Una visita specialistica dall'ortopedico che senza troppi preamboli gli ha detto che deve

Buongiorno
Vorrei sottoporre alla Vs. attenzione il caso di mio padre (età 66 anni peso 90 kg) operato nel 2004 per protesi anca sinistra..
Nel 2007 a causa di dolori all’arto gli hanno prescritto una scintigrafia ossea e questa è stata la diagnosi:

REFERTO
L’indagine scintigrafica dell’apparato osteoarticolare è stata eseguita con metodica trifasica a livello del bacino e dei femori.
FASE VASCOLARE (fase dinamica): iperafflusso del bolo radioattivo a livello della regione del grande e piccolo trocantere femorale sinistro.
FASE PRECOCE (fase di blood-pool): aree iperattive in corrispondenza delle sedi sopra descritte.
FASE OSSEA (fase tardiva): si osserva accumulo di tracciante a livello del grande e del piccolo trocantere femorale di sinistra.
Il controllo total body documenta disomogenea iperfissazione a livello del rachide dorsale, delle ultime vertebre lombari, delle articolazioni scapolo-omerali e delle ginocchia come da presenza di processi artrosico-degenerativi.
Non altre significative anomalie di distribuzione scheletrica del tracciante.
CONCLUSIONI: aree di aumentata attività osteo-metabolica a livello del grande e piccolo trocantere femorale di sinistra con concomitanti segni di processi flogistico-reattivi.

I dolori nel frattempo sono scomparsi e non ha fatto nulla al riguardo.
Recentemente a causa di un piccolo trauma, la gamba sinistra non lo reggeva più, per camminare aveva bisogno delle stampelle. Così ha fatto una lastra che ha evidenziato:

L’indagine eseguita, nelle varie pr., pone in evidenza esito di intervento chirurgico di artroprotesi metallica sia in sede acetabolare che in sede di asta femorale, regolarmente posizionata e senza immagini attribuibili a reazioni periostee in sede acetabolare. Invece in corrispondenza prossimale dell’asta femorale, si rileva ampia area di radiotrasparenza, con molto scarsa trabecolatura ossea, circostante l’asta metallica e con verosimiglianza attribuibile a possibile reazione periostea, e, con immagine di radiotrasparenza in sede di corticale ossea, sottostante il piccolo trocantere, con interruzione ossea della stessa, riferibile a frattura ossea. Assottigliamento della corticale ossea al versante sottostante il grandetrocantere. Presenza di depositi fibroscrelotici nelle parti molli adiacenti il ciglio acetabolare e sovrastante il grande trocantere.

Allora ha fatto una visita specialistica dall’ortopedico che senza troppi preamboli gli ha detto che deve operargli nuovamente l’anca per sostituirgli il pezzo di protesi inserita nel femore (ci sembra di aver capito (scusate i termini poco medici) che gliene deve mettere una più grande perchè attorno alla protesi all’interno dell’osso si è formata una cavità).
Ora, mio padre memore della precedente non vorrebbe subire un’ulteriore operazione e gradirei sapere un vostro parere sulla questione, so che senza vedere le lastre risulta difficile dare un consiglio, ma secondo Voi in base al quadro clinico sopra descritto, l’operazione è l’unica possibilità? O ci potrebbe essere qualcosa di alternativo e meno invasivo? Cosa ci consiglia? Un’altra visita ortopedica da qualche altro specialista o devo dire a mio padre di mettersi il cuore in pace e rassegnarsi all’operazione? La frattura che presenta non gli causa al momento dolori, deve solo camminare con la stampella perchè la gamba non lo regge più.
Grazie.

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Dr. Michele Calderaro Ortopedico, Chirurgo della mano 115 8
credo che dal quadro che lei ha descritto si tratti di una mobilizzazione dello stelo femorale della protesi impiantata, come ha detto è difficile dare un parere senza le rdx e la visita ma penso che sia indispensabile l'intervento prima che situazione degeneri ulteriormente (che i detriti "mangino" altro osso che deve tenere la protesi rendendo l'intervento di revisione ancora più complesso.

mi tenga aggiornato ed auguri

Dr. Michele  Calderaro - Roma
Specialista in Ortopedia e Chirurgia della Mano