Insensibilità del piede post intervento chirurgico tendine d’achille
Buonasera, tre giorni fa sono stato operato al tendine d’Achille (tenirrafia) a seguito di rottura durante attività sportiva.
L’intervento è andato bene, con un piccolo taglio longitudinale di appena 4-5cm.
Una volta svanito l’effetto dell’epidurale, ho però notato una marcata insensibilità cutanea, di tipo tattile, superficiale, sulla parte superiore del decorso del IV e V dito fin verso i metatarsi, oltre che parecchio marcata della zona calcaneale laterale... il tutto, apparentemente compatibile col decorso del nervo surale.
Se premo in maniera più forte negli stessi punti, posso avvertire, invece, la sensibilità più grossolana e profonda, sulle ossa diciamo.
Sento anche ghiaccio e calore, seppur in maniera non netta come su altre parti del corpo.
Sono sinceramente spaventato da questa situazione, in quanto non riesco a capire se questa sensazione sia da ritenersi normale o meno dopo tre giorni da un intervento di questo tipo.
Ho paura di non riavere più la sensibilità del piede, sono spaventato.
Non capisco se possa essere solo l’effetto, magari, di uno stiramento o di una compressione avvenuti durante l’intervento per trazione dei monconi... o magari per presenza di versamento e gonfiore nella zona del tallone che magari possa comportare compressione nervosa temporanea sono sintomi normali in questi interventi?
Grazie per ogni vostro gentile consiglio.
Saluti
L’intervento è andato bene, con un piccolo taglio longitudinale di appena 4-5cm.
Una volta svanito l’effetto dell’epidurale, ho però notato una marcata insensibilità cutanea, di tipo tattile, superficiale, sulla parte superiore del decorso del IV e V dito fin verso i metatarsi, oltre che parecchio marcata della zona calcaneale laterale... il tutto, apparentemente compatibile col decorso del nervo surale.
Se premo in maniera più forte negli stessi punti, posso avvertire, invece, la sensibilità più grossolana e profonda, sulle ossa diciamo.
Sento anche ghiaccio e calore, seppur in maniera non netta come su altre parti del corpo.
Sono sinceramente spaventato da questa situazione, in quanto non riesco a capire se questa sensazione sia da ritenersi normale o meno dopo tre giorni da un intervento di questo tipo.
Ho paura di non riavere più la sensibilità del piede, sono spaventato.
Non capisco se possa essere solo l’effetto, magari, di uno stiramento o di una compressione avvenuti durante l’intervento per trazione dei monconi... o magari per presenza di versamento e gonfiore nella zona del tallone che magari possa comportare compressione nervosa temporanea sono sintomi normali in questi interventi?
Grazie per ogni vostro gentile consiglio.
Saluti
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Il tendine di Achille è un'entità anatomica molto superficiale, e la sua esposizione chirurgica, non comporta la necessità di isolare parti nobili (nervi e vasi).
Quindi è molto improbabile una sua lesione durante l'intervento a meno di essere portatori di rarissime varianti anatomiche, assolutamente non prevedibili o diagnosticabili a priori.
Altra causa possibile, potrebbe essere una risposta eccessiva del nervo a fenomeni compressivi (il laccio emostatico, un ferro chirurgico, probabilmente un divaricatore che lo ha compresso per un certo periodo).
In genere queste lesioni hanno una prognosi favorevole, con un recupero, però, in mesi e non giorni.
Da punto di vista pratico, nel frattempo, non dovrebbe cambiare molto per lei.
La sensibilità al piede è, in realtà, importante soprattutto nei primi anni di vita, funzionale all'acquisizione della statura eretta e della deambulazione, dopo di che li chiudiamo dentro le scarpe e... dei piedi ci ricordiamo solo se ci fanno male!
Perciò le consiglio di concentrarsi sulla riabilitazione e di essere fiducioso.
Quindi è molto improbabile una sua lesione durante l'intervento a meno di essere portatori di rarissime varianti anatomiche, assolutamente non prevedibili o diagnosticabili a priori.
Altra causa possibile, potrebbe essere una risposta eccessiva del nervo a fenomeni compressivi (il laccio emostatico, un ferro chirurgico, probabilmente un divaricatore che lo ha compresso per un certo periodo).
In genere queste lesioni hanno una prognosi favorevole, con un recupero, però, in mesi e non giorni.
Da punto di vista pratico, nel frattempo, non dovrebbe cambiare molto per lei.
La sensibilità al piede è, in realtà, importante soprattutto nei primi anni di vita, funzionale all'acquisizione della statura eretta e della deambulazione, dopo di che li chiudiamo dentro le scarpe e... dei piedi ci ricordiamo solo se ci fanno male!
Perciò le consiglio di concentrarsi sulla riabilitazione e di essere fiducioso.
Dr. Enrico Pelilli
Specialista in Ortopedia e Traumatologia Infantile
[#2]
Utente
Gentile Dottore, non sa quanto apprezzi la sua risposta.
Son passati 8 giorni dall'intervento. Al controllo, la ferita è in perfette condizioni, il piede non ha mai più riportato particolari dolori, anzi, da questo punto di vista debbo dirle che va benissimo.
La dott.ssa che mi ha così gentilmente visitato, mi ha detto in maniera simile quanto da lei scrittomi qui, parlando di un possibile Stupor del surale dovuto a compressione/stiramento ecc ecc. Ho notato che solo quando distendo particolarmente il ginocchio, aumentando lo stiramento passivo del nervo, dunque, mi parte un bruciore che scorre sul lato esclusivamente dorso-laterale del piede, fino a quello superiore del V e IV dito. Lungo questo percorso, mi accorgo che c'è quindi una sensibilità, ma diciamo di tipo grossolano, non riesco a sentire una puntura d'ago (per intenderci), ma se premo con le dita verso le ossa o i muscoli sottostanti, mi accorgo che sento, così come sento un tocco di passaggio ma molto grossolano.
La zona in cui invece proprio mi accorgo di non sentire è la tuberosità calcaneare del solo lato esterno, diciamo di riferimento del nervo calcaneale laterale, fin verso il passaggio del serale sotto al malleolo insieme ai peronieri.
Mi fa molto strano, comunque, perché il taglio per la tenorrafia, peraltro di appena 4cm circa, è stato fatto almeno 2 cm sopra al bordo superiore del calcagno, nonché più verso la linea mediana, proprio per stare lontani da tale nervo, il quale sembra abbia subito ugualmente uno stress, sicuramente più importante circa le sue diramazioni calcaneali esterne.
Purtroppo io sono una persona molto, molto sensibile, come avrà capito, e tendo a vivere malissimo questa cosa perché so che sono fortunato e che tornerò a camminare e sarò più forte di prima, perché ce la metterò tutta come sempre nella vita, ma questo pensiero di non sentire magari mai più una parte del mio piede mi sta mandando un po' in depressione, mi imbarazza dirlo ma è così.
La dottoressa ha deciso comunque di trattare da subito la cosa in maniera decisa, per cui ho iniziato una cura di bentelan fiale, due da 4 (1 mattina e 1 sera) per 7gg e poi una da 4 restanti 7gg. questo per sfiammare il più possibile e ridurre il forte gonfiore che c'era a livello di caviglia dopo l'intervento. Prendo anche integratori di nicetile e vitamina b12. E poi, mi affiderò al tempo sperando vada bene... Grazie della vostra pazienza e delle vostre risposte. Un caro saluto.
Son passati 8 giorni dall'intervento. Al controllo, la ferita è in perfette condizioni, il piede non ha mai più riportato particolari dolori, anzi, da questo punto di vista debbo dirle che va benissimo.
La dott.ssa che mi ha così gentilmente visitato, mi ha detto in maniera simile quanto da lei scrittomi qui, parlando di un possibile Stupor del surale dovuto a compressione/stiramento ecc ecc. Ho notato che solo quando distendo particolarmente il ginocchio, aumentando lo stiramento passivo del nervo, dunque, mi parte un bruciore che scorre sul lato esclusivamente dorso-laterale del piede, fino a quello superiore del V e IV dito. Lungo questo percorso, mi accorgo che c'è quindi una sensibilità, ma diciamo di tipo grossolano, non riesco a sentire una puntura d'ago (per intenderci), ma se premo con le dita verso le ossa o i muscoli sottostanti, mi accorgo che sento, così come sento un tocco di passaggio ma molto grossolano.
La zona in cui invece proprio mi accorgo di non sentire è la tuberosità calcaneare del solo lato esterno, diciamo di riferimento del nervo calcaneale laterale, fin verso il passaggio del serale sotto al malleolo insieme ai peronieri.
Mi fa molto strano, comunque, perché il taglio per la tenorrafia, peraltro di appena 4cm circa, è stato fatto almeno 2 cm sopra al bordo superiore del calcagno, nonché più verso la linea mediana, proprio per stare lontani da tale nervo, il quale sembra abbia subito ugualmente uno stress, sicuramente più importante circa le sue diramazioni calcaneali esterne.
Purtroppo io sono una persona molto, molto sensibile, come avrà capito, e tendo a vivere malissimo questa cosa perché so che sono fortunato e che tornerò a camminare e sarò più forte di prima, perché ce la metterò tutta come sempre nella vita, ma questo pensiero di non sentire magari mai più una parte del mio piede mi sta mandando un po' in depressione, mi imbarazza dirlo ma è così.
La dottoressa ha deciso comunque di trattare da subito la cosa in maniera decisa, per cui ho iniziato una cura di bentelan fiale, due da 4 (1 mattina e 1 sera) per 7gg e poi una da 4 restanti 7gg. questo per sfiammare il più possibile e ridurre il forte gonfiore che c'era a livello di caviglia dopo l'intervento. Prendo anche integratori di nicetile e vitamina b12. E poi, mi affiderò al tempo sperando vada bene... Grazie della vostra pazienza e delle vostre risposte. Un caro saluto.
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È normale che la parte più insensibile sia quella sul tallone, perché quella più lontana alla comprensione.
Deve immaginare il nervo come un filo elettrico, in questo momento con un isolamento imperfetto.
Logico che la dispersione di corrente sarà maggiore alla sua estremità.
Siccome il recupero avverrà in maniera progressiva a partire dall'alto, sarà anche l'ultimo tratto a recuperare.
Tutto dovrà avvenire in maniera spontanea e l'unico supporto possibile è non far mancare il supporto vitaminico (per i nervi sono le vitamine del gruppo B).
Il gonfiore o edema, è molto legato alla non ancora recupero della funzione.
Fino a che non potrà liberamente camminare, ricordi di tenere il piede in alto, magari, nella notte, su un cuscino.
Farà più del Bentelan.
Deve immaginare il nervo come un filo elettrico, in questo momento con un isolamento imperfetto.
Logico che la dispersione di corrente sarà maggiore alla sua estremità.
Siccome il recupero avverrà in maniera progressiva a partire dall'alto, sarà anche l'ultimo tratto a recuperare.
Tutto dovrà avvenire in maniera spontanea e l'unico supporto possibile è non far mancare il supporto vitaminico (per i nervi sono le vitamine del gruppo B).
Il gonfiore o edema, è molto legato alla non ancora recupero della funzione.
Fino a che non potrà liberamente camminare, ricordi di tenere il piede in alto, magari, nella notte, su un cuscino.
Farà più del Bentelan.
Dr. Enrico Pelilli
Specialista in Ortopedia e Traumatologia Infantile
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 4.3k visite dal 09/10/2023.
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