La sindrome del seno del tarso
Salve cortesemente vorrei sapere che cosa è la sindrome del seno del tarso.
Io sono affetto da questa sindrome dopo un trauma distorsivo della caviglia sx che è avvenuto da più di 1 anno.
Il medico mi ha fatto delle infiltrazioni di anestetico+cortisone.
Cortesemente gradirei sapere se la terapia va bene.
Io sono affetto da questa sindrome dopo un trauma distorsivo della caviglia sx che è avvenuto da più di 1 anno.
Il medico mi ha fatto delle infiltrazioni di anestetico+cortisone.
Cortesemente gradirei sapere se la terapia va bene.
[#1]
Gentile Utente,
La sindrome del seno del tarso è una sindrome canalicolare dell'arto inferiore che è dovuta al conflitto fra il seno del tarso, un canale osteofibroso inestensibile e le strutture che in esso decorrono, in particolare il nervo che è molto sensibile a fatti compressivi. l'origine della patologia, oltre a cause degenerative legate all'età, può essere ricondotta anche ad episodi traumatici con rezione sinoviale ed edema locale. Il Suo medico Le ha praticato il blocco con anestetico e cortisone. In letteratura internazionale si invitano gli specialisti alla cautela nell'uso del cortisone, soprattutto quello ad azione ritardata perchè tende a cristallizzare provpcando danni alle strutture più delicate come i nervi, appunto. La terapia conservativa deve essere integrata con un buon programma fisioterapico ed eventualmente farmaci neurotrofici come le vitamine del complesso B. In caso di fallimento o di dati elettromiografici di sofferenza nervosa è indicato l'intervento chirurgico.
Cordialmente,
Fiammetta Vincitorio
La sindrome del seno del tarso è una sindrome canalicolare dell'arto inferiore che è dovuta al conflitto fra il seno del tarso, un canale osteofibroso inestensibile e le strutture che in esso decorrono, in particolare il nervo che è molto sensibile a fatti compressivi. l'origine della patologia, oltre a cause degenerative legate all'età, può essere ricondotta anche ad episodi traumatici con rezione sinoviale ed edema locale. Il Suo medico Le ha praticato il blocco con anestetico e cortisone. In letteratura internazionale si invitano gli specialisti alla cautela nell'uso del cortisone, soprattutto quello ad azione ritardata perchè tende a cristallizzare provpcando danni alle strutture più delicate come i nervi, appunto. La terapia conservativa deve essere integrata con un buon programma fisioterapico ed eventualmente farmaci neurotrofici come le vitamine del complesso B. In caso di fallimento o di dati elettromiografici di sofferenza nervosa è indicato l'intervento chirurgico.
Cordialmente,
Fiammetta Vincitorio
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 33.9k visite dal 30/04/2006.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.