Edema spongiosa piatto tibiale
Buonasera,
Vi contatto perché una settimana fa sono scivolata in piscina iper estendendo (e torcendo) il ginocchio sinistro. Premetto che in questo ginocchio ho già avuto una ricostruzione dell' LCA 8 anni fa. Il ginocchio fin da subito mi ha fatto malissimo, si è gonfiato e mi si è irrigidito notevolmente. Al PS non hanno riscontrato fratture ossee dalle lastre ma mi hanno prescritto una risonanza. Il referto della risonanza è il seguente: "presenza di evidente versamento endoarticolare visibile anche nella borsa del semimembranoso in sede poplitea. Esiti di intervento di ricostruzione del legamento crociato anteriore. Legamenti collaterali normo inseriti e di segnale regolare. Non immagini riferibili a rotture meniscali. Spiccato edema della spongiosa ossea del piatto tibiale posteriormente (esito contusivo recente o residuo del pregresso intervento -meno probabile). Atteggiamento in "tilt" della rotula lievemente lateralizzata".
Vi contatto perché purtroppo non riesco ad avere una visita specialistica fino a oltre il 9 gennaio e, ovviamente, non so come comportarmi. Al momento non sto caricando il peso, mi muovo solo con le stampelle. Devo tenere la gamba stesa e completamente ferma? Oppure posso un po' muoverla e fletterla? Non sapere come comportarmi mi preoccupa.
Vi ringrazio per l'attenzione e spero in un vostro gentile consulto.
Un cordiale saluto,
Alice
Vi contatto perché una settimana fa sono scivolata in piscina iper estendendo (e torcendo) il ginocchio sinistro. Premetto che in questo ginocchio ho già avuto una ricostruzione dell' LCA 8 anni fa. Il ginocchio fin da subito mi ha fatto malissimo, si è gonfiato e mi si è irrigidito notevolmente. Al PS non hanno riscontrato fratture ossee dalle lastre ma mi hanno prescritto una risonanza. Il referto della risonanza è il seguente: "presenza di evidente versamento endoarticolare visibile anche nella borsa del semimembranoso in sede poplitea. Esiti di intervento di ricostruzione del legamento crociato anteriore. Legamenti collaterali normo inseriti e di segnale regolare. Non immagini riferibili a rotture meniscali. Spiccato edema della spongiosa ossea del piatto tibiale posteriormente (esito contusivo recente o residuo del pregresso intervento -meno probabile). Atteggiamento in "tilt" della rotula lievemente lateralizzata".
Vi contatto perché purtroppo non riesco ad avere una visita specialistica fino a oltre il 9 gennaio e, ovviamente, non so come comportarmi. Al momento non sto caricando il peso, mi muovo solo con le stampelle. Devo tenere la gamba stesa e completamente ferma? Oppure posso un po' muoverla e fletterla? Non sapere come comportarmi mi preoccupa.
Vi ringrazio per l'attenzione e spero in un vostro gentile consulto.
Un cordiale saluto,
Alice
[#2]
Utente
Gent.mo Dott. Caldarella,
La ringrazio innanzitutto per la gentile risposta.
L'ortopedico mi ha prescritto altri 40 giorni di stampelle senza caricare il ginocchio e sedute di tecar e idrochinesi. Al momento di tecar ne ho fatte 5 (potenziata con ultrasuoni) e 4 idrochinesi (ne ho 10 prenotate). Temo non saranno sufficienti e sinceramente per ora i benefici sono stati pressoché nulli: ho recuperato un pochino di flessione ma il ginocchio fa ancora molto male, lo sento pesantissimo e spesso ho fitte all'altezza appunto del piatto tibiale. Sia ortopedico che fisioterapisti mi hanno detto che sarà un cosa molto lunga perché gli edemi necessitano di tantissimo tempo per riassorbirsi. Me lo conferma anche lei? Pensa che l'approccio terapeutico sia corretto? Esistono medicinali che possano accelerare il riassorbimento? Per quanto riguarda le stampelle, come potrò capire quando smetterle di usarle senza peggiorare la situazione? Purtroppo non posso permettermi di assentarmi dal lavoro per tutto il tempo consigliato dall'ortopedico, ma quando torno a casa da 9 ore in ufficio il ginocchio è parecchio più gonfio e dolorante, nonostante cerchi di tenere anche la gamba sollevata su una sedia. Ho il terrore quindi che non stare effettivamente a riposo completo mi pregiudichi il recupero totale. Lei cosa mi consiglia?
Grazie mille per la gentilezza,
Un cordiale saluto
Alice
La ringrazio innanzitutto per la gentile risposta.
L'ortopedico mi ha prescritto altri 40 giorni di stampelle senza caricare il ginocchio e sedute di tecar e idrochinesi. Al momento di tecar ne ho fatte 5 (potenziata con ultrasuoni) e 4 idrochinesi (ne ho 10 prenotate). Temo non saranno sufficienti e sinceramente per ora i benefici sono stati pressoché nulli: ho recuperato un pochino di flessione ma il ginocchio fa ancora molto male, lo sento pesantissimo e spesso ho fitte all'altezza appunto del piatto tibiale. Sia ortopedico che fisioterapisti mi hanno detto che sarà un cosa molto lunga perché gli edemi necessitano di tantissimo tempo per riassorbirsi. Me lo conferma anche lei? Pensa che l'approccio terapeutico sia corretto? Esistono medicinali che possano accelerare il riassorbimento? Per quanto riguarda le stampelle, come potrò capire quando smetterle di usarle senza peggiorare la situazione? Purtroppo non posso permettermi di assentarmi dal lavoro per tutto il tempo consigliato dall'ortopedico, ma quando torno a casa da 9 ore in ufficio il ginocchio è parecchio più gonfio e dolorante, nonostante cerchi di tenere anche la gamba sollevata su una sedia. Ho il terrore quindi che non stare effettivamente a riposo completo mi pregiudichi il recupero totale. Lei cosa mi consiglia?
Grazie mille per la gentilezza,
Un cordiale saluto
Alice
[#3]
Gent. Alice,
l'approccio terapeutico è corretto nel senso che la terapia principale e più importante è costituita dallo scarico.
Attenzione però: è bene che non si tratti di "scarico assoluto". Per intenderci non è bene camminare con tutto il peso sulle stampelle e mantenendo il piede sollevato da terra. Questo atteggiamento può provocare ipotonotrofia muscolare, contratture dolorose e favorire la comparsa di possibili complicnze come trombosi/flebiti o algodistrofie. Ne parli con il Suo fisioterapista, l'ideale sarebbe adottare un carico SFIORANTE, in cui il piede viene normalmente appoggiato a terra riproducendo un ciclo del passo naturale ma non caricandovi sopra il peso.
Per quanto riguarda le altre terapie, esse sono solo coadiuvanti. In ogni caso sono d'accordo con Lei, TECAR e ultrasuoni in questo caso sono poco efficaci. Io trovo molta più efficacia nella magnetoterapia (che può essere effettuata in autonomia a domicilio affittando un apparecchio). Nei casi più gravi prescrivo le onde d'urto (ma che devono essere effettuate con particolari apparecchiature ospedaliere ad alta energia e non con un dispositivo portatile in un centro riabilitativo), o addirittura delle sedute in camera iperbarica.
Prescrivo sempre dei farmaci chiamati bifosfonati, che trovo molto utili. Ne parli eventualmente con il Suo ortopedico per valutarne l'opportunità.
Naturalmente il riposo è importante: cerchi se possibile di ridurre le ore di lavoro, evitare glistrapazzi e non caricare.
Per quanto riguarda la ripresa del carico io mi baso generalmente sulle risonanza di controllo che eseguo ogni 40 giorni circa.
E' vero, si tratta di cose lunghe, ma se ben curate generalmente si risolvono positivamente.
Mi tenga informato, se lo desidera.
l'approccio terapeutico è corretto nel senso che la terapia principale e più importante è costituita dallo scarico.
Attenzione però: è bene che non si tratti di "scarico assoluto". Per intenderci non è bene camminare con tutto il peso sulle stampelle e mantenendo il piede sollevato da terra. Questo atteggiamento può provocare ipotonotrofia muscolare, contratture dolorose e favorire la comparsa di possibili complicnze come trombosi/flebiti o algodistrofie. Ne parli con il Suo fisioterapista, l'ideale sarebbe adottare un carico SFIORANTE, in cui il piede viene normalmente appoggiato a terra riproducendo un ciclo del passo naturale ma non caricandovi sopra il peso.
Per quanto riguarda le altre terapie, esse sono solo coadiuvanti. In ogni caso sono d'accordo con Lei, TECAR e ultrasuoni in questo caso sono poco efficaci. Io trovo molta più efficacia nella magnetoterapia (che può essere effettuata in autonomia a domicilio affittando un apparecchio). Nei casi più gravi prescrivo le onde d'urto (ma che devono essere effettuate con particolari apparecchiature ospedaliere ad alta energia e non con un dispositivo portatile in un centro riabilitativo), o addirittura delle sedute in camera iperbarica.
Prescrivo sempre dei farmaci chiamati bifosfonati, che trovo molto utili. Ne parli eventualmente con il Suo ortopedico per valutarne l'opportunità.
Naturalmente il riposo è importante: cerchi se possibile di ridurre le ore di lavoro, evitare glistrapazzi e non caricare.
Per quanto riguarda la ripresa del carico io mi baso generalmente sulle risonanza di controllo che eseguo ogni 40 giorni circa.
E' vero, si tratta di cose lunghe, ma se ben curate generalmente si risolvono positivamente.
Mi tenga informato, se lo desidera.
[#4]
Utente
Buonasera Dr. Caldarella,
grazie di cuore per la gentilezza, la disponibilità e l'esaustivo consulto che mi ha dato.
In effetti mi sono spiegata male: in realtà le stampelle le sto usando proprio come mi ha consigliato lei, sfiorando il piede e "simulando" la camminata normale. L'unico mio dubbio è su quando potrò toglierle definitivamente, ma a questo punto seguirò il suo consiglio ed effettuerò una risonanza a breve (essendo ormai passato un mese dal trauma). Parlerò all'ortopedico di un'eventuale cura con bifosfonati.
La terrò informata con molto piacere, grazie mille ancora!
Un cordiale saluto,
Alice
P.S.: le sedute di idrochinesi sono utili solo per la mobilità articolare? O hanno un qualche minimo effetto anche sull'edema?
grazie di cuore per la gentilezza, la disponibilità e l'esaustivo consulto che mi ha dato.
In effetti mi sono spiegata male: in realtà le stampelle le sto usando proprio come mi ha consigliato lei, sfiorando il piede e "simulando" la camminata normale. L'unico mio dubbio è su quando potrò toglierle definitivamente, ma a questo punto seguirò il suo consiglio ed effettuerò una risonanza a breve (essendo ormai passato un mese dal trauma). Parlerò all'ortopedico di un'eventuale cura con bifosfonati.
La terrò informata con molto piacere, grazie mille ancora!
Un cordiale saluto,
Alice
P.S.: le sedute di idrochinesi sono utili solo per la mobilità articolare? O hanno un qualche minimo effetto anche sull'edema?
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 19.3k visite dal 29/12/2016.
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