiscono a volte dei rumorini dovuti alla mobilizzazione del muco stesso. Tutte le condizioni patologiche che aumentano la produzione di muco e catarro (rinosinusite, adenoidite, tonsillite, otite ecc.) rendono più difficile il compito della tuba: di qui le terapie solitamente proposte.
Viene però trascurata spesso un'altra possibile componente del problema: la tuba può essere "intasata" non solo dal suo eccessivo contenuto di catarro, ma anche compressa dall'esterno: a volte siamo infatti di fronte anche ad un conflitto che si instaura fra la tuba e il condilo della mandibola, dovuto a sua volta alla malocclusione dentaria con malposizione mandibolare: in pratica, se da un lato il movimento di apertura della bocca viene comunemente sfruttato per il ripristino, all'interno della cassa timpanica, dell''equilibrio pressorio alterato ad esempio per sbalzi di quota, dall'altro un cronico dislocamento posteriore di uno o entrambi i condili e lo squilibrio dei muscoli della masticazione e della deglutizione, possono dar luogo ad una ipofunzionalità tubarica e quindi alla spiacevole sensazione che lei lamenta.
La componente psicologica può essere certamente in gioco nel suo caso, ma va sottolineato che le motivazioni psicologiche sono spessissimo presenti anche nelle disfunzioni dell'Articolazione Temporo Mandibolare: anche la bocca è un organo di stress, e spesso reagisce agli eventi stressogeni con parafuzioni quali bruxismo e serramento, diurni e notturni, che accentuano , se presenti, problemi occlusali, amplificandone gli effetti dannosi.
Sottolineo che chi non si occupa di gatologia (o addirittura ne sorride) spesso non crede quanto i pazienti con problemi gnatologici possono soffrire a causa di questi, e a fronte di racconti drammatici, sono portati ad ascrivere il problema alla sfera psichica, il che é peraltro comprensibile, perché veder trascorrere anni di dolore senza trovare rimedio, e sentirsi parlare di ansia, stress o depressione é per il paziente davvero deprimente: in quelle condizioni saremmo un po' "schizzati" tutti, e la diagnosi in tal senso sarebbe corretta , anche se fuorviante rispetto al vero problema, che é somatopsichico, non psicosomatico: come lei osserva "se c'è uno stato "depressivo" è in conseguenza ai sintomi più che la causa"
Può essere utile avere qualche notizia in più su questi argomenti visitando il mio sito internet (trova il link qui sotto la mia firma) alla pagina Patologie trattate- Patologie dell’Orecchio e, leggendo gli articoli linkati qui sotto. Eventualmente, se si riconosce nella problematica illustrata, mi faccia sapere.
Cordiali saluti ed auguri.
https://www.medicitalia.it/minforma/gnatologia-clinica/1348-acufeni-disfunzioni-articolazione-temporo-mandibolare-atm.html
https://www.medicitalia.it/minforma/gnatologia-clinica/1408-vertigine-pertinenza-odontoiatrica.html
https://www.medicitalia.it/minforma/gnatologia-clinica/934-la-cefalea-che-viene-dalla-bocca.html
Purtroppo, una brutta volta, non passa più, e diventa un problema serio.
Credo che quello che dicono i Colleghi Otorinolaringoiatri, ai quali di certo si è già rivolto, cioé che "gli acufeni sono la loro tomba" rappresenti in qualche modo la realtà, nel senso che si tratta di una patologia molto ostica al trattamento. Tuttavia sul problema degli acufeni e sul loro possibile rapporto con le disfunzioni dell’Articolazione Temporo Mandibolare (ATM) ho spesso risposto a pazienti che hanno questo problema. Per non ripetermi, le suggerirei di leggere la mia risposta a questo quesito:
https://www.medicitalia.it/consulti/archivio/401408-otite_acufeni.html
"talvolta varia se apro la bocca e sposto il collo": questo rinforza il m io sospetto, come pure la sensazione di tappamento, interpretabile con una disfunzione tubarica. La Tuba (o Tromba di Eustachio) è quel tubicino che mette in comunicazione il retrobocca con l''orecchio medio (cassa timpanica), e serve ad aerarla e a mantenere l’equilibrio pressorio fra le due superfici del timpano. Quando per vari motivi (ad esempio sbalzi di quota) l’equilibrio si altera, si ha una sensazione di tappamento . Il funzionamento della tuba è stimolato dai movimenti del condilo mandibolare e dai muscoli coinvolti nella deglutizione: infatti, quando sentiamo questo "tappamento", solitamente cerchiamo di muovere la mandibola o deglutire, il che, in un orecchio normale, favorisce lo "stappamento" , che é in realtà un compenso delle diverse pressioni sulle due superfici del timpano.
Il funzionamento della tuba è influenzato anche dal catarro che vi transita: una delle funzioni della tuba è proprio quello di trasportarlo nel retrobocca, in modo da poterlo eliminare con la deglutizione. In presenza di muco , deglutendo o muovendo la mandibola, si percepiscono a volte dei rumorini dovuti alla mobilizzazione del muco stesso. Tutte le condizioni patologiche che aumentano la produzione di muco e catarro (rinosinusite, adenoidite, tonsillite, otite ecc.) rendono più difficile il compito della tuba: di qui le terapie solitamente proposte.
Viene però trascurata spesso un'altra possibile componente del problema: la tuba può essere "intasata" non solo dal suo eccessivo contenuto di catarro, ma anche compressa dall'esterno: a volte siamo infatti di fronte anche ad un conflitto che si instaura fra la tuba e il condilo della mandibola, dovuto a sua volta alla malocclusione dentaria con malposizione mandibolare: in pratica, se da un lato il movimento di apertura della bocca viene comunemente sfruttato per il ripristino, all'interno della cassa timpanica, dell''equilibrio pressorio alterato ad esempio per sbalzi di quota, dall'altro un cronico dislocamento posteriore di uno o entrambi i condili e lo squilibrio dei muscoli della masticazione e della deglutizione, possono dar luogo ad una ipofunzionalità tubarica e quindi alla spiacevole sensazione che lei lamenta.
La componente psicologica può essere certamente in gioco nel suo caso, ma va sottolineato che le motivazioni psicologiche sono spessissimo presenti anche nelle disfunzioni dell'Articolazione Temporo Mandibolare: anche la bocca è un organo di stress, e spesso reagisce agli eventi stressogeni con parafuzioni quali bruxismo e serramento, diurni e notturni, che accentuano , se presenti, problemi occlusali, amplificandone gli effetti dannosi.
Sottolineo che chi non si occupa di gatologia (o addirittura ne sorride) spesso non crede quanto i pazienti con problemi gnatologici possono soffrire a causa di questi, e a fronte di racconti drammatici, sono portati ad ascrivere il problema alla sfera psichica, il che é peraltro comprensibile, perché veder trascorrere anni di dolore senza trovare rimedio, e sentirsi parlare di ansia, stress o depressione é per il paziente davvero deprimente: in quelle condizioni saremmo un po' "schizzati" tutti, e la diagnosi in tal senso sarebbe corretta , anche se fuorviante rispetto al vero problema, che é somatopsichico, non psicosomatico: come lei osserva "se c'è uno stato "depressivo" è in conseguenza ai sintomi più che la causa"
Può essere utile avere qualche notizia in più su questi argomenti visitando il mio sito internet (trova il link qui sotto la mia firma) alla pagina Patologie trattate- Patologie dell’Orecchio e, leggendo gli articoli linkati qui sotto. Eventualmente, se si riconosce nella problematica illustrata, mi faccia sapere.
Cordiali saluti ed auguri.
https://www.medicitalia.it/minforma/gnatologia-clinica/1348-acufeni-disfunzioni-articolazione-temporo-mandibolare-atm.html
https://www.medicitalia.it/minforma/gnatologia-clinica/1408-vertigine-pertinenza-odontoiatrica.html
https://www.medicitalia.it/minforma/gnatologia-clinica/934-la-cefalea-che-viene-dalla-bocca.html
Dr. Edoardo Bernkopf-Roma-Vicenza-Parma
Spec. in Odontoiatria, Gnatologo- Ortodontista
edber@studiober.com - www.studiober.com
[#2]
Utente
Ringraziandola per la risposta immediata, e avendo letto gli articoli suggeriti pongo alcuni quesiti.
L'acufene in sé potrei anche sopportarlo, non tutti i giorni ha la stessa intensità. La parte maggiormente disabilitante è la sensazione di non essere in equilibrio e l'orecchio destro che oltre a fischiare ha una pressione, si tappa e mi da mal di testa alle tempie.
La visita dal otl indicava che le tube erano libere e ben funzionanti però necessito in continuazione di liberarlo e scricchiola l'interno dell'orecchio.
È plausibile che l'acom col metodo Montorsi abbia in qualche modo peggiorato la situazione, ovvero, messo x risolvere un problema atm che causava acufene, abbia scompensato e in qualche modo sia causa del senso di sbandamento.?
Consiglia visita da Gnatologo?
Grazie per l'attenzione
L'acufene in sé potrei anche sopportarlo, non tutti i giorni ha la stessa intensità. La parte maggiormente disabilitante è la sensazione di non essere in equilibrio e l'orecchio destro che oltre a fischiare ha una pressione, si tappa e mi da mal di testa alle tempie.
La visita dal otl indicava che le tube erano libere e ben funzionanti però necessito in continuazione di liberarlo e scricchiola l'interno dell'orecchio.
È plausibile che l'acom col metodo Montorsi abbia in qualche modo peggiorato la situazione, ovvero, messo x risolvere un problema atm che causava acufene, abbia scompensato e in qualche modo sia causa del senso di sbandamento.?
Consiglia visita da Gnatologo?
Grazie per l'attenzione
[#3]
Se ha etto i link che le ho allegati avrà colto il ruolo che può averfe l'ATM su vertigini e cefalea, erroneamente definita emicrania.
La prescrizione di un bite, in un caso come il suo probabilmente è corretta, ma dire "un bite" é come dire "una pillola" : rappresenta un trattamento assolutamente individuale, e , come una pillola consiste nello sbocco terapeutico di una diagnosi che deve essere corretta, e corretta deve essere anche la modalità di assunzione, (e solo a queste condizioni una pillola può risolvere una patologia), così il bite rappresenta la configurazione tecnica e artigianale di un ragionamento diagnostico e di una ipotesi terapeutica formulata dal dentista-gnatologo che lo prescrive e fa realizzare: è quest’ultima, cioè la prestazione culturale che il paziente acquista, non l''oggetto artigianale che qualunque tecnico realizza in un''ora di lavoro, e che è di infimo valore venale se disgiunto dalla prima.
Il bite costituisce la prima e indispensabile fase iniziale della terapia di una disfunzione cranio-mandibolare. La si può considerare anche una via di mezzo fra la conferma diagnostica e una prima terapia, ma è solo una terapia iniziale di una disfunzione dell''Articolazione Temporo Mandibolare (ATM). Successivamente, MA SOLO SUCCESSIVAMENTE AL RAGGIUNGIMENTO DI UN BUON SUCCESSO CLINICO CON IL BITE, si dovrà prevedere una riabilitazione ortodontica, protesica o mista che, modificando stabilmente l’occlusione, confermi il risultato ottenuto con il bite, oppure proseguire, come compromesso, con il bite a vita, scelta a volte preferita, che costituisce comunque una soluzione del problema. Sottolineo che la maggior parte dei Colleghi che si occupano di Gnatologia, non prevedono la conclusione ortodontica e/o protesica del caso, ma di fatto consiglia il bite a vita. La conclusione ortodontica o protesica va comunque rimandata alla conferma di un buon risultato nella terapia con il bite.
Se però dopo alcuni mesi di bite, portato 24 ore al giorno pasti esclusi, non si arriva ad un risultato, delle due l''una: o i suoi problemi non dipendono dall''occlusione e dall''ATM , oppure il bite potrebbe essere inadeguato, o, infine, non è stato prescritto con le caratteristiche adeguate al suo caso, forse perché i suoi problemi non rientravano negli obiettivi.
Credo comunque che via rete, senza un completo esame del suo caso, non si possa dire di più: eventualmente chieda una seconda opinione.
Cordiali saluti ed auguri.
La prescrizione di un bite, in un caso come il suo probabilmente è corretta, ma dire "un bite" é come dire "una pillola" : rappresenta un trattamento assolutamente individuale, e , come una pillola consiste nello sbocco terapeutico di una diagnosi che deve essere corretta, e corretta deve essere anche la modalità di assunzione, (e solo a queste condizioni una pillola può risolvere una patologia), così il bite rappresenta la configurazione tecnica e artigianale di un ragionamento diagnostico e di una ipotesi terapeutica formulata dal dentista-gnatologo che lo prescrive e fa realizzare: è quest’ultima, cioè la prestazione culturale che il paziente acquista, non l''oggetto artigianale che qualunque tecnico realizza in un''ora di lavoro, e che è di infimo valore venale se disgiunto dalla prima.
Il bite costituisce la prima e indispensabile fase iniziale della terapia di una disfunzione cranio-mandibolare. La si può considerare anche una via di mezzo fra la conferma diagnostica e una prima terapia, ma è solo una terapia iniziale di una disfunzione dell''Articolazione Temporo Mandibolare (ATM). Successivamente, MA SOLO SUCCESSIVAMENTE AL RAGGIUNGIMENTO DI UN BUON SUCCESSO CLINICO CON IL BITE, si dovrà prevedere una riabilitazione ortodontica, protesica o mista che, modificando stabilmente l’occlusione, confermi il risultato ottenuto con il bite, oppure proseguire, come compromesso, con il bite a vita, scelta a volte preferita, che costituisce comunque una soluzione del problema. Sottolineo che la maggior parte dei Colleghi che si occupano di Gnatologia, non prevedono la conclusione ortodontica e/o protesica del caso, ma di fatto consiglia il bite a vita. La conclusione ortodontica o protesica va comunque rimandata alla conferma di un buon risultato nella terapia con il bite.
Se però dopo alcuni mesi di bite, portato 24 ore al giorno pasti esclusi, non si arriva ad un risultato, delle due l''una: o i suoi problemi non dipendono dall''occlusione e dall''ATM , oppure il bite potrebbe essere inadeguato, o, infine, non è stato prescritto con le caratteristiche adeguate al suo caso, forse perché i suoi problemi non rientravano negli obiettivi.
Credo comunque che via rete, senza un completo esame del suo caso, non si possa dire di più: eventualmente chieda una seconda opinione.
Cordiali saluti ed auguri.
Dr. Edoardo Bernkopf-Roma-Vicenza-Parma
Spec. in Odontoiatria, Gnatologo- Ortodontista
edber@studiober.com - www.studiober.com
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 4.5k visite dal 19/08/2022.
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Approfondimento su Acufeni
L'acufene (o tinnito) è un disturbo dell'orecchio che si manifesta sotto forma di ronzio o fischio costante o pulsante. Scopri i sintomi, le cause e i rimedi.