Tonsillite ricorrente e virus
Buongiorno,
e circa da fine gennaio che mi si gonfiano le tonsille nonostante le terapie antibiotiche...
premetto che prima della prima tonsillite ho avuto tosse con catarro...la febbre solo in un'occasione, non alta...ogni tanto senso di spossatezza...
non so se può essere utile...da bambino ho avuto la mononucleosi, e un anno fa esatto la varicella...
ho fatto augmentin (la prima terapia non "serieamente"...lo prendevo e non lo prendevo...)...un altro antibiotico di cui non ricordo il nome...poi panacef e bentelan...poi punture di rocefin...
sono stato da un otorino che mi ha detto che bisogna operare...
ma non vorrei...leggendo questo sito penso che potrebbe essere un virus...per questo gli antibiotici che combattono i batteri le fanno sgonfiare un po'...ma poi il problema si ripresenta...
cosa ne pensate?
solo l'altro ieri il mio medico curante mi ha prescritto varie analisi, tra cui Ves, Tas, Pcr, Colesterolo, Transaminasi, Trigliceridi, Mucoproteine, Esame Emocromocitometrico, Esame Urine, Azoto non Proteico, Glucosio, Transaminasi GOT, Proteine totali, Protidogramma, Ferro non emoglobinico...ok li ho messi tutti...
tramite questi esami si capisce se è un virus a causare il gonfiamento delle tonsille?
me le avrebbe dovute già prescrivere prima? è stato un po' superficiale?
ora mi ha prescritto anche un integratore, una compressa effervescente la mattina: Resvis XR...
e poi...se invece dovessi operarmi...ho letto anche che si può fare il laser in anestesia locale...in quali casi?
forse dovrei consultare un omeopata?!
grazie, cordiali saluti
e circa da fine gennaio che mi si gonfiano le tonsille nonostante le terapie antibiotiche...
premetto che prima della prima tonsillite ho avuto tosse con catarro...la febbre solo in un'occasione, non alta...ogni tanto senso di spossatezza...
non so se può essere utile...da bambino ho avuto la mononucleosi, e un anno fa esatto la varicella...
ho fatto augmentin (la prima terapia non "serieamente"...lo prendevo e non lo prendevo...)...un altro antibiotico di cui non ricordo il nome...poi panacef e bentelan...poi punture di rocefin...
sono stato da un otorino che mi ha detto che bisogna operare...
ma non vorrei...leggendo questo sito penso che potrebbe essere un virus...per questo gli antibiotici che combattono i batteri le fanno sgonfiare un po'...ma poi il problema si ripresenta...
cosa ne pensate?
solo l'altro ieri il mio medico curante mi ha prescritto varie analisi, tra cui Ves, Tas, Pcr, Colesterolo, Transaminasi, Trigliceridi, Mucoproteine, Esame Emocromocitometrico, Esame Urine, Azoto non Proteico, Glucosio, Transaminasi GOT, Proteine totali, Protidogramma, Ferro non emoglobinico...ok li ho messi tutti...
tramite questi esami si capisce se è un virus a causare il gonfiamento delle tonsille?
me le avrebbe dovute già prescrivere prima? è stato un po' superficiale?
ora mi ha prescritto anche un integratore, una compressa effervescente la mattina: Resvis XR...
e poi...se invece dovessi operarmi...ho letto anche che si può fare il laser in anestesia locale...in quali casi?
forse dovrei consultare un omeopata?!
grazie, cordiali saluti
[#1]
Gentile Utente, nel Suo caso, la prima cosa da fare è sottoporsi agli esami ematochimici che, giustamente, il Suo Medico curante Le ha prescritto. Aggiungerei un tampone tonsillare con antibiogramma. Il fatto che le tonsille siano ipertrofiche, ovvero aumentate di volume, non vuole dire niente: bisogna vedere se queste sono , ad esempio, criptiche (bucate) e positive alla spremitura. Per un eventuale intervento chirurgico si deciderà quando avrà le risposte complete degli esami. Si ricordi, comunque, che le terapie farmacologiche una volta iniziate, devono essere eseguite con scrupolo, altrimenti non danno alcun effetto.
La tecniche chirurgiche che consiglio sono quelle per dissezione con emostasi mediante elettrocoagulazione ,oppure quella con coblator (ma personalmente preferisco la prima): sono entrambe tecniche che riducono i rischi di emorragia nel post-operatorio.
Il ricorrere ad un omeopata è una Sua scelta.
Cordiali saluti
La tecniche chirurgiche che consiglio sono quelle per dissezione con emostasi mediante elettrocoagulazione ,oppure quella con coblator (ma personalmente preferisco la prima): sono entrambe tecniche che riducono i rischi di emorragia nel post-operatorio.
Il ricorrere ad un omeopata è una Sua scelta.
Cordiali saluti
Dr. Raffaello Brunori
[#2]
Utente
Dott. Brunori
la ringrazio per la cortese risposta...
martedì, a 10 giorni dall'ultima punture di rocefin, farò il tampone...anche se l'avevo già fatto un mesetto fa ed è risultato negativo...
sarei curioso di capire meglio in cosa consistono le tecniche chirurgiche che consiglia...se vanno fatte in anestesia totale o locale...e se può dirmi quando si può ricorrere al laser senza anestesia totale...
grazie ancora, cordiali saluti
la ringrazio per la cortese risposta...
martedì, a 10 giorni dall'ultima punture di rocefin, farò il tampone...anche se l'avevo già fatto un mesetto fa ed è risultato negativo...
sarei curioso di capire meglio in cosa consistono le tecniche chirurgiche che consiglia...se vanno fatte in anestesia totale o locale...e se può dirmi quando si può ricorrere al laser senza anestesia totale...
grazie ancora, cordiali saluti
[#3]
L'intervento chirurgico di tonsillectomia, sia nel bambino che nell'adulto,non deve essere definito " banale ", come invece si sente dire spesso e volentieri, poichè si possono avere dei rischi, specialmente nel post-operatorio, come l'emorragia.
Per questo motivo il Chirurgo cerca di adottare quelle tecniche che possono ridurre al minimo tale rischio. E' altrettanto vero che il Paziente, nei quindici giorni successivi all'intervento, dovrà condurre una vita tranquilla, senza sforzi fisici, impedendo cosi' alla pressione arteriosa di aumentare e, quindi facilitare un sanguinamento. Nei primi due giorni del post-operatorio, l'alimentazione dovrà essere semi liquida e fredda; successivamente si dovranno evitare quei cibi che potrebbero graffiare la zona operata (biscotti secchi, crosta del pane, pizza, etc.).
L'intervento di dissezione con emostasi mediante elettrocoagulazione consiste nello scollamento della capsula che avvolge l'organo tonsillare dalla fascia faringo-basilare sino a che la tonsilla rimane aderente solo nel suo terzo inferiore e viene sezionata per mezzo di uno strumento ad ansa. Tutti i vasi vengono causticati per evitare eventuali emorragie con l'ausilio di una pinza bipolare. L'intervento viene condotto in anestesia generale.
L'intervento con COBLATOR, consiste nell'utilizzo di una sonda bipolare per generare corrente elettrica a radio frequenza. Cio' detrmina la distruzione di quei tessuti con i quali viene a contatto, comportando una dissegione e coagulazione ad una temperatura di circa 60 gradi.
Comunque, è sempre il Chirurgo che sceglie la tecnica migliore da adottare in ciascun caso per ottenere i migliori risultati per il Paziente.
Cordialmente
Per questo motivo il Chirurgo cerca di adottare quelle tecniche che possono ridurre al minimo tale rischio. E' altrettanto vero che il Paziente, nei quindici giorni successivi all'intervento, dovrà condurre una vita tranquilla, senza sforzi fisici, impedendo cosi' alla pressione arteriosa di aumentare e, quindi facilitare un sanguinamento. Nei primi due giorni del post-operatorio, l'alimentazione dovrà essere semi liquida e fredda; successivamente si dovranno evitare quei cibi che potrebbero graffiare la zona operata (biscotti secchi, crosta del pane, pizza, etc.).
L'intervento di dissezione con emostasi mediante elettrocoagulazione consiste nello scollamento della capsula che avvolge l'organo tonsillare dalla fascia faringo-basilare sino a che la tonsilla rimane aderente solo nel suo terzo inferiore e viene sezionata per mezzo di uno strumento ad ansa. Tutti i vasi vengono causticati per evitare eventuali emorragie con l'ausilio di una pinza bipolare. L'intervento viene condotto in anestesia generale.
L'intervento con COBLATOR, consiste nell'utilizzo di una sonda bipolare per generare corrente elettrica a radio frequenza. Cio' detrmina la distruzione di quei tessuti con i quali viene a contatto, comportando una dissegione e coagulazione ad una temperatura di circa 60 gradi.
Comunque, è sempre il Chirurgo che sceglie la tecnica migliore da adottare in ciascun caso per ottenere i migliori risultati per il Paziente.
Cordialmente
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 7.1k visite dal 30/03/2008.
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