Terapia antibiotica a seguito di turbinotomia
Sono soggetto a infiammazioni ricorrenti delle vie aeree. Queste infiammazioni sono iniziate prima come semplici raffreddori e sono diventate sempre più frequenti. Per via della mia ipertrofia dei turbinati ero costretto a respirare con la bocca durante la notte, e questo tipo di respirazione mi dava particolarmente fastidio; sentivo di non dormire bene e mi svegliavo particolarmente stanco e sempre con la gola infiammata. Non ho mai fatto nessun tipo di trattamento giustificando il mio malessere con il mio problema ai turbinati. In particolare il sintomo più fastidioso era rappresentato da uno scolo retronasale Ho quindi deciso quindi di sottopormi a un’operazione laser per la riduzione di questi. Precedentemente all’operazione ho regolarmente iniziato la terapia antibiotica da protrarre per circa una settimana (non avevo mai preso antibiotici precedentemente) e l’effetto è stato quasi… strabiliante. Il naso era chiuso e lo è rimasto anche nei primi giorni dopo l’operazione, tuttavia non provavo più alcun fastidio a respirare con la bocca; la notte dormivo decisamente meglio e avvertivo una sensazione completamente diversa nella zona palato-faringe, anche al risveglio. Erano sparite le infiammazioni ricorrenti (che riguardavano anche la zona retronasale), e un senso di malessere generale che durava da tanto tempo. Ho quindi subito pensato che forse ho per troppo tempo trascurato una qualche possibile infezione di tipo batterico (ho ottenuto anche delle ottime risposte a livello dermatologico… sparito l’acne, sparite delle manifestazioni che ho sempre ritenuto allergiche). Tuttavia col passare del tempo, pur assumendo regolarmente MACLADIN per una decina di giorni (in seguito ai benefici ho preferito allungare un po’ il trattamento) ho notato che il suo effetto si affievoliva e alla fine del trattamento sono ricomparsi i primi sintomi, fino a riesplodere nel giro di qualche giorno. Così è ricomparso il senso di naso chiuso (che però sembra dipendere più da una zona retronasale, non dai turbinati), il malessere, l’acne… la qualità del sonno è decisamente peggiorata. Dopo una decina di giorni, ho spiegato la situazione al mio medico di base che mi ha prescritto un tampone faringeo. Questo è risultato positivo allo stafilococco aureo con una presenza di numerose colonie batteriche. L’antibiogramma segnalava che questo era sensibile a quasi tutti gli antibiotici testati, ma in particolar modo alla penicillina (alla quale sono allergico) e all’eritromicina. Ho assunto quindi ERITROCINA per una settimana interrompendo il trattamento per l’assenza di miglioramenti.
Ora la mia domanda è: è possibile che le continue infiammazioni siano realmente dovute a questo batterio o sarebbe stato meglio fare qualche altro tipo di esame colturale? Che tipo di trattamento mi converrebbe intraprendere? È normale che a così breve distanza (una decina di giorni) dal primo trattamento il tampone faringeo segnali la presenza di numerose colonie di stafilococco?
Ora la mia domanda è: è possibile che le continue infiammazioni siano realmente dovute a questo batterio o sarebbe stato meglio fare qualche altro tipo di esame colturale? Che tipo di trattamento mi converrebbe intraprendere? È normale che a così breve distanza (una decina di giorni) dal primo trattamento il tampone faringeo segnali la presenza di numerose colonie di stafilococco?
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Credo che lei soffra di una rinosinusite cronica e la terapia antibiotica ha ridotto e affievolito momentaneamente la sintomatologia. Il tampone faringeo non è preoccupante essendo lo staffilococco spesso una abituale " abitante della nostra flora toinsillare". Necessarie sono delle prove allergiche complete per agenti inalanti ed eventuale successiva terapia locale con spray nasale ed terapia antistaminica. Deve proseguire gli accertamenti rivolgendosi ad un onesto specialista ORL. Nb. per il momento stop con gli antibiotici
Cordialità
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aurelio d'ecclesia
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 5.2k visite dal 14/03/2006.
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