vertigini, ipoacusia, acufeni, meniere, microcircolo, diabete

Gentili dott.ri,
sono un uomo di 60 anni, con storia clinica di diabete tipo 2 in buon controllo con insulina (glicata a 6.5) alto 180 cm e con un BMI di 31.
Nel 2007 mi è stata diagnosticata una sindrome di Meniere in orecchio sx.
Ho vissuto la fase iniziale provando numerose terapie, per lo più sintomatiche consigliate dagli otorini che consultavo (diuretici, farmaci per il controllo vestibolare, antiemetici, cortisonici, antistaminici, ... )
Gli effetti di tali terapie sono stati sempre deludenti per tutti i sintomi della sindrome.

Due anni fa ho sospeso tutte le terapie e su suggerimento del medico di famiglia ho iniziato una terapia con antiaggregante Prisma da 50 mg, una compressa al giorno. Il Prisma ha sostituito la precedente terapia antiaggregante con Cardioaspirina.

Anche in questo caso non ho notato miglioramenti sui sintomi diversi da quelli vertiginosi. Tutto quello che ho provato (e non è stato pochissimo) è stato un leggero controllo della sindrome vertiginosa, che ora si presentano più diradate nel tempo e solo occasionalmente di intensità elevata. Scrivo questo consulto in angiologia perchè la mia sindrome di Meniere potrebbe essere su base vascolare e per questo vorrei chiedere qualche indicazione che possa essere utile a migliorare la terapia.

In particolare vorrei verificare con voi alcuni questioni:
- l'assunzione di una compressa al giorno di Prisma da 50, che da alcune indicazioni sembra poco (per brevi periodi di 1-2 settimane ne ho assunto una compressa al mattino e una alla sera senza sostanziali miglioramenti)
- soluzioni alternative al Prisma da 50 che possano migliorare il microcircolo nell'orecchio, dato che comunque non ci sono stati altri miglioramenti per gli altri sintomi
- valutare soluzioni a base di prodotti naturali come il gingko biloba ed eventualmente definirne la posologia e l'eventuale assunzione in concomitanza con farmaci antiaggreganti (ad esempio mi hanno segnalato il Ginkgo Biloba GOLD)
- valutare l'assunzione ed eventualmente definire la posologia di omega3 o similari per il miglioramento e il controllo dello stato infiammatorio dei vasi che caratterizza il diabete
- valutare strade alternative come evidenziato dagli studi su rapporto tra CCSVI e meniere, sebbene siamo in uno stadio iniziale degli studi
- valutare altre terapie come la ossigenoterapia iperbarica o similari

Ogni altro suggerimento sarebbe benvenuto.
Sebbene abbia una sostanziale accettazione della malattia, la qualità della vita è comunque scarsa e le attività quotidiane sono fortemente limitate da una sordita in orecchio sx, acufeni, vertigini e un generale senso di instabilita.

Certo di una vostra attenzione vi ringrazio e vi saluto,
[#1]
Dr. Edoardo Bernkopf Dentista, Gnatologo, Esperto in medicina del sonno 6.7k 215
Gentile paziente, come ho scritto nell'articolo linkabile in questo stesso sito ( https://www.medicitalia.it/minforma/gnatologia-clinica/745-malattia-di-meniere-e-disfunzioni-dell-articolazione-temporo-mandibolare.html ), da qualche tempo si sta facendo strada nella letteratura scientifica una corrente di pensiero che ipotizza un legame della Malattia di Meniere con i disturbi dell’Articolazione Temporo Mandibolare (ATM). Interazioni fisiopatologiche fra il l’organo della masticazione (e quindi in particolare con l’ATM) e l’orecchio sono state ipotizzate e descritte da vari autori, sulla base di alcuni rilievi clinici:
1) Alcuni pazienti presentano sintomi auricolari senza patologia dell’Orecchio.
2) L’incidenza dei sintomi dai quali la MdM è caratterizzata risulta essere maggiore nei casi di disfunzione dell’ATM rispetto al resto della popolazione.
3) Tali sintomi vengono riferiti in miglioramento o in risoluzione dopo trattamento odontoiatrico, e in ricaduta alla sospensione del trattamento stesso.
4) Per contro, in molti pazienti menierici sono presenti sintomi caratteristici della disfunzione dell’ATM , e un adeguato trattamento della disfunzione articolare è spesso in grado di risolvere o migliorare anche tali sintomi.
L’esatto meccanismo fisiopatologico attraverso il quale una disfunzione dell’ATM può causare sintomi all’Orecchio fino a poter costituire importante elemento patogenetico della MdM non sono chiari: sono stati chiamati in causa riflessi neurogeni, sinergie muscolari, comuni rapporti con altre patologie oscure, come l’Emicrania.
Poco considerata risulta invece la possibile componente meccanica.
In una ATM normale, i condili di entrambi i lati sono in rapporto con la parete antero-superiore della cavità che li ospita (Cavità Glenoide).
Per vari motivi, in parte legati all’ATM stessa, ma più spesso al non corretto allineamento dei denti e alla cattiva postura della mandibola , accade però che i condili possano dislocarsi in una zona più arretrata, entrando in rapporto con le superfici più distali delle cavità glenoidi.
Tali superfici sono in intimo rapporto con l'orecchio. In questo caso, assai comune, ogni qualvolta l'individuo deglutisce (e ciò avviene circa duemila volte al giorno a prescindere dalla volontà e dallo stato di sonno e veglia) i condili percuotono l'orecchio con più o meno violenza, come può essere facilmente riscontrato con la palpazione endo auricolare (infilando i mignoli nell’orecchio e muovendo la mandibola).
L’interessamento dell’orecchio potrebbe in questi casi essere mediato anche dalla Tuba di Eustachio , sommando la disfunzione tubarica ai meccanismi muscolari e ai riflessi nervosi da vari autori ipotizzati.
Appare evidente come, se da un lato il movimento di apertura della bocca viene comunemente sfruttato per il ripristino, dell'equilibrio pressorio sule due superfici del timpano alterato ad esempio per sbalzi di quota, dall'altro un cronico dislocamento posteriore di uno o entrambi i condili e lo squilibrio dei muscoli della masticazione e della deglutizione, possono dar luogo ad una ipofunzionalità tubarica e, al limite, ad una stenosi, sostenendo così, oltre a varie patologie dell’Orecchio che alle disfunzioni tubariche sono legate, anche la sintomatologia menierica.
Il rapporto fra condilo mandibolare e orecchio potrebbe spiegare anche la monolateralità e/o la bilateralità della sintomatologia: una mandibola laterodeviata favorisce una sintomatologia otologica omolaterale alla deviazione , una mandibola biretrusa favorisce una sintomatologia bilaterale (anche se solitamente un lato prevale).

Può trovare qualche notizia in più sui rapporti fra Articolazione Temporo Mandibolare (ATM) e orecchio aprendo questo link:

http://www.studiober.com/patologie/patologia-dellorecchio/

Altra importante concausa nell’insorgenza della sintomatologia menierica è stata ipotizzata nei difetti di postura della colonna cervicale: con adeguato trattamento fisiatrico, associato a quello volto a correggere le disfunzioni dell’ATM, si sono riscontrate diminuzioni della sintomatologia menierica. La colonna va considerata, nella maggior parte dei casi, un sistema di compenso di malposizioni che intervengono nei distretti inferiori ( bacino, ginocchia, caviglie, piedi ) solitamente chiamate " Ascendenti ", o superiori ( malocclusione dentaria con dislocazione della mandibola e eventuale disfunzione dell’ATM in particolare ) solitamente denominate " Discendenti ", questi ultimi assai spesso trascurati.
La postura della mandibola è dunque pienamente coinvolta ( anche se spesso trascurata ) nella postura del sistema cranio - vertebrale. Se per varie ragioni ( scheletriche, dentarie, iatrogene ) la mandibola è costretta ad assumere a bocca chiusa una posizione spaziale scorretta, ad esempio deviata, ciò causerà necessariamente degli atteggiamenti compensatori a livello dell' intera struttura corporea e del rachide in particolare: nel tentativo di mantenere la linea bipupillare orizzontale, il tutto viene compensato con la disposizione a S della colonna, che si incurva con concavità omolaterale alla deviazione a livello cervicale e controlaterale ( sempre rispetto alla deviazione mandibolare ) a livello lombare.
C'è infine da osservare che anche il meccanismo vascolare di insorgenza delle vertigini può costituire un fenomeno connesso con di una disfunzione dell’ATM. Infatti gli atteggiamenti compensatori posturali del rachide cervicale (a seguito di una malposizione mandibolare), associati o meno a fenomeni di degenerazione artrosica, possono causare un ostacolato afflusso di sangue al cervello attraverso le arterie vertebrali, ed esitare conseguentemente in episodi vertiginosi.
Nell’approccio odontoiatrico-occlusale la terapia è rivolta a ricercare, sulla base dei reperti anamnestici, clinici e radiografici, la postura corretta della mandibola.
Viene dunque allestito un disposivo intra-orale in resina acrilica ( può essere denominato bite, splint, Oral device ecc.) che, grazie alla conformazione decisa caso per caso dal dentista, obbliga il paziente ad atteggiare la propria mandibola nella posizione prescelta e considerata corretta, lasciandola libera di effettuare tutti i movimenti necessari ad una vita normale ma non quelli considerati patologici.
Con questo approccio, in parte di conferma diagnostica , in parte già terapeutico, è quindi possibile testare l’effettiva incidenza della malocclusione dentaria e della disfunzione dell’ATM sulla sintomatologia menierica, e sulle vertigini in particolare, il tutto in maniera totalmente reversibile, priva di qualunque rischio biologico: in caso di insuccesso la rimozione del dispositivo ripristinerà esattamente la situazione di partenza. In caso invece di successo, il paziente potrà scegliere se avvalersi a vita del dispositivo, oppure se passare ad una seconda fase riabilitativa della propria bocca, attraverso un piano di trattamento individuale ortodontico, protesico o misto, che verrà però realizzato sulla base delle indicazioni attenute con il trattamento iniziale.

Le suggerisco pertanto di consultare anche un dentista-gnatologo esperto in problemi dell'Articolazione Temporo Mandibolare, e sopratutto fra questa e l’Orecchio: non tutti i dentidsti amano coltivare questa sottospecialità.
Inoltre le consiglio di dare un'occhiata agli articoli qui linkati, nell'ipotesi che vi possa riscontrare qualche elemento di somiglianza con il suo problema:

http://www.studiober.com/pdf/La%20vertigine%20di%20pertinenza%20odontoiatrica.pdf

https://www.medicitalia.it/minforma/gnatologia-clinica/745-malattia-di-meniere-e-disfunzioni-dell-articolazione-temporo-mandibolare.html


www.studiober.com/pdf/Cefalea_Otite_Cervicalgia.pdf

Dr. Edoardo Bernkopf-Roma-Vicenza-Parma
Spec. in Odontoiatria, Gnatologo- Ortodontista
edber@studiober.com - www.studiober.com

[#2]
Dr. Vincenzo Marcelli Foniatra 1.1k 30
Gentile utente, non conosco lo stadio della sua malattia e pertanto non posso esprimere alcun parere clinico.
Una componente vascolare è sempre ipotizzabile nella malattia di Menière ed io stesso propongo una terapia anche a base di emoregolatori, a seconda delle circostanze. Essendo poi lei diabetico, ben venga il trattamento.
Ma mi sento di dire che la sola terapia con mesoglicano non può essere di grande aiuto. La riduzione della frequenza e dell'intensità delle crisi potrebbe essere dovuta ad una fisiologica riduzione della funzione dell'orecchio interno: lei capisce bene che dopo anni di "insulti" le cellule vestibolari e cocleari si distruggono progressivamente con conseguente sordità stabile e riduzione delle crisi vertiginose che vengono sostituite da un disequilibrio subcontinuo.
Interessante sicuramente la CCSVI ma, come lei ha gia ricordato, siamo solo agli inizi...
Se vuole, e se ho letto bene la sua area geografica, può prenotare una visita audiologica ed un esame audiometrico e vestibolare all'ospedale San Giovanni Bosco di Napoli i giorni di mercoledì o giovedì. Potremmo rivalutare la situazione.
Cari saluti
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