Artrosi acromionclaveare

Buongiorno, ho 41 anni, e sono diversi anni che soffro con la spalla dx a causa di un'artrosi acromion claveare.
nell'ultima eco del 2020 scrivono alterazione degenerativa con ispessimento capsulare dell'acromion clavare, lieve ispessimento irritativo delle pareti della borsa subacromion deltoidea senza distensione fluida.

Ho fatto un ciclo completo di onde d'urto, ma in passato ho già fatto tecarterapia e molto altro.
Ora è nuovamente tornato il dolore in modo violento, ed anche i movimenti posteriori mi creano dolore.

Non so più cosa fare a questa spalla... oggi ho fatto un'ecografia che dice: lieve ispessimento della capsula articolare acromion claveare.
Struttura disomogenea del sovra-spinoso con aspetto un poco sfibrato sia nella porzione sottoacromiale sia nella porzione inserzionale distale come per fenomeni infiammatori da sindrome da conflitto. Come va curata?
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Dr. Giovanni Francesco Gambino Ortopedico 16 1
Gentile signora, in genere l'artrosi acromion-claveare causa una sintomatologia dolorosa molto meno intensa di quanto da lei riferito perché è articolazione poco mobile e non soggetta a carico.
Il dolore violento è quasi sicuramente dovuto alla tendinopatia del sovraspinoso (uno dei tendini della cuffia dei rotatori), magari aggravata da un restringimento dello spazio dove scorre il tendine (questo restringimento in parte può essere provocato anche dalla preesistente artrosi acromion-claveare).
Il trattamento infiltrativo di solito è molto efficace per curare sia i sintomi che la patologia. In pratica si mette il farmaco esattamente dove serve per svolgere la sua azione limitando al massimo gli effetti collaterali. Possono essere necessarie più infiltrazioni.
I farmaci più utilizzati sono: acido ialuronico (esistono prodotti specifici per i tendini) ed in casi particolari in cui sia prevalente la componente infiammatoria anche i corticosteroidi a lento rilascio.
Al trattamento infiltrativo possono essere associati anche trattamenti fisioterapici in particolare se vi è limitazione del movimento.
Il trattamento chirurgico è da riservarsi ai casi che non rispondono alla terapia o che presentano alterazioni patologiche dell'anatomia, che possono essere corrette solo chirurgicamente.
Oltre a lenire il dolore curare correttamente questa patologia serve anche a ridurre il rischio di rapida degenerazione dei tendini della cuffia dei rotatori, che può esitare in lesioni spesso non trattabili adeguatamente neanche chirurgicamente.
Ovviamente il medico potrà dare indicazione per il trattamento più corretto nel caso specifico solo dopo avere visitato il paziente e visionato gli esami diagnostici.

Dr. Giovanni Francesco Gambino