Rottura femore anziana
Buongiorno sono a richiedere un consulto per mia madre, 79 anni, che ha subito la rottura del femore per una caduta accidentale venerdì scorso.
Operata entro le 24 ore all’ ospedale di Bracciano, è stato messo un chiodo.
In ospedale ci hanno chiesto da far loro sapere il prima possibile cosa intendiamo fare alla dimissione ossia se portarla a casa o spostarla in una clinica riabilitativa (il medico preparerà una relazione diversa in base alla destinazione).
Ovviamente mia madre preme per tornare a casa e fare una riabilitazione domiciliare ma noi ci chiediamo se è una cosa fattibile o se potrebbe essere dannosa.
Da domani mattina inizieranno anche in ospedale a fare della fisioterapia.
Tra l’altro nel caso dovessimo portarla a casa quali sono gli step da seguire anche da punto di vista medico e non solo fisioterapico?
Grz
Operata entro le 24 ore all’ ospedale di Bracciano, è stato messo un chiodo.
In ospedale ci hanno chiesto da far loro sapere il prima possibile cosa intendiamo fare alla dimissione ossia se portarla a casa o spostarla in una clinica riabilitativa (il medico preparerà una relazione diversa in base alla destinazione).
Ovviamente mia madre preme per tornare a casa e fare una riabilitazione domiciliare ma noi ci chiediamo se è una cosa fattibile o se potrebbe essere dannosa.
Da domani mattina inizieranno anche in ospedale a fare della fisioterapia.
Tra l’altro nel caso dovessimo portarla a casa quali sono gli step da seguire anche da punto di vista medico e non solo fisioterapico?
Grz
[#1]
Gentile signora,
Gentile signora,
potrei risponderle: sono uguali tutte le mamme del mondo? Apparentemente sì, davanti agli occhi dei figli, assolutamente no agli occhi dei medici e del personale sanitario che deve prendersi cura di loro.
Non esiste, infatti, una risposta univoca per tutti gli anziani, i quali, proprio perché gravati da un numero notevole di patologie croniche associate di qualità diversa e di molto diversa gravità PRIMA della frattura, ovviamente avranno un percorso diverso dal momento in cui, per la frattura del femore, entrano in ospedale fino alla auspicata guarigione.
Pertanto non posso darle una riposta personale in quanto a distanza e senza valutazione clinica e visione diretta degli esami è impossibile dare un consiglio dedicato alla singola persona. Posso, però, tratteggiarle le linee principali su cui orientare, in via generale, un percorso riabilitativo per un anziano operato di osteosintesi per una frattura del collo del femore.
Protocollo riabilitativo frattura femore: criteri generali
1. Ricovero
Dalla 1 giornata post-operatoria: Valutazione Fisioterapica con mobilizzazione attiva e passiva a letto se parametri clinici ed emodinamici stabili (PAS, FC, T , Hb) posizionamento seduto bordo letto o in poltrona quanto tollerato apprendimento esercizi che il paziente può eseguire con familiari
Dalla 2 giornata Attività Fisioterapica almeno una volta al giorno mobilizzazione, se parametri stabili: trasferimenti letto-poltrona, statica eretta e, se concesso, carico dell’arto con ausilio (parziale), da aumentare progressivamente (limitato dal dolore) può iniziare recupero BADL (es. toilette)
Dalla 3 giornata in poi: Rivalutazione FKT degli obiettivi: consolidamento e incremento graduale delle precedenti attività (carico e distanze di deambulazione progressivamente maggiori) inizio esercizi propriocettivi di variazione del baricentro, esercizi di stretching dei flessori d’anca e di rinforzo del quadricipite fino a quando è presente instabilità di bacino o dolore utilizzare ausilii (es. 2 stampelle con appoggio antibrachiale), quindi abbandonare l’ausilio omolaterale alla frattura, infine l’altro coinvolgimento ed istruzioni alle persone di sostegno stimolo ed incremento del recupero BADL (toilette, vestirsi) Prescrizione ausilii, preparazione al rientro a domicilio
2. Dimissione.
A quel punto, alla dimissione, si potrà tratteggiare in base all’evoluzione clinica di QUEL paziente durante il ricovero la possibile prognosi ortopedica (quanto tempo impiegherà QUELLA frattura, in QUEL paziente con QUELLA osteosintesi ad arrivare a guarigione e COME) e quella riabilitativa (quanto tempo impiegherà QUELL’arto inferiore a riprendere capacità autonoma di movimento, a riprendere la stazione eretta in QUEL paziente con QUEI determinato problemi funzionali correlati (pre frattura) , a riprendere la deambulazione e soprattutto COME).
E’possibile stabilire una programmazione riabilitativa alla dimissione? Sì, quasi sempre, se il/la paziente è stato seguito bene durante tutta la gestione dell’evento traumatico. Il bilancio si baserà su fattori predittivi preoperatori e fattori predittivi postoperatori.
Precoce programmazione della Dimissione in Setting Riabilitativo Post-Acuzie da parte del Team Multidisciplinare:
- Fattori predittivi del recupero preoperatori Stato funzionale/autonomia pre-frattura (deambulazione) Stato cognitivo pre-frattura Età Comorbilità Tipo di frattura (ed intervento, tipo di carico concesso)
- Fattori predittivi del recupero postoperatori
+ Fattori Clinici: Stabilità clinica, Vigilanza e collaborazione anche se decadimento cognitivo, Rischio delirium
+ Fattori Fisioterapici: Carico assistenziale (trasferimenti/passaggi posturali) , Deambulazione (qualità/quantità), Autonomia BADL
+ Fattori Sociali: Presenza/adeguatezza persone di sostegno, Barriere architettoniche (scale, accessibilità al bagno), Condivisione del Percorso riabilitativo con paziente e persone di sostegno
3. Programma riabilitativo territoriale (ad esempio le porto quello della Regione Toscana)
- RIABILITAZIONE ORTOPEDICA POST-ACUZIE ESTENSIVA (MANTENIMENTO)
INTENSIVA DEGENZIALE DOMICILIARE TERRITORIALE
Paziente fit : palestre territoriali
Ripristino funzionale e supporto infermieristico in pts con basso livello funzionale premorboso, deficit cognitivo, rischio delirium, stabilità clinica, famiglia
Valutazione funzionale multiprofessionale e strumentale
Riabilitazione giornaliera min. 3h (attività riabilitativa individuale o di gruppo, fisiochinesiterapia, assistenza alla persona e recupero ADL, tecnologie riabilitative), nursing riabilitativo, training familiari, prescrizione ausilii e protesi, presa in carico sociale, continuità assistenza territoriale
RSA, Cure Intermedie, Lungodegenza, domicilio,
Secondo necessità cliniche, nursing, socioassistenziali
In conclusione
Come si trattano le fratture del femore
@ Il trattamento della frattura del femore è chirurgico. Scopo principale dell’operazione chirurgica è ottenere una rapida ripresa della funzionalità dell’arto allo scopo di evitare tutte le complicazioni legate all’evento traumatico, in particolar modo quelle dovute alla lunghezza del periodo di immobilità (piaghe da decubito, infezioni urinarie, disturbi respiratori, problemi circolatori, alterazioni psichiche).
- La scelta della tipologia di intervento è legata soprattutto alla gravità della lesione, al tipo di frattura e all’età del paziente. In caso di fratture mediali ci si orienta verso l’endoprotesi (sostituzione della sola testa del femore) o l’artroprotesi (sostituzione completa dell’articolazione dell’anca: testa del femore e acetabolo).
- In caso di frattura del femore scomposta in un soggetto di età superiore ai 60 anni, generalmente l’opzione scelta è l’artroprotesi, mentre in soggetti di età superiore ai 70 anni, si opta di solito per l’endoprotesi. Dettagliate informazioni sulle metodiche chirurgiche in questioni sono reperibili anche qui su MI.
- Nei soggetti più giovani o in caso di una frattura del femore di tipo laterale, si fa solitamente ricorso all’osteosintesi, una tipologia di intervento chirurgico di contenzione effettuato con appositi chiodi e placche che mira a mantenere in contatto i segmenti ossei interrotti nella loro continuità fino al momento della formazione e della consolidazione del callo osseo.
@Riabilitazione
Gli interventi chirurgici dovranno essere seguiti da mirati protocolli di riabilitazione.
- L’inevitabile instabilità posturale post-intervento viene corretta tramite esercizi propriocettivi, esercizi di potenziamento muscolare, esercizi di mobilità articolare (sia attivi che passivi), esercizi di correzione dell’ipercifosi della colonna dorsale (tramite esercizi di potenziamento dei muscoli estensori del tronco, stretching della catena muscolare posteriore ed esercizi respiratori con educazione costale e diaframmatica).
- Nelle persone anziane, gli esercizi fisici devono essere personalizzati avendo riguardo per diversi fattori quali l’età, la struttura fisica, le condizioni di salute generale, il grado di osteoporosi, lo stile di vita e l’abitudine all’attività fisica.
- L’esercizio fisico dovrebbe avere caratteristiche di costanza e regolarità (a questo scopo il soggetto deve essere preparato in modo tale da consentirgli di eseguire gli esercizi in ambito domestico) nonché di ripetitività (fattore essenziale per acquisire sicurezza, rapidità e precisione nei gesti).
- A seconda delle caratteristiche del singolo caso, potrebbe essere necessaria la prescrizione di ausili per la deambulazione (bastoni e/o girelli), ausili per il bagno (la cosiddetta sedia comoda ), maniglioni per i trasferimenti, calzature con suola antiscivolo e predisposte per l’eventuale inserimento di plantari, corsetto dorso-lombare (utile sia per mantenere la corretta postura sia per ridurre il dolore, sia per migliorare la propriocezione sia, infine, per prevenire o comunque ridurre l’ipercifosi dorso-lombare) e ortesi d’anca (allo scopo di attenuare l’impatto di un’eventuale caduta).
@Tempi di recupero
I tempi di recupero sono estremamente variabili. I tempi di recupero dipendono principalmente dall’età e dal tipo di frattura. Si può arrivare sino all’anno per poter tornare alle attività precedenti la frattura. Una frattura del femore richiede 90 gg. Per la guarigione primaria. Molti mesi occorrono, poi, perché il focolaio di frattura si rimodelli fino ad ottenere una restitutio ad integrum dello scheletro fratturato
@ Frattura del femore: le complicazioni
La frattura del femore non è purtroppo scevra da complicazioni anche gravi; fra le più importanti si segnalano broncopolmonite ipostatica, cistopielite, flebotrombosi, pseudoartrosi, necrosi asettica e vizi di consolidamento.
La riabilitazione oggi.
In estrema sintesi, se la frattura è favorevole e l’osteosintesi stabile il recupero della posizione eretta avviene in pochi giorni e poi della deambulazione, in alcune settimane, pur con la protezione di ausilii: dunque il recupero oggi può essere relativamente rapido. Ma ogni uomo e ogni donna è un’isola e il mare intorno a ciascuno di noi può essere molto diverso e condizionare la navigazione...
Cordiali saluti
Dr. A. Valassina
PS: quando la mia mamma ha avuto lo stesso problema della sua ho optato per un centro di riabilitazione per 2 mesi dopo la dimissione per la semplice ragione che esistono in tutta l'Italia ottimi centri dedicati per QUESTA riabilitazione con personale e strumenti professionalmente atti a facilitare il recupero dei nostri anziani fratturati.
A casa, invece, ambiente riabilitativo (percorsi in sicurezza) e personale dedicato devono essere costruiti da zero. Con tutte le incognite del caso.
Gentile signora,
potrei risponderle: sono uguali tutte le mamme del mondo? Apparentemente sì, davanti agli occhi dei figli, assolutamente no agli occhi dei medici e del personale sanitario che deve prendersi cura di loro.
Non esiste, infatti, una risposta univoca per tutti gli anziani, i quali, proprio perché gravati da un numero notevole di patologie croniche associate di qualità diversa e di molto diversa gravità PRIMA della frattura, ovviamente avranno un percorso diverso dal momento in cui, per la frattura del femore, entrano in ospedale fino alla auspicata guarigione.
Pertanto non posso darle una riposta personale in quanto a distanza e senza valutazione clinica e visione diretta degli esami è impossibile dare un consiglio dedicato alla singola persona. Posso, però, tratteggiarle le linee principali su cui orientare, in via generale, un percorso riabilitativo per un anziano operato di osteosintesi per una frattura del collo del femore.
Protocollo riabilitativo frattura femore: criteri generali
1. Ricovero
Dalla 1 giornata post-operatoria: Valutazione Fisioterapica con mobilizzazione attiva e passiva a letto se parametri clinici ed emodinamici stabili (PAS, FC, T , Hb) posizionamento seduto bordo letto o in poltrona quanto tollerato apprendimento esercizi che il paziente può eseguire con familiari
Dalla 2 giornata Attività Fisioterapica almeno una volta al giorno mobilizzazione, se parametri stabili: trasferimenti letto-poltrona, statica eretta e, se concesso, carico dell’arto con ausilio (parziale), da aumentare progressivamente (limitato dal dolore) può iniziare recupero BADL (es. toilette)
Dalla 3 giornata in poi: Rivalutazione FKT degli obiettivi: consolidamento e incremento graduale delle precedenti attività (carico e distanze di deambulazione progressivamente maggiori) inizio esercizi propriocettivi di variazione del baricentro, esercizi di stretching dei flessori d’anca e di rinforzo del quadricipite fino a quando è presente instabilità di bacino o dolore utilizzare ausilii (es. 2 stampelle con appoggio antibrachiale), quindi abbandonare l’ausilio omolaterale alla frattura, infine l’altro coinvolgimento ed istruzioni alle persone di sostegno stimolo ed incremento del recupero BADL (toilette, vestirsi) Prescrizione ausilii, preparazione al rientro a domicilio
2. Dimissione.
A quel punto, alla dimissione, si potrà tratteggiare in base all’evoluzione clinica di QUEL paziente durante il ricovero la possibile prognosi ortopedica (quanto tempo impiegherà QUELLA frattura, in QUEL paziente con QUELLA osteosintesi ad arrivare a guarigione e COME) e quella riabilitativa (quanto tempo impiegherà QUELL’arto inferiore a riprendere capacità autonoma di movimento, a riprendere la stazione eretta in QUEL paziente con QUEI determinato problemi funzionali correlati (pre frattura) , a riprendere la deambulazione e soprattutto COME).
E’possibile stabilire una programmazione riabilitativa alla dimissione? Sì, quasi sempre, se il/la paziente è stato seguito bene durante tutta la gestione dell’evento traumatico. Il bilancio si baserà su fattori predittivi preoperatori e fattori predittivi postoperatori.
Precoce programmazione della Dimissione in Setting Riabilitativo Post-Acuzie da parte del Team Multidisciplinare:
- Fattori predittivi del recupero preoperatori Stato funzionale/autonomia pre-frattura (deambulazione) Stato cognitivo pre-frattura Età Comorbilità Tipo di frattura (ed intervento, tipo di carico concesso)
- Fattori predittivi del recupero postoperatori
+ Fattori Clinici: Stabilità clinica, Vigilanza e collaborazione anche se decadimento cognitivo, Rischio delirium
+ Fattori Fisioterapici: Carico assistenziale (trasferimenti/passaggi posturali) , Deambulazione (qualità/quantità), Autonomia BADL
+ Fattori Sociali: Presenza/adeguatezza persone di sostegno, Barriere architettoniche (scale, accessibilità al bagno), Condivisione del Percorso riabilitativo con paziente e persone di sostegno
3. Programma riabilitativo territoriale (ad esempio le porto quello della Regione Toscana)
- RIABILITAZIONE ORTOPEDICA POST-ACUZIE ESTENSIVA (MANTENIMENTO)
INTENSIVA DEGENZIALE DOMICILIARE TERRITORIALE
Paziente fit : palestre territoriali
Ripristino funzionale e supporto infermieristico in pts con basso livello funzionale premorboso, deficit cognitivo, rischio delirium, stabilità clinica, famiglia
Valutazione funzionale multiprofessionale e strumentale
Riabilitazione giornaliera min. 3h (attività riabilitativa individuale o di gruppo, fisiochinesiterapia, assistenza alla persona e recupero ADL, tecnologie riabilitative), nursing riabilitativo, training familiari, prescrizione ausilii e protesi, presa in carico sociale, continuità assistenza territoriale
RSA, Cure Intermedie, Lungodegenza, domicilio,
Secondo necessità cliniche, nursing, socioassistenziali
In conclusione
Come si trattano le fratture del femore
@ Il trattamento della frattura del femore è chirurgico. Scopo principale dell’operazione chirurgica è ottenere una rapida ripresa della funzionalità dell’arto allo scopo di evitare tutte le complicazioni legate all’evento traumatico, in particolar modo quelle dovute alla lunghezza del periodo di immobilità (piaghe da decubito, infezioni urinarie, disturbi respiratori, problemi circolatori, alterazioni psichiche).
- La scelta della tipologia di intervento è legata soprattutto alla gravità della lesione, al tipo di frattura e all’età del paziente. In caso di fratture mediali ci si orienta verso l’endoprotesi (sostituzione della sola testa del femore) o l’artroprotesi (sostituzione completa dell’articolazione dell’anca: testa del femore e acetabolo).
- In caso di frattura del femore scomposta in un soggetto di età superiore ai 60 anni, generalmente l’opzione scelta è l’artroprotesi, mentre in soggetti di età superiore ai 70 anni, si opta di solito per l’endoprotesi. Dettagliate informazioni sulle metodiche chirurgiche in questioni sono reperibili anche qui su MI.
- Nei soggetti più giovani o in caso di una frattura del femore di tipo laterale, si fa solitamente ricorso all’osteosintesi, una tipologia di intervento chirurgico di contenzione effettuato con appositi chiodi e placche che mira a mantenere in contatto i segmenti ossei interrotti nella loro continuità fino al momento della formazione e della consolidazione del callo osseo.
@Riabilitazione
Gli interventi chirurgici dovranno essere seguiti da mirati protocolli di riabilitazione.
- L’inevitabile instabilità posturale post-intervento viene corretta tramite esercizi propriocettivi, esercizi di potenziamento muscolare, esercizi di mobilità articolare (sia attivi che passivi), esercizi di correzione dell’ipercifosi della colonna dorsale (tramite esercizi di potenziamento dei muscoli estensori del tronco, stretching della catena muscolare posteriore ed esercizi respiratori con educazione costale e diaframmatica).
- Nelle persone anziane, gli esercizi fisici devono essere personalizzati avendo riguardo per diversi fattori quali l’età, la struttura fisica, le condizioni di salute generale, il grado di osteoporosi, lo stile di vita e l’abitudine all’attività fisica.
- L’esercizio fisico dovrebbe avere caratteristiche di costanza e regolarità (a questo scopo il soggetto deve essere preparato in modo tale da consentirgli di eseguire gli esercizi in ambito domestico) nonché di ripetitività (fattore essenziale per acquisire sicurezza, rapidità e precisione nei gesti).
- A seconda delle caratteristiche del singolo caso, potrebbe essere necessaria la prescrizione di ausili per la deambulazione (bastoni e/o girelli), ausili per il bagno (la cosiddetta sedia comoda ), maniglioni per i trasferimenti, calzature con suola antiscivolo e predisposte per l’eventuale inserimento di plantari, corsetto dorso-lombare (utile sia per mantenere la corretta postura sia per ridurre il dolore, sia per migliorare la propriocezione sia, infine, per prevenire o comunque ridurre l’ipercifosi dorso-lombare) e ortesi d’anca (allo scopo di attenuare l’impatto di un’eventuale caduta).
@Tempi di recupero
I tempi di recupero sono estremamente variabili. I tempi di recupero dipendono principalmente dall’età e dal tipo di frattura. Si può arrivare sino all’anno per poter tornare alle attività precedenti la frattura. Una frattura del femore richiede 90 gg. Per la guarigione primaria. Molti mesi occorrono, poi, perché il focolaio di frattura si rimodelli fino ad ottenere una restitutio ad integrum dello scheletro fratturato
@ Frattura del femore: le complicazioni
La frattura del femore non è purtroppo scevra da complicazioni anche gravi; fra le più importanti si segnalano broncopolmonite ipostatica, cistopielite, flebotrombosi, pseudoartrosi, necrosi asettica e vizi di consolidamento.
La riabilitazione oggi.
In estrema sintesi, se la frattura è favorevole e l’osteosintesi stabile il recupero della posizione eretta avviene in pochi giorni e poi della deambulazione, in alcune settimane, pur con la protezione di ausilii: dunque il recupero oggi può essere relativamente rapido. Ma ogni uomo e ogni donna è un’isola e il mare intorno a ciascuno di noi può essere molto diverso e condizionare la navigazione...
Cordiali saluti
Dr. A. Valassina
PS: quando la mia mamma ha avuto lo stesso problema della sua ho optato per un centro di riabilitazione per 2 mesi dopo la dimissione per la semplice ragione che esistono in tutta l'Italia ottimi centri dedicati per QUESTA riabilitazione con personale e strumenti professionalmente atti a facilitare il recupero dei nostri anziani fratturati.
A casa, invece, ambiente riabilitativo (percorsi in sicurezza) e personale dedicato devono essere costruiti da zero. Con tutte le incognite del caso.
Nota:informazione web richiesta dall'Utente senza visita clinica; non ha valore di diagnosi, trattamento o prognosi che si affidano al medico curante
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 9.6k visite dal 07/06/2020.
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