Trauma allo stinco, tumefazione e torpore diffuso
Gentili medici,
Ormai 3 settimane fa ho ricevuto diversi colpi fra cui un colpo allo stinco.
Sono abituata a subire aggressioni (operatore disabilità) ma sono rimasta stupida dal fatto che si sia gonfiato subito lo stinco.
Sono stata in pronto soccorso il giorno stesso, i raggi hanno escluso qualsiasi frattura, ho avuto una prognosi di un giorno di riposo.
Sono tornata a lavoro e ho applicato Hirudoid 40.000 quotidianamente (da 3settimane ormai).
Con i giorni gli ematomi si sono sgonfiati ma è rimasto un bozzo allo stinco grande come una noce, molto doloroso al tatto.
Sono dolorose al tatto anche la zona in prossima dell'osso fino a metà gamba e la parte laterale del piede (quella interna rispetto alla caviglia).
Camminare non mi fa particolarmente male, solo abbassare il piede è un po' più doloroso (premere la frizione, fare le scale, ecc.
). Lavorando mi sono accorta che anche saltare è un movimento da evitare.
Inoltre, la sera avverto una sensazione di torpore e calore alla gamba, che è più forte quando ho passato una giornata più "movimentata".
Il mio medico mi ha prescritto una visita ortopedica dove, dopo aver ascoltato i miei sintomi ed avermi fatto compiere alcuni movimenti col piede, mi è stata prescritta un'ecografia d'urgenza per sospetta flebite e evitare traumi o carico sulla gamba (quindi riposo dal lavoro) fino all'ecografia.
Dato l'allungamento dei tempi d'attesa per il covid19, l'unico appuntamento possibile per l'ecografia è stato per 20 giorni dopo la prescrizione.
Nel frattempo il mio medico curante non concorda con l'ipotesi della flebite (poiché non ho un gonfiore diffuso o vene dure al tatto, lui sospetta un ematoma sottocutaneo) e con l'allungamento dell'infortunio per 20 giorni per dei sintomi tutto sommato lievi.
Non mi consiglia però approfondimenti ulteriori.
Questa settimana ho scelto comunque di stare a casa nella speranza di tutelare la gamba e fare riassorbire il bozzo.
La mia situazione non è insopportabile ma sinceramente vorrei si risolvesse perché comunque non è piacevole.
Mi piacerebbe capire cosa è e qual è il modo corretto di affrontare la prognosi.
Oltre ad attendere l'ecografia ci sono altri approfondimenti che potrei fare?
Se si tratta di un semplice ematoma sottocutaneo quali tempi ha la prognosi?
Il bozzo si riassorbirà?
È ininfluente continuare a camminare, correre, ricevere calci, ecc, o rischio di prolungare i tempi di guarigione e/o peggiorare la situazione?
Ormai 3 settimane fa ho ricevuto diversi colpi fra cui un colpo allo stinco.
Sono abituata a subire aggressioni (operatore disabilità) ma sono rimasta stupida dal fatto che si sia gonfiato subito lo stinco.
Sono stata in pronto soccorso il giorno stesso, i raggi hanno escluso qualsiasi frattura, ho avuto una prognosi di un giorno di riposo.
Sono tornata a lavoro e ho applicato Hirudoid 40.000 quotidianamente (da 3settimane ormai).
Con i giorni gli ematomi si sono sgonfiati ma è rimasto un bozzo allo stinco grande come una noce, molto doloroso al tatto.
Sono dolorose al tatto anche la zona in prossima dell'osso fino a metà gamba e la parte laterale del piede (quella interna rispetto alla caviglia).
Camminare non mi fa particolarmente male, solo abbassare il piede è un po' più doloroso (premere la frizione, fare le scale, ecc.
). Lavorando mi sono accorta che anche saltare è un movimento da evitare.
Inoltre, la sera avverto una sensazione di torpore e calore alla gamba, che è più forte quando ho passato una giornata più "movimentata".
Il mio medico mi ha prescritto una visita ortopedica dove, dopo aver ascoltato i miei sintomi ed avermi fatto compiere alcuni movimenti col piede, mi è stata prescritta un'ecografia d'urgenza per sospetta flebite e evitare traumi o carico sulla gamba (quindi riposo dal lavoro) fino all'ecografia.
Dato l'allungamento dei tempi d'attesa per il covid19, l'unico appuntamento possibile per l'ecografia è stato per 20 giorni dopo la prescrizione.
Nel frattempo il mio medico curante non concorda con l'ipotesi della flebite (poiché non ho un gonfiore diffuso o vene dure al tatto, lui sospetta un ematoma sottocutaneo) e con l'allungamento dell'infortunio per 20 giorni per dei sintomi tutto sommato lievi.
Non mi consiglia però approfondimenti ulteriori.
Questa settimana ho scelto comunque di stare a casa nella speranza di tutelare la gamba e fare riassorbire il bozzo.
La mia situazione non è insopportabile ma sinceramente vorrei si risolvesse perché comunque non è piacevole.
Mi piacerebbe capire cosa è e qual è il modo corretto di affrontare la prognosi.
Oltre ad attendere l'ecografia ci sono altri approfondimenti che potrei fare?
Se si tratta di un semplice ematoma sottocutaneo quali tempi ha la prognosi?
Il bozzo si riassorbirà?
È ininfluente continuare a camminare, correre, ricevere calci, ecc, o rischio di prolungare i tempi di guarigione e/o peggiorare la situazione?
[#1]
buongiorno,
sono d'accordo con il collega medico di base, che esclude forme di flebiti, in quanto quest'ultime hanno caratteristiche di presentazioni molto specifiche, rossore, dolore gonfiore in corrispondenza del polpaccio, quindi dietro e non avanti, inoltre si manifestano nelle persone allettate oppure che non hanno utilizzato l'arto per molto tempo. Nel suo caso penso di tratti. più di un ematoma con conseguente periostite, ovvero il trauma è stato diretto sull'osso della tibia, quella parte non è coperta dal muscolo e il trauma è più doloroso. Come giustamente diceva lei la sera è peggio perché dopo una giornata in piedi, le gambe tendono a gonfiarsi e li che è sofferente lo sente ancora di più. Una ecografia muscolo scheletrica la rassicurerà e potrà evidenziare le dimensioni dell'ematoma. il consiglio è quello di cercare di stare a riposo o perlomeno non saltare o correre, perché l'ematoma si trova in corrisponde del tibiale anteriore che viene attivato quanto flettiamo la gamba. Nel frattempo continui ad usare HIRUDOID 40000 matt e sera e il ghiaccio la sera, tenga la gamba in alto e vedrà che la situazione migliorerà con il tempo.
Cordiali saluti
sono d'accordo con il collega medico di base, che esclude forme di flebiti, in quanto quest'ultime hanno caratteristiche di presentazioni molto specifiche, rossore, dolore gonfiore in corrispondenza del polpaccio, quindi dietro e non avanti, inoltre si manifestano nelle persone allettate oppure che non hanno utilizzato l'arto per molto tempo. Nel suo caso penso di tratti. più di un ematoma con conseguente periostite, ovvero il trauma è stato diretto sull'osso della tibia, quella parte non è coperta dal muscolo e il trauma è più doloroso. Come giustamente diceva lei la sera è peggio perché dopo una giornata in piedi, le gambe tendono a gonfiarsi e li che è sofferente lo sente ancora di più. Una ecografia muscolo scheletrica la rassicurerà e potrà evidenziare le dimensioni dell'ematoma. il consiglio è quello di cercare di stare a riposo o perlomeno non saltare o correre, perché l'ematoma si trova in corrisponde del tibiale anteriore che viene attivato quanto flettiamo la gamba. Nel frattempo continui ad usare HIRUDOID 40000 matt e sera e il ghiaccio la sera, tenga la gamba in alto e vedrà che la situazione migliorerà con il tempo.
Cordiali saluti
Dr. Francesco Chiazzolla
[#4]
Utente
Gentile dottore, scusi se la disturbo ma gradirei ulteriori informazioni. Ho finalmente effettuato un ecografia che in corrispondenza della tumefazione clinicamente palpabile si riconosce formazione iperecogena ovalare delle dimensioni assiali di 10x5mm priva di segnale colore; si apprezza inoltre discreta soffusione dei tessuti molli sottocutanei adiacenti. Il dottore che mi ha fatto l'ecografia alle mie domande ha risposto che l'ematoma si sta evolvendo in "fibrosi" e che sarebbe stato difficile farlo assorbire. Mi ha inoltre detto che è normale che io provi dolore lungo l'osso poiché l'ematoma è vicino. Il mio medico curante mi ha dato una terza settimana di infortunio (pausa dal lavoro) per aspettare che si assorba, dicendomi che comunque il movimento (che io non posso evitare al lavoro) può prolungare i tempi di assorbimento ulteriormente. Su mia richiesta mi ha prescritto una visita chirurgica per valutare la possibilità di una rimozione chirurgica. I tempi per quest'ultima però mi sembrano molto lunghi (la prima visita sarebbe fra circa 20 giorni). Se l'ematoma continua a non assorbirsi anche questa settimana, e dato che i tempi per risolvere la cosa (sia spontaneamente che chirurgicamente) sono molto lunghi, al termine di questa settimana sarebbe più corretto prolungare ancora l'infortunio o tornare a lavoro, dato che comunque il dolore non è insopportabile, nell'attesa di una rimozione chirurgica che verosimilmente non arriverà prima di un mese?
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 36.8k visite dal 17/05/2020.
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