Calo udito post miringoplastica

operata a pagamento da una "eminenza" della otorinolaringoiatria per miringoplastica.il 26/02/2010.al timpano sx il dx ha otosclerosi e dovrà essere operato dopo. post intervento ho vertigini. mi passano il giorno dopo. prima della dimissione ci viene detto che è stato messo un tampone poi del gel.che il gel si sciogli e dopo 25 gg viene tolto dal prof il tampone.mi viene detto di togliere i punti dopo 7 gg,di iniziare il tobradex 7gg prima dello stamponamento: dopo tre g chiamo assistente e dico che sento scendere liquidi da lato operato.mi viene detto che è saliva. la convalescenza è in totale riposo,e perfetta. inizio il tobradex e sento le gocce in gola.vado dal mio otorino che dice di non vedere il tampone.chiama i medici dello staff e un dice che di continuare con gocce e presentarsi dopo una settimana.il giorno dopo io, non fidandomi,vado a piacenza: vengo visita dal prof.e io chiedo dove è il tampone che mi doveva togliere, dice che lui non lo ha messo (è scritto in cartella di dimissione)verifica che ho un foro di 1/6 più piccolo,dell'iniziale .mi fa fare un esame audiologico, dove a certe frequenze sono come prima ad altre ho un calo da -30 a -70. dice che è normale perchè il timpano non vibra essendo gonfio (chiedo io vibra solo a certe frequenze? lui guarda su scocciato) mi mette una pezza sul buco e mi dice di sospendere assolutamente antibiotico e tornare dopo un mese e mezzo..di star calma che è tutto normale. che 98% il buco si chiude e udito è presto per verificarlo.Ora a oparte il lato umano e la frettolosità con cui viene sbrigato il mio problema io mi trovo l'unico orecchio che avevo, ancora rotto, molto più sordo e con acufeni nuovi. torno a chiedere del tampone e mi viene detto che si è sciolto (e siamo alla 3 risposta diversa.1c'è e deve toglierlo lui, 2 non c'è 3 si è sciolto:non so come comportarmi ne da un punto di vista medico ne legale.non mi hanno nemmeno dato nulla, nè un documento con scritto cosa mi hanno fatto o trovato..niente.il mio avvocato ha detto di scrivere una raccomandata e andare a fare un consulto da un altro specialista chirurgo altrettanto noto e sentire..sono abbastanza disperata.
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Dr. Flavio Arnone Otorinolaringoiatra 228 9
allora, intanto stia calma, il prof. Sanna (immagino sia lui) ha una grandissima esperienza di otochirurgia ed è in buone mani, ovvimente piu' si va da professoroni e piu' è possibile che siano frettolosi, ma non vuol dire che c' è qualcosa che non va.
Il tampone messo è di un materiale che nel mese successivo tende a sciogliersi da solo (è assolutamente normale)ed è anche normale che per ora non abbia recuperato l'udito (è meglio valutarlo a mesi di distanza).
L'obbiettivo della miringoplastica è ricostruire il timpano, ma non si danno mai garanzie "assolute" di recupero uditivo (comunque generalmente si).
Puo' anche succedere che l'intervento non riesca perfettamente e che vi possa essere ancora una piccola perforazione (a volte purtroppo l'innesto non attecchisce ed è necessario un nuovo intervento ed è una complicanza assolutamente prevista e non una responsabilita' del chirurgo -piu' questi ha esperirenza e piu' è difficile che cio' avvenga- e comunque non credo sia il suo caso.. probabilmente glielo avrebbe gia' detto)
RIPETO, PRIMA DI RIVOLGERSI A UN AVVOCATO, AL MOMENTO NON HA SENSO, ASPETTI ancora qualche mese e DI VEDERE I RISULTATI

Dr. FLAVIO ARNONE

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Utente
Utente
La ringrazio della risposta e non desidero dire il nome del medico che mi ha operato e non lo farò proprio perché aspetto di vedere esito.. diciamo che oltre a il difficilmente gestibile disagio psicofisico di un intervento dove ho avuto tutti gli effetti collaterali possibili, e al fatto che non ero stata preparata psicologicamente ad un intervento così invasivo, non ho ricevuto spegazioni esaudienti in merito da nessuno di coloro che mi hanno operato. se leggo che dopo 20/25 gg é possibile fare esame audiometrico, capisco che dopo 20/25 gg l'udito deve essere quello definitivo, se no avrebbero scritto dopo tre mesi é possibile fare esame audiometrico.. io non faccio l'otorino. Se mi scrivono che c'é un tampone e poi non c'é sarebbe carino spiegare molto semplicemente che si scioglie, e io mi rilasso, insomma penso, anzi sono certa che chi ha scelto di fare il chirurgo, abbia il dovere, se lui non é in grado che assuma qualcuno che lo fa, di relazionarsi su un piano umano e esplicativo con chi lo assume per fare il suo lavoro, che sia lo stato o un privato. Non é che solo perché uno fa i medico può pensare di trattare i pazienti come degli esauriti, perché magari lo sono, visto che non sentono, o soffrono, o hanno paura, e che si fanno mettere le mani adosso da medici che dovrebbero spiegare molto bene cosa fanno come e perché. Vede lei ad esempio in un breve scritto mi ha detto molte più cose di quante non abbia sentito dire da altri. Io non mi sono rivolta ad un avvocato, lo sento tutti igiorni ed é stato lui a dirmi che un tale comportamento é quanto meno se non sospetto spiacevole e non molto professionale e mi ha consigliato di documentare il percorso. Perché in altri ssettori, se dai tre risposte diverse alla stessa domanda, vuol dire o che non sai cosa dici, o che racconti bugie. Le pare? E non trovo che la categoria dei medici debba godere di default di trattamenti speciali.. anzi proprio in base lla natura umanitaria della scelta dovrebbe fare il contrario.Non crede? Poi lo so anche che io che c'é di peggio che rimanere sordi.. certo non é poco, mi creda.La ringrazio e buona giornata
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