Edema osseo subcondrale al piatto tibiale laterale
Salve, il 23 Novembre del 2020 all'inizio di una sessione di corsa ho avvertito improvvisamente un dolore all'esterno del ginocchio sinistro.
A fine gennaio 2021 ho eseguito una RMN che ha evidenziato un edema osseo subcondrale.
Il referto:
"Eseguite sequenze multiplanari DP e DP FAT-SAT.
Discreto edema osseo subcondrale e midollare del piatto tibiale laterale con sottile linea ipointensa
subcondrale compatibile con frattura da stress: l'edema si estende parzialmente anche al piatto
tibiale mediale, soprattutto posteriormente.
Minimo edema midollare del bordo mediale del condilo
femorale interno.
Utile rivalutazione RM dopo adeguata terapia medica.
[...]"
Ho seguito una terapia antinfiammatoria e su consiglio dell'ortopedico ho smesso di svolgere attività motorie che caricassero il ginocchio, limitando l'uso allo stretto necessario.
Per mantenere un minimo di forma ho continuato a svolgere esercizi a corpo libero usando la parte superiore del corpo (senza scaricare peso attraverso il ginocchio).
Il dolore è di basso livello ma persistente.
Non è mai stato acuto (tranne all'inizio), non ho mai avuto gonfiore nè rigidità articolare.
Il dolore "di sottofondo", anche semplicemente camminando, però è rimasto.
Il 9 aprile 2021 ho eseguito una seconda risonanza, che affermava "frattura intraspongiotica in via di risoluzione".
Ho continuato l'astensione dall'attività motoria che caricasse il ginocchio (camminate comprese).
A oggi la situazione non dà segni di miglioramento.
Il dolore a basso livello è quasi sempre presente quando cammino, non è mai acuto, e non ho gonfiore nè rigidità.
Non sono un medico (ma ingegnere) e ho eseguito ricerche in letteratura, principalmente su Scholar.
I trial evidenziano che il riposo dovrebbe essere una soluzione in tutti i casi non gravi.
Tuttavia viene fatto spesso riferimento al non-weightbearing, ossia l’uso di stampelle per eliminare qualsiasi carico dell'articolazione.
Gli ortopedici, tuttavia, non hanno mai menzionato questa possibilità.
Ho letto inoltre di una procedura che consiste nell’eseguire fori per aiutare il drenaggio del liquido accumulato nella spongiosa.
Viene eseguita nei casi più gravi.
Inoltre ho letto delle review che affermano che non esiste evidenza scientifica a sostegno di tecarterapia o magnetoterapia.
Mi rivolgo a voi perché l’attività fisica era molto importante per me.
So che terapie più aggressive portano il rischio di effetti collaterali.
Gli effetti collaterali dell’infortunio, tuttavia, li sto già subendo.
In primis a livello psicologico.
I miei livelli di colesterolo da bassi si sono alzati portandomi nella media per quanto riguarda il rischio cardiaco.
Sono riuscito a non aumentare di peso e anzi a diminuire (per ridurre il carico sul ginocchio).
Non scrivo necessariamente per avere consulti gratuiti.
Sono di Bergamo e se qualche specialista della Lombardia ritenesse di potermi aiutare sarei più che felice di tentare una terapia che risolva il problema.
Cordiali saluti.
A fine gennaio 2021 ho eseguito una RMN che ha evidenziato un edema osseo subcondrale.
Il referto:
"Eseguite sequenze multiplanari DP e DP FAT-SAT.
Discreto edema osseo subcondrale e midollare del piatto tibiale laterale con sottile linea ipointensa
subcondrale compatibile con frattura da stress: l'edema si estende parzialmente anche al piatto
tibiale mediale, soprattutto posteriormente.
Minimo edema midollare del bordo mediale del condilo
femorale interno.
Utile rivalutazione RM dopo adeguata terapia medica.
[...]"
Ho seguito una terapia antinfiammatoria e su consiglio dell'ortopedico ho smesso di svolgere attività motorie che caricassero il ginocchio, limitando l'uso allo stretto necessario.
Per mantenere un minimo di forma ho continuato a svolgere esercizi a corpo libero usando la parte superiore del corpo (senza scaricare peso attraverso il ginocchio).
Il dolore è di basso livello ma persistente.
Non è mai stato acuto (tranne all'inizio), non ho mai avuto gonfiore nè rigidità articolare.
Il dolore "di sottofondo", anche semplicemente camminando, però è rimasto.
Il 9 aprile 2021 ho eseguito una seconda risonanza, che affermava "frattura intraspongiotica in via di risoluzione".
Ho continuato l'astensione dall'attività motoria che caricasse il ginocchio (camminate comprese).
A oggi la situazione non dà segni di miglioramento.
Il dolore a basso livello è quasi sempre presente quando cammino, non è mai acuto, e non ho gonfiore nè rigidità.
Non sono un medico (ma ingegnere) e ho eseguito ricerche in letteratura, principalmente su Scholar.
I trial evidenziano che il riposo dovrebbe essere una soluzione in tutti i casi non gravi.
Tuttavia viene fatto spesso riferimento al non-weightbearing, ossia l’uso di stampelle per eliminare qualsiasi carico dell'articolazione.
Gli ortopedici, tuttavia, non hanno mai menzionato questa possibilità.
Ho letto inoltre di una procedura che consiste nell’eseguire fori per aiutare il drenaggio del liquido accumulato nella spongiosa.
Viene eseguita nei casi più gravi.
Inoltre ho letto delle review che affermano che non esiste evidenza scientifica a sostegno di tecarterapia o magnetoterapia.
Mi rivolgo a voi perché l’attività fisica era molto importante per me.
So che terapie più aggressive portano il rischio di effetti collaterali.
Gli effetti collaterali dell’infortunio, tuttavia, li sto già subendo.
In primis a livello psicologico.
I miei livelli di colesterolo da bassi si sono alzati portandomi nella media per quanto riguarda il rischio cardiaco.
Sono riuscito a non aumentare di peso e anzi a diminuire (per ridurre il carico sul ginocchio).
Non scrivo necessariamente per avere consulti gratuiti.
Sono di Bergamo e se qualche specialista della Lombardia ritenesse di potermi aiutare sarei più che felice di tentare una terapia che risolva il problema.
Cordiali saluti.
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 5.2k visite dal 02/08/2021.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.