Alluce rigido
Buongiorno,
nel giugno 2017 ho effettuato delle normali radiografie ai piedi, visto il peggiorare dei disturbi che avevo da anni. Questo il referto:
"Degenerazione artrosica delle articolazioni metatarso-falangee bilateralmente, con sclerosi dei capi articolari e riduzione di ampiezza della rima, più evidente a livello del I raggio. Valgismo del primo raggio bilateralmente con appiattimento della corrispondente testa metatarsale."
Mi sono fatta visitare da un ortopedico specializzato nel trattamento del piede nel settembre 2017 e la diagnosi è stata “Alluce valgo rigido bilaterale” con proposta di intervento su un piede alla volta e tecnica da stabilire al momento, una volta pulita l’articolazione da tutti gli osteofiti presenti.
Sono stata operata lo scorso novembre, quasi un anno fa, al primo piede.
La diagnosi che risulta dalla cartella clinica è “alluce rigido sx”. Nell’anamnesi vi è scritto “presenza di alluce modicamente valgo che si è fatto progressivamente rigido e dolente alla mobilizzazione”. E’ poi scritto che è stata fatta la “correzione alluce sec. Regnauld”.
All’ultimo controllo, in giugno, è risultato che “permane rigidità con buon atteggiamento funzionale” e “consiglio calzature con suola robusta”.
A distanza di quasi un anno ho un alluce più rigido di quando sono entrata in sala operatoria, ho ancora dolori, soprattutto a camminare. Ho molte limitazioni nelle calazature: cammino passabilmente solo con scarpe stringate, con tacco basso e suole di gomma piuttosto spesse. Le scarpe che portavo prima (variavano dalle scarpe piatte ai mezzi tacchi) e trovavo comode ora sono improponibili: non mi consentono di camminare, neppure in giornate “da ufficio”. In estate ho avuto problemi anche con gli scarponcini da trekking leggero e su percorsi nom impegnativi e non particolarmente lunghi.
Anche se l’ortopedico mi ha detto che “come mobilità non ci sono margini di miglioramento” e che “a volte succede che l’esito di un intervento di alluce rigido sia la rigidità”, faccio fatica ad accettare questo risultato e vorrei capire se posso migliorare un po’ (avevo ancora tanti trekking da fare…). Devo fare una radiografia di controllo, normale o sotto carico? Non mi è stato fatto alcun controllo radiografico né in ospedale subito dopo l'intervento né successivamente (“nel caso di alluce rigido non serve fare controlli radiografici”). Non vi è modo di “studiare” la camminata? Come prima dell’intervento ho una callosità in corrispondenza del V dito, credo di spostare sulla parte esterna del piede il peso, per via della ridotta mobilità. C’è qualcosa che posso fare ancora per migliorare la situazione? Grazie per il vostro aiuto, sono molto disorientata...
nel giugno 2017 ho effettuato delle normali radiografie ai piedi, visto il peggiorare dei disturbi che avevo da anni. Questo il referto:
"Degenerazione artrosica delle articolazioni metatarso-falangee bilateralmente, con sclerosi dei capi articolari e riduzione di ampiezza della rima, più evidente a livello del I raggio. Valgismo del primo raggio bilateralmente con appiattimento della corrispondente testa metatarsale."
Mi sono fatta visitare da un ortopedico specializzato nel trattamento del piede nel settembre 2017 e la diagnosi è stata “Alluce valgo rigido bilaterale” con proposta di intervento su un piede alla volta e tecnica da stabilire al momento, una volta pulita l’articolazione da tutti gli osteofiti presenti.
Sono stata operata lo scorso novembre, quasi un anno fa, al primo piede.
La diagnosi che risulta dalla cartella clinica è “alluce rigido sx”. Nell’anamnesi vi è scritto “presenza di alluce modicamente valgo che si è fatto progressivamente rigido e dolente alla mobilizzazione”. E’ poi scritto che è stata fatta la “correzione alluce sec. Regnauld”.
All’ultimo controllo, in giugno, è risultato che “permane rigidità con buon atteggiamento funzionale” e “consiglio calzature con suola robusta”.
A distanza di quasi un anno ho un alluce più rigido di quando sono entrata in sala operatoria, ho ancora dolori, soprattutto a camminare. Ho molte limitazioni nelle calazature: cammino passabilmente solo con scarpe stringate, con tacco basso e suole di gomma piuttosto spesse. Le scarpe che portavo prima (variavano dalle scarpe piatte ai mezzi tacchi) e trovavo comode ora sono improponibili: non mi consentono di camminare, neppure in giornate “da ufficio”. In estate ho avuto problemi anche con gli scarponcini da trekking leggero e su percorsi nom impegnativi e non particolarmente lunghi.
Anche se l’ortopedico mi ha detto che “come mobilità non ci sono margini di miglioramento” e che “a volte succede che l’esito di un intervento di alluce rigido sia la rigidità”, faccio fatica ad accettare questo risultato e vorrei capire se posso migliorare un po’ (avevo ancora tanti trekking da fare…). Devo fare una radiografia di controllo, normale o sotto carico? Non mi è stato fatto alcun controllo radiografico né in ospedale subito dopo l'intervento né successivamente (“nel caso di alluce rigido non serve fare controlli radiografici”). Non vi è modo di “studiare” la camminata? Come prima dell’intervento ho una callosità in corrispondenza del V dito, credo di spostare sulla parte esterna del piede il peso, per via della ridotta mobilità. C’è qualcosa che posso fare ancora per migliorare la situazione? Grazie per il vostro aiuto, sono molto disorientata...
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Per l'alluce rigido si possono provare rimedi, che, caso per caso, possono rivelarsi sufficienti.
La calzatura, con tacco basso, dovrà avere una suola rigida e un tacco a livello del passaggio suola - famice, in modo da sollevare l'alluce dall'appoggio in terra di 4-5 mm.
La chirurgia da risultati contrastanti, mentre risultati discreti si sono spesso raggiunti con infiltrazioni di PRP (concentrato piastrinico) o estratti di tessuto adiposo.
Queste ultime sono le cosiddette terapie rigenerative.
In caso di insuccesso, non resta che l'artrodesi, cioè la completa fusione dell'articolazione metacarpo-falangea.
La calzatura, con tacco basso, dovrà avere una suola rigida e un tacco a livello del passaggio suola - famice, in modo da sollevare l'alluce dall'appoggio in terra di 4-5 mm.
La chirurgia da risultati contrastanti, mentre risultati discreti si sono spesso raggiunti con infiltrazioni di PRP (concentrato piastrinico) o estratti di tessuto adiposo.
Queste ultime sono le cosiddette terapie rigenerative.
In caso di insuccesso, non resta che l'artrodesi, cioè la completa fusione dell'articolazione metacarpo-falangea.
Dr. Enrico Pelilli
Specialista in Ortopedia e Traumatologia Infantile
[#2]
Ex utente
Grazie professore
a suo parere posso tentare la via della terapia rigenerativa anche nella mia situazione, con un intervento già fatto? Oppure la riserverebbe al secondo piede, come alternativa all'intervento tradizionale?
L'artrodesi non ha effetti devastanti sulla mobilità e sulla funzionalità del piede?
a suo parere posso tentare la via della terapia rigenerativa anche nella mia situazione, con un intervento già fatto? Oppure la riserverebbe al secondo piede, come alternativa all'intervento tradizionale?
L'artrodesi non ha effetti devastanti sulla mobilità e sulla funzionalità del piede?
[#3]
La terapia rigenerativa può sicuramente essere applicata ad entrambi i piedi e non pregiudica altri trattamenti.
L'artrodesi, significa fusione di un'articolazione. In pratica si elimina l'articolazione, fissandola nella posizione più funzionale, risolvendo il dolore definitivamente.
Rispetto a un dito rigido, in cui il movimento è già abolito, in più il dito è bloccato in una posizione funzionalmente non utile ed è doloroso, quali sono gli svantaggi?
L'artrodesi, significa fusione di un'articolazione. In pratica si elimina l'articolazione, fissandola nella posizione più funzionale, risolvendo il dolore definitivamente.
Rispetto a un dito rigido, in cui il movimento è già abolito, in più il dito è bloccato in una posizione funzionalmente non utile ed è doloroso, quali sono gli svantaggi?
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 12.5k visite dal 05/11/2018.
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