Sutura cuffia rotatori e tenodesi
Egregio Dottore,
Non so se questo e' il modo per ottenere una gentile consulta online.
Per una caduta violenta sul lato destro, ho sofferto una rottura del sopraspinoso. Non ho avuto mai dolori notturni se non i primi giorni, ne' problemi di elevazione o movimenti completi del braccio. Soltanto nell' elevazione del braccio frontalmente o lateralmente oltre i 45 gradi, pero' solo nel passaggio di questo punto, che riuscivo ad evitare ruotando il braccio piegato, con il gomito strusciando il costato, si innescava un dolore acuto lancinante.
Essendo sportivo il mio medico mi prescrisse una R.M per supposta rottura del Spraspinato. Il risultato molto avaro di descrizione fu: "Rottura piccola del sopraspinato". Il medico lasciava a me la decisione di operarmi o meno, ed in seguito alle mie naturali incertezze mi disse di aspettare le evoluzioni. Da allora feci altre tre R.M., sempre avare di descrizioni, e veniva sempre riconfermata una rottura piccola del sopraspinato e niente altro. Io continuavo a fare una riabilitazione conservativa e a dire al mio medico che il problema della riduzione minima della forza non mi preoccupava perché potevo fare tutti gli sports di prima, ad eccezione del tennis, e sopratutto il nuoto con rotazione del braccio esattamente come con il buono.L' unico problema insopportabile era questo aggancio in certi movimenti e dolore acuto da pugnalata lungo il bicipite.
Sono andato avanti due anni ed, oltre allo stesso medico, ho visto otto, dico otto, ortopedici ed ho sempre insitito sopra questo aggancio e dolore acuto che persisteva anche se con meno frequenza che nei primi mesi. Sempre mi veniva detto che era la cuffia, ma nessuno faceva caso al bicipite anche se io insistevo su questa sintomalogia. Infine mi decisi io di operarmi, avendo trovato un chirurgo che mi assicurava di operare in artroscopia.
La rottura del sopraspinato era di tre cm. e non di uno come le R.M.dicevano, e per di piu' e' stato trovato il Capo Lungo del Bicipite logorato tanto che il chirurgo ha deciso di procedere ad una tenodesi. Evidentemente, come ho letto poi in riviste specializzate, l' aggancio era l' attrito del tendine del bicipite sul acromio per uscire, in tensione, dalla protezione della cuffia rotta. Sono depresso per il fatto che si poteva evitare e che ho sempre insistito sul problema del dolore acuto di aggancio e propagazione dello stesso lungo il braccio, fino al gomito.
Se posso abusare della Sua cortesia, Le invio in allegato le due foto fatte in artroscopia delle due "ferite". Mi sento sportivamente finito, e mi tortura il dubbio se realmente fosse stata necessaria la tenodesi od era sufficente una pulizia del tendine.
Mi scuso enormemente per la lungaggine della comunicazione, pero' non sono riuscito a riassumere le mie preoccupazioni. Ora, sapere la verita' mi metterebbe l' anima in pace, qualunque sia la risposta
Dimenticavo dirLe che ho 60 anni, ho fatto sport tutta la mia vita ed ho, o meglio avevo, un fisico giovane ed in perfette condizioni. Vivo in Spagna da tempo, e forse per questo, e per non trovare presto un chirurgo che operasse la cuffia in artroscopia, ho complicato le cose, nonostante non sottovalutassi il problema, sottovalutato dagli "esperti"
Nel caso avesse la cortesia di rispondermi brevemente. La ringrazio infinitamente per l' attenzione e Le invio distinti saluti
Marco
Non so se questo e' il modo per ottenere una gentile consulta online.
Per una caduta violenta sul lato destro, ho sofferto una rottura del sopraspinoso. Non ho avuto mai dolori notturni se non i primi giorni, ne' problemi di elevazione o movimenti completi del braccio. Soltanto nell' elevazione del braccio frontalmente o lateralmente oltre i 45 gradi, pero' solo nel passaggio di questo punto, che riuscivo ad evitare ruotando il braccio piegato, con il gomito strusciando il costato, si innescava un dolore acuto lancinante.
Essendo sportivo il mio medico mi prescrisse una R.M per supposta rottura del Spraspinato. Il risultato molto avaro di descrizione fu: "Rottura piccola del sopraspinato". Il medico lasciava a me la decisione di operarmi o meno, ed in seguito alle mie naturali incertezze mi disse di aspettare le evoluzioni. Da allora feci altre tre R.M., sempre avare di descrizioni, e veniva sempre riconfermata una rottura piccola del sopraspinato e niente altro. Io continuavo a fare una riabilitazione conservativa e a dire al mio medico che il problema della riduzione minima della forza non mi preoccupava perché potevo fare tutti gli sports di prima, ad eccezione del tennis, e sopratutto il nuoto con rotazione del braccio esattamente come con il buono.L' unico problema insopportabile era questo aggancio in certi movimenti e dolore acuto da pugnalata lungo il bicipite.
Sono andato avanti due anni ed, oltre allo stesso medico, ho visto otto, dico otto, ortopedici ed ho sempre insitito sopra questo aggancio e dolore acuto che persisteva anche se con meno frequenza che nei primi mesi. Sempre mi veniva detto che era la cuffia, ma nessuno faceva caso al bicipite anche se io insistevo su questa sintomalogia. Infine mi decisi io di operarmi, avendo trovato un chirurgo che mi assicurava di operare in artroscopia.
La rottura del sopraspinato era di tre cm. e non di uno come le R.M.dicevano, e per di piu' e' stato trovato il Capo Lungo del Bicipite logorato tanto che il chirurgo ha deciso di procedere ad una tenodesi. Evidentemente, come ho letto poi in riviste specializzate, l' aggancio era l' attrito del tendine del bicipite sul acromio per uscire, in tensione, dalla protezione della cuffia rotta. Sono depresso per il fatto che si poteva evitare e che ho sempre insistito sul problema del dolore acuto di aggancio e propagazione dello stesso lungo il braccio, fino al gomito.
Se posso abusare della Sua cortesia, Le invio in allegato le due foto fatte in artroscopia delle due "ferite". Mi sento sportivamente finito, e mi tortura il dubbio se realmente fosse stata necessaria la tenodesi od era sufficente una pulizia del tendine.
Mi scuso enormemente per la lungaggine della comunicazione, pero' non sono riuscito a riassumere le mie preoccupazioni. Ora, sapere la verita' mi metterebbe l' anima in pace, qualunque sia la risposta
Dimenticavo dirLe che ho 60 anni, ho fatto sport tutta la mia vita ed ho, o meglio avevo, un fisico giovane ed in perfette condizioni. Vivo in Spagna da tempo, e forse per questo, e per non trovare presto un chirurgo che operasse la cuffia in artroscopia, ho complicato le cose, nonostante non sottovalutassi il problema, sottovalutato dagli "esperti"
Nel caso avesse la cortesia di rispondermi brevemente. La ringrazio infinitamente per l' attenzione e Le invio distinti saluti
Marco
[#1]
gentile utente
se può tranquillizarla le dico subito che non dovrebbe avere problemi nel tornare a giocare.
molto spesso, e lo dico per esperienza, il capo lungo del bicipite viene ad essere interessato da una lesione della cuffia. Non è questa la sede per soffermarmi su particolari anatomici, ma la guida (pulley) del capo lungo è formata dal tendine sovraspinoso(nella parte postariore). Da questa sede generalmente iniziano le lesioni della cuffia dei rotatori. Una lesione della cuffia dei rotatori con interessamento della pulley posteriore, a mio avviso deve prevedere un trattamento anche del capo lungo: tenodesi o tenotomia, come giustamente ha fatto il collega.
Non sono riuscito a vedere le foto, ma nella riparazione le problematiche sono in genere di ordine biologico (dando per valida la capacita tecnica), perchè lo stato del tendine, del muscolo, dell'osso influenzano la capacità di integrazione tendine-osso
a questo punto una buona fisioterapia potrà rimetterla sul campo di gioco.
Cordialmente
Dr Alberto Costantini
Specialista in Medicina e Chirurgia
Chirurgia Artroscopica
Roma
se può tranquillizarla le dico subito che non dovrebbe avere problemi nel tornare a giocare.
molto spesso, e lo dico per esperienza, il capo lungo del bicipite viene ad essere interessato da una lesione della cuffia. Non è questa la sede per soffermarmi su particolari anatomici, ma la guida (pulley) del capo lungo è formata dal tendine sovraspinoso(nella parte postariore). Da questa sede generalmente iniziano le lesioni della cuffia dei rotatori. Una lesione della cuffia dei rotatori con interessamento della pulley posteriore, a mio avviso deve prevedere un trattamento anche del capo lungo: tenodesi o tenotomia, come giustamente ha fatto il collega.
Non sono riuscito a vedere le foto, ma nella riparazione le problematiche sono in genere di ordine biologico (dando per valida la capacita tecnica), perchè lo stato del tendine, del muscolo, dell'osso influenzano la capacità di integrazione tendine-osso
a questo punto una buona fisioterapia potrà rimetterla sul campo di gioco.
Cordialmente
Dr Alberto Costantini
Specialista in Medicina e Chirurgia
Chirurgia Artroscopica
Roma
Dr.Alberto Costantini
Specialista in Ortopedia e Traumatologia
Chirurgia Artroscopica di Spalla,Anca,Ginocchio e Collo-Piede
[#2]
Utente
Egregio Dottore Costantini
La ringrazio infinitamente per la Sua risposta che mi ridá speranza di tornare ad usare il braccio per la mia attivitá sportiva ancora non ripresa. Ho il piacere di constatare che dal novembre scorso, quando trasmisi la mia preoccupazione, sono passato da una situazione di 6 mesi di sconforto per una borsite che non si riusciva a risolvere, ad una situazione di relativo ottimismo dopo una terapia di solo 10 giorni di "calore" durante 8 ore al giorno a temperatura costante da 45 a 50 gradi. Questa terapia l' ho tentata io, inventandomela, non avendo ottenuto alcun risultato con i trattamenti, diciamo, tradizionali (riposo, terapia del ghiaccio, antiinfiammatori, "aspettiamo ancora del tempo"). Il mio medico si é sorpreso, peró ora sto abbastanza bene e da un mese ho ripreso a fare esercizi sempre piú intensi ed a nuotare praticamente come prima della operazione. Spero presto di riprendere la racchetta in mano e...vedremo che succede.
Mi pare che sia per lo meno rispettoso e espressione di sincero ringraziamento per avere perso del tempo per rispondermi, informarla sull' esito della tenodesi a distanza di 9 mesi dalla operazione, se non altro per eventuali considerazioni mediche.
Con stima
Marco Priorelli
La ringrazio infinitamente per la Sua risposta che mi ridá speranza di tornare ad usare il braccio per la mia attivitá sportiva ancora non ripresa. Ho il piacere di constatare che dal novembre scorso, quando trasmisi la mia preoccupazione, sono passato da una situazione di 6 mesi di sconforto per una borsite che non si riusciva a risolvere, ad una situazione di relativo ottimismo dopo una terapia di solo 10 giorni di "calore" durante 8 ore al giorno a temperatura costante da 45 a 50 gradi. Questa terapia l' ho tentata io, inventandomela, non avendo ottenuto alcun risultato con i trattamenti, diciamo, tradizionali (riposo, terapia del ghiaccio, antiinfiammatori, "aspettiamo ancora del tempo"). Il mio medico si é sorpreso, peró ora sto abbastanza bene e da un mese ho ripreso a fare esercizi sempre piú intensi ed a nuotare praticamente come prima della operazione. Spero presto di riprendere la racchetta in mano e...vedremo che succede.
Mi pare che sia per lo meno rispettoso e espressione di sincero ringraziamento per avere perso del tempo per rispondermi, informarla sull' esito della tenodesi a distanza di 9 mesi dalla operazione, se non altro per eventuali considerazioni mediche.
Con stima
Marco Priorelli
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 9.7k visite dal 12/11/2006.
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