Una lesione osteocondrale
Salve, sono Vittorio e ho 42 anni.
Vi contatto per avere un Vs. parere circa la cura per una lesione osteocondrale.
Dopo una rovinosa caduta, avvenuta nel marzo del 2005, con conseguente dolore acuto e gonfiore alla caviglia dx (durato giusto un paio d’ore) per il quale non ho effettuato nessuna cura e/o visita ortopedica, ho continuato a praticare del tennis a livello amatoriale in modo più o meno continuo, nonostante sentissi del dolore alla stessa caviglia e considerandolo giusto l’effetto di una ipotetica “storta”.
Solo nel Dicembre scorso però il dolore, manifestandosi sempre solo quando sollecitavo la caviglia praticando attività sportive, è aumentato a livello da dovermi assolutamente fermare durante il gioco. Il 30 Dicembre, finalmente dopo una visita mi è stata prescritta una risonanza magnetica che ha dato il seguente esito:
“L’esame dell’articolazione tibio-tarsica dx, eseguita con RM, ha documentato un’alterazione del segnale dell’osso subcondrale del versante articolare mediale del domo astragalico, caratterizzata da netta ipointensità in T1 e iperintensità nelle sequenze con soppressione del grasso, estesa in senso antero-posteriore per circa 2,6 cm, riferibile a lesione osteocondrale; appare sostanzialmente conservata la congruenza articolare e non presenta interruzioni della corticale ossea. Modica quota di versamento e regolari strutture ligamentose e tendinee.”
A seguito di tale referto mi sono state indicate, da due ortopedici, due cure assolutamente contraddittorie:
la prima mi ha prescritto n.3 mesi di deambulazione con bastoni senza carico (per evitare il rischio di una “rottura” dell’astragalo;
la seconda, soltanto una cauta ripresa della attività sportiva e l’uso di una cavigliera tecnica (motivata dalla quasi cronicità della lesione, visto il tempo trascorso dal primo evento).
Fermo restando che ripongo la massima fiducia in entrambi i medici di cui sopra, Voi cosa mi suggerite di fare? Saluti e grazie mille
Vi contatto per avere un Vs. parere circa la cura per una lesione osteocondrale.
Dopo una rovinosa caduta, avvenuta nel marzo del 2005, con conseguente dolore acuto e gonfiore alla caviglia dx (durato giusto un paio d’ore) per il quale non ho effettuato nessuna cura e/o visita ortopedica, ho continuato a praticare del tennis a livello amatoriale in modo più o meno continuo, nonostante sentissi del dolore alla stessa caviglia e considerandolo giusto l’effetto di una ipotetica “storta”.
Solo nel Dicembre scorso però il dolore, manifestandosi sempre solo quando sollecitavo la caviglia praticando attività sportive, è aumentato a livello da dovermi assolutamente fermare durante il gioco. Il 30 Dicembre, finalmente dopo una visita mi è stata prescritta una risonanza magnetica che ha dato il seguente esito:
“L’esame dell’articolazione tibio-tarsica dx, eseguita con RM, ha documentato un’alterazione del segnale dell’osso subcondrale del versante articolare mediale del domo astragalico, caratterizzata da netta ipointensità in T1 e iperintensità nelle sequenze con soppressione del grasso, estesa in senso antero-posteriore per circa 2,6 cm, riferibile a lesione osteocondrale; appare sostanzialmente conservata la congruenza articolare e non presenta interruzioni della corticale ossea. Modica quota di versamento e regolari strutture ligamentose e tendinee.”
A seguito di tale referto mi sono state indicate, da due ortopedici, due cure assolutamente contraddittorie:
la prima mi ha prescritto n.3 mesi di deambulazione con bastoni senza carico (per evitare il rischio di una “rottura” dell’astragalo;
la seconda, soltanto una cauta ripresa della attività sportiva e l’uso di una cavigliera tecnica (motivata dalla quasi cronicità della lesione, visto il tempo trascorso dal primo evento).
Fermo restando che ripongo la massima fiducia in entrambi i medici di cui sopra, Voi cosa mi suggerite di fare? Saluti e grazie mille
[#1]
Egregio Vittorio,
si tratta di una lesione osteocondrale del "dome" (ovvero "cupola", parte superiore rivolta verso la tibia) dell'astragalo. Tale tipo di lesione viene riscontrata alla RMN (esame essenziale per la valutazione pre-operatoria) e all'artroscopia di caviglia. In quest'ultima indagine si visualizza spesso un frammento fratturativo di cartilagine nel contesto di cartilagine integra. A mio parere la sua caviglia dovrebbe essere posta in stecca gessata, non sottoposta a carico per 2/3 settimane (e quindi lei dovrebbe camminare con stampelle e, al proposito, assumere farmaci eparinici a funzione anticoagulante) in modo da "raffreddare" la lesione, e sottoporsi ad un'artroscopia di caviglia che potrà visualizzare correttamente l'estensione del danno astragalico ed eventualmente permettere il trattamento chirurgico della lesione. Le consiglio perciò di rivolgersi ad un collega in zona per le cure del caso.
Cordialità,
Dr. Andrea Salvi
si tratta di una lesione osteocondrale del "dome" (ovvero "cupola", parte superiore rivolta verso la tibia) dell'astragalo. Tale tipo di lesione viene riscontrata alla RMN (esame essenziale per la valutazione pre-operatoria) e all'artroscopia di caviglia. In quest'ultima indagine si visualizza spesso un frammento fratturativo di cartilagine nel contesto di cartilagine integra. A mio parere la sua caviglia dovrebbe essere posta in stecca gessata, non sottoposta a carico per 2/3 settimane (e quindi lei dovrebbe camminare con stampelle e, al proposito, assumere farmaci eparinici a funzione anticoagulante) in modo da "raffreddare" la lesione, e sottoporsi ad un'artroscopia di caviglia che potrà visualizzare correttamente l'estensione del danno astragalico ed eventualmente permettere il trattamento chirurgico della lesione. Le consiglio perciò di rivolgersi ad un collega in zona per le cure del caso.
Cordialità,
Dr. Andrea Salvi
Dott. Andrea Salvi
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[#2]
Utente
Buongiorno, ringraziandola per l'interessamento, avrei da farLe giusto un'altra domanda.
Nel caso non dovessero esserci dei frammenti fratturativi di cartilagine e dopo la steccatura gessata e l'assunzione di farmaci, questo tipo di lesioni vengono generalmente riassorbite o una volta manifestate diventano croniche? Ancora grazie mille e saluti
Nel caso non dovessero esserci dei frammenti fratturativi di cartilagine e dopo la steccatura gessata e l'assunzione di farmaci, questo tipo di lesioni vengono generalmente riassorbite o una volta manifestate diventano croniche? Ancora grazie mille e saluti
[#3]
Egregio Vittorio,
la Sua sintomatologia deporrebbe per una cronicizzazione della patologia. Qualora all'indagine artroscopica non sia presente un frammento di frattura, si può impostare un trattamento conservativo, ma questo non sembra essere il Suo caso, in quanto l'importante dolore deporrebbe per una frattura osteocondrale astragalica (suffragata anche dalla RMN). In questo caso, se l'indagine artroscopica mostrasse un frammento osteocondrale in sede, questo dovrebbe essere asportato, in quanto "scollegato" dal tessuto osseo sottostante, e perciò destinato a non guarire. Dopo l'asportazione del frammento, nella zona "scoperta" dal frammento condrale (di cartilagine) , sempre in artroscopia, si potrebbero eseguire microperforazioni per ricreare tessuto fibroso a funzione "di copertura".
Cordiali saluti.
la Sua sintomatologia deporrebbe per una cronicizzazione della patologia. Qualora all'indagine artroscopica non sia presente un frammento di frattura, si può impostare un trattamento conservativo, ma questo non sembra essere il Suo caso, in quanto l'importante dolore deporrebbe per una frattura osteocondrale astragalica (suffragata anche dalla RMN). In questo caso, se l'indagine artroscopica mostrasse un frammento osteocondrale in sede, questo dovrebbe essere asportato, in quanto "scollegato" dal tessuto osseo sottostante, e perciò destinato a non guarire. Dopo l'asportazione del frammento, nella zona "scoperta" dal frammento condrale (di cartilagine) , sempre in artroscopia, si potrebbero eseguire microperforazioni per ricreare tessuto fibroso a funzione "di copertura".
Cordiali saluti.
[#4]
Caro Vittorio,
data la cronicità del trauma e il dolore persistente consiglierei l'esame artroscopico a scopo diagnostico ed eventualmente chirurgico. La distorsione cronica della caviglia produce solitamente uan sinovite infiammatoria reattiva che è responsabile di dolore e che va asportata. Inoltre è fondamentale essere certi del tipo di lesione condrale in atto ed eseguirne il trattamento relativo.
Se non vi sono lesioni della discontinuità della cartilagine il trattamento sarà conservativo a mio parere utilizzando un caric parziale ed evitnaod ovviamente l'attività sportiva. Sarà inoltre necessario controllare dopo 3 settimane la RM per verificare l'evolversi della guarigione subcondrale. Se la lesione cartilaginea è articolare (la RM non dà un referto di certezza come parecchi gli esami strumentali) sarà necessario trattarla in base al tipo e al grado di lesione (I-IV).
Cordialità
data la cronicità del trauma e il dolore persistente consiglierei l'esame artroscopico a scopo diagnostico ed eventualmente chirurgico. La distorsione cronica della caviglia produce solitamente uan sinovite infiammatoria reattiva che è responsabile di dolore e che va asportata. Inoltre è fondamentale essere certi del tipo di lesione condrale in atto ed eseguirne il trattamento relativo.
Se non vi sono lesioni della discontinuità della cartilagine il trattamento sarà conservativo a mio parere utilizzando un caric parziale ed evitnaod ovviamente l'attività sportiva. Sarà inoltre necessario controllare dopo 3 settimane la RM per verificare l'evolversi della guarigione subcondrale. Se la lesione cartilaginea è articolare (la RM non dà un referto di certezza come parecchi gli esami strumentali) sarà necessario trattarla in base al tipo e al grado di lesione (I-IV).
Cordialità
Dr Simone Cigni
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 20k visite dal 21/01/2006.
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