Recupero frattura cuboide

Salve, ho subito una frattura del cuboide a metà luglio, inizialmente non diagnosticata al PS (dalla radiografia, a quanto pare, non si vedeva). A distanza di 15 giorni, durante i quali ho camminato sulla frattura, in seguito a nuovo consulto e a Risonanza Magnetica, mi è stata finalmente diagnosticata la frattura da un altro ortopedico. Mi ha prescritto un mese di riposo assoluto e poi ho cominciato a caricare usando due stampelle. Adesso sono passati 3 mesi dalla frattura, sto facendo fisioterapia (KINESI) e cammino con una sola stampella. Però avverto ancora una serie di dolori al piede. Quanto tempo durerà questa situazione? Quando potrò tornare a fare sport? Dai tempi iniziali di un mese, siamo adesso a 3 mesi e non vedo una via d'uscita. Grazie a chi saprà aiutarmi.
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Dr. Umberto Donati Ortopedico, Chirurgo della mano, Medico legale, Perfezionato in medicine non convenzionali 7.9k 278
Purtroppo non è possibile esprimere un parere su un quadro clinico sconosciuto solo leggendo la sua descrizione. Bisogna vedere la RMN, valutare la guarigione, escludere possibili complicazioni, come per esempio l'algodistrofia. Se ancora ha dolore è consigliabile un ulteriore controllo presso il suo ortopedico per valutare le condizioni attuali, e decidere se/quali accertamenti occorrano.
Per quanto riguarda lo sport, ovviamente dipende dal tipo di sport, ma in ogni caso potrà riprendere quando sia risolta la sintomatologia dolorosa, e comunque solo dopo aver avuto l'autorizzazione del suo ortopedico.
Cordiali saluti
Umberto Donati, MD

Umberto Donati, MD

www.ortopedicoabologna.it

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Utente
Utente
Il mio dolore è solo al momento del carico e non persistente, come leggo invece essere in caso di algodistrofia. Posso stare tranquilla da questo punto di vista, dato che si tratta di una malattia rara e debilitante? Il piede in ogni caso è anche leggermente gonfio e arrossato dopo aver trascorso un po' di tempo in piedi. Al di là del fatto che ovviamente mi faccio seguire dal mio ortopedico, volevo capire se questi tempi di guarigione rientrano nella media o se devo preoccuparmi. Grazie
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Dr. Umberto Donati Ortopedico, Chirurgo della mano, Medico legale, Perfezionato in medicine non convenzionali 7.9k 278
Non ho nessun elemento per esprimere un parere su un quadro clinico sconosciuto, quindi nemmeno per decidere se possa avere o meno qualsiasi problema. Se ha dolore a 3 mesi di distanza dal trauma, non è del tutto normale, per cui credo che valga la pena capire il motivo. Se già si sta facendo seguire da un ortopedico, nessuno meglio di lui può rispondere alle sue domande.
Cordiali saluti
Umberto Donati, MD
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Utente
Utente
Non ha elementi per fornire un parere però ne ha abbastanza per nominare una patologia rara e invalidante e gettare nello sconforto il paziente. Complimenti! Ottimo servizio
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Dr. Umberto Donati Ortopedico, Chirurgo della mano, Medico legale, Perfezionato in medicine non convenzionali 7.9k 278
Se da una parte è vero che l'algodistrofia è di per sé una patologia rara, è anche vero che nelle forme distrettuali alla mano o al piede, dopo traumi anche modesti e immobilizzazione protratta, è purtroppo abbastanza frequente, come anche il suo ortopedico le potrà confermare.
Di fronte al consulto online di una paziente giovane, che ha subíto un trauma tre mesi fa, che tutto sommato ha una soglia del dolore abbastanza alta da poter camminare per 15 gg su una frattura di cuboide, che non ha caricato per 1 mese, e che a distanza di tre mesi lamenta ancora dolore (questi sono gli elementi di cui disponevo), a qualsiasi ortopedico si accende il campanello di allarme "Sudeck". Se a quegli elementi aggiungiamo successivamente il "gonfio e arrossato", quell'ortopedico che però non ha mai visto il piede con i propri occhi, si convince di aver dato un suggerimento utile. La RMN potrebbe confermare il Sudeck, oppure evidenziare edema della spongiosa solo a carico del cuboide nel caso di ritardo di consolidazione della frattura: in entrambi i casi potrebbero essere necessari dei provvedimenti terapeutici per risolvere il problema. Forse lei avrebbe preferito sentirsi dire "stia tranquilla, non è niente", forse se avessi anche visto il piede avrei potuto dire qualcosa di simile, ma con gli elementi che avevo non potevo non richiamare la sua attenzione su una possibile complicazione che non andava assolutamente trascurata. Mi lasci aggiungere, per finire, che senza le conoscenze specifche della materia e con invece una certa dose d'ansia del tutto comprensibile, è difficile distinguere in Rete le informazioni utili da tutte le altre. Forse se avesse cercato "algodistrofia" solo nella casella in alto a destra di questo sito avrebbe visto che si tratta di una condizione abbastanza frequente, non sarebbe caduta nello sconforto, avrebbe meglio apprezzato questo servizio, e avrebbe forse dato lo stesso giudizio ma con maggiore serenità e senza sarcasmo.
Cordiali saluti
Umberto Donati, MD
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Utente
Utente
Probabilmente ho sbagliato nel non sottoporle l'esito della RM, magari avrebbe avuto un quadro più completo. Ad ogni modo lo posto ora, è il seguente:

Esame multiplanare, eseguito con sequenze pesate in T1 e T2, con e senza soppressione del tessuto adiposo. Confronto con precedente RM del luglio 2019. Indicazione clinica: pregresso trauma, dolore a livello astragalico e cuboide.

Moderata riduzione della quota edematosa intraspongiosa a livello del cuboide, in presenza di rima fratturativa a decorso obliquo ed estensione articolare distale ancora evidente. Discreta riduzione della componente edematosa anche a livello delle contrapposte superfici articolari astragalo-navicolari, con persistente alterazione strutturale del processo astragalico anteriore, in relazione a postumi osteo-traumatici.
Attualmente sembra apprezzarsi focale quota edematosa anche a livello del processo calcaneare anteriore, in sede superiore.
Alterazioni degenerative croniche a carico dell'articolazione astragalo-calcaneare.

Può essere utile?
Grazie e perdoni il tono sarcastico, ma sono veramente preoccupata per la mia salute, anche se il mio ortopedico mi ha detto che per questo tipo di traumi sono necessari anche fino a 9 mesi per una completa guarigione.
Chiedevo semplicemente un secondo parere su queste conclusioni. E' vero o no che possono volerci anche 9 mesi? Vorrei solo capire con quale percentuale rientro nella casistica che si potrebbe - superficialmente - definire "normale".
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Dr. Umberto Donati Ortopedico, Chirurgo della mano, Medico legale, Perfezionato in medicine non convenzionali 7.9k 278
Direi che non è normale nascondere una RMN, ma devo ripetere che alle sue domande potrà rispondere solo qualcuno che l'abbia visitata e abbia valutato entrambe le RMN. Da qui, lo ripeto una volta per tutte, non riesco a dire di più di quello che ho già detto. Per avere un secondo parere non si va su internet ma ci si fa visitare da un ortopedico ancora più esperto del primo. Non si tratta di stabilire con che percentuale rientra nel "normale", perché come ho già detto in precedenza, non è normale avere dolore dopo 3 mesi, non posso sapere se è normale che nell'ultima RMN sia ancora visibile la rima di frattura perché non so quanto tempo fa sia stata eseguita, e non è "normale" che per guarire ci vogliano 9 mesi, a meno che non siano state rilevate delle condizioni che facciano presumere che questi siano i tempi. In ogni caso, se il suo ortopedico le ha detto che ci vogliono 9 mesi (altra cosa che ci ha tenuto nascosto), non capisco perché si preoccupi di non essere guarita dopo 3 mesi. Ma comunque io non posso sapere quali siano le condizioni attuali della frattura, né riesco a dire se l'edema della spongiosa, descritta diffusa alle ossa vicine, e nell'ultima risonanza anche a carico della processo anteriore del calcagno (cosa che forse prima non c'era), sia o no da ascrivere a un Sudeck, visto che sembra che fosse in parte presente già alla precedente RMN. Del resto il referto della RMN non ha nessun significato clinico da sé sola e non costituisce una diagnosi ma semplicemente la descrizione di ciò che il Radiologo ha visto guardando le immagini. A questo punto le resta solo di chiarire la situazione con l'ortopedico che già la conosce, oppure acquisire un secondo parere facendosi visitare da un altro ortopedico, a cui portare in visione entrambe le RMN e i referti di PS e visite successive. In quella occasione potrà
anche chiarire le "alterazioni degenerative croniche a carico dell'articolazione astragalo-calcaneare", che non mi aspetterei in una paziente di 33 anni, ammesso che età e sesso siano veri, visto che su oltre 50 consulti almeno i 10-12 che ho guardato sono di pertinenza maschile. Anche per questo motivo, ma soprattutto perché non ho altro da dire, considero concluso definitivamente il consulto.
Cordiali saluti