Morbo osgood-schlatter a quasi 22 anni
Salve, sono una ragazza e tra pochi mesi compio 22 anni, a circa 14/15 anni mi è stato diagnosticato il morbo di Osgood-Schlatter al ginocchio dx.
L’ortopedico dell’epoca mi aveva detto che la crescita avrebbe risolto il problema.
Nonostante questo ancora oggi è molto visible la protuberanza e quando cammino molto su terreni dissestati o faccio le scale oppure faccio sedute appena più intense di palestra o vado bicicletta (di solito 30/40 km) o corro provo dolore che si protrae anche diverse ore dopo aver terminato l’attività fisica.
Inoltre dopo queste attività noto un lieve arrossamento della zona dolorante.
È possibile che la crescita non abbia risolto il problema?
Cosa posso fare?
Ho visto che esistono dei tutori a fascia da mettere sulla zona, sono efficaci?
Grazie per il vostro aiuto.
L’ortopedico dell’epoca mi aveva detto che la crescita avrebbe risolto il problema.
Nonostante questo ancora oggi è molto visible la protuberanza e quando cammino molto su terreni dissestati o faccio le scale oppure faccio sedute appena più intense di palestra o vado bicicletta (di solito 30/40 km) o corro provo dolore che si protrae anche diverse ore dopo aver terminato l’attività fisica.
Inoltre dopo queste attività noto un lieve arrossamento della zona dolorante.
È possibile che la crescita non abbia risolto il problema?
Cosa posso fare?
Ho visto che esistono dei tutori a fascia da mettere sulla zona, sono efficaci?
Grazie per il vostro aiuto.
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Buongiorno, come lei ha giustamente detto il Morbo di HS è una patologia che trova la sua risoluzione dopo il raggiungimento della maturità scheletrica che di solito per le donne corrisponde alla maturità sessuale, quindi 16-17 anni. Il disturbo vede la sua eziopatogenesi in un difetto di sviluppo del nucleo di accrescimento della cartilagine della tuberosità anteriore, che cresce in maniera disordinata portando alla formazione di questo prominenza particolarmente visibile occhio nudo. Terminata la crescita, il nucleo di ossificazione si calcifica completamente, quindi la tuberosità non diminuirà mai di dimensioni siccome ormai calcificata. In taluni casi però si può venire a formare un'unione non perfetta della tuberosità all'osso sottostante conseguendo il quadro di pseudoartrosi. Dovrebbe eseguire una radiografia al fine di escludere tale eventualità ed eventualmente una risonanza magnetica in un tempo successivo. La presenza inoltre di una tuberosità tibiale anteriore molto prominente può portare anche ad una più facile irritazione del tendine rotuleo, con conseguente disconfort da parte del paziente. Solitamente il trattamento di questa patologia prevede soltanto degli esercizi di stretching mirati all'allungamento del quadricipite (associando Tecar o magneto terapia), e l'intervento chirurgico è utilizzato solo nei rari casi in cui vi è una pseudoartrosi non rispondente alle terapie conservative protratte. Dobbiamo infatti ricordare che sulla tuberosità si inserisce il tendine rotuleo e quindi l'intervento va a toccare il tendine ed è molto invasivo anche nei confronti dell'osso sottostante.
Buona giornata,
Dott Daniele Tradati
Buona giornata,
Dott Daniele Tradati
Regalami un minuto del tuo tempo come io ho fatto con te, valuta la qualità della riposta lasciando una recensione.Il modo migliore per dire grazie
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 5.6k visite dal 16/03/2020.
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