Acufeni e cicatrizzazione membrana timpanica
Gentile Dottore,
le scrivo per avere un suo parere preventivo ad una prossima visita da uno specialista nel suo campo. Le premetto che sono uno studente universitario con una vita che solo di recente può essere intesa come "morigerata". Abuso di sigarette e prolungata inattività fisica sono complici di livelli di pressione certamente non ottimali; tra l'altro ci sono casi in famiglia di ipertensione seppur non grave (nonna paterna, padre). Circa un anno fa a seguito di un trauma acustico mi è stata diagnosticata una perforazione della membrana timpanica SX. Immediatamente dopo ho notato una fastidiosa autofonia e l'insorgere di un ronzio spalmato su più frequenze, una sorta di rumore bianco esteso ad una banda che definirei media nelle frequenze dell'udibile (sono un ing. elettronico). Lo specialista dal quale sono andato in rapida successione pochi giorni dopo il trauma e a distanza di un mese mi ha informato che: - l'ipoacusia trasmissiva iniziale all'oriecchio interessato, inizialmente del 7% si era attenuata all'1%; - la membrana era ancora perforata e a suo dire solo un miracolo a quel punto avrebbe potuto cambiare la situazione; - gli acufeni potevano essere legati al trauma ma in assenza - a suo dire - di un intervento farmacologico di sicura efficacia, mi ha consigliato semplicemente di non farci caso ed ignorarli, sperando che si attenuassero nel tempo.
Pochi mesi dopo il trauma ho notato che effettuando la compensazione secondo le manovre più elementari (credo si chiami Valsalva) non sentivo più l'ingresso (o la fuoriuscita) di aria dall'orecchio colpito; nello stesso periodo ho cessato di avere disturbi di autofonia e ad oggi permane ancora un ronzio. A onore del vero, io non sono in grado di stabilire se questo ronzio sia comparso dopo il trauma o si sia semplicemente accentuato, giacché mi sembra, come composizione frequenziale, del tutto simile ad una versione attenuata di un ronzio che ho avuto modo di conoscere nella mia vita, ad esempio dopo una bella sbornia. Conseguenza di ciò è che, nella mia ignoranza, credo che la causa degli acufeni possa essere anche scissa dal trauma acustico, e magari legata alla pressione alta. Vorrei cercare di risolvere il problema: lei cosa consiglia? Di intraprendere una terapia farmacologica specifica; di continuare a ignorare, dato che a conti fatti lo percepisco solo in condizioni di buio sonoro, o di lavorare sulla pressione? Inoltre: in una recente visita generica il medico curante, dopo aver visto l'orecchio interessato, mi ha detto "non sono un otorino, ma ho visto migliaia di orecchi nella mia vita: a me sembra che il timpano sia perfettamente cicatrizzato". Ciò sarebbe confermato dal fatto che in compensazione sento la membrana che si gonfia, anche se più pigramente di quella destra? La ringrazio in anticipo.
le scrivo per avere un suo parere preventivo ad una prossima visita da uno specialista nel suo campo. Le premetto che sono uno studente universitario con una vita che solo di recente può essere intesa come "morigerata". Abuso di sigarette e prolungata inattività fisica sono complici di livelli di pressione certamente non ottimali; tra l'altro ci sono casi in famiglia di ipertensione seppur non grave (nonna paterna, padre). Circa un anno fa a seguito di un trauma acustico mi è stata diagnosticata una perforazione della membrana timpanica SX. Immediatamente dopo ho notato una fastidiosa autofonia e l'insorgere di un ronzio spalmato su più frequenze, una sorta di rumore bianco esteso ad una banda che definirei media nelle frequenze dell'udibile (sono un ing. elettronico). Lo specialista dal quale sono andato in rapida successione pochi giorni dopo il trauma e a distanza di un mese mi ha informato che: - l'ipoacusia trasmissiva iniziale all'oriecchio interessato, inizialmente del 7% si era attenuata all'1%; - la membrana era ancora perforata e a suo dire solo un miracolo a quel punto avrebbe potuto cambiare la situazione; - gli acufeni potevano essere legati al trauma ma in assenza - a suo dire - di un intervento farmacologico di sicura efficacia, mi ha consigliato semplicemente di non farci caso ed ignorarli, sperando che si attenuassero nel tempo.
Pochi mesi dopo il trauma ho notato che effettuando la compensazione secondo le manovre più elementari (credo si chiami Valsalva) non sentivo più l'ingresso (o la fuoriuscita) di aria dall'orecchio colpito; nello stesso periodo ho cessato di avere disturbi di autofonia e ad oggi permane ancora un ronzio. A onore del vero, io non sono in grado di stabilire se questo ronzio sia comparso dopo il trauma o si sia semplicemente accentuato, giacché mi sembra, come composizione frequenziale, del tutto simile ad una versione attenuata di un ronzio che ho avuto modo di conoscere nella mia vita, ad esempio dopo una bella sbornia. Conseguenza di ciò è che, nella mia ignoranza, credo che la causa degli acufeni possa essere anche scissa dal trauma acustico, e magari legata alla pressione alta. Vorrei cercare di risolvere il problema: lei cosa consiglia? Di intraprendere una terapia farmacologica specifica; di continuare a ignorare, dato che a conti fatti lo percepisco solo in condizioni di buio sonoro, o di lavorare sulla pressione? Inoltre: in una recente visita generica il medico curante, dopo aver visto l'orecchio interessato, mi ha detto "non sono un otorino, ma ho visto migliaia di orecchi nella mia vita: a me sembra che il timpano sia perfettamente cicatrizzato". Ciò sarebbe confermato dal fatto che in compensazione sento la membrana che si gonfia, anche se più pigramente di quella destra? La ringrazio in anticipo.
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Caro Amico, prima di tutto è necessario che si sottoponga ad una nuova visita specialistica con esame audio-impedenzometrico. Ne caso la perforazione timpanica dovesse ancora essere presente, sicuramente questa deve essere chiusa tramite un intervento chirurgico. Per quanto riguarda, invero, la pressione arteriosa, questa deve essere studiata attraverso una visita cardiologica ed un monitoraggio della pressione per 24 ore (Holter pressorio). Alla sua età non si deve tralasciare e soprassedere a nulla! Un cordiale saluto
Dr. Raffaello Brunori
[#2]
Ex utente
Dottore,
la ringrazio per la celerità e provvederò ad effettuare gli esami da lei indicati quanto prima. Avrei solo due domande flash: se la membrana è perforata, non dovrei sentire nitidamente l'aria nel canale e all'ingresso dello stesso, come sentivo nel mese dopo l'incidente? Inoltre: gli acufeni possono essere legati alla pressione? Se si, lei crede negli interventi farmacologici? Perchè gli ORL con cui sono venuto in contatto ritengono incurabile tutto ciò
la ringrazio per la celerità e provvederò ad effettuare gli esami da lei indicati quanto prima. Avrei solo due domande flash: se la membrana è perforata, non dovrei sentire nitidamente l'aria nel canale e all'ingresso dello stesso, come sentivo nel mese dopo l'incidente? Inoltre: gli acufeni possono essere legati alla pressione? Se si, lei crede negli interventi farmacologici? Perchè gli ORL con cui sono venuto in contatto ritengono incurabile tutto ciò
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La presenza di una perforazione timpanica puo' essere anche rilevata attraverso il passaggio di aria soffiandosi il naso, per esempio. Solamente una otomicroscopia ed un esame audio-impedenzometrico ci consentono di fare tale diagnosi. L'acufene, nel suo caso, puo' essere causato dalla perforazione, se presente, od anche dall'ipertensione, sempre se rilevata. Fino a che non si ha una diagnosi, non si puo' dire che sia incurabile! Se il tutto dipende dall'ipertensione, questa si puo' e si deve curare farmacologicamente; se esiste la perforazione timpanica, questa puo' essere chiusa chirurgicamente.
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 5.7k visite dal 25/06/2009.
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Approfondimento su Ipertensione
L'ipertensione è lo stato costante di pressione arteriosa superiore ai valori normali, che riduce l'aspettativa di vita e aumenta il rischio di altre patologie.