Il dolore ma un neurinoma
Scrivo per chiedere gentilmente una consulenza..
sono una donna di 40 anni; dallo scorso anno sto vivendo l'inferno a causa del piede. inizialmente mi era stato diagnosticato, dal primo ortopedico consultato, un piede cavo da curare con plantari. il dolore non accennava a diminuire ed ho seguito diverse terapie: crio terapia, laser terapia e magneto terapia.. ho cambiato ben tre volte tipo di plantare fino ad utilizzare le fibre di carbonio. nonostante tutto.. nulla di fatto il dolore continuava ed era sempre piu' insopportabile; dalle indagini su internet la dignosi che sembrava piu' rispondente alla mia sintomatologia mi e' sembrata il neurinoma di morton; purtroppo anche quest'ultimo e' stato escluso dalla risonanza magnetica. mi sono infine rivolta ad un ortopedico che opera all'ospedale di negrar di verona dott. avanzi; quest'ultimo mi ha prescritto un'elettromiografia da cui e' emersa la sindrome del tunnel tarsale. sono stata operata il 3/10/2008; dopo circa 40 gg ho ripreso a deambulare normalmente (continuavo ad avere solo leggeri fastidi). il beneficio pero' e' durato solo un mese... dagli inizi di febbario ho ricominciato ad avvertire lo stesso dolore con un'intensita' che giorno dopo giorno e' aumentata fino ad oggi.. il dolore e' piu' forte di prima dell'operazione e anche piu' intenso; ci son dei momenti in cui la caviglia non mi regge e in piu' talvolta il dolore mi prende di notte nonostante la posizione supina.. il medico che mi ha operato non sa darsi una spiegazione e mi ha prescritto una nuova risonanza magnetica, un eco doppler e dei massaggi di linfodrenaggio..ha escluso una nuova elettromiografia perche' il risultato non sarebbe attendibile a causa dell'intervento recente (03/10/2008). la mia perplessita' e' che non fosse il tunnel tarsale a causarmi il dolore ma un neurinoma di morton sfuggito alla risonanza (ho letto che questo e' possibile).
purtroppo non so piu' cosa fare e/o pensare..
la ringrazio in anticipo
sono una donna di 40 anni; dallo scorso anno sto vivendo l'inferno a causa del piede. inizialmente mi era stato diagnosticato, dal primo ortopedico consultato, un piede cavo da curare con plantari. il dolore non accennava a diminuire ed ho seguito diverse terapie: crio terapia, laser terapia e magneto terapia.. ho cambiato ben tre volte tipo di plantare fino ad utilizzare le fibre di carbonio. nonostante tutto.. nulla di fatto il dolore continuava ed era sempre piu' insopportabile; dalle indagini su internet la dignosi che sembrava piu' rispondente alla mia sintomatologia mi e' sembrata il neurinoma di morton; purtroppo anche quest'ultimo e' stato escluso dalla risonanza magnetica. mi sono infine rivolta ad un ortopedico che opera all'ospedale di negrar di verona dott. avanzi; quest'ultimo mi ha prescritto un'elettromiografia da cui e' emersa la sindrome del tunnel tarsale. sono stata operata il 3/10/2008; dopo circa 40 gg ho ripreso a deambulare normalmente (continuavo ad avere solo leggeri fastidi). il beneficio pero' e' durato solo un mese... dagli inizi di febbario ho ricominciato ad avvertire lo stesso dolore con un'intensita' che giorno dopo giorno e' aumentata fino ad oggi.. il dolore e' piu' forte di prima dell'operazione e anche piu' intenso; ci son dei momenti in cui la caviglia non mi regge e in piu' talvolta il dolore mi prende di notte nonostante la posizione supina.. il medico che mi ha operato non sa darsi una spiegazione e mi ha prescritto una nuova risonanza magnetica, un eco doppler e dei massaggi di linfodrenaggio..ha escluso una nuova elettromiografia perche' il risultato non sarebbe attendibile a causa dell'intervento recente (03/10/2008). la mia perplessita' e' che non fosse il tunnel tarsale a causarmi il dolore ma un neurinoma di morton sfuggito alla risonanza (ho letto che questo e' possibile).
purtroppo non so piu' cosa fare e/o pensare..
la ringrazio in anticipo
[#1]
Gentile signora,
lei sa benissimo che a distanza non è possibile porre una diagnosi e consigliare terapie.
Le posso solo dire che in medicina la risposta ad un trattamento da spesso preziose indicazioni. Il fatto che Lei sia migliorata nettamente dopo l'intervento anche se solo per due mesi fa pensare che la diganosi e il trattamento suggerito dal collega siano stati corretti. Anche l'indicazione all'attesa della EMG è corretta, non essendo questo esame in grado di registrare i lenti progressi della reinnevarzione se non dopo 6 mesi.
A parte Le segnalo che la Sindrome provocata dal neuroma di Morton è totalmente diversa da quella provocata da un intrappolamento al tunnel tarsale.
Quanto al fatto che un neuroma di Morton possa non essere visto alla RMN, è vero. Ma va valutata la qualità dell'esame nelle modalità tecniche con cui è stato eseguito. Ci sono altre possibilità diagnostiche. A volte in mani esperte l'ecografia è più sensibile e più specifica della RMN nella diagnosi di neuroma di Morton.
Segua le indicazioni poste dal suo ortopedico curante e parli con tranquillità con lui delle sue perplessità e necessità di ulteriori chiarimenti.
Cordialità
Dr. A. Valassina
lei sa benissimo che a distanza non è possibile porre una diagnosi e consigliare terapie.
Le posso solo dire che in medicina la risposta ad un trattamento da spesso preziose indicazioni. Il fatto che Lei sia migliorata nettamente dopo l'intervento anche se solo per due mesi fa pensare che la diganosi e il trattamento suggerito dal collega siano stati corretti. Anche l'indicazione all'attesa della EMG è corretta, non essendo questo esame in grado di registrare i lenti progressi della reinnevarzione se non dopo 6 mesi.
A parte Le segnalo che la Sindrome provocata dal neuroma di Morton è totalmente diversa da quella provocata da un intrappolamento al tunnel tarsale.
Quanto al fatto che un neuroma di Morton possa non essere visto alla RMN, è vero. Ma va valutata la qualità dell'esame nelle modalità tecniche con cui è stato eseguito. Ci sono altre possibilità diagnostiche. A volte in mani esperte l'ecografia è più sensibile e più specifica della RMN nella diagnosi di neuroma di Morton.
Segua le indicazioni poste dal suo ortopedico curante e parli con tranquillità con lui delle sue perplessità e necessità di ulteriori chiarimenti.
Cordialità
Dr. A. Valassina
Nota:informazione web richiesta dall'Utente senza visita clinica; non ha valore di diagnosi, trattamento o prognosi che si affidano al medico curante
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 5.4k visite dal 18/03/2009.
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