Frattura esposta e scomposta femore e piatto tibiale.

Buongiorno dottore,
le scrivo per illustrarle brevemente la mia situazione, a fronte di avere una sua opinione in merito.
Ad Agosto 2008, sono stato vittima di un incidente in moto, riportando a seguito una frattura esposta e scomposta del piatto tibiale e del femore. Mi venne applicato un fissatore hoffman (a como). Dopo qualche giorno, quando le mie condizioni generali si sono riprese, e dopo aver consultato diverse opinioni mi sono fatto trasferire a Lecco dove adottano la metodica Ilizarov. Mi è stato montato un fissatore ( TSF con regolazioni per lo spostamente osseo ) al femore e al piatto tibile, ed inoltre una vita interna per mantenere ferma la frattura tibiale. Il ginocchio non ha subito traumi ma per circa due mesi è rimasto completamente fermo. Dopo circa tre mesi, è stato tolto il fissatore della tibia, ho cominciato a caricare ( dai 15 kg fino alla totalità del peso in circa 3 mesi )tibia perfettamente guarita. Mentre il femore era in guarigione. Dalle lastra fatte a metà gennaio, sia il primario che il viceprimario hanno dedotto che la frattura era praticamente guarita, circa al 90 % , quindi si è previsto di togliere il fissatore al femore intorno al 15 marzo 2009 . Una volta allentata la tensione del fissatore, e tolte un paio di viti, la frattura dopo qualche giorno si è riaperta ed una vite ( del 9 ) si è spezzata all'interno. Ho subito un altro intervento di rifissaggio, e due settimane fa un trapianto di midollo concentrato ( simile cellule staminali se ho capito bene, che mi hanno prelevato dall'anca, centrifugato e inniettato dove la frattura risulta poco calcificata.
Ecco le mie domande: Può una frattura sembrare guarita quando invece ancora non lo è? Cosa comportano tempi di guarigione così lunghi ? è possibile che subentri una situazione di pseudoartrosi? Avendo 3 viti nell'articolazione e riuscendo a flettere il ginocchio solo per una 30ina di gradi riuscirò a recuperarlo? Avendo perso del muscolo nella frattura esposta, e nn riuscendo a estendere completamente in modo attivo , accuserò per questo una zoppia?

La ringrazio cordialmente per la sua risposta.
Il vostro mestiere vi permette di curarci, e per questo, io in particolare ve ne sono grato.
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Prof. Alessandro Caruso Ortopedico, Medico fisiatra, Medico dello sport, Medico osteopata 4.2k 135
Egr. paziente, è molto difficile rispondere alle sue tante domande specifiche senza valutare una radiografia e senza esaminare il caso clinico di persona.
Ma parlando genericamente, sappia che le fratture esposte sono una vera e propria calamità per l'osso e spesso le fratture e sposte e scomposte, pluriframmentarie, sopratutto in zone articolari, spesso, anche se ben curate e ben trattate, guariscono in tempi lunghi e reliquano degli esiti invalidanti.
Quando la fratture saranno ben consolidate e guarite, i mezzi metallici di sintesi saranno tutti rimossi e eseguirà una lunga e intensa fisiochinesiterapia per la riabilitazione dell'arto inferiore leso.
Distinti saluti

Alessandro Caruso
Specialista Ortopedia - Traumat.//Medicina dello Sport
Specialista Medicina Fisica e Riabilitazione -Messina -

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Utente
Utente
Grazie dottore per la sua celere risposta.
Le fratture esposte sono state curate con opportuni antibiotici al fine di prevenire ( e scongiurare ) infezioni.
Cosa può aiutare la calcificazioni? esistono dei farmaci al riguardo?
La cosa sconcertante è cm il piatto tibiale è guarito così in fretta...mentre il femore non ne vuole sapere di calcificarsi.
So che il fumo rallenta la calcificazioni, difatti ho quasi smesso di fumare, al max due al dì.

(una vite del vecchio fissatore ilizarov l'ho tolta personalmente, sotto la guida del dottore, è una prassi un pò dolorosa sopratutto sul femore...ma personalmente ho preferito in ambulatorio pittosto che in sala operatoria)