Disturbo uditivo di incerta provenienza
Ho fatto un impianto all'ultimo molare superiore sinistro, è stato rigettato con sequestro osseo per cause non identificate.
E' stato rifatto l'impianto e mi è venuto un acufene all'orecchio sinistro. Dalle radiografie e da altri rilievi non risulterebbero problemi, neanche di malaocclusione. Ho provato a mordere e a rilassare tra le arcate dentarie dei tubetti di cotone in ambiente silenzioso ma non avverto una discontinuità di rilievo del disturbo.
Il suono/fischio non è intermittente o gravato da pulsazioni. Si alza o si abbassa di livello in base a stanchezza, ore serali, momenti di ansia o stress, concentrazione della mente attivamente rivolta altrove: ma è difficile capire se i dislivelli sono imputabili a un vissuto soggettivo, o avvengono autonomamente, pur in un gioco contestuale di stimoli interni od esterni diversi. Talora pare contenersi, o ritrarsi, o mascherarsi, a fronte di un rumore contingente di relativa entità e vicinanza. Non avverto un abbassamento dell'udito ne vertigini. Ho rimosso con un cono di tessuto cerato cerume in eccesso (significativamente piu' presente nel sinistro)e all'esame otoscopico ne appariva altro.
Non accuso dolore nemmeno con leggere pressioni in punti diversi del viso, o ai giunti mandibolari, o esercitando posture che ricordano gli esercizi per la cervicale. Ho avuto problemi di pressione ma da anni è stabilmente a regime grazie all'assunzione quotidiana di una compressa da 5 mg a base di amlodipina.
Ma il nesso quantomeno temporale e di contiguità tra impianto e insorgenza dell'acufene resta, persistente e lineare da oltre 2 settimane (salvo pregressi episodi serali transitori legati a stanchezza, magari tornando da ginnastica - di mantenimento, bisettimanale - guardando la tv dopocena e prima di coricarsi).
Hanno ipotizzato possa trattarsi di un dente del giudizio, mi pare soprannumerario e sito in area affine, in alto a sinistra, visibile solo da radiografia, incluso, la cui rimozione potrebbe risolvere il prolema ed afferirvi: in passato ne avevo già tolto uno in posizione complementare, quello in oggetto non ha mai dato problemi. Si è ventilato un odontiasi dello stesso che andrebbe blandamente a toccare terminazioni nervose innescando l'acufene. Incrociando più pareri si tratterebbe comunque di ipotesi improbabili.
Ma vi confesso che a questo punto estraendo il dente del giudizio ho paura di peggiorare ulteriormente le cose e mi amareggia molto quando ti dicono che tutto è andato bene ma te ne torni a casa col problema. Ho paura che il problema non scompaia, che l'eziologia si rimpalli tra ambiti e specialità diverse non sempre dialoganti (gnatologo, otorino,cardiologo..) o di finire nei meandri dei sincretismi olistici di alcune medicine alternative che tracciano scenari talora inquietanti (perdita di simmetria mandibolare, riflessi progressivi su tutta la struttura ossea..), che però almeno hanno il merito di una visione di insieme e non sembrano andare per sottrazione.
Sono molto preoccupato che il problema sia meccanico, morfologico, che lambisca terminazioni nervose, o comunque di difficile approccio, e che un ulteriore operazione peggiori le cose.
Chiedo, di cuore, un aiuto.
E' stato rifatto l'impianto e mi è venuto un acufene all'orecchio sinistro. Dalle radiografie e da altri rilievi non risulterebbero problemi, neanche di malaocclusione. Ho provato a mordere e a rilassare tra le arcate dentarie dei tubetti di cotone in ambiente silenzioso ma non avverto una discontinuità di rilievo del disturbo.
Il suono/fischio non è intermittente o gravato da pulsazioni. Si alza o si abbassa di livello in base a stanchezza, ore serali, momenti di ansia o stress, concentrazione della mente attivamente rivolta altrove: ma è difficile capire se i dislivelli sono imputabili a un vissuto soggettivo, o avvengono autonomamente, pur in un gioco contestuale di stimoli interni od esterni diversi. Talora pare contenersi, o ritrarsi, o mascherarsi, a fronte di un rumore contingente di relativa entità e vicinanza. Non avverto un abbassamento dell'udito ne vertigini. Ho rimosso con un cono di tessuto cerato cerume in eccesso (significativamente piu' presente nel sinistro)e all'esame otoscopico ne appariva altro.
Non accuso dolore nemmeno con leggere pressioni in punti diversi del viso, o ai giunti mandibolari, o esercitando posture che ricordano gli esercizi per la cervicale. Ho avuto problemi di pressione ma da anni è stabilmente a regime grazie all'assunzione quotidiana di una compressa da 5 mg a base di amlodipina.
Ma il nesso quantomeno temporale e di contiguità tra impianto e insorgenza dell'acufene resta, persistente e lineare da oltre 2 settimane (salvo pregressi episodi serali transitori legati a stanchezza, magari tornando da ginnastica - di mantenimento, bisettimanale - guardando la tv dopocena e prima di coricarsi).
Hanno ipotizzato possa trattarsi di un dente del giudizio, mi pare soprannumerario e sito in area affine, in alto a sinistra, visibile solo da radiografia, incluso, la cui rimozione potrebbe risolvere il prolema ed afferirvi: in passato ne avevo già tolto uno in posizione complementare, quello in oggetto non ha mai dato problemi. Si è ventilato un odontiasi dello stesso che andrebbe blandamente a toccare terminazioni nervose innescando l'acufene. Incrociando più pareri si tratterebbe comunque di ipotesi improbabili.
Ma vi confesso che a questo punto estraendo il dente del giudizio ho paura di peggiorare ulteriormente le cose e mi amareggia molto quando ti dicono che tutto è andato bene ma te ne torni a casa col problema. Ho paura che il problema non scompaia, che l'eziologia si rimpalli tra ambiti e specialità diverse non sempre dialoganti (gnatologo, otorino,cardiologo..) o di finire nei meandri dei sincretismi olistici di alcune medicine alternative che tracciano scenari talora inquietanti (perdita di simmetria mandibolare, riflessi progressivi su tutta la struttura ossea..), che però almeno hanno il merito di una visione di insieme e non sembrano andare per sottrazione.
Sono molto preoccupato che il problema sia meccanico, morfologico, che lambisca terminazioni nervose, o comunque di difficile approccio, e che un ulteriore operazione peggiori le cose.
Chiedo, di cuore, un aiuto.
[#1]
Gentile Signore
vedo il suo consulto inevaso (...forse perché si è intimoriti dal suo eloquio, tanto chiaro, pertinente e logico da superare "tecnicamente" qualsivoglia volenterosa consulenza...) e mi permetto di risponderle.
Proprio in virtù della logica, che dovrebbe sempre guidare nelle diagnosi, il suo acufene è insorto con l'impianto e ciò potrebbe significare due cose
1) che l'impianto in qualche modo ha interferito con la dinamica masticatoria e quindi
con tutta la biomeccanica cranio-vertebrale
2) che il metallo di cui è composto l'impianto (già rigettato dal suo organismo) crei una sorta di "interferenza", un campo di disturbo, fungendo quasi da antenna.
Personalmente preferisco gli scenari, seppure inquietanti, di quelli che lei definisce "sincretismi" olistici ad un intervento dall'esito incerto.... perché incerta è l'indicazione a farlo.
Potrebbe verificare,intanto, attraverso lo Gnatologo Clinico, cosa sia realmente accaduto alla biomecanica in seguito all'apposizione dell'impianto; magari un innocuo bite, potrebbe cambiare la fenomenologia dell'acufene.
La genesi di certi acufeni resterà quanto di più insondabile e denso di mistero esista in medicina, perché vi concorrono, e in modo diverso, vari fattori: auricolare, biomeccanico, circolatorio..psichico, neurologico, endocrino ecc.
Post Scriptum "spunti di riflessione": per la medicina Cinese i denti hanno correlazioni importantissime con organi-meridiani;
anche nella visione olistica ci sono correlazioni interessanti, ad esempio il primo molare destro rappresenta il ruolo che abbiamo nella vita (non ricordo il sinistro). Chissà come mai il proverbio "la lingua batte dove il dente duole", abbia correlato i denti ai problemi della quotidianità o che in qualche modo assillano chi li vive.
Gradirei avere notizie sul suo caso, che auspico si risolva quanto prima e positivamente.
Intanto passerò questo consulto ai nostri Gnatologi.
Cordiali saluti
Dott.Agnesina Pozzi
vedo il suo consulto inevaso (...forse perché si è intimoriti dal suo eloquio, tanto chiaro, pertinente e logico da superare "tecnicamente" qualsivoglia volenterosa consulenza...) e mi permetto di risponderle.
Proprio in virtù della logica, che dovrebbe sempre guidare nelle diagnosi, il suo acufene è insorto con l'impianto e ciò potrebbe significare due cose
1) che l'impianto in qualche modo ha interferito con la dinamica masticatoria e quindi
con tutta la biomeccanica cranio-vertebrale
2) che il metallo di cui è composto l'impianto (già rigettato dal suo organismo) crei una sorta di "interferenza", un campo di disturbo, fungendo quasi da antenna.
Personalmente preferisco gli scenari, seppure inquietanti, di quelli che lei definisce "sincretismi" olistici ad un intervento dall'esito incerto.... perché incerta è l'indicazione a farlo.
Potrebbe verificare,intanto, attraverso lo Gnatologo Clinico, cosa sia realmente accaduto alla biomecanica in seguito all'apposizione dell'impianto; magari un innocuo bite, potrebbe cambiare la fenomenologia dell'acufene.
La genesi di certi acufeni resterà quanto di più insondabile e denso di mistero esista in medicina, perché vi concorrono, e in modo diverso, vari fattori: auricolare, biomeccanico, circolatorio..psichico, neurologico, endocrino ecc.
Post Scriptum "spunti di riflessione": per la medicina Cinese i denti hanno correlazioni importantissime con organi-meridiani;
anche nella visione olistica ci sono correlazioni interessanti, ad esempio il primo molare destro rappresenta il ruolo che abbiamo nella vita (non ricordo il sinistro). Chissà come mai il proverbio "la lingua batte dove il dente duole", abbia correlato i denti ai problemi della quotidianità o che in qualche modo assillano chi li vive.
Gradirei avere notizie sul suo caso, che auspico si risolva quanto prima e positivamente.
Intanto passerò questo consulto ai nostri Gnatologi.
Cordiali saluti
Dott.Agnesina Pozzi
[#2]
Gentile Signora, l'acufene è una "bestia nera" non solo per il paziente, ma anche per qualunque medico di qualunque specialità cui sia prospettato il problema.
Il nesso di causalità temporale, che per il paziente é di assoluta evidenza, non é in realtà suffragato da nessun razionale su base scientifica.
Non penserei nemmeno al "rigetto" concetto biologico che non si adatta ad un materiale inerte quale é il titanio, di cui non esistono, per quanto ne so, problemi di intolleranza: é usato ovunque per protesi anche molto più invasive, specie in ortopedia. Un impianto può non integrarsi, può essere espulso, ma non " rigettato", cosa che avviene , ad esempio, per un trapianto di organo.
Anche se "tutto è possibile" non riterrei un singolo impianto una possibile causa di insorgenza dell'acufene.
Come le ha scritto la Drssa Pozzi, "La genesi di certi acufeni resterà quanto di più insondabile e denso di mistero esista in medicina, perché vi concorrono, e in modo diverso, vari fattori: auricolare, biomeccanico, circolatorio..psichico, neurologico, endocrino ecc."
Fra le possibile cause c'é anche un problema di malocclusione dentaria e di disfunzione dell'Articolazione Temporo Mandibiolare (ATM).
Questo argomento, però, non va affrontato "per risolvere l'acufene" ma valutato da un dentista gnatologo nel suo complesso, alla ricerca di tutti i sintomi che possono riferirsi a questo problema (cefalea, cervicalgia , otalgia, vertigini, russare notturno, ecc.): se ci fosse solo l'acufene , dubiterei di questa possibilità.
Veda su questo stesso sito l'articolo qui linkato: non si riferisce all'acufene, ma genericamente ai problemi cui può andare incontro un orecchio per un conflitto con l'ATM.
• Otite che non guarisce: colpa dei denti?
https://www.medicitalia.it/minforma/gnatologia-clinica/961-otite-ricorrente-colpa-dei-denti.html
Cordiali saluti ed auguri
Il nesso di causalità temporale, che per il paziente é di assoluta evidenza, non é in realtà suffragato da nessun razionale su base scientifica.
Non penserei nemmeno al "rigetto" concetto biologico che non si adatta ad un materiale inerte quale é il titanio, di cui non esistono, per quanto ne so, problemi di intolleranza: é usato ovunque per protesi anche molto più invasive, specie in ortopedia. Un impianto può non integrarsi, può essere espulso, ma non " rigettato", cosa che avviene , ad esempio, per un trapianto di organo.
Anche se "tutto è possibile" non riterrei un singolo impianto una possibile causa di insorgenza dell'acufene.
Come le ha scritto la Drssa Pozzi, "La genesi di certi acufeni resterà quanto di più insondabile e denso di mistero esista in medicina, perché vi concorrono, e in modo diverso, vari fattori: auricolare, biomeccanico, circolatorio..psichico, neurologico, endocrino ecc."
Fra le possibile cause c'é anche un problema di malocclusione dentaria e di disfunzione dell'Articolazione Temporo Mandibiolare (ATM).
Questo argomento, però, non va affrontato "per risolvere l'acufene" ma valutato da un dentista gnatologo nel suo complesso, alla ricerca di tutti i sintomi che possono riferirsi a questo problema (cefalea, cervicalgia , otalgia, vertigini, russare notturno, ecc.): se ci fosse solo l'acufene , dubiterei di questa possibilità.
Veda su questo stesso sito l'articolo qui linkato: non si riferisce all'acufene, ma genericamente ai problemi cui può andare incontro un orecchio per un conflitto con l'ATM.
• Otite che non guarisce: colpa dei denti?
https://www.medicitalia.it/minforma/gnatologia-clinica/961-otite-ricorrente-colpa-dei-denti.html
Cordiali saluti ed auguri
Dr. Edoardo Bernkopf-Roma-Vicenza-Parma
Spec. in Odontoiatria, Gnatologo- Ortodontista
edber@studiober.com - www.studiober.com
[#3]
Ex utente
Gent.mi sigg. Medici ,
ringrazio vivamente entrambi.
Purtroppo l'acufene non retrocede nel suo assedio.
Ho trovato interessante l'ipotesi del materiale "antenna": posso dirVi, però, che la prima "espulsione" di impianto ha avuto una gestazione di mesi e dopo i primi dolori che ho ritenuto fisiologici al decorso postoperatorio, l'infiammazione ha progredito silente nel suo sequestro osseo finchè il dente è caduto. Nessun acufene nel lungo tragitto temporale. Evidentemente neanche nella fase preparatoria e a seguire nella pur abortita osteointegrazione. Si ipotizzò, ma tra una certa perplessità generale, di un non meglio identificato agente infettante.
Con quest'ultimo impianto: nessun dolore, comparsa vistosa acufene, come scritto in apparente nesso di sola contiguità temporale, rx ok e pareri di dentisti scettici su problemi correllabili al dente del giudizio. Credo appunto nella tollerabilità del mezzo di sintesi (il mio omero dx, "ex"pluriframmentato, ne sà qualcosa).
Il neurognatologo al quale mi sono rivolto (e che opera ove mi han fatto e rifatto l'impianto), mi ha configurato un lungo e assai graduale schema di intervento: io invece credevo si potesse da subito ricorrere all' EMG e al Kinesiografo mandibolare che pensavo trattarsi di una sorta di rx specialistica che potesse "fotografare" il problema. Nell'elenco, se non sotteso nel gergo, non appariva la parola "bite" (nell'ordine: esame kinesio emg - ortotico mandibolare - controllo kinesiografico ed EMG - riparazione ortortico).
Il primo step di questo lungo percorso erano appunto i tubetti di cotone da schiacciare e rilassare sotto le arcate e anche in ambiente silenzioso non mi è parso che il fischio/sibilo si modulasse o calasse granché.
Un eventuale step successivo è stato comunque scartato causa preventivo.
Da qui mi son rivolto a Voi.
Ho 2 dati però che ritengo significativi. Acufeni o simili, leggerissimi e transitori, quasi un eco lontano di quelli che accuso oggi, li ho avuti, rari, negli ultimi mesi, alla sera, quando potevo udirli con maggior nitore, in particolare legati alla stanchezza anche fisica (ginnastica) accumulata nella giornata. Non ne ho la certezza ma non mi sono parsi legati all'impianto. Ancora: con più riposo e l'intenzione cosciente di viverli come solo frutto di stress (nota con la sola intenzione, non che lo fossero, questo mi è ignoto) erano calati. Quasi un sottofondo che speravo in estinzione, imputabile appunto a stanchezza e fattori emotivi contingenti. Poi mia madre è (ri)caduta rompendosi la spalla ed una certa ansia gestionale me li ha riacutizzati. Il tutto potrebbe trattarsi di un artificio interpretativo e mentale, anche se il fischio lo percepivo meno, non così "indipendente" e incessante come è tornato ad essere. L'acufene, si è palesato strisciante, o quanto meno chiaramente avvertibile, nella settimana del reimpianto, a poche ore da esso. Ma c'è da dire che dalla poltrona del dentista mi sono fiondato all'improvviso, sia per necessità che per gratificazione attitudinale e di opportunità, in una situazione che richiedeva, e richiede tuttora, benchè in diminuzione superato l'impatto, un altissimo grado di resa e autodisciplina emotiva e razionale sia in termini di forma che di sostanza.
L'altro dato, quello a cui sono aggrappato per comprensibile simpatia, è che sia solo cerume, magari smosso dagli accadimenti verbosamenti elencatiVi, e per il fatto che dal cono cerato era solo dall'orecchio sinistro che il cerume era rilevante. Da qui, però, oltre ad una rimozione meccanica, temo le matasse di confine tra nervi e ghiandole...
Non credevo poteste interfacciarVi tra Voi specialisti e pensavo che ogni post era destinato alla specializzazione indicata in fase di redazione del testo: a questo punto se un otorino, un audiologo, endocrinologo, neurologo o cardiologo o discipline affini, sinergizzabili e non, alternative o tradizionali, volessero abbozzare un parere sarebbero tutti ovviamente graditi, altrimenti, se mi è concesso, proverò ad aggiornare e riprofilare il problema in base alla specializzazione di riferimento.
Quanto al sincretismo io volevo intenderlo, se non sbaglio, nell'accezione neutrale di apporto diversificato. Il punto è una ragionevole terza via, e una ricaduta empirica concreta, tra approcci millenari di indubbio fascino e rispettabilità, se presi dalle fonti, o comparati con prudenza, e la medicina cosidetta tradizionale che resta, ferma, il mio riferimento primo.
I più cordiali saluti
ringrazio vivamente entrambi.
Purtroppo l'acufene non retrocede nel suo assedio.
Ho trovato interessante l'ipotesi del materiale "antenna": posso dirVi, però, che la prima "espulsione" di impianto ha avuto una gestazione di mesi e dopo i primi dolori che ho ritenuto fisiologici al decorso postoperatorio, l'infiammazione ha progredito silente nel suo sequestro osseo finchè il dente è caduto. Nessun acufene nel lungo tragitto temporale. Evidentemente neanche nella fase preparatoria e a seguire nella pur abortita osteointegrazione. Si ipotizzò, ma tra una certa perplessità generale, di un non meglio identificato agente infettante.
Con quest'ultimo impianto: nessun dolore, comparsa vistosa acufene, come scritto in apparente nesso di sola contiguità temporale, rx ok e pareri di dentisti scettici su problemi correllabili al dente del giudizio. Credo appunto nella tollerabilità del mezzo di sintesi (il mio omero dx, "ex"pluriframmentato, ne sà qualcosa).
Il neurognatologo al quale mi sono rivolto (e che opera ove mi han fatto e rifatto l'impianto), mi ha configurato un lungo e assai graduale schema di intervento: io invece credevo si potesse da subito ricorrere all' EMG e al Kinesiografo mandibolare che pensavo trattarsi di una sorta di rx specialistica che potesse "fotografare" il problema. Nell'elenco, se non sotteso nel gergo, non appariva la parola "bite" (nell'ordine: esame kinesio emg - ortotico mandibolare - controllo kinesiografico ed EMG - riparazione ortortico).
Il primo step di questo lungo percorso erano appunto i tubetti di cotone da schiacciare e rilassare sotto le arcate e anche in ambiente silenzioso non mi è parso che il fischio/sibilo si modulasse o calasse granché.
Un eventuale step successivo è stato comunque scartato causa preventivo.
Da qui mi son rivolto a Voi.
Ho 2 dati però che ritengo significativi. Acufeni o simili, leggerissimi e transitori, quasi un eco lontano di quelli che accuso oggi, li ho avuti, rari, negli ultimi mesi, alla sera, quando potevo udirli con maggior nitore, in particolare legati alla stanchezza anche fisica (ginnastica) accumulata nella giornata. Non ne ho la certezza ma non mi sono parsi legati all'impianto. Ancora: con più riposo e l'intenzione cosciente di viverli come solo frutto di stress (nota con la sola intenzione, non che lo fossero, questo mi è ignoto) erano calati. Quasi un sottofondo che speravo in estinzione, imputabile appunto a stanchezza e fattori emotivi contingenti. Poi mia madre è (ri)caduta rompendosi la spalla ed una certa ansia gestionale me li ha riacutizzati. Il tutto potrebbe trattarsi di un artificio interpretativo e mentale, anche se il fischio lo percepivo meno, non così "indipendente" e incessante come è tornato ad essere. L'acufene, si è palesato strisciante, o quanto meno chiaramente avvertibile, nella settimana del reimpianto, a poche ore da esso. Ma c'è da dire che dalla poltrona del dentista mi sono fiondato all'improvviso, sia per necessità che per gratificazione attitudinale e di opportunità, in una situazione che richiedeva, e richiede tuttora, benchè in diminuzione superato l'impatto, un altissimo grado di resa e autodisciplina emotiva e razionale sia in termini di forma che di sostanza.
L'altro dato, quello a cui sono aggrappato per comprensibile simpatia, è che sia solo cerume, magari smosso dagli accadimenti verbosamenti elencatiVi, e per il fatto che dal cono cerato era solo dall'orecchio sinistro che il cerume era rilevante. Da qui, però, oltre ad una rimozione meccanica, temo le matasse di confine tra nervi e ghiandole...
Non credevo poteste interfacciarVi tra Voi specialisti e pensavo che ogni post era destinato alla specializzazione indicata in fase di redazione del testo: a questo punto se un otorino, un audiologo, endocrinologo, neurologo o cardiologo o discipline affini, sinergizzabili e non, alternative o tradizionali, volessero abbozzare un parere sarebbero tutti ovviamente graditi, altrimenti, se mi è concesso, proverò ad aggiornare e riprofilare il problema in base alla specializzazione di riferimento.
Quanto al sincretismo io volevo intenderlo, se non sbaglio, nell'accezione neutrale di apporto diversificato. Il punto è una ragionevole terza via, e una ricaduta empirica concreta, tra approcci millenari di indubbio fascino e rispettabilità, se presi dalle fonti, o comparati con prudenza, e la medicina cosidetta tradizionale che resta, ferma, il mio riferimento primo.
I più cordiali saluti
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 4.7k visite dal 19/03/2012.
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Approfondimento su Acufeni
L'acufene (o tinnito) è un disturbo dell'orecchio che si manifesta sotto forma di ronzio o fischio costante o pulsante. Scopri i sintomi, le cause e i rimedi.