Infezione post operatoria protesi femore
Salve,
mia madre di 75 anni (senza patologie importanti precedenti) è stata operata per rottura del collo del femore con inserimento di impianto di protesi totale.
Dopo circa 10gg dal primo intervento ne è stato necessario un secondo poiché dalla ferita continuava a fuoriuscire siero e sangue.
Il secondo intervento ha visto la sostituzione delle parti mobili della protesi ed un lavaggio dei tessuti apparentemente puliti.
è stato effettuato un prelievo di 5 campioni di tessuto per esame colturale.
Tornata in reparto è partita una terapia antibiotica empirica, e una volta conosciuti i batteri:
Staphylococcus aureus
Staphylococcus epidermidis
proseguita terapia.
Purtroppo la fuoriuscita di fluidi si è mantenuta copiosa, e dopo altri 15gg dal secondo intervento viene ricoverata per espianto protesi e nuovo prelievo colturale.
Durante l'intervento insorge complicanza cardiaca con arresto, poi una volta stabilizzati i valori viene portata in terapia intensiva.
Dopo 2 gg riportata in corsia.
Da qui passano ancora 11gg senza conoscere l'esito del colturale, ma la ferita continua a secernere copioso liquido.
(ultimo valore PCR 22)
Non avendo informazioni specifiche dal reparto e rimanendo in attesa sino a ricezione esiti... chiedo consigli e informazioni per sapere se secondo voi l'infezione a questo punto ha margini per regredire o essere curata senza un nuovo intervento in quanto penso possa essere fatale per mia madre.
Esistono percorsi alternativi per risolvere o tentare di risolvere questa situazione?
Grazie in anticipo.
Saluti
mia madre di 75 anni (senza patologie importanti precedenti) è stata operata per rottura del collo del femore con inserimento di impianto di protesi totale.
Dopo circa 10gg dal primo intervento ne è stato necessario un secondo poiché dalla ferita continuava a fuoriuscire siero e sangue.
Il secondo intervento ha visto la sostituzione delle parti mobili della protesi ed un lavaggio dei tessuti apparentemente puliti.
è stato effettuato un prelievo di 5 campioni di tessuto per esame colturale.
Tornata in reparto è partita una terapia antibiotica empirica, e una volta conosciuti i batteri:
Staphylococcus aureus
Staphylococcus epidermidis
proseguita terapia.
Purtroppo la fuoriuscita di fluidi si è mantenuta copiosa, e dopo altri 15gg dal secondo intervento viene ricoverata per espianto protesi e nuovo prelievo colturale.
Durante l'intervento insorge complicanza cardiaca con arresto, poi una volta stabilizzati i valori viene portata in terapia intensiva.
Dopo 2 gg riportata in corsia.
Da qui passano ancora 11gg senza conoscere l'esito del colturale, ma la ferita continua a secernere copioso liquido.
(ultimo valore PCR 22)
Non avendo informazioni specifiche dal reparto e rimanendo in attesa sino a ricezione esiti... chiedo consigli e informazioni per sapere se secondo voi l'infezione a questo punto ha margini per regredire o essere curata senza un nuovo intervento in quanto penso possa essere fatale per mia madre.
Esistono percorsi alternativi per risolvere o tentare di risolvere questa situazione?
Grazie in anticipo.
Saluti
[#1]
Purtroppo sua madre è incappata nella più temuta complicanza degli interventi di protesizzazione articolare. Mi sembra che i colleghi siano intervenuti tempestivamente e una volta rimossa la protesi, ci sono ottime speranze di una risoluzione del quadro infettivo. Naturalmente servirà del tempo e la prosecuzione della terapia antibiotica secondo le indicazioni dell'infettivologo. La secrezione persistente dopo questi interventi è evento frequente e talvolta si protrae per alcune settimane.
Per un eventuale futuro impianto di una nuova protesi si dovrà aspettare la completa risoluzione dell'infezione e si dovranno anche valutare le condizioni generali della paziente.
Per un eventuale futuro impianto di una nuova protesi si dovrà aspettare la completa risoluzione dell'infezione e si dovranno anche valutare le condizioni generali della paziente.
Dr. A.Nicodemo
www.ancaebacino.it
[#2]
Utente
Grazie per la celere risposta.
Mi auguro che i colturali non tardino ad arrivare per verificare se la terapia antibiotica intrapresa sia corretta.
Leggevo che per migliorare gli stati infettivi in alcuni casi potrebbe essere d’aiuto se non risolutiva la camera iperbarica, secondo lei esistono gli estremi per tentare questa strada e qualora ci fossero, che controindicazioni può avere ?
Grazie ancora
Mi auguro che i colturali non tardino ad arrivare per verificare se la terapia antibiotica intrapresa sia corretta.
Leggevo che per migliorare gli stati infettivi in alcuni casi potrebbe essere d’aiuto se non risolutiva la camera iperbarica, secondo lei esistono gli estremi per tentare questa strada e qualora ci fossero, che controindicazioni può avere ?
Grazie ancora
[#3]
Non ho un'esperienza diretta, ma la letteratura scientifica internazionale non ha evidenziato una sicura efficacia. Pertanto non è una terapia di prima scelta e sicuramente più importante è la pulizia chirurgica (come è stato fatto) e una terapia antibiotica mirata.
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 3.5k visite dal 15/03/2020.
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