Intervento per otosclerosi
Gentili dottori, vorrei, se possibile, un chiarimento circa l'esame audiometrico e porvi delle domande. Sono una donna di 55 anni. Sette anni fa l'otorino mi fece l'esame audiometrico ed impedenzometrico, con diagnosi "Ipoacusia mista bilaterale per OTS bilaterale" - Ho fatto un controllo audiometrico tonale a gennaio 2010 e l'ultimo il 30 novembre perchè prossima all'intervento, entrambi nell'ospedale dove verrà eseguito. L'ultima volta, ma solo perchè ho chiesto informazioni, mi è stato detto che è di tipo trasmissivo e che conviene farlo subito onde evitare che diventi neurosensoriale. Ma la prima diagnosi parlava di ipoacusia mista. E' possibile che dopo 7 anni si sia modificata? Non ci capisco nulla e sono abbastanza preoccupata anche perchè non conosco il chirurgo, nè la sua casistica. Una dottoressa mi ha detto che ne fa circa 3 a settimana ma mi sembrano pochini. Lui opera alla clinica universitaria di ORL a Cagliari. Secondo voi è giusto farlo ora che ho perso circa il 40% dell'udito o è meglio aspettare che scenda ancora di più visto il rischio di perdere del tutto l'udito? Premetto che faccio terapia sostitutiva da 3 anni e negli ultimi 2 mi sono accorta che la situazione è peggiorata, infatti l'esame ha confermato, potrebbe essere questo il motivo? E poi è sufficiente fare solo l'esame audiometrico prima dell'intevento, oltre a quelli di routine? Grazie mille per le risposte che vorrete darmi
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Gentile utente, l'intervento per "otosclerosi" è ormai un intervento routinario e pertanto non deve preoccuparsi più di tanto.
Quanto ai suoi dubbi, effettivamente una ipoacusia di tipo "misto" generalmente non diventa una ipoacusia "trasmissiva" ma credo che si sia voluto soltanto semplificare il tutto. In effetti, l'otosclerosi nasce come un problema "meccanico" responsabile della ipoacusia trasmissiva ma, col passare degli anni, tende a divenire mista, per un interessamento della coclea. E' dunque evidente che quando l'ipoacusia diventa mista bisogna intervenire, affinchè il recupero uditivo non sia inficiato dal non recuperabile danno cocleare. L'intervento infatti consente di eliminare gran parte del deficit uditivo "meccanico" ma non di recuperare un evntuale deficit udito deteminato dalla soferenza cocleare.
Si sottoponga pertano senza apprensione all'intervento, presso una struttura peraltro estremamente affidabile.
Convinto di averle ulteriormente confuo le idee,le auguro una buona giornata.
Quanto ai suoi dubbi, effettivamente una ipoacusia di tipo "misto" generalmente non diventa una ipoacusia "trasmissiva" ma credo che si sia voluto soltanto semplificare il tutto. In effetti, l'otosclerosi nasce come un problema "meccanico" responsabile della ipoacusia trasmissiva ma, col passare degli anni, tende a divenire mista, per un interessamento della coclea. E' dunque evidente che quando l'ipoacusia diventa mista bisogna intervenire, affinchè il recupero uditivo non sia inficiato dal non recuperabile danno cocleare. L'intervento infatti consente di eliminare gran parte del deficit uditivo "meccanico" ma non di recuperare un evntuale deficit udito deteminato dalla soferenza cocleare.
Si sottoponga pertano senza apprensione all'intervento, presso una struttura peraltro estremamente affidabile.
Convinto di averle ulteriormente confuo le idee,le auguro una buona giornata.
Vincenzo Marcelli
[#2]
Utente
La ringrazio Dr. Marcelli per avermi risposto. Non mi ha confuso le idee, è stato abbastanza chiaro e per il paziente credo che questo sia fondamentale, perlomeno per me lo è. Ora mi spiego perchè 7 anni fa lo specialista mi disse che sarebbe stato meglio farlo subito ma non mi spiegò esattamente quali sarebbero stati i rischi a non farlo, mi disse anche che sarebbe potuta peggiorare oppure stabilizzarsi, infatti per qualche anno così è stato. Ora però se mi permette,le vorrei fare ancora un paio di domande: con quale esame si rileva l'ipoacusia mista? L'Otorino 7 anni fa mi fece anche l'impedenzometria, non sarebbe meglio ripeterla prima dell'intervento dato che non l'ho più fatta? Grazie ancora per la sua disponibilità e cortesia
[#3]
Gentilissima, l'ipoacusia mista, così come qualsiasi altro tipo di ipoacusia, si evidenzia con un normale esame audiometrico: inviando il suono con la cuffia si valuta la via aerea e quindi la componente "meccanica" dell'eventuale ipoacusia; inviando il suono con un piccolo vibratore posizionato dietro l'orecchio si valuta nvece la via ossea e quindi la componente neurosensoriale dell'eventuale deficit uditivo.
Se la componente meccanica è alterata ma la componente neurosensoriale è nella norma, si parla di ipocusia trasmissiva (che è tipica delle prime fasi dell'otosclerosi); se successivamente si altera anche la componente neurosensoriale, mantenendosi comunque migliore della componente meccanica, si parla di ipoacusia mista (ed è questo che succede nelle fasi avanzate dell'otosclerosi). Quando il danno meccanico e quello neurosensoriale si equivalgono, allora l'ipoacusia diviene neurosensoriale, tipica delle fasi molto avanzate della malattia.
L'impedenzometria e lo studio dei riflessi stapediali sono fondamentali per la diagnosi di otosclerosi. Posta la diagnosi, non è indispensabile ripeterli.
Se la componente meccanica è alterata ma la componente neurosensoriale è nella norma, si parla di ipocusia trasmissiva (che è tipica delle prime fasi dell'otosclerosi); se successivamente si altera anche la componente neurosensoriale, mantenendosi comunque migliore della componente meccanica, si parla di ipoacusia mista (ed è questo che succede nelle fasi avanzate dell'otosclerosi). Quando il danno meccanico e quello neurosensoriale si equivalgono, allora l'ipoacusia diviene neurosensoriale, tipica delle fasi molto avanzate della malattia.
L'impedenzometria e lo studio dei riflessi stapediali sono fondamentali per la diagnosi di otosclerosi. Posta la diagnosi, non è indispensabile ripeterli.
[#4]
Utente
Grazie Dr. Marcelli é stato velocissimo a rispondermi, praticamente era dietro l'angolo! E'stato anche abbastanza meticoloso con la spiegazione, ora ho una visione più chiara di tutto. Credo di aver fatto la cosa giusta, sono stata io a prendere la decisione di sottopormi all'intervento, visto i disagi che mi crea l'ipoacusia. Lei mi rassicura anche sulla struttura ospedaliera, evidentemente ne è a conoscenza, incrocio le dita e spero vada tutto per il meglio. Ancora mille grazie per la sua disponibilità e cortesia
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Gentilissima, l'ipoacusia mista, così come qualsiasi altro tipo di ipoacusia, si evidenzia con un normale esame audiometrico: inviando il suono con la cuffia si valuta la via aerea e quindi la componente "meccanica" dell'eventuale ipoacusia; inviando il suono con un piccolo vibratore posizionato dietro l'orecchio si valuta nvece la via ossea e quindi la componente neurosensoriale dell'eventuale deficit uditivo.
Se la componente meccanica è alterata ma la componente neurosensoriale è nella norma, si parla di ipocusia trasmissiva (che è tipica delle prime fasi dell'otosclerosi); se successivamente si altera anche la componente neurosensoriale, mantenendosi comunque migliore della componente meccanica, si parla di ipoacusia mista (ed è questo che succede nelle fasi avanzate dell'otosclerosi). Quando il danno meccanico e quello neurosensoriale si equivalgono, allora l'ipoacusia diviene neurosensoriale, tipica delle fasi molto avanzate della malattia.
L'impedenzometria e lo studio dei riflessi stapediali sono fondamentali per la diagnosi di otosclerosi. Posta la diagnosi, non è indispensabile ripeterli.
Se la componente meccanica è alterata ma la componente neurosensoriale è nella norma, si parla di ipocusia trasmissiva (che è tipica delle prime fasi dell'otosclerosi); se successivamente si altera anche la componente neurosensoriale, mantenendosi comunque migliore della componente meccanica, si parla di ipoacusia mista (ed è questo che succede nelle fasi avanzate dell'otosclerosi). Quando il danno meccanico e quello neurosensoriale si equivalgono, allora l'ipoacusia diviene neurosensoriale, tipica delle fasi molto avanzate della malattia.
L'impedenzometria e lo studio dei riflessi stapediali sono fondamentali per la diagnosi di otosclerosi. Posta la diagnosi, non è indispensabile ripeterli.
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Gentilissima, l'ipoacusia mista, così come qualsiasi altro tipo di ipoacusia, si evidenzia con un normale esame audiometrico: inviando il suono con la cuffia si valuta la via aerea e quindi la componente "meccanica" dell'eventuale ipoacusia; inviando il suono con un piccolo vibratore posizionato dietro l'orecchio si valuta nvece la via ossea e quindi la componente neurosensoriale dell'eventuale deficit uditivo.
Se la componente meccanica è alterata ma la componente neurosensoriale è nella norma, si parla di ipocusia trasmissiva (che è tipica delle prime fasi dell'otosclerosi); se successivamente si altera anche la componente neurosensoriale, mantenendosi comunque migliore della componente meccanica, si parla di ipoacusia mista (ed è questo che succede nelle fasi avanzate dell'otosclerosi). Quando il danno meccanico e quello neurosensoriale si equivalgono, allora l'ipoacusia diviene neurosensoriale, tipica delle fasi molto avanzate della malattia.
L'impedenzometria e lo studio dei riflessi stapediali sono fondamentali per la diagnosi di otosclerosi. Posta la diagnosi, non è indispensabile ripeterli.
Se la componente meccanica è alterata ma la componente neurosensoriale è nella norma, si parla di ipocusia trasmissiva (che è tipica delle prime fasi dell'otosclerosi); se successivamente si altera anche la componente neurosensoriale, mantenendosi comunque migliore della componente meccanica, si parla di ipoacusia mista (ed è questo che succede nelle fasi avanzate dell'otosclerosi). Quando il danno meccanico e quello neurosensoriale si equivalgono, allora l'ipoacusia diviene neurosensoriale, tipica delle fasi molto avanzate della malattia.
L'impedenzometria e lo studio dei riflessi stapediali sono fondamentali per la diagnosi di otosclerosi. Posta la diagnosi, non è indispensabile ripeterli.
Questo consulto ha ricevuto 8 risposte e 4.8k visite dal 15/12/2010.
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