Tonsillite virale

Ritengo doveroso specificare, innanzitutto, che:
- Ho il vizio del fumo, fumo una decina di sigarette al giorno, media che sono stato costretto a dimezzare negli ultimi giorni.
- Avendo sofferto di adenoidi, da anni dormo con la bocca aperta e ho il setto leggermente deviato a destra.
- Soffro di un leggero reflusso gastroesofageo, che sto trattando nelle ultime settimane assumendo Antra 20 mg una volta al giorno.
- 6 mesi fa ho contratto la mononucleosi: in quel frangente, per la prima volta da quando ho memoria, mi sono comparse le cosiddette placche sulle tonsille.

Dunque, il 25 e il 26 febbraio ho avuto un'influenza: 38, mal di testa, muchi e nulla più. Con la Tachipirina mi sono rimesso in sesto e, sentendomi sufficientemente bene, esco di casa il giorno successivo. Il 28 avverto un leggero fastidio alla deglutizione e noto la presenza di placche sulle tonsille. Spaventato, intingo l'estremità di un cotton fioc nel colluttorio e riesco a rimuovere quelle più facilmente accessibili; vengono via con naturalezza e senza alcun dolore, ma al termine dell'operazione trovo qualche traccia di sangue sull'ovatta. Da quel momento, maniacalmente, arrivo a lavarmi i denti 4 o 5 volte al giorno, facendo energici sciacqui e gargarismi con il colluttorio prima di andare a dormire e, talvolta, utilizzando le Benagol. Il 4 marzo le placche rimaste si sono ridotte fino a scomparire, lasciando delle «caverne», seppur superficiali, sulla tonsilla sinistra. Faccio il tampone faringeo e le analisi del sangue: rispettivamente per stabilire la natura dell'infezione alle tonsille e per scongiurare la recidività del virus di Epstein-Barr. Il tampone risulta negativo e le analisi del sangue portano tutti i valori nella media, con iGG positivo a 440 e iGM negativo a 10. I linfonodi del collo rimangono ingrossati per un paio di giorni circa, in particolare quelli sottomandibolari.

Nonostante non avverta più alcun fastidio durante la deglutizione, continuo a tenere d'occhio le tonsille, notando, nel tempo: patine biancastre sulla superficie delle caverne, che vanno e vengono; la persistenza di quelle che in origine erano due placche, ridotte ormai a puntini infinitesimali che stentano a cadere; e una placca (non so se si possa definire tale) situata esattamente al di sotto della tonsilla destra, di un bianco molto nitido.
Queste appena elencate rappresentano, ad oggi, le fonti delle mie preoccupazioni: confesso che il non vedere le mie tonsille pulsare di quel rosso "sano" a distanza di due settimane dall'infezione mi sta dando alla testa. Gradirei sapere se possano considerarsi reazioni ordinarie, magari - immagino - dovute ai traumi causati dalla rimozione manuale di alcune placche, alla rigenerazione dei tessuti o al fatto che abbia ancora un po' di raffreddore e catarro. Ancora, c'è qualcosa che è consigliabile prendere per velocizzare il processo di guarigione? Sarebbe di grande conforto per me essere tranquillizzato in attesa dell'appuntamento dallo specialista.
[#1]
Dr. Vincenzo Marcelli Foniatra 1.1k 30
Gentile collega, in realtà io non vedo motivi di particolare preoccupazione. si sottoponga a visita specialistica. Non mi meraviglierei se il collega le parlasse di "tolsilloliti", ossia di accumulo di cibo nelle cripte tonsillari di nessun significato clinico. Il sangue è la naturale conseguenza dello sfregamento. Ci aggiorni dopo la visita, ma stia sereno.

Vincenzo Marcelli

[#2]
Utente
Utente
Grazie per la risposta. Ho ancora qualche domanda:
Che differenza c'è tra le placche che si formano a causa delle infezioni e i tolsilloliti? Le cripte si rimargineranno oppure continueranno ad accogliere accumuli di cibo? Se si, in quanto tempo? E' verosimile pensare che la placca rimastami sia dovuta all'infezione e non ad accumulo di cibo, essendosi formata su una superficie prima intonsa?
[#3]
Dr. Vincenzo Marcelli Foniatra 1.1k 30
Per rispondere è indispensabile una visita. Dubito comunque che la "placca" resti per così lungo tempo.
Reflusso gastroesofageo

Il reflusso gastroesofageo è la risalita di materiale acido dallo stomaco all'esofago: sintomi, cause, terapie, complicanze e quando bisogna operare.

Leggi tutto