Si tratta di una lussazione di tipo iii o forse iv
Salve
All’inizio di aprile c.a.,a seguito di una banale e maldestra caduta, riportavo la lussazone della clavicola e una frattura del ciglio della glena omerale . Chiarito subito che a giudizio di tutti tale piccola frattura non comporta limitazioni o problemi particolari, rimane il problema clavicola. Si tratta di una lussazione di tipo III o forse IV( a giudizio di qualche ortopedico). Quindi, da quanto mi è stato detto, si sono lacerati sia il legamento acromion clavicolare sia i legamenti della coracoide. Devo dire che in ospedale nessuno ha ritenuto di dover eseguire bendaggi o interventi atti a ridurre la lussazione e soltanto a distanza di 15 giorni un ortopedico da me consultato mi ha prescritto l’uso di un tutore per clavicola del tipo a 8, che ho portato per 45 gg. Forse anche a causa di questo ritardo oggi la mia clavicola appare decisamente fuori posto, è infatti più in alto di almeno 1 cm rispetto all’acromion. Devo dire che attualmente non ho dolori particolari, devo fare attenzione ai contraccoli che si scaricano sulla spalla (es. quando scendo da gradini o marciapiedi), avverto in occasione di lunghe passeggiate un indolenzimento diffuso dellarticolazione, e qualche volta mi capita in occasione di alcuni movimenti che normalmente non sono dolorosi di avvertire un po’ di dolore.
Ho consultato diversi ortopedici ed ognuno dei quali ha una sua opinione che ha contribuito a confodermi le idee.
Ecco in sintesi i 3 pareri principali:
1) Non intervenire chirurgicamente nella maniera più assoluta, in quanto si tratta di un intervento molto rischioso. Si tratta, infatti, di intervenire in una zona così ricca di vasi sanguigni ed innervazioni che il rischio di causare ulteriori danni è decisamente alto. L’ortopedico ha aggiunto che a distanza di almeno 8 mesi dall’incidente avrei recuperato senza nessun problema, e che avrei potuto fare cose inimmaginabili proprio in virtù della mancanza di legami alla mia clavicola. A distanza di quasi 7 mesi non ho notato ancora queste enormi possibilità, ma soltanto alcune limitazioni.
2) Intervenire soltanto in caso di limitazioni evidenti o in presenza di una sintomatologia dolorosa che al momento non è ancora possibile valutare in maniera corretta in quanto il tono muscolare non è ancora ottimale e la clavicola ci metterà ancora un po’ di tempo a trovare un nuovo equilibrio. Nessun cenno ai rischi d’intervento (vedi punto 1) ed alle tecniche che andranno chiariti al momento opportuno.
3) Intervento chirurgico a cielo aperto di ricostruzione o meglio di impianto di legamenti artificiali che mi porterebbero ad un recupero completo e definitivo a patto di eseguire anche una corretta fisioterapia e riabilitazione. Aggiungo che mi è stata prospettata anche l’ipotesi della sola riabilitazione, ma nella sostanza l’intervento chirurgico sembra essere la soluzione migliore.
Considerato che non riesco più a prendere una decisione, qualcuno potrebbe aiutarmi a chiarirmi le idee? Certamente l’idea di un recupero completo attraverso l’intervento chirurgico è quella che mi piace di più e vorrei che qualcuno mi aiutasse a capire meglio:
- se i legamenti artificiali sono affidabili e duraturi al punto di potersi fidare dell‘articolazione anche in situazioni estreme;
- se l’incisione anche (suppongo) delle pareti muscolari può causare limitazioni nella funzionalità dei muscoli stessi,
- se ci sono particolari rischi oltre a quelli normalmente legati ad ogni intervento chirurgico;
- se esiste la possibilità di intervenire in artroscopia per evitare di incidere anche i muscoli;
- se ci sono altre soluzioni per la ricostruzione di questi legamenti ;
- se ci sono altre cose da tenere in debito.
Certo avrei potuto e dovuto chiedere tutto questo all’ortopedico (persona cordiale e disponibile), ma quando mi ha prospettato questa possibilità ero così felice che ho perso di vista tutti i dubbi, che a distanza di qualche giorno si sono ripresentati.
Grato per l’aiuto Saluto tutti cordialmente.
Nicola
All’inizio di aprile c.a.,a seguito di una banale e maldestra caduta, riportavo la lussazone della clavicola e una frattura del ciglio della glena omerale . Chiarito subito che a giudizio di tutti tale piccola frattura non comporta limitazioni o problemi particolari, rimane il problema clavicola. Si tratta di una lussazione di tipo III o forse IV( a giudizio di qualche ortopedico). Quindi, da quanto mi è stato detto, si sono lacerati sia il legamento acromion clavicolare sia i legamenti della coracoide. Devo dire che in ospedale nessuno ha ritenuto di dover eseguire bendaggi o interventi atti a ridurre la lussazione e soltanto a distanza di 15 giorni un ortopedico da me consultato mi ha prescritto l’uso di un tutore per clavicola del tipo a 8, che ho portato per 45 gg. Forse anche a causa di questo ritardo oggi la mia clavicola appare decisamente fuori posto, è infatti più in alto di almeno 1 cm rispetto all’acromion. Devo dire che attualmente non ho dolori particolari, devo fare attenzione ai contraccoli che si scaricano sulla spalla (es. quando scendo da gradini o marciapiedi), avverto in occasione di lunghe passeggiate un indolenzimento diffuso dellarticolazione, e qualche volta mi capita in occasione di alcuni movimenti che normalmente non sono dolorosi di avvertire un po’ di dolore.
Ho consultato diversi ortopedici ed ognuno dei quali ha una sua opinione che ha contribuito a confodermi le idee.
Ecco in sintesi i 3 pareri principali:
1) Non intervenire chirurgicamente nella maniera più assoluta, in quanto si tratta di un intervento molto rischioso. Si tratta, infatti, di intervenire in una zona così ricca di vasi sanguigni ed innervazioni che il rischio di causare ulteriori danni è decisamente alto. L’ortopedico ha aggiunto che a distanza di almeno 8 mesi dall’incidente avrei recuperato senza nessun problema, e che avrei potuto fare cose inimmaginabili proprio in virtù della mancanza di legami alla mia clavicola. A distanza di quasi 7 mesi non ho notato ancora queste enormi possibilità, ma soltanto alcune limitazioni.
2) Intervenire soltanto in caso di limitazioni evidenti o in presenza di una sintomatologia dolorosa che al momento non è ancora possibile valutare in maniera corretta in quanto il tono muscolare non è ancora ottimale e la clavicola ci metterà ancora un po’ di tempo a trovare un nuovo equilibrio. Nessun cenno ai rischi d’intervento (vedi punto 1) ed alle tecniche che andranno chiariti al momento opportuno.
3) Intervento chirurgico a cielo aperto di ricostruzione o meglio di impianto di legamenti artificiali che mi porterebbero ad un recupero completo e definitivo a patto di eseguire anche una corretta fisioterapia e riabilitazione. Aggiungo che mi è stata prospettata anche l’ipotesi della sola riabilitazione, ma nella sostanza l’intervento chirurgico sembra essere la soluzione migliore.
Considerato che non riesco più a prendere una decisione, qualcuno potrebbe aiutarmi a chiarirmi le idee? Certamente l’idea di un recupero completo attraverso l’intervento chirurgico è quella che mi piace di più e vorrei che qualcuno mi aiutasse a capire meglio:
- se i legamenti artificiali sono affidabili e duraturi al punto di potersi fidare dell‘articolazione anche in situazioni estreme;
- se l’incisione anche (suppongo) delle pareti muscolari può causare limitazioni nella funzionalità dei muscoli stessi,
- se ci sono particolari rischi oltre a quelli normalmente legati ad ogni intervento chirurgico;
- se esiste la possibilità di intervenire in artroscopia per evitare di incidere anche i muscoli;
- se ci sono altre soluzioni per la ricostruzione di questi legamenti ;
- se ci sono altre cose da tenere in debito.
Certo avrei potuto e dovuto chiedere tutto questo all’ortopedico (persona cordiale e disponibile), ma quando mi ha prospettato questa possibilità ero così felice che ho perso di vista tutti i dubbi, che a distanza di qualche giorno si sono ripresentati.
Grato per l’aiuto Saluto tutti cordialmente.
Nicola
[#1]
Una lussazione acromion-claveare completa va ridotta perchè può creare disturbi a distanza anche di anni e va eseguita chirurgicamente, con tecniche diverse a seconda, anche, dell'esperienza personale del chirurgo.
Personalmente ritengo che un intervento a cielo aperto o artroscopico, in questi casi, si equivalgano e non vi sono rischi ulteriori a quelli comuni a tutti gli interventi. Trattandosi, oramai, di una lussazione inveterata è necessario ricostituire una stabilità con la coracoide che, personalmente, non eseguo con viti (rigide) ma con materiale sintetico (non proprio legamenti artificiali....) che permette una maggiore elasticità quando la clavicola viene chiamata in causa nei movimenti della spalla. Se, poi, la lussazione non fosse più completamente riducibile, si rende necessaria una piccola resezione superiore della clavicola per evitare 'scalini' antiestetici.
Cordiali saluti
Personalmente ritengo che un intervento a cielo aperto o artroscopico, in questi casi, si equivalgano e non vi sono rischi ulteriori a quelli comuni a tutti gli interventi. Trattandosi, oramai, di una lussazione inveterata è necessario ricostituire una stabilità con la coracoide che, personalmente, non eseguo con viti (rigide) ma con materiale sintetico (non proprio legamenti artificiali....) che permette una maggiore elasticità quando la clavicola viene chiamata in causa nei movimenti della spalla. Se, poi, la lussazione non fosse più completamente riducibile, si rende necessaria una piccola resezione superiore della clavicola per evitare 'scalini' antiestetici.
Cordiali saluti
[#2]
Egregio Nicola,
si tratta senz'altro di una lussazione acromion-clavicolare, grado 3/4 (classificazione di Rockwood modificata da Alman-Tossy). Il grado 3/4 rappresenta una linea di demarcazione di dubbia interpretazione, in quanto alcuni suggeriscono di non intervenire, mentre altri indicano l'intervento chirurgico come necessario.
In considerazione di quanto da Lei espresso fino ad ora Le suggerirei un intervento chirurgico. Le possibilità offerte dalla chirurgia sono molteplici : inserimento di fili di Kirschner metallici a partenza dall'acromion e ad inserzione nella clavicola con cerchiaggio ("tecnica del cerchiaggio dinamico"), stabilizzazione con vite di Rockwood (inserita dall'alto, dalla clavicola alla coracoide), trasferimento del capo breve del bicipite (intervento del Prof. Brunelli), utilizzo di legamenti artificiali (LARS) "in sospensione", etc. Le suggerisco inoltre l'intervento chirurgico nel caso in cui Lei esegua lavori pesanti o movimenti durante la pratica di sport, in quanto la clavicola si trova interessata dal gesto dell'arto superiore.
Cordiali saluti,
Andrea Salvi
si tratta senz'altro di una lussazione acromion-clavicolare, grado 3/4 (classificazione di Rockwood modificata da Alman-Tossy). Il grado 3/4 rappresenta una linea di demarcazione di dubbia interpretazione, in quanto alcuni suggeriscono di non intervenire, mentre altri indicano l'intervento chirurgico come necessario.
In considerazione di quanto da Lei espresso fino ad ora Le suggerirei un intervento chirurgico. Le possibilità offerte dalla chirurgia sono molteplici : inserimento di fili di Kirschner metallici a partenza dall'acromion e ad inserzione nella clavicola con cerchiaggio ("tecnica del cerchiaggio dinamico"), stabilizzazione con vite di Rockwood (inserita dall'alto, dalla clavicola alla coracoide), trasferimento del capo breve del bicipite (intervento del Prof. Brunelli), utilizzo di legamenti artificiali (LARS) "in sospensione", etc. Le suggerisco inoltre l'intervento chirurgico nel caso in cui Lei esegua lavori pesanti o movimenti durante la pratica di sport, in quanto la clavicola si trova interessata dal gesto dell'arto superiore.
Cordiali saluti,
Andrea Salvi
Dott. Andrea Salvi
www.ortopedicobrescia.com
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