Che succede se rinuncio ai plantari ortopedici per piede cavo?

Indosso da circa 10 anni dei plantari ortopedici, prescritti in seguito alla comparsa di sintomi legati a piede cavo (tallonite, metatarsalgia, algia ginocchio) e rinnovati periodicamente.


In generale ho avuto dei benefici, che negli ultimi anni però si sono ridotti (fastidi al tallone si presentano dopo lunghe giornate in giro, episodi di infiammazione al tendine rotuleo).


Per lavoro ora sono costretto a usare molto più spesso scarpe eleganti o comunque classiche, dove inserire il plantare ortopedico è una missione impossibile (salvo scarpe su misura da oltre 600 euro a paio).
L'unica cosa che mi dà sollievo è aggiungere un rialzo al tacco.
Ma in generale con scarpe classiche, anche di buona fattura, a un certo punto della giornata devo correre a casa a toglierle.


Inoltre, è sempre più difficile trovare scarpe da ginnastica con cui mi trovi bene, eccetto qualche vecchio modello Nike con una tomaia alta che consente di ospitare il plantare e di camminare senza quella sensazione che le scarpe scappino via...

D'estate, poi, come si fa a rispettare la regola di indossare i plantari?


In sostanza, la convivenza con i plantari sta diventando un'esperienza nevrotizzante.
Si può andare in giro per tutta la vita con un paio di scarpe da ginnastica, anche in contesti lavorativi?


Durante l'ultimo consulto ortopedico (estate 2021), lo specialista mi ha prospettato due strade: aggiornare il plantare o provare a eliminarlo ("e vediamo che succede").

Avevo in programma un lungo viaggio e non ho voluto rischiare la seconda opzione.


Ora mi chiedo: abbandonare il plantare è una strada percorribile?
A quale professionista potrei rivolgermi per nuova valutazione della mia condizione (ortopedico, podologo, posturologo, osteopata, fisiatra?)

Grazie infinite
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Dr. Giovanni Francesco Gambino Ortopedico 16 1
Da quanto racconta appare evidente che dal consulto ortopedico non si siano evidenziate significative deformità scheletriche che necessitino di essere corrette chirurgicamente.
E' altresì evidente che lei abbia notevoli benefici dall'indossare calzature molto comode e plantari e che l'utilizzo di calzature poco comode in assenza di plantari le provoca numerosi fastidi.
Con tali premesse eviterei di fare prove prolungate di vita eliminando i plantari ed indossando calzature non idonee in quanto ciò potrebbe peggiorare la sua situazione clinica.
D'estate al mare l'approccio andrebbe leggermente modificato, indossando i plantari quando possibile e quando non possibile utilizzando calzature aperte con suola alta e morbida. Camminare a piedi nudi sulle spiagge sabbiose non è un problema perché l'impronta sulla sabbia segue qualsiasi profilo del piede fungendo da "plantare naturale". Eviterei assolutamente le spiagge con scogli o ciottoli.
Per le calzature eleganti necessarie per il suo lavoro il problema si risolve semplicemente facendo confezionare su misura tali calzature da un laboratorio artigiano, che ingloberà i plantari in tali calzature e le confezionerà il modello da lei desiderato. E' ovvio che tali calzature avranno un costo sensibilmente superiore a quelle preconfezionate, ma se il lavoro sarà eseguito a regola d'arte avrà delle calzature elegantissime, che potrà indossare tutto il giorno senza problemi.

Dr. Giovanni Francesco Gambino