Frattura diafisi tibia in pseudoartrosi atrofica
salve io ho avuto un incidente in moto il 29 giugno 2008 frattura composta ma scheggiata a metà della tibia, ho portato il gesso per 3 mesi.poi fisioterapia sempre sotto loro indicazione.
Al controllo rx di dicembre mi hanno constatato una pseudo artrosi atrofica, ho fatto 3 sedute di onde d'urto a distanza di 3 settimane l' una dall' altra e ora al''ultimo controllo di metà febbraio(referto rx: ASPETTO DI EVOLUZIONE PSEUDO ATROFICA DI FRATTURA DIAFISARIA TIBIALE CON INCURVAMENTO IN VARO) mi hanno detto che devo essere operato con prelievo dall'ala illiaca per innesto, osteotomia del perone, riduzione cruenta e sintesi(placca con viti).... ho provato a sentire un altro parere, il quale mi ha consigliato solo l'applicazione di un chiodo interno alla tibia per tutta la sua lunghezza niente innesto e probabilmente niente osteotomia del perone.
volevo chiedere se è possibile che ci sia una cosi diversa diagnosi, e quale la migliore???? GRAZIE PER L'AIUTO
Al controllo rx di dicembre mi hanno constatato una pseudo artrosi atrofica, ho fatto 3 sedute di onde d'urto a distanza di 3 settimane l' una dall' altra e ora al''ultimo controllo di metà febbraio(referto rx: ASPETTO DI EVOLUZIONE PSEUDO ATROFICA DI FRATTURA DIAFISARIA TIBIALE CON INCURVAMENTO IN VARO) mi hanno detto che devo essere operato con prelievo dall'ala illiaca per innesto, osteotomia del perone, riduzione cruenta e sintesi(placca con viti).... ho provato a sentire un altro parere, il quale mi ha consigliato solo l'applicazione di un chiodo interno alla tibia per tutta la sua lunghezza niente innesto e probabilmente niente osteotomia del perone.
volevo chiedere se è possibile che ci sia una cosi diversa diagnosi, e quale la migliore???? GRAZIE PER L'AIUTO
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Gentile Utente
Direi che è possibile avere una differente visione del problema. La medicina non è una scienza matematica.
In generale però sono d'accordo con il secondo collega anche se all'introduzione del chiodo endomidollare associerei comunque una osteotomia del perone e se necessario anche un trapianto osseo locale (utilizzando il perone asportato) con associati fattori di crescita(tecnica da me ampiamente utilizzata).
Cordiali saluti
Direi che è possibile avere una differente visione del problema. La medicina non è una scienza matematica.
In generale però sono d'accordo con il secondo collega anche se all'introduzione del chiodo endomidollare associerei comunque una osteotomia del perone e se necessario anche un trapianto osseo locale (utilizzando il perone asportato) con associati fattori di crescita(tecnica da me ampiamente utilizzata).
Cordiali saluti
Antonio Mattei
[#3]
Certo che si potrebbe ma comunque sarebbe meglio giocarsi la carta subito.
L'evoluzione di una pseudoartrosi atrofica purtroppo è valutabile sono a lungo termine e quindi non prima di 2-3 mesi. Per la guarigione comunque sono necessari tempi ancor più lunghi.
Cordiali saluti
L'evoluzione di una pseudoartrosi atrofica purtroppo è valutabile sono a lungo termine e quindi non prima di 2-3 mesi. Per la guarigione comunque sono necessari tempi ancor più lunghi.
Cordiali saluti
[#4]
Spett. Utente,
concordo con il collega di Roma, intervento di bonifica del focolaio di frattura, osteotomia del perone e innesto osseo con fattori di crescita. Il chiodo permette un migliore stabilità rispetto alla placca. Comunque sarebbe meglio visionare una radiografia.. a volte quando la frattura e molto vicino alla caviglia non si può impiegare il chiodo.
cordiali saluti
dr. aloja
concordo con il collega di Roma, intervento di bonifica del focolaio di frattura, osteotomia del perone e innesto osseo con fattori di crescita. Il chiodo permette un migliore stabilità rispetto alla placca. Comunque sarebbe meglio visionare una radiografia.. a volte quando la frattura e molto vicino alla caviglia non si può impiegare il chiodo.
cordiali saluti
dr. aloja
Dr. Aloja
Chirurgia del piede
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 5.9k visite dal 02/03/2009.
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