Tenosinovite estensori?? dolore dorso piede sinistro

Il problema al piede si presenta a giugno.
In assenza di qualsiasi tipo di trauma, seduto, senza effettuare alcun movimento, all'improvviso avverto un gran dolore al dorso del piede sinistro. Il dolore si focalizza a metà dorso, sull'immaginario asse che collega il primo dito alla caviglia. L'improvviso dolore è così inteso quasi da impedirmi la deambulazione e si accentua esercitando pressione sulla zona (inscivibile in un cm quadrato circa). Il dolore resta intesso per ore poi va attenuandosi, ripresentandosi però più volte nel mese successivo anche se in maniera più lieve. Comunque, anche in momenti di "apparente benessere"
esercitando pressione nella suddetta zona il dolore si presenta molto intenso.
A luglio, dopo pochi giorni di passeggiate sulla sabbia il dolore si presenta sempre pi forte ed il piede si gonfia. La sensazione però è che il dolore, sempre a metà dorso, si sia spostato verso l'estrno del piede. Con una prima visita al prontosoccorso, senza alcun esame, mi viene diagnosticata una tarsite con la seguente terapia x 15gg: riposo, ghiaccio locale, Airtal 100mg e Melevin. Il dolore si attenua ma apena termminata la terapia si ripresenta tale e quale.
Effettuo una prima visita ortopedica, ove lamento dolore intenso a camminare, in particolare nel momento di flessione e stacco del piede da terra, lancinante nei momenti "a freddo" (primi passi mattutini e/o ripartenze dopo momenti "seduti"). Esternamete il problema si presenta con un generale gonfiore del piede, particolarmente accentuato sulla parte volgente all'esterno del dorso, alla base della caviglia.
Lo specialista sospetta ganglion o tenosinovite. Lastre a piede e caviglia non evidenziano nulla, prescrive RM.

Referto RM: Aumento di liquido endoarticolare, maggiormente nei piani intertarsiali con estensione verso il lato plantare. Soffusione edematosa diffusa dorsale profonda, intorno alle componenti tendineee. Ispessite le quaine, le fibre tendinee presentano segnale conservato. Le componenti muscolarei hanno segnale appena isoiperintenso come da lieve infiltrazione edematosa. la soffusione edematosa si estende verso le basi metatarsali, soprattutto intorno alla diafisi del secondo dito e dorsalmente al terzo e quarto. Piccoli focolai sbcondrali della superficie articolare prossimale del primo cineiforme, debole edema intaspongioso e mardini irregolari del secondo cuneiforme. Focolaio subcondrale dell'epifisi distale della prima falange del primo dito. minuto ganglio sinoviale tra calcagno e cuboide inferolateralmente.

Con tale referto, dopo consulto con altri due colleghi tra i quali il primario del reparto, l'ortopedico dice POTREBBE TRATTARSI di tenosinovite degli estensori del piede e mi propone l'immobilizzazione del piede per tre (ribadisco TRE!!) settimane, al termine delle quali se il problema è ancora presente mi dice sarà necessario intervenire (aprire) alla ricerca di qualcosa che nemmeno lui sa precisare..
Oggi, dopo due settimane che sono immobilizzato da sivaletto softcast, dal ginocchio (???) ai diti del piede lascati liberi (???), nei moviomenti consentitemi dal gesso posso affremare che il dolore sia dimunuito, ma comunque è ancora presente.

Da quanto lungamente presentato, è possibile parlare di tenosinovite degli estensori del piede? In questo caso è necessaria un ingessatura che comporti l'immobilità totale della caviglia e la libertà assoluta delle dita, quando invece il problema pare riguardare proprio queste?
Potrebbe presentasri il dubbio di qualche altra diagnosi?
Grazie
[#1]
Ortopedico, Perfezionato in medicine non convenzionali attivo dal 2008 al 2016
Ortopedico, Perfezionato in medicine non convenzionali
Potrebbe dirmi se per caso ha un piede eccessivamente pronato (cioè piatto?)perchè la sua sintomatologia sembra avere origini biomeccaniche in assenza di altre patologia quali artrosi, psoriasi...
Distinti saluti
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Attivo dal 2008 al 2024
Ex utente
Eg. Dr Arati
La ringrazio per la pronta attenzione. DI piede pronato non me ne è stato mai parlato, tantomeno gli specialisti che mi hanno visitato hanno pensato di valutare ciò.
Solo verso l'età di 6/8 anni sono stato visitato per un apparentemente piattismo che l'ortopedico NON ha diagnosticato ed ha attribuito al temporaneo indebolimento della muscolatura dei piedi dovuto al rapido aumento di peso che ebbi. Mi consigliò esclusivamente di svolgere esercizi ginici per irrobustire la muscolatura dei piedi.
Se di piede pronato potesse trattarsi, è possibile che si presenti così all'improvviso a trent'anni? Non avrebbe dovuto dare avvisaglie molto prima, ad esempo ai tempi della ove senza dubbio ero più in movimento?

Distinti saluti.
Matthias
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Ortopedico, Perfezionato in medicine non convenzionali attivo dal 2008 al 2016
Ortopedico, Perfezionato in medicine non convenzionali
Non necessariamente, prima di passare alla chirurgia (non ne vedo l'occorrenza) valutare attentamente il problema. Ne parli anche con il suo medico di base.
Distinti saluti
[#4]
Attivo dal 2008 al 2024
Ex utente
Quindi da quanto esposto Lei tenderebbe ad escludere la tenosinovite o comunque riterrebbe questa conseguenza di un problema pregresso?
Ritiene necessaria l'attuale immobilizzazione della caviglia e non dei diti?
Se dopo questo periodo di immobilità il dolore dovesse essersi attenuato o sparito, come devo comportarmi?
Grazie ancora per la disponibilità.

[#5]
Ortopedico, Perfezionato in medicine non convenzionali attivo dal 2008 al 2016
Ortopedico, Perfezionato in medicine non convenzionali
Non dico che potrebbe non essere la tenosinovite, anzi è una delle componenti, ma questa può essere secondaria ad alterazioni biomeccaniche, infatti ci sono anche segni di interessamento metatarsale con edema e alterazioni subcondrali del primo cuneiforme. Le strutture articolari si alterano se lavorano male come per alterazioni biomeccaniche. Rimango della mia idea che vi sia una eccessiva pronazione podalica.
Ritengo utile fare un ciclo di fisioterapia con macchinari di nuova concezione (tecar, interx...) e utilizzare un plantare morbido antipronante.
Spero di essere stato esauriente ma di pù non posso dire se non si può valutare di persona.
Distinti saluti
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Attivo dal 2008 al 2024
Ex utente
Situazione attuale.
E' trascorso ormai più di un anno dalla comparsa della sintomatologia dolorposa e poco meno di un anno dall'immobilizzazione "curativa" con stivaletto softcast al ginocchio.
Dopo 20 giorni di gesso mi è stato tolto e dopo semplice valutazione esterna mi è stato banalmete consigliato di riprendere gradualmente l'attività motoria. Nessun altro suggerimento, nessuna prescrizione, nemmeno il vago cenno a fisioterapia o riabilitazione, liquidato in due minuti.
Estremo lo stupore perché ciò avveniva nel reparto di traumatologia/ortopedia dell'ospedale di Bressanone (Bz) rinomato per la particolare specialistica competenza, ma che per quanto mi riguarda si è dimostrato estremante superficiale e sbrigativo.
Tolto il gesso, dopo due settiamne di lancinanti dolori conseguentin a qualsiasi movimento, diffusi su tutto il piede (dorso/pianta) mi sono visto costretto a rivolgermi ad uno studio privato, ove lo specialista, prendendosi il necessario tempo per valutare risonanza magnica e attuale sintomatoligia, restava sbalordito nel constatare che dopo 20 giori di immobilità sia stato lasciato allo sbado senza alcuna prescrizione di riabilitazione o fisioteramia. Dati i tempi ormai pregressi mi consigliava di pazientare ancora qualche giorno.
Fortunatamente, con lentezza ma progressivo miglioramento, la generale sitomatologia dolorosa è andata allaeviandosi, tornando a concentrari in manira più lieve e sopportabile nella stessa zona del dorso ve inizialmente era stata avverita.
La svolta.
Incredibilmente, come il problema era apparso camminando sulla sabbia, il dolore è totalmente ed incredibilmente svanito tornando a passeggiare, esattamente un anno dopo, sulla sabbia.
Non posso giudicare se gli eveti siano effettivamente importani, sta di fatto che attualmete non avverto più alcun dolore.
Ad oggi però, sfiorando il dorso del piede sulla parte che al tempo era dolorante, a metà dorso sull'immaginario asse che collega il primo dito alla caviglia, persistente una particolare sensazione di formicolio che riflessa sul primo dito.
Ad oggi può essere ancora confermanta l'ipostesi (tale è restata) di tenosinovite?
Perchè toccando la sopraindicata zona del dorso del piede avverto il formicolio all'alluce?
[#7]
Ortopedico, Perfezionato in medicine non convenzionali attivo dal 2008 al 2016
Ortopedico, Perfezionato in medicine non convenzionali
Gent.le utente
non è possibile dare indicazioni e diagnosi precise per via telematica, considerato la sua storia clinica rimango dell'idea che l'unica via è quella di intraprendere, sotto controllo medico, idonea fisioterapia come già descritto in precedenza.
Distinti saluti