Distorsione caviglia e plantare?
Salve,
il 3 gennaio ho subito una distorsione della caviglia destra con distacco osseo parcellare del margine dell'astragalo.
A due mesi e mezzo di distanza lamento ancora gonfiore, affaticamento veloce stando in piedi e dolore sia alla caviglia che al tendine che corre sotto la pianta del piede.
Gli ortopedici (per ora quattro) che ho consultato mi hanno prescritto la fisioterapia classica evitando di preoccuparmi (cosa che invece faccio dato che nonostante il passare del tempo non mostro degni evidenti di recupero), mentre un fisiatra dopo una manipolazione mi ha consigliato di recarmi da un podologo, il quale ha rilevato che il piede infortunato poggia molto male a terra in quanto preme molto sulla parte esterna destra e sul calcagno, senza utilizzare quasi per nulla la parte anteriore del piede, cosa che invece avviene col piede sinistro.
In effetti mi accorgo che camminando prima "tocca terra" il margine esterno destro del piede, poi il resto della pianta.
La sua ipotesi è che un tendine sia rimasto "stirato" e pertanto il piede non assume più la postura corretta quando scarico durante la camminata.
Pertanto mi ha prescritto un plantare correttivo, secondo Voi è corretta tale prescrizione o è preferibile permettere al piede di riacquistare la sua fisiologia in autonomia?
Cordialmente ringrazio.
il 3 gennaio ho subito una distorsione della caviglia destra con distacco osseo parcellare del margine dell'astragalo.
A due mesi e mezzo di distanza lamento ancora gonfiore, affaticamento veloce stando in piedi e dolore sia alla caviglia che al tendine che corre sotto la pianta del piede.
Gli ortopedici (per ora quattro) che ho consultato mi hanno prescritto la fisioterapia classica evitando di preoccuparmi (cosa che invece faccio dato che nonostante il passare del tempo non mostro degni evidenti di recupero), mentre un fisiatra dopo una manipolazione mi ha consigliato di recarmi da un podologo, il quale ha rilevato che il piede infortunato poggia molto male a terra in quanto preme molto sulla parte esterna destra e sul calcagno, senza utilizzare quasi per nulla la parte anteriore del piede, cosa che invece avviene col piede sinistro.
In effetti mi accorgo che camminando prima "tocca terra" il margine esterno destro del piede, poi il resto della pianta.
La sua ipotesi è che un tendine sia rimasto "stirato" e pertanto il piede non assume più la postura corretta quando scarico durante la camminata.
Pertanto mi ha prescritto un plantare correttivo, secondo Voi è corretta tale prescrizione o è preferibile permettere al piede di riacquistare la sua fisiologia in autonomia?
Cordialmente ringrazio.
[#1]
Innanzitutto mi permetto di dirle che 4 ortopedici sono troppi!
Utile un solo parere le cui indicazioni seguire con cura.
Dal suo racconto una ipotesi possibile e' che lei abbia una camminata ancora non corretta perche' ha ancora una infiammazione residua locale.
Questa e' una ipotesi plausibile.
Altrettanto plausibile comunque e' l'ipotesi di un vizio di appoggio del piede al suolo che rende difficoltosa la guarigione della infiammazione residua nella zona del trauma.
In tal caso la prescirzione di un plantare sarebbe corretta.
Purtroppo non mi e' possibile risponderele con certezza attraverso un consulto on-line che, per definizion,e e' privo della essenziale componente della visita clinica.
Inoltre, forse, visto il dolore residuo, potrebbe anche essere il caso di eseguire una RMN della caviglia e, parallelamente, eseguire terapie antiinfiammatorie locali quali laserterapia e tecarterapia.
Cordiali saluti.
Utile un solo parere le cui indicazioni seguire con cura.
Dal suo racconto una ipotesi possibile e' che lei abbia una camminata ancora non corretta perche' ha ancora una infiammazione residua locale.
Questa e' una ipotesi plausibile.
Altrettanto plausibile comunque e' l'ipotesi di un vizio di appoggio del piede al suolo che rende difficoltosa la guarigione della infiammazione residua nella zona del trauma.
In tal caso la prescirzione di un plantare sarebbe corretta.
Purtroppo non mi e' possibile risponderele con certezza attraverso un consulto on-line che, per definizion,e e' privo della essenziale componente della visita clinica.
Inoltre, forse, visto il dolore residuo, potrebbe anche essere il caso di eseguire una RMN della caviglia e, parallelamente, eseguire terapie antiinfiammatorie locali quali laserterapia e tecarterapia.
Cordiali saluti.
Dr. Roberto LEO
[#2]
Utente
In verità i 4 ortopedici mi hanno visitato in tempi diversi: il primo al pronto soccorso prevedeva che in 7 giorni sarei tornato a camminare, il secondo al controllo si è preoccupato un po' di più (l'ortopedico al PS non aveva "visto" la frattura sulla lastra), al controllo successivo il terzo non ha spicciato parola, mentre l'ultimo (incontrato in visita privata al Pini di Milano) mi ha prescritto una serie di esercizi approssimativi, che però a distanza di un mese abbondante non hanno sortito effetti di rilievo, se non rinforzare la muscolatura del polpaccio.
Oltre alle prime lastre non ho eseguito altri esami, ne alcun tipo di terapia.
Cordialmente La ringrazio per il consulto
Oltre alle prime lastre non ho eseguito altri esami, ne alcun tipo di terapia.
Cordialmente La ringrazio per il consulto
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 4.8k visite dal 16/03/2009.
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