Malattia di meniere

Buongiorno
sono un paziente menierico.
Soffro ormai quotidianamente di vertigini.
Il professore che mi ha in cura mi ha somministrato tintura madre di betulla per drenare e una tisana di tiglio alla sera come calmante il tutto associato
ad alimentazione iposodica.
Ho fatto diverse visite compresi ricoveri.
Oggi la sintomatologia sta cambiando ovvero prima non riuscivo a vedere a destra, dal lato dell'orecchio interessato poichè mi suscitava nausea e accentuazione delle vertigini; ora invece questo sintomo è cambiato, risco a vedere in tutte le direzioni ma ho comunque vertigini che fortunatamente non danno nausea.
Le crisi quindi continuano ad esserci ma molto meno violente; è la frequenza che mi sta distruggendo.
Ho fatto anche visita oculistica dove si è dimostrato un calo della vista (1 grado a sinistra e mezzo a destra), visite neurologiche (tutto mormale)
Ora mi rimane lo psicologo (a detta del professore che mi ha in cura i menierici ha una temporanea debolezza mentale).
Il fatto è che ho una vita normalissima.
Sto provando anche i fiori di Bach (aspen e agrimony) ma senza grande risultati (questo per evitare medicine più pesanti).
Potete darmi indicazioni.
Grazie
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Dr. Raffaello Brunori Otorinolaringoiatra, Medico di medicina generale 35.7k 1.2k
Mi dispice per lei, ma la terapia assunta per la patologia in questione non è idonea: ma questa terapia le è stata prescritta da un Otorinolaringoiatra? Onestamente le dico che, in questo modo, non riuscirà a controllare la malattia. Cordiali saluti

Dr. Raffaello Brunori

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Utente
Utente
Ha una soluzione al mio problema o può indirizzarmi.
Comunque la terapia è stata betulla + dieta + tisana da un Otorinolaringoiatra; il resto è mia sperimentazione.
In attesa di risposta la ringrazio anticipatamente.
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Dr. Raffaello Brunori Otorinolaringoiatra, Medico di medicina generale 35.7k 1.2k
E' sufficiente che si rivolga ad un qualsiasi ambulatorio otorinolaringoiatrico (servizio di Vestibologia) di un Ospedale della sua città. Sicuramente le verrà prescritta una terapia farmacologica "seria" che riuscirà a migliorare il quadro clinico. Cordialità
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Dr. Edoardo Bernkopf Dentista, Gnatologo, Esperto in medicina del sonno 6.7k 215
Gentile paziente,
Da qualche tempo si sta facendo strada nella letteratura scientifica una corrente di pensiero che ipotizza uno stretto legame della Malattia di Meniere con i disturbi dell’Articolazione Temporo Mandibolare (ATM). Interazioni fisiopatologiche fra il l’organo della masticazione (e quindi in particolare con l’ATM) e l’orecchio sono state ipotizzate e descritte da vari autori, sulla base di alcuni rilievi clinici:
1) Alcuni pazienti presentano sintomi auricolari senza patologia dell’Orecchio.
2) L’incidenza dei sintomi dai quali la MdM è caratterizzata risulta essere maggiore nei casi di disfunzione dell’ATM rispetto al resto della popolazione.
3) Tali sintomi vengono riferiti in miglioramento o in risoluzione dopo trattamento odontoiatrico, e in ricaduta alla sospensione del trattamento stesso.
4) Per contro, in molti pazienti menierici sono presenti sintomi caratteristici della disfunzione dell’ATM , e un adeguato trattamento della disfunzione articolare è spesso in grado di risolvere o migliorare anche tali sintomi.
L’esatto meccanismo fisiopatologico attraverso il quale una disfunzione dell’ATM può causare sintomi all’Orecchio fino a poter costituire importante elemento patogenetico della MdM non sono chiari: sono stati chiamati in causa riflessi neurogeni, sinergie muscolari, comuni rapporti con altre patologie oscure, come l’Emicrania.
Poco considerata risulta invece la possibile componente meccanica.
In una ATM normale, i condili di entrambi i lati sono in rapporto con la parete antero-superiore della cavità che li ospita (Cavità Glenoide) (fig. 1).
Per vari motivi, in parte legati all’ATM stessa, ma più spesso al non corretto allineamento dei denti e alla cattiva postura della mandibola , accade però che i condili possano dislocarsi in una zona più arretrata, entrando in rapporto con le superfici più distali delle cavità glenoidi (fig. 2).
Tali superfici sono in intimo rapporto con l'orecchio. In questo caso, assai comune, ogni qualvolta l'individuo deglutisce (e ciò avviene circa duemila volte al giorno a prescindere dalla volontà e dallo stato di sonno e veglia) i condili percuotono l'orecchio con più o meno violenza, come può essere facilmente riscontrato con la palpazione endo auricolare (infilando i mignoli nell’orecchio e muovendo la mandibola).
L’interessamento dell’orecchio potrebbe in questi casi essere mediato anche dalla Tuba di Eustachio , sommando la disfunzione tubarica ai meccanismi muscolari e ai riflessi nervosi da vari autori ipotizzati.
Appare evidente come, se da un lato il movimento di apertura della bocca viene comunemente sfruttato per il ripristino, dell'equilibrio pressorio sule due superfici del timpano alterato ad esempio per sbalzi di quota, dall'altro un cronico dislocamento posteriore di uno o entrambi i condili e lo squilibrio dei muscoli della masticazione e della deglutizione, possono dar luogo ad una ipofunzionalità tubarica e, al limite, ad una stenosi, sostenendo così, oltre a varie patologie dell’Orecchio che alle disfunzioni tubariche sono legate, anche la sintomatologia menierica.
Il rapporto fra condilo mandibolare e orecchio potrebbe spiegare anche la monolateralità e/o la bilateralità della sintomatologia: una mandibola laterodeviata favorisce una sintomatologia otologica omolaterale alla deviazione , una mandibola biretrusa favorisce una sintomatologia bilaterale (anche se solitamente un lato prevale).
Altra importante concausa nell’insorgenza della sintomatologia menierica è stata ipotizzata nei difetti di postura della colonna cervicale: con adeguato trattamento fisiatrico, associato a quello volto a correggere le disfunzioni dell’ATM, si sono riscontrate diminuzioni della sintomatologia menierica. La colonna va considerata, nella maggior parte dei casi, un sistema di compenso di malposizioni che intervengono nei distretti inferiori ( bacino, ginocchia, caviglie, piedi ) solitamente chiamate " Ascendenti ", o superiori ( malocclusione dentaria con dislocazione della mandibola e eventuale disfunzione dell’ATM in particolare ) solitamente denominate " Discendenti ", questi ultimi assai spesso trascurati.
La postura della mandibola è dunque pienamente coinvolta ( anche se spesso trascurata ) nella postura del sistema cranio - vertebrale. Se per varie ragioni ( scheletriche, dentarie, iatrogene ) la mandibola è costretta ad assumere a bocca chiusa una posizione spaziale scorretta, ad esempio deviata (fig.3 ), ciò causerà necessariamente degli atteggiamenti compensatori a livello dell' intera struttura corporea e del rachide in particolare: nel tentativo di mantenere la linea bipupillare orizzontale, il tutto viene compensato con la disposizione a S della colonna, che si incurva con concavità omolaterale alla deviazione a livello cervicale e controlaterale ( sempre rispetto alla deviazione mandibolare ) a livello lombare. C'è infine da osservare che anche il meccanismo vascolare di insorgenza delle vertigini può costituire un fenomeno connesso con di una disfunzione dell’ATM. Infatti gli atteggiamenti compensatori posturali del rachide cervicale (a seguito di una malposizione mandibolare), associati o meno a fenomeni di degenerazione artrosica, possono causare un ostacolato afflusso di sangue al cervello attraverso le arterie vertebrali, ed esitare conseguentemente in episodi vertiginosi.
Nell’approccio odontoiatrico-occlusale la terapia è rivolta a ricercare, sulla base dei reperti anamnestici, clinici e radiografici, la postura corretta della mandibola.
Viene dunque allestito un disposivo intra-orale in resina acrilica ( può essere denominato bite, splint, Oral device ecc.) che, grazie alla conformazione decisa caso per caso dal dentista, obbliga il paziente ad atteggiare la propria mandibola nella posizione prescelta e considerata corretta, lasciandola libera di effettuare tutti i movimenti necessari ad una vita normale ma non quelli considerati patologici.
Con questo approccio, in parte di conferma diagnostica , in parte già terapeutico, è quindi possibile testare l’effettiva incidenza della malocclusione dentaria e della disfunzione dell’ATM sulla sintomatologia menierica, e sulle vertigini in particolare, il tutto in maniera totalmente reversibile, priva di qualunque rischio biologico: in caso di insuccesso la rimozione del dispositivo ripristinerà esattamente la situazione di partenza. In caso invece di successo, il paziente potrà scegliere se avvalersi a vita del dispositivo, oppure se passare ad una seconda fase riabilitativa della propria bocca, attraverso un piano di trattamento individuale ortodontico, protesico o misto, che verrà però realizzato sulla base delle indicazioni attenute con il trattamento iniziale.
Resto a disposizione per evengtuali ulteriori delucidazioni. Cordiali saluti ed auguri
DR. EDOARDO BERNKOPF
E-mail: edber@studiober.com Sito internet: http.//www.studiober.com

Dr. Edoardo Bernkopf-Roma-Vicenza-Parma
Spec. in Odontoiatria, Gnatologo- Ortodontista
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