Esiti di plurimi interventi per colesteatoma rocca petrosa
Gentili medici,
sin dall'età di 5 anni ho sofferto di otiti croniche con perforazione del timpano.
Già a quell'età l'udito era quasi completamente perso.
Nel 1988, a seguito di comparsa di emiparesi facciale, sono stato sottoposto d'urgenza ad intervento che avrebbe dovuto essere di timpanoplastica.
Invero, in sede veniva riscontrata un'ampia presenza di colesteatoma e l'intervento era corretto in "mastoidectomia con toilette chirurgica" (così sulla cartella di allora).
Nel 1989 è stato eseguito un intervento di revisione, definito "intervento di radicale" (con emiparesi postoperatoria del facciale).
Le otiti, le infezioni, il colesteatoma presente nell'orecchio medio (visibile al microscopio e continuamente bruciato con tamponi di acido) oltre che tutti i disturbi correlati non cessavano. Sono rimasto in questa condizione per 5 anni, sino a che mi indirizzarono all'ospedale di bergamo.
Il prof. Mazzoni mi ha operato nel 1994 eseguendo un intervento di petrosectomia totale, con accesso con craniotomia, chiusura della tuba nasale, impianto di strisce di tessuto adiposo addominale e obliterazione del condotto uditivo. Nessun disturbo al facciale, che nel frattempo avevo recuperato al 90%.
Tale intervento è stato revisionato nel 1997 a seguito di recidiva del colesteatoma con infezione del tessuto adiposo impiantato (era "esplosa" l'obliterazione del condotto). Anche questo intervento è riuscito bene, sempre senza problemi al facciale, e il prof. Mazzoni mi assicurò di aver rimosso ogni traccia di colesteatoma (cosa che non era stata possibile nell'intervento del 1994 a causa dell'estensione dello stesso con interessamento anche della carotide interna).
Da allora (sono passati 10 anni) non ho più avuto recidive né altri problemi diversi dal dolore locale ed esteso alla testa, che è purtroppo quasi quotidiano.
Sin dal primo intervento del 1988 ho perso completamente l'udito dell'orecchio destro.
Quello che mi chiedo oggi è se sia possibile recuperare l'udito perso alla luce delle eventuali novità sul campo, tenuto conto dell'attuale conformazione del mio orecchio interno che illustro mediante uno dei recenti referti delle TAC di controllo eseguite:
"L'indagine è stata eseguita mediante ripresa di scansioni basali assiali e coronali a strato sottile utilizzando parametri ad alta risoluzione e setting osseo.
A sinistra regolare diafania della cassa timpanica e delle cellette mastoidee.
A destra esiti di pregresso intervento chirurgico caratterizzati dalla presenza di ampia cavità residua non pneumatizzata e occupata parzialmente da tessuto sostitutivo adiposo.
L'intervento precedente ha determinato demolizione del processo mastoideo, della cassa timpanica, mentre sono conservate la coclea, il meato acustico interno, la regione del ganglio genicolato ed il canale del facciale.
Parziale demolizione del labirinto osseo.
Alterazioni dell'apice petroso relativo a intervento chirurgico.
Invariata la soluzione di continuo già documentata in corrispondenza della parete superiore del processo mastoideo."
Immagino che dovrei accontentarmi di non avere più recidive, ma non ho mai perso la speranza di poter un giorno riacquistare l'udito perso.
Grazie per il vostro lavoro.
sin dall'età di 5 anni ho sofferto di otiti croniche con perforazione del timpano.
Già a quell'età l'udito era quasi completamente perso.
Nel 1988, a seguito di comparsa di emiparesi facciale, sono stato sottoposto d'urgenza ad intervento che avrebbe dovuto essere di timpanoplastica.
Invero, in sede veniva riscontrata un'ampia presenza di colesteatoma e l'intervento era corretto in "mastoidectomia con toilette chirurgica" (così sulla cartella di allora).
Nel 1989 è stato eseguito un intervento di revisione, definito "intervento di radicale" (con emiparesi postoperatoria del facciale).
Le otiti, le infezioni, il colesteatoma presente nell'orecchio medio (visibile al microscopio e continuamente bruciato con tamponi di acido) oltre che tutti i disturbi correlati non cessavano. Sono rimasto in questa condizione per 5 anni, sino a che mi indirizzarono all'ospedale di bergamo.
Il prof. Mazzoni mi ha operato nel 1994 eseguendo un intervento di petrosectomia totale, con accesso con craniotomia, chiusura della tuba nasale, impianto di strisce di tessuto adiposo addominale e obliterazione del condotto uditivo. Nessun disturbo al facciale, che nel frattempo avevo recuperato al 90%.
Tale intervento è stato revisionato nel 1997 a seguito di recidiva del colesteatoma con infezione del tessuto adiposo impiantato (era "esplosa" l'obliterazione del condotto). Anche questo intervento è riuscito bene, sempre senza problemi al facciale, e il prof. Mazzoni mi assicurò di aver rimosso ogni traccia di colesteatoma (cosa che non era stata possibile nell'intervento del 1994 a causa dell'estensione dello stesso con interessamento anche della carotide interna).
Da allora (sono passati 10 anni) non ho più avuto recidive né altri problemi diversi dal dolore locale ed esteso alla testa, che è purtroppo quasi quotidiano.
Sin dal primo intervento del 1988 ho perso completamente l'udito dell'orecchio destro.
Quello che mi chiedo oggi è se sia possibile recuperare l'udito perso alla luce delle eventuali novità sul campo, tenuto conto dell'attuale conformazione del mio orecchio interno che illustro mediante uno dei recenti referti delle TAC di controllo eseguite:
"L'indagine è stata eseguita mediante ripresa di scansioni basali assiali e coronali a strato sottile utilizzando parametri ad alta risoluzione e setting osseo.
A sinistra regolare diafania della cassa timpanica e delle cellette mastoidee.
A destra esiti di pregresso intervento chirurgico caratterizzati dalla presenza di ampia cavità residua non pneumatizzata e occupata parzialmente da tessuto sostitutivo adiposo.
L'intervento precedente ha determinato demolizione del processo mastoideo, della cassa timpanica, mentre sono conservate la coclea, il meato acustico interno, la regione del ganglio genicolato ed il canale del facciale.
Parziale demolizione del labirinto osseo.
Alterazioni dell'apice petroso relativo a intervento chirurgico.
Invariata la soluzione di continuo già documentata in corrispondenza della parete superiore del processo mastoideo."
Immagino che dovrei accontentarmi di non avere più recidive, ma non ho mai perso la speranza di poter un giorno riacquistare l'udito perso.
Grazie per il vostro lavoro.
[#1]
caro utente lei è stato curato da un autorità della chirurgia dell'orecchio e vive a Varese dove il Dott. Burdo lo è nell'audiologia, probabilmente avrà già sentito gli stessi e purtroppo non c'è molto da proporre in merito,
le segnalo solo che in letteratura viene citato l'uso del BAHA che è una protesi ancorata all'osso della mastoide non udente che sfruttando la buona via ossea dell'orecchio udente per un meccanismo definito "cross conduction" dona una certa direzionalità dei suoni provenienti dal lato anacusico, nella pratica quotidiana non conosco però i risultati, credo comunque sia un tema da approfondire!
le segnalo solo che in letteratura viene citato l'uso del BAHA che è una protesi ancorata all'osso della mastoide non udente che sfruttando la buona via ossea dell'orecchio udente per un meccanismo definito "cross conduction" dona una certa direzionalità dei suoni provenienti dal lato anacusico, nella pratica quotidiana non conosco però i risultati, credo comunque sia un tema da approfondire!
Dott. Andrea Muzza
Specialista in Otorinolaringoiatria
Dirigente Medico I livello Ospedale San Paolo Savona
www.andreamuzza.it
[#2]
Gentile Signore,
la parziale distruzione del labirinto osseo, così come recitato dalla TAC,esclude ogni possibilità uditiva. Tuttavia non ci ha fornito informazioni sugli esami audiometrici che avrà senz'altro eseguito. In ogni caso, quand'anche dovesse risultare una funzione cocleare residua, mi asterrei da qualsiasi ulteriore atto chirurgico.
Circa l'impiego della Baha ai fini della sola direzionalità del suono riterrei comunque più saggio rinunciare.
la parziale distruzione del labirinto osseo, così come recitato dalla TAC,esclude ogni possibilità uditiva. Tuttavia non ci ha fornito informazioni sugli esami audiometrici che avrà senz'altro eseguito. In ogni caso, quand'anche dovesse risultare una funzione cocleare residua, mi asterrei da qualsiasi ulteriore atto chirurgico.
Circa l'impiego della Baha ai fini della sola direzionalità del suono riterrei comunque più saggio rinunciare.
dott. M. Morandi
[#3]
Caro paziente serve conoscere la sua funzionalità uditiva con un esame audiometrico tonale per valutare se la funzione cocleare è rimasta conservata. Se dall'altro lato però è normoacusico concordo con il collega Morandi sul non fare nulla per cercare di sfruttare un eventuale funzione cocleare residua.
Cordiali saluti Dott. frisina
Cordiali saluti Dott. frisina
Primario di Otorinolaringoiatria
Dott Frisina Antonio
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 19.4k visite dal 24/10/2007.
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